Ho scritto spesso su Vladimir Putin. Soprattutto sul sistema poco democratico che ha impostato per la Russia da circa vent’anni. Da quando cioè è il Leader indiscusso del paese post-sovietico. Lui che proveniva dal Kgb non poteva fare altrimenti. Il delfino di Eltsin, che a sua volta con un colpo di Stato pose fine al processo di democratizzazione della Russia avviato da Michail Gorbacev. Ho denunciato spesso le morti dei suoi oppositori, politici o giornalisti che siano. Morti sparati, avvelenati o in “strani” incidenti aerei. Nonché la prevaricazione russa nei confronti dei paesi limitrofi. Negli ultimi anni, però, la mia posizione nei suoi confronti si è un po’ ammorbidita. In particolare, per tre motivi:
- non credo più tanto ai media mainstream occidentali, sempre indaffarati a dipingerlo come un mostro. Come faceva la Dc ai tempi dell’Urss la Russia si sta difendendo dall’aggressione della Nato, che la sta circondando. Portando nella propria orbita i tanti satelliti ex sovietici (con effetti anche drammatici, si pensi alla guerra civile in Ucraina) la Russia è un nostro antico partner commerciale, da almeno 500 anni. Oggi soprattutto di tante piccole e medie imprese dell’Italia dell’Est. Ancora, da essa dipende oltre il 40% del nostro approvvigionamento di gas. Pertanto, fargli la guerra non conviene a nessun italiano. Almeno fino a quando non avremo strade energetiche alternative, in primis quelle rinnovabili