Verità supposte

Chi era Mark Hollis, morto a 64 anni


A poco a poco, come l’inevitabile incedere del tempo impone, se ne stanno andando tutte le icone della musica del passato. Miti, leggende, meteore. Quando comporre un testo, un arrangiamento, era roba seria. Dettata dall’istinto, dalla bravura, prima ancora che dagli interessi discografici. Canzoni scritte col cuore e non a tavolino. Come invece è accaduto a partire dagli anni 2000. Quando la musica è diventata prevalentemente industria, scopiazzamento (o, se preferite, ispirata) di quanto già fatto in passato. Certo, alcuni musicisti e cantanti se ne sono andati via troppo presto. Giovanissimi, come quelli ascritti al Club 27. Di altri invece non sentivamo più parlare da tempo. Come nel caso di Mark David Hollis, leader e fondatore dei Talk Talk. Pop band elettronica di cui ricordiamo due canzoni su tutte: “It’s My Life” e “Such a Shame”. Il primo brano, peraltro, ripreso ad inizio 2000 dai No Dubt. Mark Hollis è morto il 25 febbraio, a 64 anni. La notizia l’hanno data alcuni siti britannici, poi confermata dall’account Social dedicato al gruppo. E ciò è tutto dire sulla sua personalità, il suo modo di essere un anti-divo. Al contrario del trend tipico degli anni ‘80. Decennio in cui emerse il suo talento. Se ne è andato in silenzio, tanto che non sono ancora note le cause della sua morte. Hollis può essere considerato una meteora della musica. Una delle tante che si sono avvistate nel cielo degli anni ‘80. Tuttavia, la sua fu una scelta precisa. Mark Hollis finì per rigettare quel decennio. Fatto di musica sintetica, edonismo, apparenza. E nel pieno del successo cambiò stile. CONTINUA A LEGGERE