Verità supposte

Ecco Valogno, il borgo fabiesco risorto grazie ai murales


Quando lo cerchi su Google Maps, al suo nome viene aggiunto l’aggettivo “Borgo d’arte”. Già, perché anche Big G ormai lo riconosce come tale. Parlo del Borgo di Valogno, a circa 9 Km da Sessa Aurunca (meno di un quarto d’ora di auto) e ai piedi del Parco Regionale Roccamonfina-Foce Garigliano. La storia di Valogno, fino al 2008, era la storia comune di tanti borghi italiani. Caratteristici, certo, ma abbandonati gradualmente a se stessi dalle nuove generazioni in cerca di un futuro nelle certo più grigie e tristi, ma quanto meno speranzose città. Borghi, soprattutto quelli tra Campania, Molise e Basilicata, colpiti duramente anche da un evento naturale: il terremoto del 1980. il quale ha creato anche una faglia socio-economica col resto d’Italia. Quello situato da Roma in su. Per fortuna, gli edifici di Valogno, risalenti principalmente all’800-prima metà ‘900, sono rimasti intatti al cospetto del sisma. Ma il Borgo poco ha potuto contro le esigenze economiche. Ed infatti, se contava circa 500 abitanti a metà ‘900, ora ne conta circa 90. Con una età media intorno ai 65 anni. Il destino del Borgo di Valogno sembrava segnato. Fin quando una coppia di Roma, Giovanni Casale e Dora Mesolella, non ha deciso di mollare la sempre più caotica e perduta Capitale, per tornare alle proprie origini. Un po’ come fa il protagonista interpretato da Carlo Verdone in La grande bellezza: Romano. Scrittore teatrale mai realizzato e perennemente al guinzaglio di una giovane donna che lo sfrutta. Il quale, deluso dalla città eterna, torna nel paesino nativo dei genitori. E così hanno capito che l’arte può risvegliare Valogno. In che modo? Colorandola di allegri, fantasiosi, riflessivi murales. CONTINUA A LEGGERE