Verità supposte

Ue critica accentramento poteri a Orban, ma della Protezione civile ne vogliamo parlare?


C'è stato un tempo in cui la Protezione civile in Italia sembrava la panacea di tutti i mali. Era la fine degli anni zero, con Berlusconi al governo per la quarta volta. Alla guida dell’organizzazione creata per organizzare e monitorare le emergenze c’era Guido Bertolaso. Diventato una sorta di Superman, perfino all’estero. Si ricorderà, per esempio, quando ci fu il terremoto di Haiti. E la Clinton si congratulò con lui. Del resto, gli americani sono solo bravi a fare la guerra militare. Ma quando si tratta di combattere un nemico invisibile, come una malattia o un terremoto, vanno in completo panico organizzativo. Le lobby e il privato si dissolvono come neve al sole. Con l’arrivo del Covid-19, la Protezione civile è tornata fortemente sulla scena. Per coordinare l’emergenza comportata da questa influenza. Forse più spinta da un sistema sanitario ridotto all’osso. Se in Ungheria il Premier Viktor Orban è stato aspramente criticato per aver accentrato i poteri su di sé per affrontare l’emergenza – previo voto parlamentare – in Italia a dettare l’agenda del governo è la Protezione civile. Ma a quale prezzo? Cerchiamo di capirlo. CONTINUA A LEGGERE