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Estate. Villaggio in Sardegna.

Era la prima vacanza da sola con le amiche, dopo una lunga storia finita non propriamente bene. Ma ora avevo voglia di svagarmi, di sole, di mare, di ridere.

Arrivammo un sabato mattina. Nel villaggio c’era poca gente (per fortuna), ma eravamo all’inizio della stagione, quindi non mi sembrò così tanto strano. I primi due giorni cercammo di ambientarci, io volevo fare la pigra, le altre non vedevano l’ora di provare le attività che il villaggio proponeva. Le lasciai fare.

Lui lo vidi il martedì mattina in spiaggia. Il classico cinquantenne con la famiglia al seguito. Solo che non vedevo la presenza di altre persone, tranne che della moglie. “Bell’uomo”, pensai. E tornai a prendere il sole. Lo rividi nei giorni a seguire, sempre in spiaggia. Sguardi appena accennati, niente di più.

Una sera lo rividi nella discoteca all’aperto. Seduto su un divanetto, con la moglie al fianco. Era la serata revival: musica anni ’70 e ’80. Ci sedemmo. Ordinai un mojito. Lui lanciò uno sguardo nella mia direzione, io ricambiai. Ogni tanto, con le mie amiche, ci alzavamo per ballare una canzone e cantare a squarciagola, attirando l’attenzione di tutti. Poi scoppiavamo a ridere. Quando ordinai il secondo mojito, mi ritrovai in pista a piedi scalzi  con il cocktail in mano ad ondeggiare al ritmo di reggae. Lui mi guardava. Io lo guardavo. Per tutta la durata della canzone: mojito in una mano, ondeggiamento, sguardo incollato al suo. Sua moglie era intenta a chiacchierare con una tizia alla sua sinistra, si accorse solo verso la fine di  cosa stava succedendo, e gli diede una gomitata. Io risi, e sorseggiando il mojito tornai a sedermi.

Il giorno successivo alle 8, ero già in spiaggia.   Dormivo sul lettino con gli occhiali da sole. La sera prima avevamo fatto tardi, ma stranamente non riuscii a prendere sonno,  e alle 7 preferii uscire per prendere un pò di fresco. E mi addormentai. Lui arrivò, si avvicinò e mi salutò. Io sobbalzai. Mi chiese scusa. E poi ci mettemmo a ridere.  ma si allontanò subito. Quando sua moglie lo raggiunse, mi lanciò occhiatacce per tutto il tempo e nei giorni a seguire. Ma feci finta di nulla.

Quando partimmo per tornare a casa, avevo una certezza:  che lui si sarebbe ricordato a lungo, di quella matta che ballava un reggae a piedi scalzi e con un mojito in mano.