Il tempo del raccolto.

Noi siamo infinito, e l’esperienza di una esistenza limitata, ed estremamente condizionata, è solo una delle tante nostre scelte, con le quali ardiamo arricchire la conoscenza del Tutto ciò che È, dal punto di vista delle modalità rivelative ed esperienziali.

Il Pianeta Terra, che è al momento la nostra casa, e nostro principale vettore in questa parte di spazio, è nel corso di una trasformazione molto potente, che riguarda tutti noi, e che interessa tante altre realtà dell’universo manifestato, in vari tempi e direzioni di espressione.

Noi siamo chiamati a fare la nostra parte, e non certo e non solo per l’essere che ci ospita, ma per il nostro stesso progresso personale, oltre che per dare libero svolgimento alla natura di ciascuno di noi.

È il tempo delle scelte, che avranno, per un qualche tempo, almeno fino ad un paio di salti dimensionali, carattere di definitività, con tutti i distinguo che possono essere adoperati per un ambiente in perenne, e incessante, mutamento.

Siamo alla fine di un ciclo, e il tempo del raccolto è giunto. Quindi, la priorità è quella di prepararci.

Il nostro Se superiore sa cosa è più giusto per noi, seppur le nostre scelte lo condizionino in una qualche parte, e in connessione con altre modalità esistenziali, che stanno agendo sui campi di nostra pertinenza, darà le giuste direttive alle quali ci dovremo in qualche modo conformare.

L’auspicio è l’Unità, perché l’Uno è tutto ciò che esiste, e – qualsiasi sia la scelta contingente, se in direzione della Luce, che è onore, rispetto e servizio agli altri, o del potere [sugli altri], che è amore e servizio solo per se stessi – anche la nostra meta finale.

Il ricordo di chi/cosa siamo, delle nostre origini in questo universo, della nostra ultima provenienza per questa esperienza terrestre, è fondamentale in effetti, in questo frangente. Perché [ci] permette di comprendere ciò che viviamo, ciò che siamo venuti a fare, quali compiti ci siamo assunti.

La conoscenza di questi ultimi soprattutto, ci garantirà sicuramente la Pace, e Armonia illimitata, e, inoltre, il superamento delle tante frustrazioni e depressioni correlate alla mancata comprensione delle mansioni degli altri compagni, o ritenuti tali, e delle loro relative scelte.

Questo è importante perché è davvero il momento di concentrarci sulle nostre incombenze, sui nostri incarichi, sulle nostre missioni.

Perché è quando non convogliamo le nostre energie su questi che corriamo il rischio di perderci in inutili, improduttive, e, a volte dannose, distrazioni.

Ognuno ha qualcosa da fare, da portare a termine, per se stesso, per il pianeta, per la sua famiglia d’origine, e per l’Universo intero. E quando lo scopriamo, questo ci assorbirà più o meno compiutamente, facendo venire meno la voglia, e il tempo, di occuparci di cose meno benefiche per il Tutto.

Noi siamo al momento fortemente condizionati, oltre che manipolati. Lo si è detto tante volte. Degli esseri che hanno temporaneamente perso il contatto con il proprio Se superiore, e con il Primo Creatore, hanno scelto il potere sugli altri, e il servizio a se stessi, e hanno fatto [e continueranno su questa strada probabilmente per ancora qualche tempo] tutto ciò che è nelle loro [notevoli, in verità] possibilità perché la situazione di soggezione nella quale hanno posto la restante umanità, e altre parti del pianeta, perduri.

La loro attività è assidua, massiccia, e talmente invasiva che la pressoché totalità degli umani la ritiene parte di se, e assolutamente non etero indotta.

La quasi generalità dei nostri pensieri, e convincimenti, e credenze, e giudizi [soprattutto sugli altri], dipendono da queste azioni che ormai da millenni vengono perpetrate e portate avanti a danno dell’umanità, e a beneficio di pochissimi, umani e non.

Ed è perché tutto questo possa avere fine, perché la libertà assoluta, illimitata, incondizionata, che è parte della nostra intrinseca natura, provenendo tutti dalla stessa Fonte/Sorgente – possa trionfare, che siamo venuti e ci siamo assunti quei compiti ai quali prima si accennava.

E il primo di questi compiti è la condivisione della nostra essenza, delle nostre realizzazioni, della nostra realtà, in qualsiasi modo [arte, scrittura, disegno, fotografia, canto, danza, e qualsiasi altra possibile espressione personale] siamo portati a fare. E questo, possa piacere a tutti o a nessuno, possa urtare la suscettibilità, o la gelosia, o la frustrazione, di tutti o di qualcuno, possa essere utile a tutti o solo per qualcuno, perfino per nessuno [almeno apparentemente], lo dobbiamo comunque alla nostra famiglia, la nostra vera famiglia, spirituale.

Oltre che al Primo creatore, che conta su di noi per l’espansione di tutto ciò che È. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.