Istanza di verità.

Noi siamo verità. L’Unica, eterna, costante.

Questa verità che è prima di ogni cosa, ed è l’unica cosa immutabile esistente – ammesso che il termine sia in qualche modo utilizzabile – ci permette di vivere, in ogni angolo di spazio, universo, creazione, manifestazione, con i quali, in un modo o nell’altro, ci troviamo coinvolti, la verità utile, e più vera, per quell’angolo, spazio, creazione.

Questo però, è solo una premessa. Utile, oltretutto, per farci andare a fondo su ogni questione, e su ogni  faccenda che ci riguardi.

Accettare quanto ci viene passato per verità da qualcosa [ad esempio, consapevolezza sociale, famiglia, gruppi..] o da qualcuno [genitori, amici simpatici, insegnanti, maestri, brahmani …], in maniera acritica, pur con tutte le riverenze che i casi richiedono, non è vivere la verità, se il nostro Cuore non da la propria approvazione in maniera decisa e risoluta.

L’Umanità è al momento, purtroppo, una razza non libera. È soggetta ad una grande serie di manipolazioni, condizionamenti, vessazioni, e molto altro, senza che essa ne abbia, tra l’altro, una piena cognizione. E la gran parte dei suoi componenti – la quasi totalità, in effetti – neanche crede che possa essere esattamente così.

Così, è quasi vano per ora parlarne con loro. Man mano che cambierà la consapevolezza sociale, e molte verità nascoste verranno fuori, stimolando domande e richieste di ancora altre verità – perché è solo questione di questo, se c’è l’istanza, non può non seguire la risposta – cambieranno anche altre menti. E l’umanità nel suo complesso, come ente collettivo, ne beneficerà.

È per questo che a molti esseri e operatori che hanno scelto la Luce, e di lavorare per essa, e, quindi, anche per la verità più rispondente e supportata dai fatti [pur nascosti], viene chiesto di agire, stimolare, [cercare di] svegliare, altri che cominciano a dimostrarsi aperti a nuove e più vere verità. Perché questo accelererà enormemente il processo di rivelazione di tutto ciò che, per motivi certo non nobili, è stato tenuto completamente occultato ai più.

Quindi, non si tratta di credere a questo o a quello. Di credere per forza che l’umanità sia tenuta completamente nell’ignoranza per essere utilizzata come razza sottomessa. Che esistono tecnologie in grado di eliminare completamente ogni tipo di malattia nel giro di quasi un niente di tempo che viene tenuta nascosta solo per interesse. Che l’umanità è già in grado di lavorare, e recarsi, in tutti i pianeti dell’intero sistema solare. Che gli umani sono esseri divini, e derivano dalla stessa Fonte/Sorgente di tutte le cose, e condividono con Quella ogni potere e prerogativa. E che solo per sua scelta, pur estorta con condizionamenti, tecnologie, manipolazioni, ha dimenticato tutto, origini di ogni genere, comprese.

E che esiste vita nell’intero universo, a qualsiasi livello e dimensione, con la quale in un attimo possiamo essere in contatto, e scambiare consapevolezze, esperienze, visioni di vita, o, perché no, solo fare quattro chiacchiere.

La Vita è stupenda solo quando c’è la libertà. E la libertà è possibile quando vi sono la consapevolezza e l’idea di essa.

E, se siamo liberi per diritto di esistenza, di essenza, di origine, è perfettamente ovvio, e logico anche, che basta chiederlo, e possiamo esserlo. Basta chiederlo e possiamo padroneggiarne le varie estremità.

Pertanto, occorre chiederlo. Chiedere, chiedere, chiedere.

Chiedere la verità quindi, per quanto quest’ultima possa essere scioccante, sconcertante, impressionante, incredibile e traumatizzante. [Perché è così che potrà essere, quando si è vissuti – seppur sia difficile da credere, e perché costretti, solo all’interno di una minuscola scatola, pur grande quanto l’intero sistema solare].

Perché, come si è detto, quando la richiesta è sincera, e onesta, e frutto di integrità, e si è pronti, e [molto] aperti, alla risposta, quest’ultima non potrà non pervenire.

Perché è così che funziona questo universo. Per chi, almeno, ne ha già sperimentato gli effetti. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Tutto è Nostro, e nulla ci appartiene.

Noi siamo la stessa Essenza del Creatore. Del Creatore di questo universo come dello stesso Creatore di tutti i creatori.
Abbiamo un diritto innato su tutte le creazioni, di ogni tempo e luogo, e non vi è nulla  che non sia anche nostro, che sia manifesto, immanifesto, o anche solo idea di una qualche mente in qualsiasi spazio si trovi.
Tuttavia, quale paradosso del Reale, nell’impermanenza di qualsiasi idea e produzione, niente mai ci appartiene veramente, e tutto tende a scivolare via in maniera a volte così repentina che potremmo anche essere costretti a dubitare della sua stessa esistenza.
Nella tradizione vedantica questa condizione è in un certo qual modo espressa dal “neti neti”, che, negando qualsiasi cosa che non sia il Se supremo, postula infine l’identità con il Se/Atman come unica e possibile realtà – ammesso che Quello possa in tal modo essere definito.
Quindi, alla fine, nulla possiamo considerare esattamente “nostro”, e qualsiasi ruolo dovessimo interpretare appare quasi come un’assegnazione “ad interim”, provvisoria, in attesa di un qualcun altro “titolare” che, peraltro, mai giungerà, e mai realmente in effetti sussisterà.
È quasi ovvio che la “temporaneità” della carica non ci spoglia in un certo qual modo delle responsabilità. È solo che dobbiamo essere pronti in qualsiasi tempo a separarcene – che siano averi, possedimenti, “poteri”, prerogative, privilegi – dichiarandoci magari pronti e disponibili per altra incombenza, al servizio dell’Unico Tutto ciò che È.
Per molti di noi il “lasciare andare” è affare estremamente complicato. Avendo accettato su questo piano della confusione l’ignoranza circa la nostra realtà e provenienza, tendiamo a comportarci come l’indigente che si attacca a qualsiasi piccolo avere, nella paura di rimanere nella privazione più assoluta.
Questo non accadrebbe se sapessimo di possedere nelle nostre “mani” ogni facoltà di manifestazione relativamente a qualsiasi sogno.
Chi si è in qualche modo “risvegliato”, o sta ridestandosi dal sonno dell’inconsapevolezza, sa che, seppur realtà accettata, e, in un qualche senso, agevolata da noi stessi, esistono anche delle “interferenze esterne” che alimentano le cause del perdurare di questa condizione.
Il gioco degli opposti e delle tragiche dualità, potrebbe essere ormai quasi giunto alla fine. Questo tuttavia, lungi dal rallentarlo, sembra però intensificarlo.
È come se quella parte di creazione che ha scelto il potere/dominio sugli altri piuttosto che il sentiero del servizio [agli altri], nel tentativo “terminale”, e al limite del disperato, di non perdere la presa sui propri “ninnoli”, e relative fonti di sostentamento, spingesse agli estremi della sperimentazione ogni sorta di limitazione possibile, per trasmettere ancora quella illusione di impotenza totale che ha sempre cercato di fare provare – pur con l’inganno – a coloro che reputa poco meno che schiavi al suo servizio.
In effetti, anche questi esseri hanno grosse difficoltà a “lasciare andare”. Nella loro ignoranza, e ingenuo delirio di onnipotenza, hanno dimenticato che nulla può durare mai all’infinito, e che oltretutto, qualsiasi aspetto della creazione richiede il riscontro di ogni sua anche infima e impercettibile sfaccettatura.
Questo però è il nostro tempo. La bellezza che ci siamo immaginati è quella del passaggio vibrazionale – e dimensionale – dei corpi esterni [fisici], alfine di muoverci dalla costrizione all’emancipazione, dalla condizione all’esenzione, dal controllo alla libertà, dal potere all’Amore.
Sarà la Gioia di un istante. Non durerà più di tanto.
Tuttavia, sono proprio questi attimi che a conti fatti lasciano il segno, nel lungo corso dell’Infinito Intelligente. Namasté.

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].
Marius L.

Un Pianeta che ama. [Ed è amato..].

Questo pianeta ha sicuramente molte peculiarità ed è molto amato. Sembra manifesti molte varietà, e questo lo rende particolarmente attraente agli occhi di tanti viaggiatori dell’Universo.

Da come si esprimono coloro che stanno attivamente combattendo per la sua integrale liberazione, sembra sia uno degli ultimi baluardi, se non l’ultimo, dell’oscurità in questa galassia.

Certamente chi lo conosce lo ama smisuratamente. È un po’ come accade con tutti gli esseri. Solo chi conosce veramente un altro può decidere se amarlo o meno. Anche se, vivendo su un piano duale, le simpatie e antipatie non possono non essere alquanto prevalenti. Per questo, nessuno si sente di giudicarle o, ancora meno, di condannarle.

I sentimenti verso questo essere, che noi spesso neanche trattiamo come tale,  sembra siano però abbastanza unanimi. E probabilmente nessuno di noi riesce veramente a metterli in dubbio.

Ma, come si è detto, l’assenza di Luce è ancora presente. Lo ha per così dire amministrato, o dominato – perché questa è la sola modalità di espressione che riesce a conoscere e ad accogliere – per diverse centinaia di migliaia di anni, e ha difficoltà a mollare la presa, malgrado le energie stiano cambiando vertiginosamente, e la sorte del pianeta, per suo stesso intento, appare ormai segnata.

E, quelli che conoscono le indicazioni della Legge dell’Uno, comprenderanno con molta facilità, sembra anche saldamente nell’orientamento positivo verso la quinta densità.

Il mondo manifestato, secondo le prescrizioni del creatore, è un mondo di luci e ombre. Almeno fino ad una certa densità, quando comincerà tutto a fondersi in un’unica tendenza, in preparazione della ri-unione finale.

Molti ritengono sia tutto Luce, ed è in un qualche senso corretto, atteso che quest’ultima, insieme all’Amore, è tra le prime alterazioni della perfezione unica del Logos. Perlomeno per questo universo.

Quindi è vero che non esiste nient’altro, per chi sta andando in quella direzione.

Ma lungo il percorso ci si potrà senz’altro scontrare e confrontare con esseri che hanno scelto un orientamento, pur fugace ed effimero, differente, che sembra volgersi in tutt’altro senso, con predilezioni e modalità di estrinsecazione certamente dissimili.

Chi ama la Terra la vuole sentire totalmente in se. L’abbraccerebbe per sentirne la straordinaria e intima vita, e camminerebbe sempre a piedi nudi su di essa per garantirsi un permanente contatto.

Molte zone però, non sono ancora completamente ripulite. Vi si trova ancora un po’ di sporcizia qua e là, seppur rimanga la radianza, del suo corpo e dei tanti esseri che Essa ospita e trasporta in giro per l’universo. E allora occorre sovente, per chi è qui per conoscerla, per amarla,  per essere, anche per lo spazio di un lampo, uno con Lei, un qualche tipo di scarpe, al limite un paio di ciabatte, in modo che permanga in un qualche senso un certo equilibrio psicologico mentre si attraversa un terreno, o si cammina su un pavimento, a tratti accidentato.

Tutti deriviamo dalla stessa Fonte/Sorgente, e questa, oltre ad essere una splendida certezza, è a volte anche una sfida per tutti coloro che sono obbligati a battersi per un’idea di libertà spesso non universalmente vissuta. Magari la Bhagavad Gita, e le indicazioni di Krishna ad Arjuna possono essere utili, o interessanti per chi perlustra il piano della confusione.

Come può darsi ancora che il desiderio di quell’Essere stupefacente che in questo momento si identifica maggiormente con il Pianeta Terra, di Amare ed Essere Amato, si ritrovi sempre di più con il desiderio di miliardi di esseri che al contempo condividono con lui questa parte di infinito.

E il momento dell’incontro, che per tantissimi è ormai vicinissimo, e che non sarà altro che il preludio a nuove straordinarie avventure con ulteriori, tantissime, parti di questo Universo, non potrà non essere coinvolgente.

Per coloro almeno che hanno scelto la via dell’Unione. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

La dolcezza di una vita più autentica.

Volere una vita migliore è un’aspirazione di tutti. Volerla senza danneggiare alcuno è di chi ha scelto in qualche modo, e in un qualche senso, il servizio agli altri.

L’Universo è abbondanza. Anzi, l’Universo è vivo in ogni sua infinitesima parte.

Tutto può essere trasformato, o trasformarsi, in qualcos’altro. Niente e nessun briciolo esclusi.

E noi siamo lì, parti di ogni cosa, con ogni cosa parte di noi. Noi, lo stesso Creatore che si esprime. Che si tramuta, che si converte.

Chi, tra queste parti del creatore, ha scelto l’orientamento positivo, che lo porta a servire gli altri, insieme a se stesso, e non solo se stesso dominando gli altri, sa che non ha alcunissima necessità di ottenere alcunché privandolo ad altri. Perché tutto è disponibile per tutti, basta solo farne richiesta.

O esprimere quell’intenzione, per meglio dire.

Forse siamo qui, giunti da chissà dove, proprio per comprendere qualcosa che ci era sfuggito nel lungo percorso che ci aveva portati su piani splendidi ma senza l’apprendimento di queste forme e modalità esistenziali.

È, forse, come chi possiede porzioni estesissime di terra, ma non riesce a conoscerne neanche una minima parte, laddove chi ne vive solo un po’, riesce a percepirla, e ad amarla e apprezzarla fino all’ultimo granello.

Essere liberi è semplicemente amare. Fermarsi lì, e, senza possedere nulla – perché, tanto, tutto ci appartiene – poter guardare e compiacersi di ogni cosa. E, in tal modo, appagarsi.

È vero che abbiamo molte, troppe difficoltà, perché non riusciamo ad essere liberi fino a quel punto, ad aver a che fare con molti esseri che non riescono a lasciare andare, che non riescono a non possedere, a non controllare, a non dominare. E che non riescono a capire, e a comprendere.

L’universo è anche loro, e ognuno è giusto che segua la propria strada, e faccia le proprie esperienze. Perché è così che alla fine si arricchisce il creatore, garantendo la sperimentazione dell’Essere in tutte le direzioni e sfaccettature.

Forse per noi può essere noioso, perché magari ce ne siamo separati molto tempo fa, ammesso che esista qualcosa di questo genere. Forse per noi può essere doloroso perché abbiamo la consapevolezza di ciò che queste sperimentazioni porteranno nelle loro realtà.

Ma sappiamo anche che per ognuno è importante, e, a volte, necessario, portare a termine i propri cicli. Uno dopo l’altro, fatto dopo l’altro, indagine dopo l’altra.

Ma, per chi vuole una vita migliore, anche in questa illusione che impedisce di vedere chi realmente si è, al di là di ogni lusinga ed inganno, è giusto che sappia che può ottenerla istantaneamente, senza indugio. Subito, appena ripulito lo schermo.

Che può accedere alle sue più intime aspirazioni, quelle che l’atrofia, l’immobilismo, così a lungo protratti nei tempi, gli avevano irrimediabilmente nascosto.

Sarà un momento di grande confusione quello che aspetta questo spazio, in questo scorcio di era. Perché in tanti, abituati ad essere spinti, e direzionati, e motivati, da disagevoli e, a tratti, inconsistenti, frivolezze ed esteriorità, si ritroveranno inerti, privi di ogni sollecitazione, per qualche istante.

In molti durerà poco, in alcuni un po’ di più. Dopo di che si dissolverà il raggiro, aiutati anche da chi ha già affrontato e afferrato questa amara ma stupenda verità, e potrà riemergere l’autenticità.

Quella autenticità che porta a ciò che si è. A chi si è. E a ciò che si è venuti a fare.

Che è poi sempre quanto più amiamo in ogni definito scorcio spazio temporale. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.