La ricerca della soluzione perfetta..

Siamo esseri talmente eccezionali che il problema della straordinarietà non dovrebbe in alcun modo porsi nell’analisi di ciò in cui intrinsecamente consistiamo.
Serve ripeterlo solo perché in questo riquadro spazio-temporale abbiamo deciso di impegnarci in un gioco la cui caratteristica principale sembra essere la separazione [illusoria] dalla Fonte/Sorgente di ciò che in ogni caso, e al di là di ogni altra investigazione, siamo.
Che sia nostra negligenza, o colpa di uno o altri, e quali che siano le reali motivazioni per le quali abbiamo accettato questa sfida indubbiamente macchinosa e portatrice di così tante angosce e tribolazioni, sono affari che meritano ben altre riflessioni.
Questa volta ci si vuole solo limitare a prendere atto di una condizione che ci appare in qualche modo evidente, e che, alla fine, sembra fornire alcune semplici indicazioni di fondo: Rappresentiamo, innanzitutto, una minuscola, infinitesima, parte di un Universo, del quale ci riconosciamo – seppur non si comprenda l’effettiva motivazione – come unico e solo centro, e del quale tuttavia non riusciamo a percepire – ma, forse, nemmeno veramente tentiamo – le sue altre varie, illimitate, componenti.
Inoltre, non possediamo, perlomeno nella più grande parte dei casi, energie a sufficienza per avanzare una qualche speculazione su ciò che siamo qui a fare, e come dovremmo porci nei confronti di eventuali altre cittadinanze [al di là dell’inabilità di cui prima], se non dell’Universo intero, quantomeno della nostra Galassia, e se neanche di quest’ultima, al minimo del nostro Sistema Solare, o di quelli subito vicini.
Viviamo così in una parziale inconsapevolezza, all’interno di uno scrigno che equivale alla fine al nostro unico cosmo, ed esclusivo spazio di comprensione.
Eppure, come accade nella povertà, e nell’ignoranza più buia, non esitiamo ad affermare nella maniera la più assoluta che siamo in grado di esprimere, che esso [lo scrigno] rappresenti la sola realtà esistente, e possibile.
Parte del risveglio di cui tanto in alcuni – molto ristretti effettivamente – ambienti si parla, è così prendere atto di questa “innocenza” di base, e degli infiniti limiti che questo metodo di apprendimento, che sia da noi voluto, o che ci sia stato profondamente e intimamente impresso da altri figuranti e/o soluzioni immaginative dell’Universo più o meno conosciuto, conserva già a livello di intelletto, al di là del cuore, e del livello di oggettività, che già solo guardandoci attorno possiamo congetturare.
Il fatto è che dobbiamo schivare i pregiudizi per poter pervenire a equilibri più veritieri, dobbiamo scansare la conoscenza acquisita per spaziare liberamente nell’infinita capienza del Creatore, dobbiamo sottrarci a determinazioni prefabbricate per garantirci l’accesso a soluzioni illimitate, inedite e inimmaginabili, per qualsiasi dilemma e/o incertezza con le quali dovessimo ritrovarci costretti a confrontarci.
Se la sola realtà sulla quale possiamo contare è Ciò che Siamo, l'”Io Sono”, o il semplicemente “Sono” – tutto il resto diventa un puro argomento di esame, disgiunto, seppur forse illusoriamente, dall’Osservatore, vale a dire noi in tale qualità. Mentre la scelta che in un qualche senso ne potrà discendere, potrà riguardare solo il modo in cui si deciderà di affrontare questa esplorazione, se in maniera libera, o se sulla base di meccanismi la cui vera origine nei propri campi deliberativi effettivamente si sconosce [a questo livello di verità].
Anche se la Libertà per l’Essere, non rappresenta sul serio una precisa opzione, presentandosi più rigorosamente come suo requisito innato. Namasté.

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre è [Vita].
Marius L.

La ricerca della soluzione perfetta..ultima modifica: 2018-06-05T15:55:31+02:00da mariuslion