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Archivio per : febbraio, 2017

Matrimonio e divorzio: leggi che li regolano

 

Il divorzio è l’istituto giuridico che permette lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio quando tra i coniugi è venuta meno la comunione spirituale e materiale di vita.

Si parla di scioglimento qualora sia stato contratto matrimonio con rito civile, di cessazione degli effetti civili qualora sia stato celebrato matrimonio concordatario.

Anche il procedimento di divorzio può seguire due percorsi alternativi, a secondo che vi sia o meno consenso tra i coniugi:

  • divorzio congiunto, quando c’è accordo dei coniugi su tutte le condizioni da adottare (in questo caso il ricorso è presentato congiuntamente da entrambi i coniugi)
  • divorzio giudiziale, quando non c’è accordo sulle condizioni (in questo caso il ricorso può essere presentato anche da un solo coniuge)

Il divorzio si differenzia dalla separazione legale in quanto con quest’ultima i coniugi non pongono fine definitivamente al rapporto matrimoniale, ma ne sospendono gli effetti nell’attesa di una riconciliazione o di un provvedimento di divorzio.

Il divorzio è disciplinato dal codice civile (art. 149 c.c.), dalla legge 898/1970 (che ha introdotto l’istituto per la prima volta in Italia) e dalla legge n. 74/1987 (che ha apportato delle modifiche significative alla precedente).

Le cause che permettono ai coniugi di divorziare sono tassativamente elencate nell’art. 3 della legge 1970/898 e attengono principalmente ad ipotesi in cui uno dei coniugi abbia attentato alla vita o alla salute dell’altro coniuge o della prole, oppure abbia compiuto specifici reati contrari alla morale della famiglia.

La causa statisticamente prevalente che conduce al divorzio è la separazione legale dei coniugi protratta ininterrottamente per un periodo di tempo (che oggi è ridotto a 6 mesi, che diventano 12, se la separazione è stata giudiziale). Il termine decorre dalla prima udienza di comparizione dei coniugi innanzi al tribunale nella procedura di separazione personale, anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale. Per la decorrenza del termine non vale il tempo che i coniugi hanno trascorso in separazione di fatto, senza cioè richiedere un provvedimento di omologa al Tribunale.

Il divorzio può quindi essere richiesto:

  • in caso di separazione giudiziale: qualora vi sia stato il passaggio in giudicato della sentenza del giudice;
  • in caso di separazione consensuale: a seguito di omologazione del decreto disposto dal giudice;
  • in caso di separazione di fatto: se la separazione è iniziata 2 anni prima del 18 dicembre 1970

Nei primi due casi, tra la comparizione delle parti davanti al Presidente del Tribunale nel procedimento di separazione e la proposizione della domanda di divorzio devono comunque essere trascorsi almeno sei mesi (o dodici se la separazione è stata giudiziale).

Con il divorzio viene meno lo status di coniuge e si possono contrarre nuove nozze.

La donna perde il cognome del marito.

A seguito di divorzio, vengono meno anche i diritti e gli obblighi discendenti dal matrimonio (artt. 51, 143, 149 c.c.), cessa la destinazione del fondo patrimoniale (art. 171 c.c.) e viene meno la partecipazione dell’ex coniuge all’impresa familiare (art. 230 bis c.c.).

Nel caso di divorzio giudiziale, qualora non vi sia accordo tra i coniugi sui rapporti patrimoniali, il tribunale può riconfermare le decisioni già adottate in sede di separazione, oppure – a seguito delle prove prodotte dalle parti o dei controlli tributari disposti dallo stesso giudice per valutare la capacità contributiva di ciascun coniuge – può stabilire in merito all’eventuale assegno divorzile e all’affidamento e mantenimento dei figli.

Non si possono invece chiedere provvedimenti in ordine ai beni di proprietà dei coniugi, fatta salva la possibilità per il coniuge affidatario o collocatario della prole di chiedere l’assegnazione dell’abitazione familiare, anche se non proprietario del bene.

Per quanto riguarda l’acquisto di abiti da sposa e ‘abitazione familiare e l’affidamento dei figli valgono sostanzialmente gli stessi principi stabiliti per la procedura di separazione.

L’assegno divorzile ha invece una natura diversa da quello che può essere stabilito in sede di separazione, in quanto trova causa nello scioglimento del vincolo matrimoniale.

L’assegno di divorzio ha causa nello scioglimento del vincolo matrimoniale ed ha, quindi, natura diversa dall’assegno di mantenimento e da quello alimentare eventualmente concessi in sede di separazione, che presuppongono invece l’esistenza e la persistenza del rapporto coniugale.

L’assegno divorzile ha natura complessa:

  1. una componente assistenziale, per cui è necessario valutare il pregiudizio che può causare ad uno dei coniugi lo scioglimento del vincolo matrimoniale;
  2. una componente risarcitoria, per cui bisogna accertare la causa che determina la rottura del rapporto;
  3. una componente compensativa, per cui è necessario valutare gli apporti di ciascun coniuge alla conduzione familiare.

L’assegno può essere concesso quando sussista anche una sola di queste tre componenti.

Normalmente, il versamento dell’assegno divorzile è riconosciuto ad uno dei coniugi poiché questi ha diritto di mantenere lo stesso tenore di vita avuto in costanza di matrimonio.

L’assegno deve essere versato dal momento del passaggio in giudicato della sentenza, ma può essere richiesto pure successivamente, se le condizioni di vita di uno dei divorziati lo richieda (nell’ipotesi della sussistenza di un oggettivo stato di bisogno).

L’assegno può essere oggetto di rinuncia, ma anche in questo caso, se sopraggiunge uno stato di bisogno, sarà possibile revisionare le decisioni assunte precedentemente dal tribunale.

L’assegno divorzile può essere versato mensilmente, oppure liquidato in una sola soluzione, previo accertamento del tribunale sulla congruità della somma offerta.

Qualora sia liquidato in un’unica soluzione viene meno qualunque diritto della parte che lo ha ricevuto ad ulteriori richieste di natura economica, che sono ritenute dalla legge stessa improponibili. In tal caso il coniuge non potrà vantare alcun diritto neanche in ambito successorio.

Qualora l’assegno venga versato mensilmente, il coniuge che lo riceve, in caso di morte dell’ex coniuge, potrà ottenere una quota dell’eredità proporzionale alla somma percepita con assegno mensile e vedersi riconosciuto automaticamente il diritto alla pensione di reversibilità o ad una quota di essa.

L’assegno si estingue al momento in cui colui che lo percepisce passa a nuove nozze o qualora colui che è obbligato a versarlo muore o fallisce.

Qualora l’obbligato non versi l’importo stabilito è possibile agire esecutivamente nei suoi confronti o nei confronti di chi è suo debitore (ad esempio il datore di lavoro o una banca), per ottenere il pagamento dovuto.

Inoltre, al fine di tutelare il legittimo diritto riconosciuto con la sentenza, è possibile chiedere idonea garanzia di natura reale o personale, oppure il sequestro dei beni del coniuge obbligato.

Nel caso di mancato pagamento dell’assegno, possono essere soggetti a pignoramento anche lo stipendio o la pensione del debitore obbligato.

L’affidamento dei figli in caso di divorzio, così come per il caso della separazione, è oggi disciplinato dalle norme introdotte con la Legge n. 54 dell’8 febbraio 2006.

Il principio fondamentale è che, anche in caso di divorzio dei genitori, il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.

Pertanto, in sede di divorzio e salvo diverso accordo tra i coniugi, il giudice deve valutare prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori (affidamento condiviso) oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati (affidamento esclusivo), sempre e comunque considerando l’esclusivo interesse della prole.

Il giudice determina inoltre i tempi e le modalità della presenza dei figli presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione della prole (si veda in seguito).

Il coniuge affidatario in via esclusiva avrà la potestà sui figli oltre all’amministrazione e l’usufrutto legale sui loro beni.

Il genitore divorziato non affidatario conserverà l’obbligo (ma anche il diritto) di mantenere, istruire ed educare i figli.

Il genitore non affidatario è tenuto a versare un assegno di mantenimento per la prole.

L’assegno viene versato mensilmente e devono essere corrisposte anche le somme relative alle spese considerate straordinarie (ad es. quelle scolastiche, ricreative, mediche, sportive o per le vacanze). L’importo, per legge, deve essere rivalutato annualmente secondo gli indici ISTAT.

Il giudice può anche stabilire un assegno a favore dei figli maggiorenni, da versare a loro direttamente, quando non abbiano adeguati redditi propri.

L’art. 155-quater del codice civile stabilisce che l’interesse dei figli è anche determinante per stabilire a quale dei coniugi sarà assegnato il godimento della casa familiare.

In caso di morte dell’ex coniuge, il coniuge divorziato, poiché è definitivamente venuto meno il vincolo matrimoniale, non avrà alcun diritto sull’eredità.

Il coniuge divorziato potrà ricevere una quota di eredità solo se è titolare dell’assegno alimentare o dell’assegno divorzile, purché questi non siano stati versati in un’unica soluzione.

Fino all’emanazione della “Legge sul Divorzio” (legge n. 898/1970, detta anche “Legge Fortuna-Baslini”), non erano previste cause di scioglimento del matrimonio diverse dalla morte di uno dei coniugi: prima dell’avvento della Legge sul Divorzio, il matrimonio era quindi considerato legalmente indissolubile. La Legge sul Divorzio prevede i casi in cui è consentito il divorzio; il caso di gran lunga prevalente è dato dalla separazione legale dei coniugi che dura senza interruzioni da almeno 12 mesi se la separazione è giudiziale o da almeno 6 mesi se la separazione è consensuale (tali termini sono stati previsti dalla c.d. Legge sul Divorzio breve, in vigore dal 26 maggio 2015, e sostituiscono il precedente termine di 3 anni). Il procedimento di divorzio può essere contenzioso o a domanda congiunta e, una volta pronunciato, ha effetti sul piano civile, patrimoniale, successorio e sull’affidamento degli eventuali figli. Anziché rivolgersi al Tribunale gli ex-coniugi possono ora divorziare mediante un accordo raggiunto al termine della procedura di negoziazione assistita da un avvocato, prevista dal DL 132/2014 (così come convertito con l. 162/2014), oppure – a certe condizioni – mediante un accordo raggiunto davanti al Sindaco quale Ufficiale di Stato Civile.

>Che cosa è
>Casi di divorzio
>La negoziazione assistita da avvocati o l’accordo innanzi all’Ufficiale di Stato civile

>Divorzio giudiziale
>Divorzio a domanda congiunta
>L’annotazione della sentenza di divorzio nel Registro di Stato Civile
>Effetti del divorzio

 

Che cosa èTorna su

Nel caso di matrimonio civile (ossia di matrimonio contratto in Comune davanti all’Ufficiale dello Stato Civile), il divorzio è lo scioglimento definitivo del vincolo matrimoniale, pronunciato con sentenza da parte del Tribunale competente; lo scioglimento del vincolo può essere ora l’effetto anche di un accordo raggiunto al termine di un’apposita procedura di negoziazione assistita da un avvocato, introdotta dal DL 132/2014 così come convertito, oppure di un accordo innanzi al Sindaco quale Ufficiale di Stato Civile (ma solo se ricorrono determinate condizioni).
In caso di matrimonio concordatario (ossia quando il matrimonio è stato celebrato in Chiesa e poi regolarmente trascritto nei registri dello Stato Civile del Comune), si parla più propriamente di “cessazione degli effetti civili” del matrimonio stesso: permangono infatti gli effetti sul piano del sacramento religioso (a meno che non si ottenga una pronuncia di annullamento o di nullità da parte del Tribunale Ecclesiastico Regionale o della Sacra Rota).

 Casi di divorzioTorna su

Prima di pronunciare la sentenza di divorzio, il Tribunale deve sempre tentare la riconciliazione e accertare che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non possa più essere mantenuta o ricostituita (art. 1 della Legge sul Divorzio): in altre parole, prima di pronunciare il divorzio il Giudice deve sincerarsi che la frattura nei rapporti fra marito e moglie non possa essere in alcun modo ricomposta.
Oltre a ciò, il Giudice deve controllare la sussistenza di almeno uno dei presupposti tassativamente previsti dalla legge. In estrema sintesi, i casi di divorzio sono i seguenti:

  1. i coniugi sono separati legalmente e, al tempo della presentazione della domanda di divorzio, lo stato di separazione dura ininterrottamente da almeno 12 mesi se la separazione è giudiziale o da almeno 6 mesi se la separazione è consensuale (tale termine decorre in ogni caso dal giorno della comparizione delle parti davanti al Presidente del Tribunale nel procedimento di separazione);
  2. uno dei coniugi ha commesso un reato di particolare gravità (ad esempio è stato condannato con sentenza definitiva all’ergastolo o a una pena superiore a 15 anni di reclusione) oppure – a prescindere dalla durata della pena – è stato condannato per incesto, delitti contro la libertà sessuale, prostituzione, omicidio volontario o tentato di un figlio, tentato omicidio del coniuge, lesioni aggravate, maltrattamenti, ecc.;
  3. uno dei coniugi è cittadino straniero e ha ottenuto all’estero l’annullamento o lo scioglimento del vincolo matrimoniale o ha contratto all’estero un nuovo matrimonio;
  4. il matrimonio non è stato consumato;
  5. è stato dichiarato giudizialmente il cambio di sesso di uno dei coniugi.

 

La negoziazione assistita da avvocati o l’accordo innanzi all’Ufficiale di Stato civileTorna su

Occorre soffermarsi sull’importante novità prevista dal D.L. 132/2014, così come modificato dalla relativa legge di conversione (n. 162/2014).

Questa normativa dà la possibilità agli ex-coniugi di divorziare tramite una procedura facoltativa a quella giudiziale: la convenzione di negoziazione assistita da avvocati. In pratica, in questi casi gli ex-coniugi possono cercare di trovare un accordo bonario, grazie all’assistenza di avvocati (ciascuna delle due parti deve essere assistita da un legale e i due avvocati non devono appartenere allo stesso Studio Legale per evitare conflitti d’interesse). La negoziazione assistita inizia con l’invio di un invito a concludere la convenzione per il divorzio; la mancata risposta all’invito o il rifiuto sono elementi che potranno – in caso di successivo giudizio – essere tenuti in considerazione dal Giudice. L’accordo fra gli ex-coniugi deve essere raggiunto entro un termine prestabilito, comunque non inferiore a un mese dall’inizio della procedura di negoziazione assistita. L’accordo è sottoscritto dagli avvocati che assistono le parti. Nel sottoscrivere l’accordo, gli avvocati ne garantiscono la conformità «alle norme imperative ed all’ordine pubblico» e autenticano le sottoscrizioni apposte dagli ex-coniugi. Gli avvocati che assistono gli ex-coniugi divorziati hanno l’obbligo di trasmettere la copia autenticata dell’accordo all’Ufficiale dello Stato Civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto. Se non ci sono figli minorenni, incapaci o portatori di handicap gravi, occorrerà poi ottenere il nullaosta del Pubblico Ministero (ma non è previsto un termine entro il quale il nullaosta deve essere richiesto). Se invece ci sono figli minorenni, incapaci o portatori di handicap gravi, l’accordo deve essere trasmesso entro e non oltre 10 giorni al Pubblico Ministero, il quale potrà rilasciare la necessaria autorizzazione oppure, entro 5 giorni, ritrasmettere lo stesso accordo al Presidente del Tribunale, affinché si ordini la comparizione degli ex-coniugi. (Il procedimento relativo al rilascio da parte del Procuratore della Repubblica del nulla osta o dell’autorizzazione è esente dal contributo unificato di iscrizione a ruolo dovuto per ciascun grado di giudizio su richiesta di attività giurisdizionali delle parti interessate. Allo stesso modo è esente il procedimento davanti al Presidente del Tribunale).
In alternativa, qualora non vi siano patti di trasferimento patrimoniale (ossia trasferimenti di beni immobili, mobili o somme di denaro non crea problemi, invece, la previsione, nell’accordo concluso davanti all’ufficiale dello stato civile, di un obbligo di pagamento di una somma di denaro a titolo di assegno periodico) e/o non vi siano figli in comune che siano minori o incapaci o portatori di handicap gravi o anche solo non autosufficienti dal punto di vista economico, il D.L. 132/2014 prevede addirittura la possibilità di divorziare innanzi al Sindaco quale Ufficiale di Stato Civile, senza necessità di assistenza legale da parte di un avvocato (che rimane facoltativa).

In tutti gli altri casi, ci si dovrà necessariamente rivolgere al Giudice, con il cd. “divorzio giudiziale” o “a domanda congiunta”.

 Divorzio giudizialeTorna su

Lo scioglimento del vincolo matrimoniale può essere richiesto da uno dei coniugi, anche se l’altro coniuge non è d’accordo.
Il procedimento cd. in contenzioso (per la mancanza di accordo dei coniugi) si svolge innanzi al Presidente del Tribunale del luogo in cui il secondo coniuge ha la propria residenza o il proprio domicilio; nel caso in cui il secondo coniuge sia residente all’estero o risulti irreperibile, la domanda di divorzio si presenta al Tribunale del luogo di residenza o di domicilio del coniuge richiedente.
Nel ricorso si deve aver cura di indicare l’esistenza di figli di entrambi i coniugi.
Se il coniuge richiedente è residente all’estero, è competente qualunque Tribunale.
Ciascun coniuge deve essere assistito dal proprio difensore.
Come previsto dalla Legge sul Divorzio, alla prima udienza il Presidente del Tribunale tenta la conciliazione e accerta che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non possa essere mantenuta o ricostituita. Il Presidente emana quindi un’ordinanza con i provvedimenti temporanei e urgenti necessari per regolamentare gli aspetti patrimoniali e che interessano i figli nella pendenza del procedimento. Il Presidente nomina un Giudice Istruttore e fissa la data della relativa udienza innanzi a quest’ultimo. Il procedimento prosegue poi come un processo ordinario, con la fissazione di altre udienze. Se il procedimento comporta una lunga fase istruttoria, vale a dire un lungo periodo di acquisizione delle prove (testimoni, perizie, ecc.), il Tribunale emana una sentenza provvisoria, che intanto consenta ai coniugi di riottenere lo stato libero.

Divorzio a domanda congiuntaTorna su

Lo scioglimento del vincolo matrimoniale può essere richiesto da entrambi i coniugi. Come nel divorzio in contenzioso, anche in questo caso i coniugi devono stare in giudizio assistiti da un difensore che, tuttavia, può essere unico per entrambi.
Il procedimento si svolge innanzi al Tribunale in camera di consiglio, ossia con una procedura molto più snella del divorzio in contenzioso.
In questo caso tutto si esaurisce in una sola udienza innanzi al Tribunale in camera di consiglio: l’udienza è fissata dal Presidente del Tribunale dopo aver letto il ricorso. All’udienza il Tribunale tenta la conciliazione e accerta che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non può più essere mantenuta o ricostituita. Quindi il Tribunale verifica la sussistenza dei presupposti richiesti dalla Legge sul Divorzio ed emette la sentenza di scioglimento del vincolo matrimoniale (o di cessazione degli effetti civili, in caso di matrimonio concordatario).
L’iter del divorzio a domanda congiunta è quindi più veloce e più semplice dell’iter del divorzio giudiziale.

L’annotazione della sentenza di divorzio nel Registro di Stato CivileTorna su

Sia che venga emessa al termine di un procedimento in contenzioso, sia che venga emessa alla fine di un procedimento “a domanda congiunta”, la sentenza di divorzio viene trasmessa all’Ufficiale di Stato Civile per l’annotazione nel Registro dello Stato Civile del luogo in cui fu trascritto il matrimonio.

Effetti del divorzioTorna su

La sentenza di divorzio produce i seguenti effetti:

  1. in caso di matrimonio civile, si ha lo scioglimento del vincolo matrimoniale; in caso di matrimonio religioso, si verifica la cessazione degli effetti civili (permane, invece, il vincolo indissolubile sul piano del sacramento religioso);
  2. la moglie perde il cognome del marito che aveva aggiunto al proprio dopo il matrimonio (ma può mantenerlo se ne fa espressa richiesta e il Giudice riconosce la sussistenza di un interesse della donna o dei figli meritevole di tutela);
  3. fintantoché il coniuge economicamente meno abbiente non passi a nuove nozze, il Giudice può disporre che l’altro coniuge sia tenuto a corrispondere un assegno periodico (detto “assegno divorzile”): l’importo è quantificato in base alle condizioni e ai redditi di entrambi i coniugi, anche in rapporto alla durata del matrimonio (vedi scheda sulla modificazione delle condizioni di divorzio);
  4. viene decisa la destinazione della casa coniugale e degli altri beni di proprietà;
  5. i figli minorenni vengono affidati a uno dei coniugi, con obbligo per l’altro di versare un assegno di mantenimento della prole, o a entrambi congiuntamente (cd. “affidamento condiviso”), nel rispetto di quanto previsto anche dagli artt. da 337-bis a 337-octies cod. civ. (così come introdotti dal D.Lgs. 154/2013 in materia di filiazione);
  6. ciascuno dei coniugi perde i diritti successori nei confronti dell’altro;
  7. se la sentenza di divorzio aveva a suo tempo riconosciuto a un coniuge il diritto all’assegno di mantenimento, tale coniuge ha diritto anche alla pensione di reversibilitàdell’ex coniuge defunto (o a una sua quota), a condizione che nel frattempo il coniuge superstite non si sia risposato.

In ogni caso, se uno dei coniugi matura il diritto al trattamento di fine rapporto (TFR) prima che sia pronunciata la sentenza di divorzio, l’altro coniuge ha diritto a una parte di tale importo.

Da martedì 26 maggio è  più facile dirsi addio. Entrano infatti in vigore le nuove norme sul divorzio breve, grazie alla riforma approvata dal Parlamento lo scorso 22 aprile e poi pubblicata in Gazzetta ufficiale il 6 maggio. Non saranno più necessari tre anni per dirsi addio, come previsto dalla riforma della legge Fortuna-Baslini, ma solo 6 mesi, se la separazione è consensuale, o al massimo un anno se si decide di ricorrere al giudice.

E le nuove procedure possono valere anche chi ha una causa di divorzio già in corso. Secondo alcune stime, sarebbero circa 200 mila i procedimenti pendenti che potrebbero dunque approfittare di regole più veloci.

Le novità

Numerose le novita introdotte dalla nuova legge. I tempi, innanzitutto. Fino a oggi lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione. Con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli.

Novità, poi, sulla comunione dei beni, che si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale; prima si realizzava solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione. Non è stato affatto facile arrivare a questo punto.

Un lungo percorso

E pensare che nel 1800 il Codice di Napoleone già consentiva di sciogliere i matrimoni civili, (ma serviva il consenso dei genitori e dei nonni). Ma con l’Italia unita, il divorzio rimase un tabù. Nel 1902 non fu approvata una direttiva del governo Zanardelli che prevedeva il divorzio solo in caso di adulterio, lesioni al coniuge, condanne gravi. Bisogna così arrivare alla seconda metà degli anni Sessanta per l’avvio della battaglia in nome del divorzio: con il progetto di legge del socialista Loris Fortuna, le manifestazioni dei radicali, la Lega italiana per l’istituzione del divorzio. E così si arriva alla svolta, al dicembre 1970 quando radicali, socialisti, comunisti, liberali e repubblicani approvarono la legge; contrari la Dc e il Msi. Ma anche allora la strada fu tortuosa. L’Italia cattolica, antidivorzista, chiese il referendum: il 12 maggio 1974, l’87,7% degli italiani ando’ al voto per scegliere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini; grazie a quasi il 60% dei no, restò in vigore. Arriva, poi, la prima forma di divorzio breve, con la riforma nel 1987 e con i tempi del divorzio che passano dai 5 ai 3 anni. Il 22 aprile l’ulteriore grande passo, in attesa del divorzio immediato, stralciato dal Ddl, e del riconoscimento degli altri diritti civili che l’Italia ancora aspetta. (ANSA).

Lo scorso 22 aprile la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il testo in materia di modifica delle norme riguardanti lo scioglimento del matrimonio (cessazione dei suoi effetti civili nel caso di matrimonio religioso). L’effetto più incisivo del provvedimento è che il periodo intercorrente dalla separazione personale affinché si possa chiedere il divorzio non è più di tre anni dalla comparizione dei coniugi davanti al Presidente del Tribunale per il giudizio di separazione, ma di dodici mesi: circostanza, questa, che accorcia ulteriormente i tempi, dal momento che fra il deposito del ricorso per separazione e detta udienza di comparizione intercorrono diversi giorni.

Il termine scende a sei mesi nel caso di separazione consensuale e in tal caso decorre dalla comparizione dei coniugi avanti al Presidente dove viene firmato il verbale di separazione che verrà omologato dal Tribunale; la separazione di fatto (ossia non sancita dal Tribunale), invece, non rileva ai fini del termine utile per ottenere lo scioglimento del matrimonio o la cessazione dei suoi effetti civili.

La legge è intervenuta anche a mettere ordine, con una tempestività da più parti invocata, ai rapporti economici fra moglie e marito; stabilisce infatti che, nel caso di separazione personale, la comunione dei beni tra i coniugi si scioglierà nel momento in cui, in sede di udienza presidenziale, il Presidente del Tribunale li autorizzerà a vivere separati, o dalla data di sottoscrizione del verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. Prima che intervenisse la novella, invece, la comunione legale si scioglieva soltanto con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione; sentenza che, nei casi di separazioni giudiziali particolarmente tormentate, poteva intervenire anche molto tempo dopo che i coniugi vivevano separati, con l’anomala conseguenza che tutti i beni acquisiti dai coniugi continuavano a ricadere in comunione pur essendo venuta meno la loro convivenza ed essendosi quindi distinte le posizioni personali anche in ordine alla gestione della propria esistenza.

In particolare, se i coniugi sono in regime di comunione legale la domanda di separazione è comunicata all’ufficiale dello stato civile ai fini dell’annotazione a margine dell’atto di matrimonio, come pure viene comunicata allo stesso ufficiale, per la stessa incombenza, l’ordinanza presidenziale con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati. La domanda di divisione della comunione legale tra i coniugi può essere introdotta non unitamente alla domanda di separazione o di divorzio, ma in separato giudizio. La ragione è che il procedimento di separazione è un procedimento speciale che si introduce con un ricorso e la divisione è un procedimento ordinario che si introduce con atto di citazione.

 

La riduzione del termine si applica anche alle domande di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio pendenti all’entrata in vigore della legge. Vero è che il procedimento di separazione costituisce il presupposto della domanda di divorzio procedibile solo dopo l’emissione della sentenza parziale che decide sullo status. La legge contiene anche due norme di diritto processuale. In particolare, l’art. 1 stabilisce che, se alla data d’instaurazione del giudizio di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio è ancora pendente il giudizio di separazione relativamente alle domande accessorie, la causa venga assegnata al giudice della separazione personale. L’art. 2, a sua volta, contiene una norma integrativa del secondo comma dell’art. 189 disp. att. c.p.c.; la novella, infatti, stabilisce che l’ordinanza con la quale il Presidente del Tribunale o il giudice istruttore emette i provvedimenti temporanei e urgenti che reputa opportuni nell’interesse della prole e dei coniugi (ordinanza che costituisce titolo esecutivo), conserva la sua efficacia fino a quando non venga sostituita con altro provvedimento emesso dal Presidente del Tribunale o dal giudice istruttore a seguito di nuova presentazione del ricorso per la cessazione degli effetti civili o per lo scioglimento del matrimonio.

Nel nostro sistema giuridico, come si ricorderà, è stato difficile introdurre il divorzio dal momento che la Chiesa Cattolica ritieneil matrimonio indissolubile e, secondo il Concordato con lo Stato Italiano, mantiene la sua giurisdizione per la nullità del matrimonio celebrato in Chiesa.
Lo Stato Italiano, con la famosa legge n. 898/1970 (modificata nel 1987, ed anche recen temente dal punto di vista processuale), non parla di divorzio, ma di scioglimento del matrimonio civile, cioè quello celebrato solo in Comune e di cessazione degli effetti civili, per il matrimonio celebrato in Chiesa, secondo il Concordato. E configura questo istituto come “rimedio” alla impossibilità di proseguire la convivenza coniugale. La stessa legge stabilisce quando, non più possibile la convivenza, può essere chiesto lo scioglimento del vincolo matrimoniale: prevede la possibilità di pronuncia immediata in determinati casi: condanna penale di uno dei coniugi per grave reato contro l’altro coniugi o i figli, inconsumazione, divorzio ottenuto all’estero dal coniuge straniero, cambiamento di sesso, ovvero, e questa è la stragrande maggioranza, quando i coniugi vivono separati legalmente da almeno tre anni.
Si sa bene, ma giova ripeterlo, che con la separazione legale (consensuale o giudiziale), si interrompe la convivenza, ma si resta marito e moglie. Fino a che non c’è la sentenza di divorzio, i coniugi separati possono riconciliarsi in quanto riprendono, nella pienezza, la convivenza matrimoniale, con un comportamento di fatto, spontaneo, che non deve essere autorizzato da nessuno, tanto meno dal giudice.
Trascorsi tre anni di ininterrotta separazione, ciascuno dei coniugi potrà chiedere il divorzio e l’altro non ha ragioni giuridiche per opporsi: il giudice del divorzio può solo accertare, su precisa domanda di parte, se la separazione è stata interrotta da riconciliazione o meno.
Col divorzio, il cosiddetto coniuge “più debole”, che generalmente è la moglie, ma non è detto… può chiedere l’assegno di divorzio che può essere concesso se ricorrono determinate condizioni stabilite dall’art. 5 della legge stessa:
“Con la sentenza (di divorzio), il Tribunale, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione della vita familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi, anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l’obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell’altro un assegno, quando quest’ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive”.
Ne consegue che l’assegno di divorzio va chiesto, e devono sussistere le condizioni perché il Tribunale lo conceda.
La giurisprudenza (ossia le sentenze dei giudici) si è esercitata per stabilire quando va dato l’assegno e come decidere del suo ammontare.
1) L’assegno di divorzio è indipendente dall’accordo di separazione. Cioè, il Giudice del divorzio non dovrebbe essere condizionato da quello che è stato deciso in sede di separazione: ma quello stabilito in separazione può essere … una sorta di “indizio”. In via di fatto, se in sede di separazione non è stato stabilito un assegno per la moglie e la moglie si è mantenuta da sola negli anni di separazione, dovrà dimostrare rigorosamente il fondamento del suo diritto.
2) L’assegno di divorzio ha una “funzione” eminentemente assistenziale. Come dire che il coniuge può vedersi riconoscere un assegno solo se si trova in condizioni economiche tali da averne bisogno.
3) Il “bisogno” non vuol dire stato di indigenza assoluta, ma mancanza dei mezzi necessari a mantenere il “tenore di vita” che si aveva nel corso del matrimonio. Dal che deriva che possono ottenere l’assegno di divorzio anche quelle donne che pur avendo mezzi per sopravvivere, non possono, tuttavia, mantenere il tenore di vita che avevano durante il matrimonio per via delle risorse del marito: belle case, servitù, gioielli e vestiti di firma, viaggi e vacanze, ricevimenti, ecc. ecc.. Però bisogna anche che il coniuge obbligato, il marito, continui ad avere tali risorse.
4) Quando sussistono le condizioni sopra dette, il giudice che intende attribuire al coniuge economicamente più debole, l’assegno di divorzio, potrà tuttavia ridurlo, sino ad azzerarlo, in relazione:
– “al contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e a quello comune”;
– al reddito personale
– alla durata del matrimonio.
Non esistono “tabelle” fissate dalla legge che stabiliscano l’ammontare dell’assegno di mantenimento per moglie e figli ed, in particolare, per l’assegno di divorzio. Alcuni tribunali si sono dati dei criteri di liquidazione. Particolarmente noto è quello indicato dal tribunale di Monza (cfr. www.Altalex.com). L’assegno viene comunque stabilito sulla base delle risorse reddituali e patrimoniali delle parti e la legge concede al giudice potere discrezionale.
Per completare il quadro, solo se c’è l’assegno di divorzio:
– il coniuge divorziato potrà ottenere il 40% del TFR, che spetta al coniuge obbligato, in caso di cessazione del proprio rapporto di lavoro subordinato, per gli anni in cui il matrimonio (fino alla pronuncia di divorzio), è coinciso con il rapporto di lavoro. Si ricordi, il TFR non spetta pro quota al coniuge, se percepito durante la separazione.
– al coniuge divorziato spetta la pensione di reversibilità dell’altro coniuge. Ma bisogna chiederla con una causa, e verrà divisa tra i coniugi superstiti.
Da ultimo, la legge del divorzio permette ai coniugi di CONCORDARE che uno versi all’altro una certa somma a tacitazione definitiva di ogni possibile pretesa economica. È la cosiddetta devoluzione “una tantum”. Il tribunale dovrebbe valutare che la somma sia equa, in genere, si limita a ratificare l’accordo, dal momento che anche in questo caso, non ci sono tabelle e non è prevista una istruttoria sulla congruità davanti al Tribunale.
Tenuto conto, come dicevamo, che la maggior parte della cause di divorzio in Italia, viene promossa quando vi è stata separazione ininterrotta per almeno tre anni, è logico che sia il momento della separazione quello in cui bisogna organizzarsi per la vita separata: come distribuire i compiti di accudimento dei figli, quale dei due deve andarsene dalla casa coniugale, quali le risorse per poter vivere separatamente.
E questo va detto soprattutto per le donne che solitamente si devono maggiormente occupare della crescita dei figli dedicandosi a loro, con minori possibilità di guadagnare.
Spesso, troppo spesso, avviene che nel momento della separazione, sulla spinta emotiva, le donne non riescano a valutare tutte le difficoltà cui vanno incontro, pur di interrompere una convivenza dolorosa.
Quando arriva la richiesta di divorzio, sono passati almeno tre anni dalla separazione e non ci si può opporre, salvo che non ci sia stata nel frattempo la riconciliazione.
Capita che nel momento del divorzio le donne si pentano di aver accettato la separazione a condizioni inique. O comunque avviene che abbiano subito la negatività del comportamento del coniuge verso di loro e verso i figli: situazioni che hanno “rovinato” la loro esistenza.
Ebbene, si assiste, in giurisprudenza, ad un lento cammino che espande il riconoscimento del danno risarcibile, nella fattispecie di “danno esistenziale”, con attenzione anche verso i temi della famiglia (legami parentali; potestà dei genitori; vincoli di solidarietà familiare).

La famiglia nasce come oasi di sicurezza e di pace. Ma può custodire segreti di prevaricazione e di violenza: molto più spesso di quanto non si creda.

Il fenomeno è diventato oggi socialmente visibile perché la famiglia non é più improntata su un modello gerarchico e le donne di oggi (che hanno raggiunto la parità di diritti), non sono più educate a subire la subalternità e si sono ribellate alla violenza. Hanno messo in campo servizi, soprattutto di volontariato: centri di accoglienza, gruppi di auto-aiuto, spazi di ascolto, assistenza legale.

Il fenomeno è, così, diventato di dominio pubblico.

Sul piano sociologico, la violenza intra-familiare appare ancora oggi soprattutto maschile. Origina dalla convinzione del maschio di poter dominare con la forza. Può derivare da un atavico condizionamento culturale, ed altrettanto condizionate possono essere le donne, quando accettano un ruolo passivo e vittimistico e diventano al tempo stesso complici e “parte lesa”.

Certo è che, come si legge sulla cronaca dei giornali, la spirale di violenza in famiglia può raggiungere livelli aberranti e letali.

Senza trascurare che, se la violenza fisica è più facilmente riconoscibile, è ancora difficile portare alla luce la violenza morale che, nei rapporti familiari, si manifesta subdola, con conseguenze devastanti.

Come contrastare la violenza in famiglia?

Vogliamo qui riparlare della legge n.154/2001, che avevano illustrato in un precedente articolo, per ricordare che questa legge predispone a favore della persona maltrattata uno strumento semplice ed accessibile: l’allontanamento immediato dalla casa del maltrattante.

Prima di questa legge, era difficile sottrarsi alla violenza. Le donne che subivano, dovevano “scappare”: rivolgersi ai centri antiviolenza, trovare rifugio da qualche parte, portare con sé i figli, sradicandoli dalle loro abitudini. Anche se denunciavano il reato commesso in loro danno, potevano non essere applicabili le misure cautelari previste dal codice.

Questa legge attribuisce al giudice il potere di comminare una misura cautelare specifica a carico di chi commette violenza in famiglia, allontanadolo immediatamente dalla casa.

E le pubbliche amministrazioni (che fanno sempre fatica a dedicare capitoli di spesa al finanziamento di strutture e comunità destinate all’accoglienza delle persone maltrattate e dei loro figli minori), con quanto risparmiano, potrebbero meglio informare dell’esistenza di questa legge.

Ricordiamo a chi ci legge che il potere di allontanamento compete al giudice:

Al giudice penale, in pendenza del procedimento; e, su richiesta del P.M., lo stesso giudice penale può ingiungere il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto della misura cautelare disposta, rimangano prive di mezzi adeguati. Ed è’ prevista anche la possibilità che l’assegno debba essere versato direttamente al beneficiario dal datore di lavoro dell’imputato.

Ma compete anche al giudice civile, senza che sia necessario fare denuncia penale, quando la condotta del coniuge o del convivente sia “causa di grave pregiudizio all’integrità fisica o morale ovvero alla libertà”

Il giudice civile:

– ordina a chi commette violenza la cessazione della condotta;

– dispone l’allontanamento dalla casa familiare;

– richiede l’intervento dei servizi sociali del territorio o dei centri di mediazione familiare;

– impone al maltrattante il pagamento dell’assegno quando, per effetto del provvedimento medesimo, manchino al famigliare mezzi adeguati.

Chi non osserva l¹ordine di protezione emesso nei suoi confronti commette il reato previsto e punito dell’art. 388 del codice penale (“Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”: reato perseguibile a querela di parte, per il quale è comminata una pena fino a tre anni di reclusione, in alternativa con la multa).

Chiaramente, al giudice bisognerà offrire la prova (documentale e/o testimoniale), perché possa accertare la sussistenza dei maltrattamenti e del grave pregiudizio, ed emettere il provvedimento.

Una raccomandazione alle persone maltrattate: non accettate di subire violenza. Questa legge è dalla vostra parte.

L¹allontanamento della persona maltrattante evita alla vittima, e agli altri componenti della famiglia, il trauma ulteriore di dover abbandonare la casa e i luoghi abituali, per fuggire dalla violenza. La famiglia, per quanto possibile, resta unita nel luogo dove ha i suoi interessi e le sue relazioni: lavoro, scuola, amici.

Il contrasto alla violenza, e particolarmente a quella commessa in famiglia sulle donne, sui minori, sulle persone deboli, è il un passaggio indispensabile per una diffusa educazione di pace.

Nella società moderna emerge sempre di più sensibilità verso i bisogni del bambino, nella consapevolezza che nell’infanzia si determinano le strutture della personalità.
Non basta che i genitori abbiano un rapporto affettivo intenso con i loro figli, devono essere capaci di farli crescere armoniosamente: ai genitori è richiesto un dovere di comprensione e di competenza per quelli che sono le particolari necessità dei bambini. Una nuova visione dell’infanzia che si sviluppa sulla spinta delle istanze delle donne di “parità di diritti” e di “autoderminazione” nella scelta della maternità, contrastando il potere patriarcale. La famiglia non è più “un’isola che il diritto lambisce”, come diceva un insigne giurista (governata dal padre), ma si è sviluppato nel diritto moderno, in ambito amministrativo, civile e penale un sempre più ampio intervento dello Stato nella famiglia a protezione dei diritti dei più deboli: i bambini e le donne.

Accanto al tradizionale diritto di famiglia, che regola il matrimonio, la filiazione e gli aspetti economici della convivenza familiare, è sorto un nuovo diritto, il “diritto minorile”.

Il cardine è rappresentato dal’ “interesse del fanciullo”, come recitano le convenzioni internazionali: ogni decisione degli adulti che riguarda il bambino o l’adolescente, deve essere ispirata dalla realizzazione del suo “benessere”, indirizzata alla sua crescita armonica.

Anche per la legge italiana, proteggere l’ “interesse del minore” vuol dire assicurare alla persona bambino, comunque nato, legittimo o illegittimo, una serie di diritti personali/relazionali, che colgono la dimensione affettiva ed educativa dei diritti della personalità.

Sono i genitori, innanzitutto che devono realizzare l’ “interesse del minore”.

Il codice civile dice che è obbligo dei genitori “mantenere istruire ed educare la prole, tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali, delle aspirazioni dei figli” (art. 147).

Quindi, il bambino ha diritto a genitori che lo accolgano quando nasce e lo amino, che lo accudiscano e tutelino la sua crescita, che lo mantengano e gli diano una istruzione per avviarlo all’autonomia.

Non è più necessario, per la legge, che la famiglia del minore sia quella legittima, fondata sul matrimonio. I genitori naturali hanno verso il figlio gli stessi obblighi stabiliti per i genitori legittimi. O meglio, ogni genitore deve accudire il suo bambino, non importa se è sposato o meno.

E se un bambino è abbandonato, maltrattato o trascurato dai suoi genitori, è la legge che stabilisce come e chi deve occuparsi di lui. La Costituzione dice che lo Stato deve provvedere a che i compiti genitoriali siano assolti (art. 30)

E’ lo Stato, quindi, che ha il compito di controllare che si realizzi il diritto della persona bambino a crescere armoniosamente, intervenendo a protezione del minore, con i suoi i suoi organi amministrativi (servizi sociali) ovvero giudiziari (giudici), quando questo diritto viene violato.

I “servizi sociali” che si occupano dei minori, che lo Stato Italiano ha organizzato e riorganizzato con le varie riforme dell’assistenza e della sanità (quei servizi che, una volta, si occupavano solo di aiuto ai bisognosi, in concorso con le organizzazione di assistenza e beneficienza), hanno allargato la loro sfera di influenza. Hanno assunto una funzione complessa che comprende non solo il sostegno materiale, ma allarga le sue competenze verso la comprensione dei bisogni psicologici e relazionali del minore nel contesto in cui vive, intervenendo adeguatamente se è pregiudicata la sua crescita.

E i servizi sociali dovrebbero avere la capacità di individuare, nella complessità dei rapporti sociali, ove convivono culture differenti, sacche di emarginazione e di povertà, innanzitutto le risorse e le solidarietà che si possono attivare nell’ambito familiare e nel contesto in cui vive il minore, segnalando al Tribunale se vi sono pregiudizi alla crescita del bambino così gravi da dover prendere provvedimenti nei confronti di genitori inadeguati.

Certo è che agli operatori sociali si richiedono elevatissime capacità professionali, oltre che adeguate risorse.

E’ vero che è solo il giudice a decidere i provvedimenti che devono essere presi, ma è anche vero che sono i servizi che forniscono gli elementi di fatto su cui si fonda il convincimento del Giudice.

Con la conseguenza che i servizi sociali sono sempre meno il riferimento di “aiuto” per i genitori e per i bambini che si trovano in difficoltà, ma assumono sempre di più la funzione di dare al Giudice la diagnosi, la prognosi, ed il “progetto” che ritengono utili a favore del minore: genitori e figli rischiano di trovarsi “oggetto” di un procedimento che viene discusso tra giudice e servizi, sulla loro pelle.

Senza dire che un altro compito dei servizi, può essere quello di mettere in esecuzione il provvedimento del giudice, per esempio, di allontamento del bambino dai genitori.

E’ questa complessità dell’operare dei servizi che spaventa.

Capita che la stampa e i mass media diano risonanza a casi in cui servizi sociali e giudici minorili portano via i bambini dai loro genitori.

Purtroppo, la superficialità di certe notizie non dà conto della complessità di certe situazioni.

La società civile deve adoprarsi innanzitutto perché i genitori siano informati e consapevoli dei loro importanti obblighi materiali morali ed educativi verso i figli; che i servizi abbiano le risorse e le professionalità per adempire ai loro compiti tanto complessi quanto delicati, ma anche che il “processo” che tutela l’interesse dei minori davanti al Giudice si svolga con adeguati strumenti di garanzia di tutela sia dei diritti dei bambini che dei diritti dei genitori.

Ma il nostro legislatore è in altre faccende affaccendato.

La legge che dovrebbe garantire il giusto processo minorile risale al 2001, continua ad essere prorogata nella sua entrata in vigore, perché mancano le risorse economiche. Mentre molte, troppe, le risorse vengono sprecate per interventi parcellizzati e disorganizzati, a pioggia, dietro pressioni contingenti.

Il legislatore italiano continua ad intervenire nel sistema giuridico del nostro Paese in modo del tutto asistematico e disorganico utilizzando leggi e leggine senza porsi il problema che la forza di un ordinamento giuridico sta nella sistematicità delle regole del processo per la tutela dei diritti.
Particolarmente in materia di famiglia, e specificamente riguardo ai FIGLI, anche se uno dei capisaldi della riforma del 1975 è stato la pur imperfetta equiparazione della situazione dei figli naturali a quella dei figli legittimi, cercando di tutelare l’ “interesse del minore”, comunque sia nato (dal matrimonio o senza matrimonio), tuttavia è sempre rimasta senza soluzione la elaborazione di un processo unitario per le crisi familiari. Sono rimaste concorrenti le competenze del Tribunale Ordinario, quella del Tribunale per i Minorenni, del Giudice Tutelare e del Presidente del Tribunale, articolate in differenti “riti” Collegio, Giudice Unico, Camera di consiglio e così via…
La miopia del legislatore continua sull’onda di pressioni disparate, che fanno proliferare leggi speciali e novelle dei codici, per tutelare interessi di questo o quello con mezzi e strumenti per farsi sentire.
Non fa eccezione la nuova legge sull’affidamento condiviso (L. 8 febbraio 2006 n. 54): all’art. 1, modifica il codice civile (art. 155: aggiungendo gli articoli 155 bis, tre, quater, quinques, sexies); all’art. 2, modifica il codice di procedura civile (art. 708, inserendo l’art. 709 bis); all’art. 3 detta “Disposizioni penali”, richiamando l’art. 12 sexies della legge sul divorzio (reato ex art. 570 del codice penale, per la violazione degli obblighi di natura economica); all’art. 4 detta “Disposizioni finali”; e chiude con l’art. 5, per significare che dalla legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Riguardo ai principi sostanziali, la legge, fermamente voluta dalle associazioni dei padri separati, stabilisce quello della “bigenitorialità”. Vale a dire: anche se i genitori non convivono più, il minore “ha diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione ed istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale” (art. 1)
Chi non è d¹accordo con questo principio?!
Probabilmente non c’era bisogno di una legge, dal momento che la cosiddetta “bigenitorialità” è acquisita nella giurisprudenza minorile.
D’altra parte, il rapporto madre/figlio, determinato dalla gravidanza, dall¹allattamento, dal primo apprendimento nel rapporto simbiotico con la madre, è asimmetrico rispetto al ruolo paterno, ed é improbabile che una “legge” possa stabilire una “eguaglianza”², senza tener conto della differente situazione biologica. Tanto è vero che, al di là delle pressioni delle associazioni dei padri separati, particolarmente quando i bambini sono molto piccoli, sono proprio i padri che li affidano tranquillamente alla madre (oltre il 90%, nelle separazioni consensuali).
Il problema non è l’affermazione astratta della “bigenitorialità”, ma l’attuazione nel concreto. E, si è detto in molte occasioni, non si può andare con i carabinieri a imporre ai genitori di comunicare correttamente tra loro. Semmai possono essere usati strumenti psicologici, come la mediazione familiare, per condurre i genitori che si separano ad affrontare il proprio trauma personale nel rapporto con l’altro, evitando pericolose strumentalizzazione dei figli.
Ma la legge affida al giudice la sentenza, che potrà essere una pronuncia di difficile esecuzione, se non ci sono le premesse di una corretta comunicazione tra i genitori nell¹interesse del figlio ed un equilibrio anche di supporto economico.
E, così capita di sentire padri che brandiscono l’affido condiviso come una clava: Dicono: “³Io non vado in mediazione: la pazza sei tu, che ti vuoi separare.” Minacciano: “Adesso che c’è l’affido condiviso ti farò vedere se ti devo dare l’assegno….”; Sostengono: “Ti faro vedere come controllo io il bambino;” Oppure, “Il bambino lo porto da mia madre…”, moltiplicando il contenzioso al quale attribuiscono aspettative rivendicative, proprio quando le madri che lavorano, invece, si aspettano dall’affido condiviso maggiore collaborazione nell’educazione dei figli.
Per la verità, le prime sentenze applicative della legge, appaiono abbastanza “ragionevoli”. Rielaborando concetti già consolidati, siccome la vita quotidiana del bambino non può essere sballottata dagli umori di contesa, alla pronuncia di affido condiviso si accompagna il “collocamento” del minore nella casa di uno dei due genitori: il più idoneo, ad avviso del Tribunale, che continua ad essere la madre, regolando più i meno minuziosamente, a seconda delle necessità e delle risultanze di causa, il rapporto del figlio con l’altro genitore.
Ma questa legge, con una piccola frase inserita nell¹art 4: “disposizioni finali” ha sollevato anche un grosso problema che riguarda la competenza nel caso di genitori naturali che si separano, laddove è detto: “Le disposizioni della presente legge di applicano anche in caso di scioglimento, di cessazione degli effetti civili o di nullità del matrimonio, nonché ai procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati”.
Nonostante le lacune processuali della riforma del diritto di famiglia, si era consolidata la competenza del Tribunale per i Minorenni per l’affidamento dei figli naturali, mentre è del Tribunale Ordinario la pronuncia sull’affidamento ed il mantenimento dei figli, in occasione dei procedimenti di separazione e di divorzio, ed è sempre del Tribunale ordinario la competenza per fissare il mantenimento per i figli naturali.
La nuova legge, sul punto, chiaramente lacunosa e tecnicamente imprecisa, non ha concentrato la competenza a decidere sull¹affidamento e sui profili economici per tutti i figli (naturali o legittimi, cioè nati dal matrimonio), ma ha portato ulteriore confusione.
Così, alcuni Tribunali per i Minorenni declinano la loro competenza sull’affidamento dei figli naturali, ritenendo competente il Tribunale Ordinario. Invece i Tribunali Ordinari ritengono che rimanga, per l’affidamento dei figli naturali, la competenza del tribunale per i minorenni.
Dovrà decidere, sul conflitto di competenza, la Corte di Cassazione.
Nel frattempo, siccome non possiamo dire ai figli minorenni di aspettare a crescere mentre i Tribunali decidono, raccomandiamo ai genitori, legittimi o naturali, di essere saggi e di trovare altri strumenti per risolvere i loro propri conflitti e dedicarsi a crescere serenamente i loro figli, nella convivenza o nella separazione.

A fine agosto le banche hanno fatto i conti per attuare la convenzione stipulata da ABI (Associazione Bancaria Italiana) ed il MEF (Ministero dell’economia e delle finanze), riguardo alla cosiddetta rimodulazione dei mutui a tasso variabile.
Migliaia di famiglie italiane che hanno in corso un mutuo a tasso variabile si trovano a dover fare due conti, e non semplici, per decidere se aderire o meno alla proposta che le banche hanno loro inviato.

Infatti, in forza a quanto stabilito dall’articolo 3 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, entrato in vigore il 29 maggio 2008, detto anche decreto di “rinegoziazione imposta” o “Tremonti” le poste italiane fanno gli straordinari per recapitare un notevole numero di lettere fresche, fresche di stampa.

Secondo la convenzione ABI-MEF, entro il 29 agosto 2008, le banche devono spedire ai loro clienti che hanno aperto un mutuo (finalizzato all’acquisto, ristrutturazione o costruzione dell’abitazione principale, a tasso variabile anteriormente al 29 maggio 2008) una proposta di rinegoziazione per riportare il valore della rata ai livelli del 2006:
Ma come è concepita la proposta?
Ovviamente, allungando i termini di rimborso del mutuo, spalmando il debito su più anni.

Per capire, di quanti anni e come funziona il meccanismo di calcolo, occorre entrare nel dettaglio di ogni singola situazione.
Le banche, ovviamente, non ci perdono nulla.
Offrono una proposta di rinegoziazione del mutuo basata sui valori correnti degli indici di interesse (IRS), apprestando, nel contempo, un nuovo piano di ammortamento, con una opportunità interessante (dal punto di vista delle banche) di poter gestire meglio il problema oggettivo e potenziale di attrito con la clientela per il ricaro delle rate; così evitano di dover spiegare al cliente come mai avevano consigliato di accendere un mutuo a tasso variabile, quando i tassi gravitavano a livelli minimi storici.
Offrire una rata più bassa è la faccia positiva ed accattivante della medaglia, perchè immediatamente si rende al cliente meglio sostenibile l’onere della rata troppo aumentata a causa del generale rialzo dei tassi, mentre l’altra faccia della medaglia, l’allungamento dei tempi del mutuo, è tutta da valutare, anzi da calcolare.

Sono proposte convenienti, da accettare. si stanno chiedendo in molti?
In generale sono proposte complessivamente più onerose, come si legge in una delle lettera che è stata pubblicata sulla stampa. La stessa banca ammette che, “in generale, la ristrutturazione comporta verosimilmente un esborso complessivo maggiore di quello che il mutuatario sosterrebbe continuando a rimborsare il mutuo secondo il piano di rimborso ad oggi in vigore”.

La scelta che spetta a chi deve pagare il mutuo deve attentamente essere ponderata.

Chi si trova, poco o tanto, alle strette con le rate deve analizzare ogni dettaglio della proposta verificarla a seconda delle proprie disponibilità ed esigenze della famiglia.
Ma il calcolo analitico non è una operazione semplice.
E occorre anche tener conto dell’opzione offerta dal decreto dello scorso anno, detto “Bersani”, sulla “portabilità” dei mutui: cioè la possibilità di “portare” il mutuo in un’altra banca che offre condizioni migliori o più adeguate, attraverso una procedura di “surrogazione”, non onerosa, In questo caso, se il mutuatario trova una banca che gli fa condizioni migliori, ha un oggettivo beneficio finanziario.
Quindi, va valutata anche la questione della possibilità o meno del cumulo delle due procedure, quella della rinegoziazione, che il decreto Tremonti impone alle banche di proporre alla propria clientela, e quella della surroga che il decreto Bersani permette, senza spese aggiuntive.l

Vediamo di spiegare meglio.

Da tre anni i tassi non hanno fatto che salire (vedi grafico) riepetto ai minimi che si erano stabilizzati intorno agli anni 2004-2005. In quegli anni chi stipulava un mutuo a tasso variabile, implicitamente ricercava l’opportunità che i tassi potessero ulteriormente diminuire ma aveva il rischio che potessero salire. Questo rischio era stato minimizzato; così. quasi tutti i mutui sono stati contratti a tasso variabile, con una rata che al momento costava mento, senza valutare l’opzione tasso fisso che avrebbe avuto una rata più alta, ma non c’era rischio che aumentasse.

Il rischio dell’aumento dei tassi restava alla banca.

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D’altra parte, la famiglia che sottoscrive un mutuo, solitamente, ha l’obiettivo di acqusitare casa e non di fare previsioni sull’andamento dei tassi.

Adesso, come rimediare ad una rata variabile che diventa di mese in mese sempre più pesante?
Il governo è intervenuto. Quello precedente. con il decreto legge Bersani dello scorso anno, aveva stabilito che la soluzione potesse essere trovata nella concorrenza tra le banche che operano nel mercato finanziario, In un mercato competitivo e concorrenziale le banche dovrebbero professionalmente attuare tutte quelle azioni e promozioni utili per contendersi i favori dei clienti, offrendo proposte più accattivanti e tassi più convenienti.
Il decreto “Bersani” aveva lo scopo di favorire tale meccanismo, annullando i costi per passare il mutuo dalla banca con cui era stato stipulato in un’altra banca che offre condizioni più vantaggiose: una operazione di “surrogazione” generalmente indicata come “portabilità” del mutuo.

La surrogazione è la procedura con la quale il debitore può scegliere di sostituire (surrogare) la banca con cui aveva stipulato il mutuo originale, con una nuova banca di sua preferenza e disponibile alla surroga, mantenendo la stessa garanzia e mantenendo viva l’ipoteca registrata originariamente.
L’esperienza di poco più di un anno ha evidenziato che le banche non sono in concorrenza tra loro e comunque disattemdevano la gratuità della portabilità del mutuo. Una recente inchiesta fatta sul campo dalla associazione di consumatori Altroconsumo, su un consistente campione di banche tra

Roma e Milano ha dimostrato che il 95% di queste non attuavano la portabilità gratuita del mutuo.
Ne è seguita una segnalazione all’Antritrust che ad inizio agosto di quest’anno ha sanzionato ben 23 banche con multe per la cifra complessiva di 9 milioni e 680 mila euro. L’entità della sanzione, non è così importante come potrebbe far credere la cifra, perchè va divisa tra le 23 banche e diventa meno di 500,000,00 euro a banca, che sono un niente nel bilancio delle banca ed anche rispetto un problema di così grande importanza che coinvolge, probabilmente, più di nove milioni di persone.
Comunque, il decreto Bersani è in vigore e se si trova una banca disponibile, più conveniente, si può “portarle” il mutuo senza spese.

Con il decreto Tremonti, del nuovo governo, le banche hanno l’obbligo di scrivere direttamente ai propri clienti avendo aderito alla convenzione ABI-MEF.
Ma la loro proposta non è un prendere o lasciare. Entro il prossimo novembre chi ha ricevuto la proposta deve rispondere, se no, la rata continua a variare col variare dei tassi di interessi, come è stabilito nel contratto di mutuo.

Il meccanismo della rinegoziazione è impostato sul calcolo della rata media sostenuta nel 2006 definta nell’offerta delle banche “rata fissa secondo la convenzione ABI-MEF”.
Il mutuatario che accetta la proposta di rinegoziazione, pagherà questa rata fissa per tutto il tempo residuo del mutuo e per l’ ulteriore periodo necessario per ripagare gli ulteriori tassi di ammortamento e quelli variabili che incidevano sulla rata originaria.

Viene creato un nuovo contenitore chiamato “conto di finanziamento” che contabilizza gli addebiti delle differenze tra rate ed in aggiunta, gli interessi passivi che esso genera.

Dal punto di vista pratico il mutuatario paga una rata fissa per un tempo indeterminabile a priori che varierà comunque in funzione dell’andamento dei tassi futuri, perchè gli interessi passivi che vi si cumulano sono pur sempre funzione o dell’IRS o del tasso variabile originariamente scelto come indice per il mutuo, in genere l’Euribor.

Il tasso applicato per il calcolo degli interessi passivi del “conto di finanziamento” è previsto nella misura più bassa tra il tasso IRS a dieci anni più uno spread del 0,5% (correntemente circa il 5,5%) e quello previsto nel contratto originario (Eurobor + spread) (spread è il guadagno delle banche quando compra-vendono un prodotto finanziatrio, IRS ed EURIBOR sono indici di riferimento delle oscillazioni dei tassi).
Su tale conto sono addebitati anche le eventuali rate non pagate prima del 29 maggio 2008 e comunque tutto quanto sia maturato fino alla data della stipula della rinegoziazione. Quindi una importante alea di incertezza sulla futura ulteriore durata del mutuo nasce dunque dalle furure oscillazioni o dell’IRS o dell’Euribor.

Se i tassi scendessero e la rata originaria diventasse inferiore a quella della rata fissa ABI-MEF la differenza viene accreditata al conto di finanziamento fino al suo saldo, e successivamente si proseguirebbe a rimborsare il mutuo secondo lo schema a tasso variabile originariamente previsto.

Nella convenzione ABI-MEF Si prevede la possibilità di effettuare anche il cosidetto “cumulo” ovvero prima la rinegoziazione del mutuo e successivamente il trasferimento secondo quanto prescritto dal decreto Bersani. Non appare possibile invece fare al contrario perchè il decreto

Tremonti prevede che la rinegoziazione possa essere fatta per contratti antecedenti al 29 maggio 2008 e non per quei nuovi contratti, accesi per surroga, anteriori a tale data.

Ed allora che fare?
Beh! Occorre fare due calcoli, caso per caso!

Quarantacinque anni dopo l’approvazione della legge 898/70, che ha introdotto il divorzio in Italia, arriva una importante modifica delle norme che regolano lo scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio (questi i termini legali per indicare il divorzio).

Il 22 aprile scorso, infatti, è stata approvata la legge che istituisce il divorzio breve. In questo articolo vengono quindi illustrate le principali novità introdotte dalla legge, chi può usufruirne e da quando.

#1. Riduzione dei tempi per chiedere il divorzio: da tre anni a 12 o 6 mesi

La prima e più importante novità riguarda la riduzione del periodo di tempo che deve intercorrere tra la separazione dei coniugi ed il divorzio:  infatti la ‘vecchia’ legge  sul divorzio prevedeva che lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio (divorzio) potesse essere domandato da uno dei coniugi separati solo se la separazione si era protratta ininterrottamente da almeno tre anni, a decorrere dalla comparizione dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale.

Le nuove norme intervengono sul punto accorciando nettamente i tempi per arrivare al divorzio dopo la separazione. La tempistica, però, varia a seconda del tipo di separazione fatto dai coniugi: separazione consensuale e giudiziale.

  • nelle separazioni giudiziali la durata minima del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi si riduce da tre anni a 12 mesi: quindi decorsi 12 mesi dalla comparizione dei coniugi davanti al presidente del Tribunale i coniugi potranno ottenere il divorzio;
  • nelle separazioni consensuali il periodo di tempo necessario per il divorzio si riduce ancora di più: 6 mesi. Anche in questo caso la decorrenza del termine inizia dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale. Questo termine più breve, inoltre, si applica anche a quelle separazioni che, inizialmente sorte come giudiziali, si trasformano in consensuali, per avere i coniugi trovato nel un accordo nel corso del giudizio.

La riduzione dei tempi per ottenere il divorzio costituisce la presa d’atto da parte del nostro legislatore di una semplice verità: la quasi totalità delle coppie che si separano, non si riconciliano.  Chi decide di separarsi non lo fa mai dall’oggi al domani, ma dopo avere preso atto di una crisi definitiva del rapporto familiare. Dopo la separazione ciascuno dei coniugi prende ognuno la propria strada, che quasi mai condurrà ad una futura ricostituzione del loro rapporto coniugale. Ciò che di fatto accade è che il matrimonio, inteso come rapporto, legame, viene meno al momento della separazione: con il divorzio viene cancellato solo un vincolo giuridico. Si è preso, quindi, atto dell’inutilità di mantenere questo vincolo giuridico per ben tre anni dopo la separazione, anche sulla base di una tendenza di fondo che da parte dei cittadini italiani, che ricorrono allo scioglimento della propria unione coniugale in altri paesi dell’Unione Europea, riducendo così i tempi per l’ottenimento del divorzio e senza necessità di passare per la separazione.

#2 Scioglimento della comunione dei beni

divorzioVeniamo adesso ad un’altra novità introdotta dalle legge, che riguarda le conseguenze sul piano patrimoniale della separazione personali dei coniugi, ovvero lo scioglimento della comunione

Prima della riforma, il momento effettivo in cui si verifica  la cessazione della comunione si ha con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione: questa norma non è risultata essere adeguata alla realtà quotidiana, in cui gli effetti patrimoniali della comunione legale continuano a prodursi per i coniugi separati anche dopo l’interruzione della convivenza. Infatti, la cessazione della convivenza, ancorché autorizzata dal Tribunale, non impedisce che i beni successivamente acquistati dai coniugi ricadano nella comunione legale, dato che, in base all’art. 191 codice civile, lo scioglimento della comunione viene meno solo a seguito del provvedimento giudiziale che la pronunci in via definitiva, ovvero che omologhi l’accordo al riguardo intervenuto.

La nuova legge (modificando  l’art. 191 codice civile) anticipa quindi lo scioglimento della comunione legale:

  • nella separazione giudiziale, al momento in cui il presidente del tribunale, in sede di udienza di comparizione, autorizza i coniugi a vivere separati;
  • nella separazione consensuale, alla data di sottoscrizione del relativo verbale di separazione, purché omologato.

Quindi, dopo la separazione, gli acquisti fatti da ciascun coniuge non ricadranno più nella comunione, ma apparterranno in via esclusiva al coniuge che ha fatti l’acquisto.

Va detto, peraltro, che la norma sullo scioglimento della comunione riguarderà comunque una minoranza di coppie, atteso che da qualche tempo chi si sposta sceglie quasi sempre il regime della separazione dei beni.

#3  Da quando ed a chi si applica la nuova legge

La legge è stata approvata in  via definitiva dal Parlamento, ma non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Le norme sul divorzio breve entreranno quindi in vigore dopo il quindicesimo giorno dalla sua pubblicazione sulla G.U. Quando ciò avverrà, presumibilmente tra circa un mese, ne daremo avviso sul blog (*).

La nuove disposizioni si applicheranno anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge, quindi anche nei casi in cui il procedimento di separazione che ne costituisce il presupposto risulti ancora pendente alla medesima data.

Possono dunque beneficiare dei nuovi termini abbreviati per il divorzio sia coloro che si sono già separati sia le coppie il cui procedimento di separazione è ancora in corso. Potranno inoltre, beneficiare dei nuovi termini anche  le parti che si sono separate utilizzando le recenti disposizioni in tema di negoziazione assistita o si siano rivolte all’ufficiale di stato civile come previsto dal d.l. 132/2014.

A questo proposito ricordo che il procedimento di separazione e divorzio era stato recentemente già oggetto di modifiche normative: infatti risalgono allo scorso anno l’introduzione di 2 nuove procedure per ottenere la separazione e il divorzio senza passare dal Tribunale: si tratta della negoziazione assistita e degli accordi di separazione e divorzio davanti al sindaco, di cui parleremo a breve in un altro articolo.

(*) AGGIORNAMENTO: la legge sul divorzio breve (Legge 6 maggio 2015, n. 55)  è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.107 del 11-5-2015 ed entrerà in vigore dal 26/05/2015.

Nel diritto di famiglia, oggigiorno, si pone il problema di stabilire il diritto applicabile nonché la giurisdizione in tema di separazione e divorzio delle coppie internazionali la cui nascita è diretta conseguenza della sempre maggiore mobilità dei cittadini comunitari ed extracomunitari all’interno dello spazio dell’Unione Europea. La questione, infatti, si pone in relazione a quelle coppie con nazionalità comune o di nazionalità diversa che per motivi di lavoro o altro si trasferiscono in un uno Stato membro o anche terzo, diverso da quello dove hanno contratto matrimonio. Il Libro verde del 14 marzo 2005 della Commissione Europea (trattasi di un documento di riflessione su uno specifico tema politico che, spesso, rappresenta il primo passo per eventuali successivi sviluppi legislativi), con riguardo alla legge applicabile e competenza giurisdizionale in tema di divorzio, ha evidenziato come marito e moglie possano trovarsi, per ipotesi, a non sapere in anticipo quale legge nazionale potrà essere applicata nel loro caso. Ciò accade soprattutto a causa delle notevoli differenze esistenti tra i sistemi di diritto internazionale privato dei vari Stati e alla difficoltà di tali disposizioni: basti pensare che vi sono norme di conflitto che – come nel caso dell’Italia, ex art. 31 L. 218/1995 – si rifanno ai criteri della residenza e della cittadinanza per stabilire la connessione più stretta tra i coniugi e la legge applicabile; altre – è il caso dei Paesi nordici, Regno Unito e Irlanda – che utilizzano il criterio della lex fori.1 Sul piano sostanziale vi è poi l’ulteriore difficoltà data dalle diversità, tra le varie legislazioni, in materia di scioglimento del vincolo matrimoniale: vi sono alcuni ordinamenti che non conoscono l’istituto della separazione personale dei coniugi (per esempio, quello austriaco e finlandese) altri invece come quello maltese e marocchino non contemplano il divorzio; così come vi è differenza in merito alle cause di scioglimento, all’efficacia e ai tempi necessari per addivenire alla cessazione del matrimonio. – 2 – La separazione e il divorzio internazionale 2. Qual è il giudice competente e il diritto applicabile nella separazione e nel divorzio internazionale?- Nei procedimenti di separazione e divorzio tra coppie internazionali si deve prima individuare il giudice competente, secondo i criteri dettati dall’art. 3 del Regolamento Ue n. 2201/2003, e poi la legge da applicare al caso, da determinare, oggi, secondo le norme di conflitto del diritto internazionale privato dello Stato davanti alla cui autorità giurisdizionale è stato promosso il giudizio – la Legge 31 maggio 1995 n. 218, nel caso dell’ordinamento italiano – , e dal 21 giugno 2012 secondo i criteri indicati nel Regolamento Ue n. 1259/2010. Poiché nel procedimento di separazione e divorzio sorge spesso l’esigenza di assumere anche provvedimenti relativi alla responsabilità genitoriale e al mantenimento dei figli e del coniuge, si deve tenere presente che per questi provvedimenti accessori occorre fare riferimento, per determinare il giudice competente e la legge applicabile, ai criteri indicati nei Regolamenti che trattano specificamente dette materie. Si potrebbe di conseguenza verificare l’esigenza di adire giudici di Paesi diversi per ottenere non solo una pronuncia di separazione o divorzio ma anche l’emissione di un provvedimento su condizioni accessorie, e/o di applicare leggi diverse a seconda della materia da regolamentare. La competenza giurisdizionale: Il Regolamento UE n. 2201/2003- In seno alla Comunità Europea sono state elaborate una serie di disposizioni per unificare le disposizioni sui conflitti di competenza in materia matrimoniale e in materia di potestà dei genitori, semplificando nello stesso tempo le formalità per riconoscimento un rapido e automatico delle decisioni e per la loro esecuzione. Inizialmente, tali disposizioni dovevano formare oggetto di una Convenzione (c.d. Bruxelles II, a integrazione della Convenzione di Bruxelles del 1968, divenuta in seguito il Regolamento CE 44/2001), successivamente sono state trasfuse nel Regolamento 1347/2000, entrato in vigore il 1 marzo 2001. Il predetto regolamento è stato abrogato e sostituito dal Regolamento n. 2201/2003 del Consiglio del 27 novembre 2003, relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale, in vigore dal 1 marzo 2005 in tutti i Paesi Ue, eccezione fatta per la Danimarca. Il regolamento 2201/2003 si distingue dal precedente perché estende la disciplina della giurisdizione alla responsabilità genitoriale, incluse le misure di protezione del minore, il diritto di visita, la tutela, la curatela, la collocazione del minore in famiglia o istituto, il trasferimento illecito e il mancato rientro del minore, con la duplice finalità, da un lato, di tenere conto della Convenzione sulla potestà genitoriale e le misure di protezione di minori elaborata dalla Convenzione dell’Aja del 1996, e, dall’altro, di facilitare il lavoro dei giudici do – tandoli di un unico strumento che consenta loro di decidere anche su questioni corollari a quella matrimoniale. Come espressamente dice il Considerando n.8: “il presente regolamento non dovrebbe riguardare questioni quali le cause del divorzio, gli effetti del matrimonio sui rapporti patrimoniali o altri provvedimenti accessori ed eventuali”. a) La tassatività e l’esclusività della competenza giurisdizionale in materia matrimoniale Le norme di cui al provvedimento normativo in esame sulla competenza giurisdizionale hanno carattere esclusivo e tassativo ( art. 6), sotto un duplice profilo:  – non sono derogabili dalla volontà né espressa, né tacita delle parti le quali, dunque, non potranno scegliere un giudice diverso da quello individuato dai criteri di cui all’art. 3 Regolamento UE 2201/2003, ovvero in via residuale dall’art. 7;  trattandosi di una disciplina regolamentare, questa prevale su quella interna di ciascuno Stato membro di contenuto differente, nonché sulle convenzioni internazionali concluse dagli Stati dell’Unione, tra di loro o con Stati terzi. L’applicazione diretta e immediata dei regolamenti Ue in tutti gli Stati membri comporta due conseguenze principali: tutti possono avvalersi delle disposizioni del regolamento e invocarle direttamente dinanzi al giudice che deve applicarle; i regolamenti si applicano allo stesso modo in tutta l’Unione e ciò facilita ovviamente la pronunzia di una sentenza nelle controversie tra cittadini residenti in Paesi diversi.2 La Corte di Cassazione italiana, nel recepire questi principi, ha affermato che il giudice nazionale deve applicare il diritto interno interpretandolo alla luce della normativa europea, onde garantirne la piena effettività (Cass., S.U., 17 novembre 2008, n. 27310). – 3 – La separazione e il divorzio internazionale b) Come si determina la competenza del giudice È competente, ai sensi dell’art. 3 del Regolamento Ue n. 2201/2003, a pronunciare una sentenza di separazione personale, o di divorzio, o di annullamento del matrimonio, di una coppia internazionale, il giudice dello Stato membro: 1) nel cui territorio si trova: la residenza abituale di uno dei coniugi in caso di domanda congiunta; * oppure, se la domanda non è congiunta: – la residenza abituale dei coniugi, o l’ultima residenza abituale dei coniugi se uno di essi vi risiede ancora, la residenza abituale del convenuto, o la residenza abituale dell’attore se questi vi ha risieduto almeno per un anno immediatamente prima della domanda, oppure se vi ha risieduto almeno per sei mesi immediatamente prima della domanda, se è cittadino dello stesso Stato membro o, nel caso del Regno Unito e dell’Irlanda, ha ivi il proprio “domicile”; 2) di cui i due coniugi sono cittadini o del “domicile” di entrambi i coniugi. L’art. 7 del Regolamento Ue 2201/2003 prevede anche una competenza residuale, qualora nessun giudice di uno Stato membro sia competente ai sensi degli artt. 3, 4 e 5 del Regolamento stesso, disponendo che in tal caso la competenza, in ciascuno Stato membro, è determinata dalla legge di tale Stato. Inoltre, il cittadino di uno Stato membro che ha la residenza abituale nel territorio di un altro Stato membro può, al pari dei cittadini di quest’ultimo, invocare le norme sulla competenza qui in vigore contro un conve – nuto che non ha la residenza abituale nel territorio di uno Stato membro né ha la cittadinanza di uno Stato membro o che, nel caso del Regno Unito e dell’Irlanda, non ha il proprio “domicile” nel territorio di uno di questi Stati membri. Il giudice dello Stato membro che è stato investito di una controversia ha l’obbligo di verificare la sussistenza della propria competenza, e qualora non risulti competente secondo i criteri dettati dal Regolamento n. 2201/2003, deve, ai sensi dell’art. 17 del medesimo, dichiarare d’ufficio la propria incompetenza. Il Regolamento n. 2201/2003 si applica anche ai cittadini di Paesi che non sono membri dell’Unione europea, purché abbiano vincoli sufficientemente forti con il territorio di uno degli Stati membri in conformità dei criteri di competenza previsti dal detto Regolamento, criteri che, secondo il Considerando n. 12 del Regolamento n. 1347/2000, si fondano sul principio che deve esistere un reale nesso di collegamento tra il soggetto interessato e lo Stato membro che esercita la competenza. c) La nozione di “residenza abituale” La nozione di residenza abituale di cui all’art 3 del Regolamento UE 2201/2003 è stata delineata dalla Corte di Giustizia che ha preliminarmente sottolineato che le nozioni impiegate nel Regolamento devono essere interpretate autonomamente, senza fare riferimento al diritto nazionale, al fine di assicurare un’interpretazione e un’applicazione uniformi delle disposizioni sulla competenza e di evitare conflitti di competenza. Nelle sentenze 2 aprile 2009 (procedimento C-523/07) e 22 dicembre 2010 (procedimento C-497/10) la Cor – te di Giustizia Ue ha affermato che per individuare la residenza abituale si deve in particolare tenere conto della durata, della regolarità, delle condizioni e delle ragioni del soggiorno nel territorio di uno Stato membro di una persona o di una famiglia.3 Di recente, le Sezioni Unite civili della Suprema Corte, nella sentenza n. 15328 del 25 giugno 2010, hanno messo in luce che il concetto di residenza abituale deve essere inteso quale il luogo in cui il soggetto ha fissato, con carattere di stabilità, il centro permanente e abituale dei propri interessi. La residenza non deve essere pertanto intesa in senso meramente formale quale il luogo anagrafico, quanto piuttosto quale residenza effettiva, ovvero il luogo del concreto e continuativo svolgimento della vita persona – le ed eventualmente lavorativa al momento della proposizione della domanda giudiziale. d) Litispendenza internazionale La litispendenza è un ipotesi frequente nelle separazioni e nei divorzi di coppie internazionali: capita, infatti, che i coniugi presentino contemporaneamente una domanda di separazione avanti a due tribunali di due Stati diversi, perché vi è l’interesse di uno dei coniugi ad adire il giudice di uno Stato membro che ritiene possa essergli più favorevole. L’art. 19, paragrafo 1, del Regolamento n. 2201/2003 disciplina questi casi di litispendenza, prevedendo che qualora dinanzi a autorità giurisdizionali di Stati membri diversi, e tra le stesse parti, siano state proposte domande di divorzio, separazione personale dei coniugi e annullamento del matrimonio, il giudice successiva- – 4 – La separazione e il divorzio internazionale mente adito sospende d’ufficio il procedimento finché non sia stata accertata la competenza da parte del giudice preventivamente adito. Ciò non significa che il giudice adito per primo sia per tale motivo competente in merito alla causa da decidere, ma semplicemente che solo il giudice adito per primo può decidere sulla competenza. Conseguentemente, quando un’autorità giudiziaria è stata adita ai sensi dell’articolo 3 del Regolamento e si è dichiarata competente, i giudici di altri Stati membri non sono più competenti e devono respingere qualunque domanda successiva. Inoltre, poiché l’art. 21 del Regolamento n. 2201/2003 prevede l’automaticità del riconoscimento delle decisioni in materia matrimoniale emesse in uno Stato membro, con il conseguente divieto di ricorrere a un procedimento ulteriore, non è neppure possibile per un giudice di altro Stato membro riesaminare la fattispecie sotto il profilo sia giurisdizionale (competenza del giudice che ha emesso la decisione) che del merito (in tal senso si veda Trib. Roma 24 gennaio 2007, n. 1437; Trib. Bari 21 settembre 2007, n. 2163). Nel caso di coniugi aventi una doppia cittadinanza (di Paesi Ue), il coniuge che per primo promuove il giudizio ha il diritto di scegliere fra le autorità giurisdizionali dei due Stati membri, che sarebbero entrambi competenti, e il giudice per primo adito applicherà la legge, secondo le norme del diritto internazionale privato dello Stato adito.3 e) Domande riconvenzionali Il giudice competente a conoscere della domanda principale è anche competente a conoscere di eventuali domande riconvenzionali proposte dalla convenuta, purché rientrino nel campo di applicazione del regolamento (articolo 4). Allo stesso modo ai sensi dell’articolo successivo il giudice di uno Stato membro che ha emesso una decisione di separazione personale è competente per convertirla in una decisione di divorzio quando ciò è previsto dalle leggi dello Stato. La disposizione non trova applicazione nel nostro ordinamento secondo il quale lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili può essere pronunciato solo se è stata definita con sentenza passata in giudicato la separazione giudiziale fra i coniugi (Cc, articolo 151), ovvero è stata omologata la separazione consensuale (Cc, articolo 158, e articolo 3, comma 2, della legge 898/1970).4 f) Il riconoscimento automatico delle decisioni in materia matrimoniale L’automaticità (art. 21) si fonda sul principio della reciproca fiducia e impone il duplice divieto del riesame, sia della competenza del giudice che ha emesso la decisione, sia del merito di quest’ultima. Al provvedimento di separazione, divorzio o annullamento sono attribuiti, in virtù del riconoscimento, i medesimi effetti che esso ha determinato nell’ordinamento di origine. La decisione – decreto, sentenza, ordinanza, nonché gli atti di natura amministrativa – di divorzio, separazione personale dei coniugi o annullamento di matrimonio proveniente da uno Stato membro cui il Regolamento è applicabile è suscettibile di riconoscimento. Le decisioni in materia matrimoniale possono incidere sul rapporto di coniugio, determinando lo stato di separazione tra i coniugi ovvero lo scioglimento del matrimonio o il suo annullamento.5 Va sottolineato che ai fini del riconoscimento, a differenza della Legge 218/95, il Regolamento in esame non richiede che la sentenza sia definitiva, ossia passata in giudicato; l’art. 27 comma 1 del Regolamento UE 2201/2003 conferisce al giudice cui è richiesto il riconoscimento, la facoltà di sospendere il procedimento, se la decisione è stata impugnata nello Stato di origine con un mezzo di impugnazione ordinario.6 In ogni caso, poiché il riconoscimento delle decisioni in materia matrimoniale è automatico, il coniuge inte – ressato a fare valere la decisione, deve esibire all’ufficiale di stato civile copia della stessa “che presenti le condizioni di autenticità prescritte” (articolo 37), nonché un certificato (redatto ai sensi dell’articolo 39 su un modulo allegato) da cui risulti il requisito della non impugnabilità della decisione stessa, se è stata resa in contumacia e la data da cui decorrono gli effetti giuridici nello Stato membro in cui è stata pronunciata. Per l’Italia l’ufficiale di stato civile provvederà alle necessarie trascrizioni, se ovviamente ne ritiene sussistenti i presupposti, ai sensi delle disposizioni di cui al Dpr 3 novembre 2000 n. 396.4 L’art. 21 del Regolamento 2201/2003, però, sancisce il riconoscimento automatico delle sole decisioni pronunciate in uno Stato membro. Per quanto concerne le sentenze di separazione e divorzio provenienti da uno Stato extracomunitario, va segnalato che se queste sono anteriori e soddisfano le condizioni prescritte per il riconoscimento nello Stato membro richiesto, le pronunce di uno Stato terzo possono ostacolare l’efficacia di quelle rese in Stati membri (articolo 22, lettera d).7 – 5 – La separazione e il divorzio internazionale 3. Applicabilità del Regolamento UE 2201/2003 alle coppie di fatto Nell’ultimo ventennio si è avuta la diffusione di varie forme di convivenza che in Italia non hanno ancora trovato una compiuta regolamentazione. Diverso è il discorso per gli altri Paesi europei: Svezia, Danimarca e Francia riconoscono le unioni registrate tra persone di sesso diverso e dello stesso sesso; Olanda, Belgio e Spagna riconoscono il matrimonio delle coppie omosessuali. E’, tuttavia, da escludere l’applicabilità del Regolamento UE 2201/2003 alle unioni di fatto. Questo perché la Corte di Giustizia ha più volte definito l’istituto del matrimonio come un’unione tra due persone di sesso diverso. Nella sentenza del 31 maggio 2001 (cause C-122 e C-125/99, Regno di Svezia contro Consiglio Ue), la Corte di Giustizia aveva stabilito che nell’attribuire l’assegno di famiglia ai propri dipendenti coniugati, lo statuto del personale si riferisce al concetto di matrimonio che, secondo la definizione accolta comunemente negli Stati membri, designa una unione tra due persone di sesso diverso. La Corte di giustizia ha inoltre precisato che la mancata concessione di un simile beneficio al dipendente parte di un’unione stabile registrata in Svezia tra due persone di sesso identico non determina alcuna violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Pertanto, l’equiparazione riconosciuta dalle leggi nazionali non rileva nell’ordinamento comunitario. – 6 – La separazione e il divorzio internazionale 4. La competenza giurisdizionale secondo la Legge 218/95 L’art. 32 della Legge 218/1995, intitolata “Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato”, sulla giurisdizione in materia di divorzio stabilisce che: “In materia di nullità e di annullamento del matrimonio, di separazione personale e di scioglimento del matrimonio, la giurisdizione italiana sussiste, oltre che nei casi stabiliti dall’art. 3, anche quando uno dei coniugi è cittadino italiano o il matrimonio è stato celebrato in Italia”. La norma in questione estende notevolmente la portata della giurisdizione italiana. Come stabilito, infatti, dal Tribunale di Roma, nella sentenza n. 9235 del 6 maggio 2008: “La domanda di separazione personale, quando nessuno dei coniugi sia cittadino italiano e il matrimonio non sia stato celebrato in Italia, è devoluta alla cognizione del giudice italiano, nella disciplina dell’art. 3 della legge 31 maggio 1995, n. 218, in relazione al successivo art. 32, non solo se il convenuto sia residente o domiciliato in Italia (primo comma), ma, in difetto di tale situazione, anche se la parte attrice abbia residenza (anche di fatto) in Italia, tenendosi conto che l’ultima parte del secondo comma di detto art. 3, rendendo operanti ai fini della giurisdizione pure i criteri stabiliti per la competenza territoriale, con riguardo alle controversie non soggette alla Convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968 (resa esecutiva con legge 21 giugno 1971, n. 804), comporta l’applicabilità dell’art. 18, secondo comma, c.p.c., sul foro della residenza dell’attore, ove il convenuto non abbia residenza o domicilio in Italia (cfr. SEZ. U, Ordinanza n. 1994 del 03 febbraio 2004)”. Inoltre, come stabilito dal Tribunale di Bari, I Sezione Civile, nella sentenza del 15 marzo 2007: “Sussiste la giurisdizione italiana ex articolo 32 della legge 218/1995, in materia di nullità e di annullamento del matrimonio, di separazione personale e di scioglimento del matrimonio, quando uno dei coniugi è cittadino italiano o il matrimonio sia stato celebrato in Italia, sussiste altresì ex articolo 31 stessa legge, nel caso in cui la legge nazionale comune dei coniugi al momento della domanda di separazione fosse quella italiana. È competente a conoscere della domanda qualsiasi tribunale della Repubblica, qualora il coniuge ricorrente sia residente all’estero e il coniuge convenuto sia anch’egli residente all’estero o risulti irreperibile. Il termine di ininterrotta separazione dei coniugi, ai fini della proponibilità della domanda di divorzio, decorre dal giorno della comparizione delle parti innanzi al presidente del tribunale nel procedimento di separazione, anche nel caso in cui, questo, si sia in seguito estinto”. – 7 – La separazione e il divorzio internazionale 5. Il riconoscimento delle sentenze straniere di separazione e divorzio, secondo la L. 218/1995- L’art. 65 della L. 218/1995 disciplina l’ipotesi specifica del riconoscimento delle sentenze straniere in materia di famiglia: hanno effetto in Italia i provvedimenti stranieri relativi alla capacità delle persone nonché all’esistenza di rapporti di famiglia o di diritti della personalità quando essi sono stati pronunciati dalle autorità dello Stato la cui legge è richiamata dalle norme della presente legge o producono effetti nell’ordinamento di quello Stato, anche se pronunciati da autorità di altro Stato, purché non siano contrari all’ordine pubblico e siano stati rispettati i diritti essenziali della difesa. Peraltro, la Suprema Corte di Cassazione, nella sentenza n. 10378 del 28 maggio 2004, ha precisato che: “il nuovo complesso della disciplina del riconoscimento delle sentenze straniere in Italia, così come configurato dalla legge di riforma del sistema italiano di diritto privato italiano n. 218 del 1995, non ha delineato un trattamento esclusivo e differenziato delle controversie in tema di rapporti di famiglia riconducendole obbligatoriamente nell’ambito operativo della disciplina di cui all’art. 65 (e perciò anche dei suoi presupposti), ma ha descritto, con l’art. 64, un meccanismo di riconoscimento di ordine generale (riservato in sé alle sole sentenze), valido per tutti tipi di controversie, ivi comprese perciò anche quelle in tema di rapporti di famiglia e presupponente il concorso di tutta una serie di requisiti descritti nelle lettere da a) a g) di questa ultima disposizione normativa; rispetto a un tale modello operativo di ordine generale, la legge ha affidato poi all’art. 65 la predisposizione di un meccanismo complementare più agile di riconoscimento – allargato, di per sé e questa volta, alla più generale categoria dei provvedimenti – riservato all’esclusivo ambito delle materie della capacità delle persone, dei rapporti di famiglia o dei diritti della personalità – il quale, nel richiedere il concorso dei soli presupposti della non contrarietà all’ordine pubblico e dell’avvenuto rispetto dei diritti essenziali della difesa, esige tuttavia il requisito aggiuntivo per cui i provvedimenti in questione siano stati assunti dalle autorità dello Stato la cui legge sia quella richiamata dalle norme di conflitto”. Sulla base di queste premesse, con sentenza del 5 novembre 2010 n. 221, il Tribunale Civile di Belluno ha dichiarato l’inammissibilità di una domanda di separazione giudiziale e ha, invece, riconosciuto una sentenza ucraina di divorzio, – così come richiesto dal resistente del giudizio -, la cui efficacia era, tuttavia, contestata dalla ricorrente a causa della contrarietà all’ordine pubblico italiano, cui la sentenza avrebbe dato luogo, per – ché priva di statuizioni riguardanti l’affidamento dei figli e il mantenimento del coniuge economicamente debole e perché pronunciata senza una precedente sentenza di separazione. – 8 – La separazione e il divorzio internazionale 6. Il riconoscimento della sentenza di divorzio pronunciata all’estero, senza il previo periodo di separazione dei coniugiLa Corte di Cassazione, I Sezione Civile, nella sentenza del 25 luglio 2006 n. 16978, ha statuito che: “In tema di riconoscimento di sentenza straniera di divorzio, la circostanza che il diritto straniero (nella specie, il diritto di uno Stato degli USA) preveda che il divorzio possa essere pronunciato senza passare attraverso la sepa – razione personale dei coniugi e il decorso di un periodo di tempo adeguato tale da consentire ai coniugi medesimi di ritornare sulla loro decisione, non costituisce ostacolo al riconoscimento in Italia della sentenza straniera che abbia fatto applicazione di quel diritto, per quanto concerne il rispetto del principio dell’ordine pubblico, richiesto dall’art. 64 comma 1, lettera g), della legge 31 maggio 1995, n. 218, essendo a tal fine necessario, ma anche sufficiente, che il divorzio segua all’accertamento dell’irreparabile venir meno della comunione di vita tra i coniugi.” – 9 – La separazione e il divorzio internazionale 7. Il diritto applicabile La Legge 218/95 Una volta individuato il giudice competente, in base ai criteri di cui al regolamento UE 2201/2003, a decide – re della separazione ovvero del divorzio, va determinata la legge applicabile sul piano sostanziale. La legge 218/1995 stabilisce quali leggi, italiana o straniera, debbano essere applicate a quei casi che abbiano un profilo internazionalprivatistico. In tema di separazione e divorzio, l’art. 31 della Legge 218/95 dispone: La separazione e lo scioglimento del matrimonio sono regolati dalla legge nazionale comune dei coniugi al momento della domanda di separazione o di scioglimento del matrimonio; in mancanza si applica la legge dello Stato nel quale la vita matrimoniale è prevalentemente localizzata. La separazione personale e lo scioglimento del matrimonio, qualora non siano previsti dalla legge straniera applicabile, sono regolati dalla legge italiana. Il Legislatore italiano, dunque, ha adottato quale criterio di collegamento principale, per l’individuazione della legge applicabile, quello della nazionalità comune ai due coniugi; nel caso i due avessero nazionalità diverse, opera il criterio della prevalente localizzazione della vita matrimoniale. La I Sezione Civile della Corte di Cassazione, nella sentenza n. 7599 del 4 aprile 2011 ha precisato che il criterio di collegamento della vita matrimoniale : “(…) va inteso in senso dinamico, come centro principale degli interessi e degli affetti dei coniugi, il quale spesso, ma non necessariamente, coincide con la residenza familiare, potendo i componenti della famiglia anche avere residenze diverse; pertanto, ancorché per lungo tempo la vita matrimoniale sia stata localizzata in uno Stato, qualora successivamente, ed anche se da un breve lasso di tempo, si verifichi un mutamento, è alla nuova localizzazione che il giudice deve fare riferimento, rilevando il concreto atteggiarsi dei rapporti familiari al momento della presentazione della domanda.” In via sussidiaria, opera il criterio della lex fori, ossia della legge italiana, laddove la separazione o il divorzio sia invocata dallo straniero il cui ordinamento di origine non prevede la possibilità di sciogliere il vincolo matrimoniale. La ratio della disposizione è, quindi, quella di proteggere il “diritto al divorzio”, spettante anche a chi non abbia alcun legame con la legge italiana. Il Regolamento UE 1259/2010- Il Libro verde del 14 marzo 2005 della Commissione Europea ha evidenziato le difficoltà, riscontrate all’interno dei Paesi dell’Unione, nel regolare situazioni familiari che presentano un alto tasso di complessità in rela – zione all’individuazione della legge applicabile e alle diverse scelte seguite negli ordinamenti nazionali. Dal momento, però, che non tutti gli Stati membri erano favorevoli all’adozione di una disciplina sostanziale comune, piegandosi, così, alla volontà dell’Unione Europea, si è fatto ricorso al meccanismo della cooperazione rafforzata, ex art. 329, paragrafo 1, del Trattato di Lisbona, sul funzionamento dell’Unione europea, arrivando all’adozione del Regolamento del Consiglio del 20 dicembre 2010 n. 1259, relativo alla legge applicabile in materia di divorzio e separazione personale. Di conseguenza, il regolamento in questione prenderà avvio il 21 giugno 2012 nei seguenti Stati: Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Ungheria – non hanno, invece, aderito alla cooperazione rafforzata: Repubblica Ceca, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Gran Bretagna, Irlanda, Grecia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Svezia -. (8) a) Finalità e ambito di applicazione del Regolamento 1259/2010 Attraverso l’armonizzazione delle norme di conflitto, il regolamento in questione persegue una duplice finalità. La prima, di portata generale ed esplicitata al punto 1) dei “considerando”, è legata alle finalità stesse dell’Unione, quali già enunciate nell’articolo 2 del trattato sull’Unione europea: contribuire, attraverso l’adozione di “misure nel settore della cooperazione giudiziaria nelle materie civili con implicazioni transnazionali”, alla creazione di uno “spazio di libertà, sicurezza e giustizia in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone”. La seconda finalità, di carattere più specifico, è affermata al punto 9) dei “considerando”: istituire un quadro giuridico chiaro e completo in materia di legge applicabile al divorzio e alla separazione personale negli Stati membri partecipanti e, in pari tempo, garantire ai cittadini soluzioni adeguate per quanto concerne la certezza del diritto, la prevedibilità e la flessibilità, così da “impedire le situazioni in cui un coniuge domanda il di- – 10 – La separazione e il divorzio internazionale vorzio prima dell’altro per assicurarsi che il procedimento sia regolato da una legge che ritiene più favorevole alla tutela dei suoi interessi”. È evidente la volontà di censurare il fenomeno del c.d. forum shopping – proprio del diritto privato internazionale-, per cui un soggetto sceglie un foro, tra le varie giurisdizioni disponibili, non già perché il più appropriato a giudicare una controversia, ma perché le norme sul conflitto di leggi che questo tribunale utilizzerà porteranno a una applicazione della legge a lui più favorevole (peraltro, in tema di separazione e divorzio, di tale fenomeno se n’è occupata ampiamente la stampa nazionale degli ultimi tempi). Il Regolamento n. 1259/2010 si applica alla separazione e al divorzio, ma non all’annullamento del matrimonio, e neppure alla regolamentazione delle questioni relative agli effetti patrimoniali del matrimonio, alla responsabilità genitoriale e alle obbligazioni alimentari, che anche dopo l’avvio dell’applicazione del Regolamento continueranno a far riferimento per la legge applicabile alle norme di conflitto vigenti nello Stato membro interessato. b) L’utilizzo della volontà come criterio di collegamento principale L’articolo 5 attribuisce dunque ai coniugi la facoltà di designare di comune accordo la legge applicabile al divorzio e alla separazione personale, purché si tratti di una delle seguenti leggi:  a) quella dello Stato della residenza abituale dei coniugi al momento della conclusione dell’accordo;  b) quella dello Stato dell’ultima residenza abituale dei coniugi se uno di essi vi risiede ancora al momento della conclusione dell’accordo;  c) quella dello Stato di cui uno dei coniugi ha la cittadinanza al momento della conclusione dell’accordo;  d) quella del foro, e cioè la legge del luogo in cui ha sede l’autorità giudiziaria scelta dalle parti. Lo stesso articolo 5 precisa che tale accordo debba, in linea generale, esser concluso “al più tardi nel momento in cui è adita l’autorità giurisdizionale”; e tuttavia, è ammesso che i coniugi possano designare la legge ap – plicabile anche quando il procedimento sia già stato incardinato, ma solo se ciò sia consentito dalla legge del foro (quella, cioè, del giudice già adito). c) Universalità e validità dell’accordo delle parti sulla legge applicabile, ex art 5 Reg. UE 1259/2010 L’articolo 4 del Regolamento statuisce il carattere universale della scelta operata dai coniugi: la legge designata, infatti, si applica anche ove non sia quella di uno Stato membro partecipante alla cooperazione raffor – zata nel settore della legge applicabile al divorzio e alla separazione personale. La legge applicabile al divorzio e alla separazione personale è dunque da intendersi non solo quella di uno Stato membro partecipante alla cooperazione rafforzata, ma anche quella “di uno Stato membro non partecipante (alla cooperazione rafforzata) o la legge di uno Stato non membro dell’Unione europea”. Circa l’esistenza e la validità dell’accordo avente a oggetto la scelta della legge applicabile, l’articolo 6 del regolamento n. 1259 statuisce che l’una e l’altra “si stabiliscono in base alla legge che sarebbe applicabile in vir – tù del presente regolamento se l’accordo o la disposizione fossero validi”. Ciò significa che occorre, innanzitutto, aver riguardo alla legge statale che le parti hanno designato e poi ricercare in quella stessa legge i requisiti perché la convenzione de qua possa ritenersi valida (si pensi alla disciplina dettata dalla legislazione italiana in materia di errore, violenza e dolo). L’aspetto della validità formale dell’accordo è regolato dall’articolo 7, che prescrive le seguenti regole:  il minimum imprescindibile è costituito dall’atto scritto, nel cui concetto è annoverata qualsiasi comunicazione elettronica che permetta una registrazione durevole dell’accordo;  se la legge dello Stato membro partecipante alla cooperazione rafforzata, in cui entrambi i coniugi hanno la residenza abituale nel momento in cui è concluso l’accordo, prevede requisiti di forma supplementari per tali accordi (per esempio: il ricorso all’atto pubblico e/o alla presenza di testimoni), si applicano tali requisiti;  se, nel momento in cui è concluso l’accordo, la residenza abituale dei coniugi si trova in differenti Stati membri partecipanti, e se la legge di tali Stati prevede requisiti di forma differenti, l’accordo è formalmente valido se soddisfa i requisiti della legge di uno dei due Stati (e dunque anche se la scelta cada sulla legge che preveda requisiti formali meno rigorosi dell’altra);  infine, se, nel momento in cui è concluso l’accordo, uno solo dei coniugi ha la residenza abituale in uno Stato membro partecipante alla cooperazione rafforzata, e se tale Stato prevede requisiti di forma supplementari per questo tipo di accordo, si applicano tali requisiti. – 11 – La separazione e il divorzio internazionale d) I criteri di collegamento previsti in via sussidiaria: L’articolo 8 del regolamento detta le regole per l’individuazione della legge allorché le parti non abbiano effettuato alcuna scelta; tale legge è quella dello Stato:  della residenza abituale dei coniugi nel momento in cui è adita l’autorità giurisdizionale;  in mancanza: dell’ultima residenza abituale dei coniugi sempre che tale periodo non si sia concluso più di un anno prima che fosse adita l’autorità  giurisdizionale, se uno di essi vi risiede ancora nel momento in cui è adita l’autorità giurisdizionale;  in mancanza: di cui i due coniugi sono cittadini nel momento in cui è adita l’autorità giurisdizionale;  in mancanza: in cui è adita l’autorità giurisdizionale. e) Il contrasto con l’ordine pubblico Per l’articolo 12 del regolamento, l’applicazione di una norma della legge designata in virtù di quello stesso regolamento può essere esclusa solo qualora tale applicazione risulti manifestamente incompatibile con l’ordine pubblico del foro. Al riguardo, premesso che tale ordine si individua nelle norme di tutela di diritti fondamentali dell’uomo o in valori fondanti dell’intero assetto ordinamentale, la Corte di cassazione, nella sentenza n. 10378 del 2004, ha ritenuto che non costituisca violazione di tale ordine la previsione, contenuta in altro ordinamento, dello scioglimento del matrimonio “con procedure e per ragioni e situazioni non identiche a quelle contemplate dalla legge italiana”, purché l’accertamento dell’irrimediabile disfacimento della comunione familiare sia “condotto nel rispetto dei diritti di difesa delle parti, e sulla base di prove non evidenzianti dolo o collusione delle parti”. La Corte d’appello di Torino , nella sentenza 9 marzo 2006, a sua volta, ha ritenuto contrario al nostro ordine pubblico interno il ripudio-divorzio ammesso in un Paese straniero in cui vige il diritto musulmano, e ciò (fra l’altro) perché il ricorso a tale istituto, essendo consentito solo al marito, viola il principio della parità dei ses – si, discrimina i coniugi e dunque contravviene palesemente al principio di parità e solidarietà coniugale.9 – 12 – La separazione e il divorzio internazionale 8. Regolamentazione dei rapporti genitorialiNel corso dei procedimenti per separazione e divorzio viene in rilievo il problema di regolamentare i rapporti tra i genitori, in relazione all’affidamento dei figli, al loro collocamento presso un genitore e alle modalità di frequentazione del genitore non collocatario. a) La competenza giurisdizionale: il Regolamento 2201/2003 Nel caso in cui i genitori risiedano in Paesi diversi, si applicano le disposizioni di cui al Regolamento UE n. 2201/2003, in tema di responsabilità genitoriale. Ai sensi dell’art. 8 Regolamento 2201/2003, le regole di competenza si informano all’interesse superiore del minore e in particolare al criterio di vicinanza. La competenza giurisdizionale appartiene innanzitutto ai giudici dello Stato membro in cui il minore risiede abitualmente. Salvo eccezioni, al trasferimento della residenza abituale del minore da uno Stato membro all’altro, anche la competenza giurisdizionale passa ai giudici dello Stato membro di nuova residenza, facendo salvo però il principio della perpetuatio fori . Nel regolamento manca una definizione autonoma di residenza abituale. Per accertare la sussistenza della residenza abituale del minore nel proprio Stato, il giudice adito deve condurre un’indagine di fatto, avendo riguardo al centro effettivo della vita del minore, considerando molteplici fattori di indole individuale, sociale e familiare e non limitandosi a una valutazione del solo elemento temporale di permanenza del minore in un dato luogo. Il criterio di base della residenza abituale viene attenuato qualora si verifichi un cambiamento di residenza lecito (articolo 9) o illecito (articolo 10) ovvero in caso di accordo fra i titolari della responsabilità genitoriale (articolo 12). L’articolo 9, in caso di trasferimento lecito della residenza (abituale) di un minore da uno Stato membro all’altro, assegna ai giudici del precedente Stato di residenza abituale, entro tre mesi dal trasferimento del minore, una competenza limitata alla modifica di una decisione sul diritto di visita resa in detto Stato membro prima del trasferimento, a condizione che il titolare del diritto di visita in base alla predetta decisione continui a risiedere abitualmente nello Stato in questione (paragrafo 1). L’interessato può così fare adeguare la decisione sul proprio diritto di visita al recente cambio di residenza del minore dal giudice che meglio conosce la situazione e senza la necessità di adire il giudice di un altro Stato membro. L’ultrattività della competenza in parola non opera se il suddetto titolare del diritto di visita abbia accettato la competenza dei giudici del nuovo Stato di residenza abituale del minore partecipando ai procedimenti dinanzi a essi senza contestarla (paragrafo 2). In caso di trasferimento illecito o mancato rientro del minore, ex art. 10 Regolamento 2201/2003, la compe – tenza spetta al giudice dello Stato membro nel quale il minore aveva la residenza abituale immediatamente prima del trasferimento o del mancato rientro conserva la competenza giurisdizionale fino a che il minore non abbia acquisito la residenza in un altro Stato membro e:  a) se ciascuna persona, istituzione o altro ente titolare del diritto di affidamento ha accettato il trasferimento o mancato rientro;  b) se il minore ha soggiornato in quell’altro Stato membro almeno per un anno da quando la persona, istituzione o altro ente titolare del diritto di affidamento ha avuto conoscenza, o avrebbe dovuto avere conoscenza, del luogo in cui il minore si trovava e il minore si è integrato nel nuovo ambiente e se ricorre una delle condizioni previste all’articolo 10 del regolamento. L’articolo 12 disciplina l’ipotesi della proroga di competenza, stabilendo che l’accordo delle parti interessate può valere ad assegnare la competenza giurisdizionale in materia di responsabilità genitoriale ai giudici di uno Stato diverso da quello della residenza abituale del minore in due distinte ipotesi. In primo luogo, per le domande sulla responsabilità genitoriale sussiste la competenza dei giudici dello Stato membro in cui venga esercitata, ai sensi dell’articolo 3 del regolamento stesso, la competenza sulle domande di divorzio, separazione personale dei coniugi o annullamento del matrimonio collegate alle prime se almeno uno dei coniugi esercita la responsabilità genitoriale sul figlio e tale competenza sia stata accettata espressa – mente o in qualsiasi altro modo univoco dai coniugi e dai titolari della responsabilità genitoriale alla data in cui i giudici sono aditi e sia conforme all’interesse superiore del minore. Tale competenza sussiste tanto nel caso in cui il minore sia figlio di entrambi i coniugi quanto di uno solo di questi. Essa cessa al passaggio in giudicato della decisione sul vincolo matrimoniale ovvero, se successivo, al passaggio in giudicato della decisione sulla responsabilità genitoriale o quando uno dei due procedimenti sia terminato per un’altra ragione. – 13 – La separazione e il divorzio internazionale In secondo luogo sussiste la giurisdizione dei giudici di uno Stato membro con cui il minore abbia un legame sostanziale (in particolare perché tale Stato è quello di residenza abituale di uno dei titolari della responsabilità genitoriale, ovvero lo Stato di cui il minore è cittadino) sempre a condizione che tale competenza sia stata accettata espressamente o in qualsiasi altro modo univoco da tutte le parti al procedimento e sia conforme all’interesse superiore del minore. Si presume che la competenza in questione sia conforme all’interesse superiore del minore quando questi abbia la residenza abituale in un terzo Stato che non sia parte della Convenzione dell’Aja del 1996, concernente la competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l’esecuzione e la cooperazione in materia di potestà genitoriale e di misure di protezione dei minori e in particolare quando nel paese terzo interessato un procedimento si riveli impossibile. L’articolo 13, invece, statuisce la competenza dello Stato membro in cui si trova il minore, quando non sia possibile stabilire la sua residenza abituale né fare operare l’articolo 12 sulla proroga di competenza. Il criterio di competenza in parola opera anche rispetto ai minori rifugiati o sfollati a livello internazionale a causa di disordini nei loro Paesi. Infine, l’art. 15 del Regolamento 2201/2003 prevede, in via eccezionale, che il giudice dello Stato membro competente nel merito, se ritiene che il giudice di un altro Stato membro abbia un legame particolare con il minore e risulti pertanto più adatto a trattare il caso o una sua parte specifica può interrompere l’esame dello stesso e invitare le parti a presentare domanda al giudice dell’altro Stato membro, fissando un termine entro cui quest’ultimo deve essere adito, ovvero può chiedere direttamente al giudice dell’altro Stato membro di assumere la competenza (paragrafo 1). Il paragrafo 1 si applica su richiesta di una parte; su iniziativa della stes – sa autorità giudiziaria investita della causa; su iniziativa dell’autorità giudiziaria di uno Stato membro con cui il minore abbia un legame particolare. Nelle due ultime ipotesi è necessario che almeno una delle parti accetti il trasferimento della causa. Il legame particolare con un dato Stato membro deriva da una delle seguenti circostanze:  tale Stato è divenuto la residenza abituale del minore dopo che il giudice competente a conoscere nel merito è stato adito;  il minore in precedenza risiedeva abitualmente in questo Stato;  il minore è cittadino di tale Stato;  tale Stato è la residenza abituale di uno dei titolari della responsabilità genitoriale;  la causa riguarda misure di protezione del minore legate all’amministrazione, alla conservazione o all’alienazione di beni di questo che si trovano in tale Stato. La causa resta incardinata in capo al giudice precedentemente adito se le parti non adiscono nel termine indicato il giudice dell’altro Stato membro (paragrafo 4), o se quest’ultimo giudice non accetta la competenza entro 6 settimane dal momento in cui è stato adito. Se tali condizioni sono soddisfatte, il giudice precedentemente adito declina la propria competenza (paragrafo 5). È però necessario che tanto il giudice di provenienza, quanto quello a cui il caso viene trasferito siano concordi nel ritenere il trasferimento della causa rispondente all’interesse superiore del minore.10 b) competenza giurisdizionale in via residuale Nell’impossibilità di determinare la competenza di un giudice di uno Stato membro, in base ai criteri sopra richiamati, l’art. 14 del Regolamento 2201/2003 prevede, in via residuale, che la competenza in materia di responsabilità genitoriale è determinata in ciascuno Stato membro in base alla normativa nazionale. Per quanto concerne il nostro ordinamento, l’art. 37 della L. 218/1995 stabilisce che in materia di filiazione e di rapporti personali fra genitori e figli la giurisdizione italiana sussiste anche quando uno dei genitori o il figlio è cittadino italiano o risiede in Italia. c) Il diritto applicabile alla regolamentazione nei rapporti genitoriali Come per la separazione e il divorzio, la legge applicabile alla regolamentazione dei rapporti genitoriali viene individuata in base ai criteri di collegamento previsti dalla Legge 218/1995. L’art. 36 della predetta legge stabilisce che i rapporti personali e patrimoniali tra figli, compresa la potestà dei genitori, vadano regolati dalla legge nazionale del figlio. Il criterio di collegamento scelto dal legislatore tiene conto, innanzitutto, della centralità dell’interesse del figlio, cui è ispirata la normativa interna e internazionale in materia. In secondo luogo, permette di evitare una serie di problemi di collegamento cui darebbe adito l’applicazione della legge dei genitori, nel caso in cui questi abbiano cittadinanza differente. – 14 – La separazione e il divorzio internazionale La legge determinata in base all’art. 36 regola, non solo i diritti e i doveri reciproci di genitori e figli, ma an – che gli obblighi di assistenza morale e materiale, di istruzione ed educazione. La competenza giurisdizionale e la legge applicabile per i provvedimenti relativi alle obbligazioni alimentari Qualora nella separazione o nel divorzio sia necessario assumere provvedimenti in merito agli obblighi alimentari a favore di un figlio o di un coniuge, si deve fare riferimento al Regolamento Ue n. 4/2009, che si applica dal 18 giugno 2011. Per quanto riguarda la competenza, l’art. 3 di detto Regolamento afferma che è competente il giudice del luogo in cui il convenuto o il creditore risiede abitualmente; o il giudice che sia competente secondo la legge del foro a conoscere di un’azione relativa allo stato delle persone o alla responsabilità genitoriale, qualora la domanda relativa a un’obbligazione alimentare sia accessoria a detta azione, salvo che tale competenza sia fondata unicamente sulla cittadinanza di una delle parti; o l’autorità giurisdizionale competente a conoscere delle loro controversie in materia matrimoniale. L’art. 4 del Regolamento riconosce inoltre alle parti la possibilità di redigere un accordo per individuare il giudice competente a:  conoscere delle controversie che possono tra loro insorgere in materia di obbligazioni alimentari. Le parti possono scegliere tra il giudice dello Stato membro in cui una parte risiede abitualmente, o dello Stato di cittadinanza di una parte, o dello Stato competente a conoscere delle loro controversie in materia matrimoniale, o dello Stato membro in cui i coniugi hanno avuto l’ultima residenza abituale comune per un perio – do di almeno un anno. Per quanto riguarda la legge da applicare a queste controversie, l’art. 15 del Regolamento Ue n. 4/2009 rinvia al Protocollo dell’Aja del 23 novembre 2007 relativo alla legge applicabile alle obbligazioni alimentari negli Stati membri vincolati da tale strumento. Questo protocollo è stato ratificato dall’Unione europea l’8 aprile 2010, che ne ha stabilita l’applicazione nell’Unione in via provvisoria a decorrere dal 18 giugno 2011. Secondo l’art. 3 del protocollo si deve applicare, quale regola generale, la legge dello Stato di residenza abituale del creditore, o (art. 4) la legge del foro, qualora il creditore non possa ottenere gli alimenti dal debitore ai sensi della legge indicata all’art. 3, o abbia scelto quale giudice competente quello dello Stato dove il debitore ha la sua residenza abituale. Per le obbligazioni alimentari tra coniugi, nella separazione e divorzio, o tra persone il cui matrimonio è stato annullato, l’art. 3 non si applica, se risulta possibile applicare la legge nazionale dello Stato dell’ultima residenza abituale comune, o quella dello Stato che presenta un legame più stretto con il matrimonio (art. 5). I coniugi possono anche redigere un accordo scritto sulla legge applicabile alle loro controversie relative agli obblighi alimentari, che può coincidere con quella già concordata da applicarsi in caso di loro eventuale separazione o divorzio o per regolamentare il loro regime patrimoniale. Tuttavia, se l’obbligazione alimentare riguarda i figli minori, le norme del Protocollo non sono derogabili. La legge nazionale applicabile determina i criteri relativi all’an e al quantum. Con riferimento alla quantificazione degli alimenti, l’art. 14 del protocollo sottolinea tuttavia l’esigenza di tenere in considerazione i bisogni del creditore e le risorse economiche del debitore, così come ogni misura compensativa riconosciuta al creditore in sostituzione del pagamento periodico di alimenti. Da tenere presente che il rinvio operato dall’articolo 45 della legge n. 218/1995 alla Convenzione dell’Aja del 2 ottobre 1973 sulla legge applicabile alle obbligazioni alimentari deve intendersi sostituito a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme contenute nel Protocollo relativo alla legge applicabile alle obbligazioni alimentari adottato nell’ambito della Conferenza dell’Aja il 23 novembre 2007.(3)

matrimonio gay: regole consigli ed esperienze

Questa guida vi fornirà utili informazioni su quelli che sono i diritti ed i doveri a cui vanno incontro le coppie gay che vorranno compiere questo importante passo. E non solo.

La questione dei matrimoni omosessuali è da anni centro di forti dibatti in tutto il mondo, non solo in Italia. Coloro che hanno intenzione di contrarre matrimonio devono essere a conoscenza di alcune regole per realizzare quello che molti ritengono “la coronazione dell’amore”.

È fondamentale conoscere  le leggi di quei paesi in cui le nozze gay sono legalizzate come Spagna, Messico, Argentina, Olanda. Ricordiamo che in Italia ancora non si è giunti all’approvazione di una legge che renda ufficiali, e quindi legali, le unioni tra due persone dello stesso sesso nonostante siano state molte le proposte di legge avanzate da diversi partiti. Inoltre, in Italia non sono legali nemmeno le coppie di fatto, altro tema da tempo oggetto di scontri tra le diverse fazioni del potere politico italiano.

Per poter celebrare le nozze tra due persone dello stesso sesso i documenti richiesti variano da paese a paese. In alcuni casi sarà addirittura necessario avere la residenza nel paese dove verrà celebrato il matrimonio, come in Spagna o nei Paesi Bassi. Ma il matrimonio non è solo leggi e documenti, è molto di più. Ricevimenti e celebrazioni sono ciò che rende il matrimonio davvero indimenticabile. Per cui vi indicheremo agenzie che si occupano in maniera specifica di organizzare nozze gay e vi mostreremo quelle che sono le mete più gettonate per la luna di miele.

Non solo, vi indicheremo le associazioni gay più importanti del nostro paese a cui è possibile ricorrere per ricevere qualunque tipo di informazione e sostegno per il matrimonio. Sono molte e davvero aggiornatissime sulla questione delle nozze gay.

Ecco alcuni dati sui i matrimoni celebrati fino ad ora nei paesi in cui è stato legalizzato questo tipo di unione.

I dati dicono che in Spagna dal 2005, anno in cui le nozze gay sono state legalizzate, sono state celebrate ben 23 mila unioni. La Spagna, infatti, è una delle mete più frequentate dalle coppie italiane che vogliono sposarsi. Per celebrare un matrimonio in Spagna, però, è necessario che almeno uno dei futuri coniugi risieda nel paese.

In Canada, dove questo non è necessario, in tre anni sono stati celebrati 10.000 matrimoni omosessuali.

In Argentina, dopo un solo mese dall’approvazione della legge sulle nozze gay, sono state 81 le coppie che hanno contratto matrimonio nello stato sud americano.

Questa è una guida ricca ed aggiornata sul tema, ormai dibattutissimo, delle notte omosessuali.

Abbigliamento: dove comprare on e offline?

Di questi tempi tirare la cinghia sembra andare di moda, soprattutto quando si tratta di abbigliamento, ma poiché tra gli italiani e la moda esiste un rapporto simbiotico dal quale è difficile venire fuori indenni, alcune volte non si riesce comunque a rinunciare all’acquisto di un capo d’abbigliamento firmato. Fortunatamente nell’era dell’e-commerce è possibile acquistare l’abbigliamento online, anche di grandi marche, senza necessariamente dissanguarsi. Sono, infatti, numerosissimi i negozi online che permettono di fare ottimi acquisti a prezzi piuttosto contenuti per via di eventuali sconti che invece sono piuttosto rari nelle boutique delle grandi marche, se non in determinati periodi dell’anno: delle vere e proprie boutique online di capi firmati, insomma.

Vediamo quindi le varie tipologie di negozi più indicati per l’acquisto dell’abbigliamento online.

Sposamore è uno dei più noti e pubblicizzati negozi online in grado di offrire un vasto assortimento di brand internazionali e marche esclusive ai propri clienti che possono acquistare comodamente da casa alcuni capi d’abbigliamento griffati a prezzi veramente unici con spedizione e reso gratuiti.

Amazon Buy VIP, Privalia, Saldi Privati, Showroomprive.it e Vente-privee.com sono invece alcuni dei più importarti e affidabili negozi online specializzati nel campo delle vendite private. Si tratta sostanzialmente di club privati che, dopo una semplicissima registrazione gratuita al loro sito, offrono ai propri soci i migliori brand di abbigliamento, accessori e quant’altro a prezzi imperdibili, mentre con magazine online come Scarpe Donna e Glamour Italia.

Sempre con riferimento all’abbigliamento online, ma non solo, Mangano Outlet è invece un altro tipo di realtà rispetto ai semplici outlet online finora menzionati, poiché pur sposando la moderna formula dell’e-commerce non rinuncia comunque alle sue numerose fashion boutique sparse in tutta Italia e anche all’estero. In questo caso, così come in tanti altri, è possibile acquistare l’abbigliamento online ma anche offline.

Addio al Celibato

5 idee per feste per il celibato  in Italia

Tra i giovani una delle feste più divertenti in assoluto è quella dell’addio al celibato. Un amico si sta per sposare ed è giusto fargli passare gli ultimi giorni da “single” in maniera diversa dal solito, dove il divertimento regna sovrano.

Tra le migliori idee da mettere in pratica, per i più avventurosi si può pensare ad una giornata di sport estremi, come ad esempio il rafting o il bungee jumping a Biella, primo centro di salto nel vuoto in Italia. Se nessuno dei due partner è un tipo così avventuroso, potrebbe essere un’ottima idea una passeggiata all’aria aperta con annesso giro in mongolfiera o in barca a vela.

Se uno dei due sposi ama il relax, una giornata alle terme o in una SPA potrebbe essere la soluzione perfetta. Qui, tra saune e cure termali, entrambi gli sposi si possono rigenerare e prepararsi ottimamente per il fatidico giorno.

Molto valido è anche un giro in una città dove non si è mai stati o, se il tempo lo permette, un giro in spiaggia. Tra le più belle location italiane da questo punto di vista c’è Riccione, dove si può scegliere una struttura ricettiva “ad hoc” come l’hotel Mimosa, uno degli hotel addio al celibato Italia più organizzati. Da qui si può anche partire per andare alla scoperta di altre città dell’Emilia Romagna, come ad esempio Rimini o Milano Marittina.

Per i romanticoni Venezia resta la meta per eccellenza, specie i raffinati che vogliono celebrare un celibato di classe: la Serenissima ha costi da capogiro, ma un buon trucco è pernottare nelle vicinanze, ad esempio in un hotel di Caorle come l’Orologio, e poi fare la spola col treno.

Un’ultimo modo per festeggiare un addio al celibato perfetto è quello di rimanere sul classico, in un locale notturno dove bere qualche drink e festeggiare in compagnia dei più cari amici.

Comprare casa dopo il matrimonio

Città che salgono e città che scendono nel borsino

Quando si tratta di acquistare una casa sono tante le domande che vengono in mente, una in particolare riguarda il luogo in sé, ovvero la città dove si deciderà di andare a vivere. Se è vero che l’acquisto di una casa è un passo molto importante nella vita di una persona, ecco che questa è una scelta che va ponderata con grande attenzione.

Secondo una classifica pubblica sul finire dello scorso anno da “Il Sole 24 Ore”, la città di Trento è la più vivibile in Italia. Il capoluogo del Trentino balza in testa a questa particolare classifica dopo essere stata la terza città nel 2012. Al secondo posto si trova la città di Bolzano, che invece lo scorso anno era al primo posto. Un piccolo calo che, in ogni caso, non scalfisce la bellezza e la vivibilità del luogo.

Ottime le salite di Bologna e di Belluno, rispettivamente terza e quarta città in classifica, dato che lo scorso anno erano rispettivamente 10° e 7°. Siena si trova al quinto posto, in calo di tre posizioni rispetto al 2012.

Tra le città più vivibili nel nostro paese, dove dunque poter comprare casa senza particolari problemi, c’è anche Trieste, che nel corso del 2009 era invece al primo posto. Tra i punti di forza della città, che rientrano nella qualità della vita in generale, c’è anche la possibilità di acquistare delle case in vendita Trieste a prezzi non eccessivamente alti.

Chiudono questa particolare classifica le città di Reggio Calabria, Palermo e Napoli, rispettivamente 105° , 106° e 107° città più vivibili in Italia.

Il Viaggio di Nozze

Il viaggio di nozze rappresenta un’esperienza unica che dovrebbe lasciare il segno nelle vite degli sposi per sempre. Ecco perché è importante curarlo nei minimi dettagli e scegliere la meta giusta. A prescindere dai gusti personali e dall’estrazione sociale degli sposi la meta preferibile per un viaggio di nozze dovrebbe essere quella che avvicina il più possibile i partner. No a viaggi in comitiva, di gruppo, con itinerari guidati o massacranti pellegrinaggi. La vacanza ideale per gli sposi sarebbe  una settimana di relax nell’isola di Bora Bora, dove l’unico programma dovrebbe essere quello del dolce far niente.  Ma per sposi amanti dell’avventura, dell’arte o della storia, le cose cambiano. Non a tutti piace l’ozio e il coccolarsi reciproco all’ombra di una palma bevendo un drink esotico. Scegliere la meta, pertanto è riservato solo ai due coniugi. Saranno loro a stabilire se andare in Messico a scoprire civiltà antichissime e diverse dalla nostra o a Parigi, la città del romanticismo, dell’arte e della cultura per antonomasia. Quanto all’itinerario, ai mezzi per raggiungere la destinazione ed al soggiorno, invece è sempre fondamentale affidarsi ad un esperto. Molti prediligono le agenzie, ma se si ha un minimo di dimestichezza con internet, ci si può affidare ai tour operators on line che compareranno le migliori offerte di voli low cost per noi, in base alle nostre esigenze o consultare le tante guide sul viaggio di nozze. Basterà semplicemente compilare tutti i campi richiesti  e per i più  diffidenti telefonare a i numeri verdi indicati. La sicurezza e la professionalità è garantita dalla solidità di nomi come booking. com, tripadvisor, edreams, expedia.

Tramite le prenotazioni on line è possibile però anche organizzare lune di miele molto variegate che accontenteranno tutti i gusti e contempereranno le esigenze di intimità, relax, divertimento e cultura. L’ideale sarebbe iniziare con una tappa in una località romantica come Venezia, Taormina, PragaLondra,  Barcellona e poi raggiungere una meta esotica, che non dispiace mai a nessuno, magari in Polinesia, in qualche isola sperduta delle Hawaii, a Cuba  o per rimanere più vicini, anche alleCanarie.

In alternativa e, sempre che si abbia il tempo sufficiente, si potrebbe proseguire raggiungendo una meta culturale come l’India, la Cina, la Grecia, l’Egitto.

Del tutto eccezionale è invece la vacanza ai caraibi nelle bellissime spiagge dei gay a cuba. qui potete vedere anche tantissimi matrimoni a cuba. Qui le tappe sono numerose e se si decide di affrontare un volo di oltre 20 ore, sarà meglio soffermarsi a visitare tutte le principali mete del continente. Le metropoli di New York, Washington,  Chicago,  Miami, Los Angeles, Las Vegas non si vedono tutti i giorni e forse non ci ricapiterà più di tornarci, quindi condividere 15 giorni con i propri compagni in America non ha assolutamente uguali.

I locali LGBT in Italia

Musica, drinks e tanta gente. Questa sembra essere la formula del divertimento. Da Nord a Sud di locali dove ballare, bere o semplicemente chiacchierare ce ne sono per tutti i gusti, per tutte le età e per ogni preferenza sessuale. Che siano gay friendly o riservati esclusivamente al popolo LGBT, in Italia sono frequentatissimi sia i pub che le discoteche. A partire dalla capitale, nello via San Giovanni in Laterano (Colosseum, Gay Street, Coming Out) e lo storico Bar Hangar. Naked party tutti i lunedì allo Skyline e clientela esclusivamente maschile per Il Diavolo Dentro, che si definisce il gay club più hard della capitale. Altrettanto hard è Milano, al Borgo del Tempo Perso la serata gay è domenica, mentre il sabato nella famosa discoteca HD è Glitter Night. Interessanti anche le serate al Toilet, Elephant, Mono e Depot.

Altrettanto bene promette il Cassero di Bologna, dove ha sede l’Arcigay nazionale, e i club cruising come Movida e Bar’t. E se il Red Club è per soli uomini, tutto al femminile è il Candy Bar, mentre nei mesi estivi allo Chalet dei Giardini Margherita è serata queer la domenica. Il Caffè Leri e il pub Il Male regalano serate tranquille a Torino, dove comunque non manca il divertimento estremo, Les Folies Scandal e il Bananamia sono un esempio per ballare e per quanto riguarda il cruising, l’XXX e il Tunnel Club. A Genova invece, si può ballare al Virgo o frequentare il Lussurian Club, mentre Marghera e Mestre ospitano rispettivamente il Glitter Disco e il Juice Berry. Da non perdere, per chi vive o visita Firenze, Hard Bar 85, Tabasco Disco Gay e Krisko, nel cuore della città, e le serate dedicate Fairy Gold, Flog al Viper.

Scendendo a sud dello stivale, la vita notturna promette altrettanto bene. Pescara con il David Cruising Bar e varie disco tra cui Euphoria e Phoenix. Bari, in provincia, con Diamond Club Privé, Hypnotic e Dolceamara gay disco. Napoli è la città del Depot, del Macho Lato, The Basement, e sul lungomare Aperi Pride. Sud comprese isole, a Palermo c’è il Blow Up e a Catania il Civic 84 e il frequentatissimo Pegaso’s, e le stupende spiagge sarde.

Quando si parla di matrimonio, la prima cosa che viene in mente è l’unione di un uomo e una donna: una cravatta per lui, un bell’abito da sposa per lei, un bouquet da lanciare per le donne della festa e via.

Oggi, però, il matrimonio non è più per forza questo, ma è anche l’unione civile e religiosa di due persone dello stesso sesso. Tra matrimonio gay/lesbo e matrimonio “classico”, possiamo dirlo, non c’è nessuna differenza. In entrambi i casi si tratta di due persone follemente innamorate che vogliono condividere il resto della loro vita insieme e invitano amici e parenti a testimoniare all’evento.

Nel settore delle nozze si parla spesso di “stile”: per esempio, un matrimonio ebraico può incorporare elementi tradizionali ebraici che sono diversi da quelli di un matrimonio cattolico. Questi termini aiutano a descrivere ciò che ci si aspetta da un dato matrimonio. Tuttavia, parlare di “matrimonio gay” è solo il pallido tentativo di descrivere il tipo di rapporto che ha la coppia che si sposa. Per questo motivo, è lecito e normale pensare ai “matrimoni gay” come ad un matrimonio classico.

Una delle particolarità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso è che sono meno tradizionali rispetto a quelli tra un uomo e una donna, più spontanei. Ad esempio, le tradizioni del matrimonio classico vogliono il taglio della cravatta, il reggicalze sfilato con i denti, il lancio del bouquet e così via. Quasi come se fosse un copione del definito. Le coppie LGBT, invece, abbandonano in genere queste cose e si sposano esattamente nel modo che vogliono!

Quale che sia l’orientamento della coppia che si sposa, è fondamentale essere sempre spontanei, in ogni occasione, inclusi video e foto ovviamente.

In un matrimonio gay bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato, una soluzione che differisce dal consueto e regala all’evento un qualcosa di unico e meraviglioso.

Alla fine dei conti non è importante chi si sposa, ma solo che tra le due persone ci sia la giusta alchimia, l’attrazione e il rispetto necessari per poter passare una vita insieme. Solo questo conta.

Matrimoni Gay in Italia

Matrimoni Gay in Italia: presente e prospettive

In Italia il matrimonio omosessuale non è riconosciuto dalla legge. Il bel paese è uno dei pochi in Europa che non ha ancora “aggiornato” il proprio diritto sulla questione di unioni legali tra persone dello stesso sesso.  Molte sono le pressioni da parte della Comunità europea a prendere provvedimenti al riguardo. La Convenzione europea sui diritti dell’uomo, infatti, vieta qualunque discriminazione in base all’orientamento sessuale. L’Italia, ancora restia a legalizzare questo tipo di unioni, sta da anni dibattendo sulla questione. Ricordiamo che la nostra costituzione non vieta esplicitamente matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il problema, però, è che nonostante l’Italia sia un paese laico, la chiesa fa sentire forte la sua influenza.

Molte sono state le proposte di legge avanzate in questi anni, nessuna, però, ha trovato il sostegno del Parlamento italiano.

L’idea del matrimonio si basa fondamentalmente sul concetto di famiglia. Molti, infatti, temono che accettando di legalizzare le unioni gay si possa giungere all’adozione. Il tema dell’adozione per le coppie omosessuali trova forti opposizioni tra i più radicali che si aggrappano al concetto di famiglia identificandolo univocamente come l’unione di un uomo ed una donna. Ed è proprio questa idea e le grandi pressioni della chiesa a ritardare l’approvazione di tali leggi in Italia. Ricordiamo che la nostra costituzione, all’art. 3, recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“. Si potrebbe partire proprio da questo innegabile concetto per portare avanti la difesa di un diritto che non è solo degli omosessuali ma di tutti gli uomini, quello di essere trattati ugualmente.

Lo scorso 13 Marzo 2012 è stata presa presso il  Parlamento Europeo una decisione secondo la quale tutti i Paesi membri della Comunità europea non devono fossilizzarsi su un ristretto concetto di famiglia vietando così le unioni tra omosessuali.

Un notevole passo avanti che, però, non sembra aver fatto breccia tra gli oppositori italiani.

In Italia le procedure fino ad ora seguite per l’approvazione di leggi sui matrimoni omosessuali non seguono l’iter e l’evoluzione che, invece, si è avuta in altri paesi. Ci si aspetterebbe che venissero prima riconosciute le unioni civili per poi passare alla legalizzazione dei matrimoni gay. Invece nel nostro Paese non sono legali nemmeno le unioni civili. Per questo si parla di “coppie di fatto”, coppie che, però, non sono legalmente riconosciute.

Non in tutta Italia, fortunatamente, è così. Vi sono alcune regioni in cui sono stati adottati dei provvedimenti locali che tutelano i partner non legalmente sposati, siano questi eterosessuali o omosessuali. Nel 2004 hanno adottato tali provvedimenti la Calabria, la Toscana, l’Umbria, l’Emilia-Romagna.

Matrimoni Gay in Spagna

Il Matrimonio Gay in Spagna: come funziona

La Spagna è uno di quei paesi in cui è stato legalizzato il matrimonio omosessuale. Il parlamento spagnolo, infatti, il 30 giugno del 2005 ha approvato una legge che rende legale l’unione tra due persone dello stesso sesso. È stato modificato l’articolo 44 già esistente del codice civile spagnolo con l’aggiunta di un paragrafo che ora recita: El hombre y la mujer tienen derecho a contraer matrimonio conforme a las disposiciones de este Código. El matrimonio tendrá los mismos requisitos y efectos cuando ambos contrayentes sean del mismo o de diferente sexo.

(L’uomo  e la donna hanno il diritto di contrarre matrimonio conformemente alle disposizione di questo codice. Il matrimonio avrà gli stessi requisiti ed effetti nel caso in cui i contraenti siano dello stesso sesso o di diverso sesso).

La Spagna non solo ha aperto le porte del matrimonio ai propri cittadini ma, seguendo alcune indicazioni, anche a chiunque voglia sposarsi e non può farlo nel proprio paese. La penisola iberica, infatti, permette la celebrazione di matrimoni anche fra stranieri purché almeno uno dei due futuri coniugi abbia fatto richiesta ed ottenuto la residenza in Spagna. Proprio come accade per le coppie eterosessuali. Ricordiamo che i matrimoni celebrati all’estero tra due persone di ugual sesso non sono riconosciuti nel nostro paese.

In Spagna, oltre che il matrimonio civile, è possibile contrarre anche il matrimonio in chiesa che, come da noi per gli eterosessuali, comporta automaticamente la registrazione civile dell’unione.

Oltre al documento che attesta la cittadinanza spagnola sarà necessario munirsi di un documento, che rilascerà il paese di provenienza, che è il certificato di stato libero. Questo documento attesta che i futuri sposi non hanno già contratto precedente matrimonio o che se l’hanno fatto questo non sia più in vigore. Ricordiamo che il matrimonio tra 2 cittadini stranieri con residenza in Spagna non concede automaticamente la cittadinanza spagnola.

I costi per le pratiche matrimoniali sono pari a zero. Se togliamo l’affitto o l’acquisto di una casa per ottenere la residenze e i costi di un interprete o di un avvocato in cui se ne sentisse la necessità Per il resto tutto dipende da come ognuno vuole celebrare questo evento.

Essendo il matrimonio tra gay identico a quello tra eterosessuali, chiunque può fare richiesta di divorzio nel caso le cose non vadano come si era previsto. Addirittura ora, le procedure si sono notevolmente snellite, permettendo  di presentare richiesta già 3 mesi dopo il fatidico sì. Si spera, naturalmente che i casi in cui questo accada, sia davvero pochi.

Matrimoni Gay, Unioni Civili e Pacs: le differenze

Da anni in Italia e nel mondo esisto coppie di omosessuali che vivono insieme proprio come una famiglia ma che, a causa dell’assenza di una giurisprudenza al riguardo, non possono legalizzare la loro unione. In alcuni Paesi esistono leggi che regolamentano queste unioni ma, sfortunatamente, questo non accade ovunque

Nel mondo esistono diversi tipi di riconoscimento legale delle unioni omosessuali: il matrimonio gay, le unioni civili e i Pacs.

Il matrimonio gay è la legalizzazione civile dell’unione di due persone dello stesso sesso. Questo comporta l’acquisizione di diritti e doveri da parte della coppia come la possibilità di ereditare in caso di morte del coniuge, di prendere decisioni sulla salute del partner, di godere di sconti famiglia, di avere tutele in caso di separazione, di usufruire della pensione del coniuge etc.

Attualmente i Paesi in cui la possibilità di contrarre un matrimonio tra persone dello stesso sesso  è prevista dalla legislazione sono:  Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo, Canada, Sudafrica, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Argentina, Messico ed in alcuni stati degli USA come Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire, New York e Washington DC.

Per unione civile, invece, si intende la convivenza tra due persone non necessariamente omosessuali. Anche questo tipo di legame comporta alcuni diritti per i coniugi. Così come nel caso dei matrimoni gay, le unioni civili non sono legalmente riconosciute in tutto il mondo. I Paesi che non prevedono una legislazione al riguardo sono: Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia.

L’acronimo Pacs sta per Pacte civil de solidarité cioè Patto Civile di Solidarietà ed è una forma di unione civile accettata per la prima volta in Francia nel 1999. Possono accedere ai Pacs non solo le coppie omosessuali ma qualunque coppia che intenda legalizzare la propria unione senza dover necessariamente ricorrere all’istituzione del matrimonio. Sottoscrivendo questa unione le coppie possono godere di alcuni diritti come l’assistenza del partner in ospedale, prendere decisioni sulla salute e sulla vita del proprio compagno, ereditare in caso di decesso.

Organizzazioni e siti di riferimento

Movimenti ed associazioni nate in difesa dei diritti degli omosessuali sono presenti sin dal XIX secolo ma il vero movimento omosessuale come noi lo conosciamo nacque negli anni Sessanta negli Stati Uniti.

Da quegli anni ad oggi molte cose sono cambiate, molte le associazioni nate con l’idea di diffondere un unico concetto: siamo tutti uguali, indipendentemente dalle tendenze sessuali.

Ed è proprio questo che cercano di fare le associazioni italiane come l’Arcigay, l’associazione italiana lesbiche e gay. Nata informalmente a Palermo il 9 dicembre del 1980 da Don Marco Bisceglia, un prete con idee “rivoluzionarie” rispetto a quelli che sono i principi che la chiesa vuole diffondere. A maggio quest’associazione viene legalmente costituita da Massimo Milani, Gino Campanella ed altri 6 volontari. Il loro obiettivo era ed è “l’affermazione della libertà, dell’uguaglianza, dei diritti civili, della presa di coscienza nei rapporti umani”. Molti sono stati i passi avanti, le campagne sostenute e vinte da quanti negli anni si sono uniti al gruppo. Infatti, sono nate in tutta Italia associazioni Arcigay, dal nord al sud. Annualmente si organizzano incontri per dibattere dei più importanti temi sull’omosessualità nel nostro paese.

Questo è il sito dell’associazione: http://www.arcigay.it/

Un’altra nota associazione omosessuale è Gaylib . Come per Arcigay anche Gay Lib ha sedi in tutta Italia. Questa associazione nazionale di centrodestra è stata fondata da Enrico Oliari, Alessandro Gobbetti e Marco Volante nel 1997 a Milano. Come gli stessi fondatori dell’associazione dichiarano, gli omosessuali non sono solo di sinistra. Per cui, forte è la denuncia che muovo contro i partiti di destra e la loro scarsissima attenzione ai temi dell’omosessualità in Italia.

Il loro sito di riferimento è http://www.gaylib.it/

Ad unire molte delle associazioni italiane, anche più piccole e meno note, c’è il Movimento di liberazione omosessuale, conosciuto anche come movimento gay, un insieme di diversi gruppi ed organizzazioni che lottano in difesa dei diritti degli omosessuali, bisessuali, transessuali. Il loro motto è “We are everywhere!”.

In tutto il mondo, ormai, nascono associazioni in difesa dei diritti di gay e lesbiche.
Una delle più famose è ILGA, Internaional Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, il cui sito è http://ilga.org/. Questa associazione nasce l’8 agosto del 1978 in Inghilterra e riunisce gay e lesbiche di tutto il mondo. Ne fanno parte ben 650 associazioni di circa 90 paesi diversi. Il loro obiettivo è la difesa dei diritti dell’uomo e soprattutto dell’abolizione di qualunque tipo di discriminazione

Sposarsi in Emilia Romagna

L’Emilia Romagna è una delle regioni più belle del nostro paese, con tante cose da vedere e da fare che è aperta davvero a tutti. Oltre che turisti “classici”, la regione ospita spesso matrimoni di gran stile, che scelgono le tante bellezze delle cittadine emiliane come location per una giornata da favola. Ecco dunque una serie di idee interessanti per chi vuole sposarsi in questa regione.

Se vi spostate in estate, Rimini, Riccione e Milano Marittima sono tre mete perfette. Si tratta delle location più ambite di tutta la penisola durante i tre mesi più caldi dell’anno: ampie spiagge dove poter fare un servizio fotografico emozionante e diverso dal solito, tanti parchi e monumenti cittadini per arricchire il proprio album dei ricordi; le possibilità sono davvero numerose. A Rimini e Riccione si trovano numerosi fotografi professionisti esperti proprio in album matrimoniali, come Sara Bovincini e Elisabetta Acquaviva.

Per chi vuole fare un matrimonio diverso dal solito segnaliamo i borghi antichi che arricchiscono la regione e permettono di vivere un matrimonio d’altri tempi. Tra i vari troviamo Tabiano, borgo medievale del XI secolo situato in provincia di Parma, immerso ancora oggi in un’atmosfera di relax e natura molto suggestiva.

Nel verde delle colline emiliane, una perla più unica che rara, troviamo il borgo antico Le Viole, in località Castellarano, ricco di storia e in mezzo al verde.

Per chi desidera un pranzo di nozze curato fin nel minimo dettaglio, in una location da sogno, Itrere è un buon hotel per matrimoni a Rimini perfetto, si trova in un’antica torre del ‘300 ed è attrezzato per banchetti nuziali fino a 150 persone.

Per chi vuole andare un po’ più sul classico, allora la scelta ideale è Bologna, capoluogo cittadino, una città spettacolare e ricca di storia, dove potersi sposare con la certezza che sarà un giorno da non dimenticare.

Come abbiamo visto, l’Emilia Romagna è una regione spettacolare e sensazionale sotto diversi punti di vista, anche quello dei matrimoni. Sarà per questo che tanti giovani scelgono proprio questa regione del centro nord come location dei festeggiamenti per quello che sarà il giorno più bello della propria vita.

 

come organizzare un matrimonio economico

Il matrimonio è il giorno più bello della vita, ma può diventare anche quello più costoso. In media, si spendono circa 27 mila Euro per organizzare un matrimonio e le statistiche attestano che i picchi più elevati si raggiungono al sud con ben 40 mila Euro contro i 20 mila del nord Italia.
Ciò accade perché di solito si pensa che il matrimonio sia tanto più bello quanto più sfarzoso. Niente di più sbagliato: con un po’ di attenzione è possibile, infatti, dare una bella limata alle classiche spese per le nozze e potersi così permettere un matrimonio low cost… ma da favola.

Ma è davvero possibile organizzare le nozze dei propri sogni senza spendere una follia? Certo che sì! Di seguito una lista di 13 consigli per risparmiare nel giorno delle nozze.

1. Scelta della data delle nozze. Innanzitutto è possibile risparmiare scegliendo strategicamente la data del proprio matrimonio. Per il periodo appare consigliabile la bassa stagione, tra ottobre e marzo, e per il giorno della settimana è meglio evitare il week-end: scoprirete che i prezzi decresceranno in maniera vertiginosa.

Cerimonia di nozze con pochi invitati
Allestimento semplice per il ricevimento

2. Scelta della chiesa. Il matrimonio in chiesa non è del tutto privo di spese, soprattutto se vorrete sposarvi in una bellissima chiesa del centro città. Per l’ingresso in queste chiese/musei dovrete ovviamente pagare una cifra utile a coprire i costi di manutenzione. Scegliete allora la parrocchia vicino casa che oltre a rappresentare un luogo di affetti e ricordi vi farà risparmiare molti soldi.

3. Gli invitati. Vale davvero la pena invitare parenti e cugini di cui a stento si ricorda il volto? Un’idea per risparmiare sarebbe quella di stilare una limitata lista di persone che si desiderano davvero accanto in uno dei giorni più belli e importanti della propria vita. Forse non invitando lo zio di terzo grado farete offendere un po’ la suocera, ma presto le passerà.

4. Lista di nozze. Potreste, ad esempio, farvi regalare dai vostri parenti più stretti il ricevimento di matrimonio. In questo modo risparmierete di sicuro sui costi del banchetto e all’arredamento della casa penserete più in là. Etichetta vorrebbe che ciascun invitato riesca, con il suo regalo, a coprire almeno il costo del proprio pranzo. Chiedere dunque ai parenti più cari di calibrare il proprio regalo al costo del ricevimento sarebbe la soluzione per coprire i costi della festa.

5. Ricevimento. L’aperitivo di benvenuto ha un prezzo più contenuto rispetto al buffet degli antipasti. Optate magari per il vino della casa e selezionate cibo locale e di stagione. Cercate di evitare lo spreco di cibo, che non va mai bene. Meglio ridurre il numero delle portate e scegliere prodotti di stagione che, oltre a far risparmiare, garantiscono una salutare alimentazione.

6. Fiori e decorazioni. Per gli addobbi floreali la soluzione è dietro l’angolo: limitate l’utilizzo di fiori pregiati e scegliete fiori per il matrimonio di campo o di stagione, come le margherite e le gerbere. Scegliere fiori esotici o particolari può far alzare bruscamente il budget. Se proprio non volete rinunciare ai fiori che vi piacciono di più, dedicate al solo bouquet l’utilizzo di quelli più pregiati. Anche per gli allestimenti di chiesa e ricevimento optate per decorazioni semplici e ricordate che le piante hanno un costo inferiore rispetto alle composizioni di fiori.

Abito da sposa economico
Partecipazioni di nozze low cost

7. Abito da sposa. Sicuramente è molto difficile rinunciare al modello nuovo, esclusivo, visto in quella rivista patinata o su quel sito e che tanto vi ha fatto sognare. Ma attenzione, non sempre l’abito più costoso è quello qualitativamente migliore. Scegliete in base al vostro gusto e non in base al prestigio di un marchio. Una soluzione è quella di comprarlo in internet: gli abiti da sposa online sono la soluzione perfetta che unisce la qualità al risparmio.

8. Vestito da sposo. Per gli uomini invece la soluzione è molto semplice: basterà scegliere un completo passepartout che si possa riutilizzare al lavoro o in altre occasione speciali.

9. Bomboniere di matrimonio. Sulle bomboniere di nozze avete tantissime soluzioni, sempre belle e molto gradite dagli ospiti. Se avete una buona dose di creatività potreste confezionarle proprio con le vostre mani: qui il risparmio sarà davvero tanto. Oppure potreste comprare le bomboniere online: i prezzi di questi articoli in internet sono più bassi rispetto a quelli del negozio fisico, proprio perché si abbattoni i costi di gestione di un negozio e perché sono proprio i fornitori a rivolgersi al compratore finale.

10. Partecipazioni di matrimonio economiche. Anche sulle partecipazioni di matrimonio è possibile risparmiare utilizzando dei piccoli accorgimenti: il prezzo di una partecipazione varia notevolmente a seconda del tipo di carta utilizzata e del tipo di confezionamento. Scegliete le soluzioni più economiche: la carta lavorata a mano o la carta riso costano di più, la partecipazione in cartoncino classico è più economica e non manca certo di eleganza o classe se viene ben confezionata.

11. Viaggio di nozze. Mai rinunciare alla luna di miele: il viaggio di nozze non è un semplice viaggio ma è quello più atteso e più meritato per smaltire lo stress da matrimonio. Come risparmiare sul viaggio di nozze? Potreste chiederlo ai vostri amici come regalo in lista di nozze oppure optare per mete meno gettonate: scoprirete magari luoghi inesplorati e potreste divertirvi molto di più, il tutto a prezzi molto accessibili.

Viaggio di nozze economico
Scarpe da sposa low cost

12. Scarpe ed accessori. In questo caso basterà scegliere dei modelli di scarpe e degli accessori facilmente riutilizzabili anche dopo il giorno del matrimonio. Sarà emozionante indossare nuovamente le proprie scarpe del matrimonio anche in altre occasioni: meglio che tenerle chiuse in una scatola in scarpiera.

13. Wedding Planner. I veri professionisti vi fanno risparmiare in molte situazioni: dai fiori, presi direttamente dall’importatore, ai confetti, acquistati in fabbrica al prezzo di costo, all’abito da sposa che, sfruttando un segretissimo entourage di conoscenze e un pizzico di popolarità, diverrà più leggero nel prezzo finale. A volte l’orgoglio del “faccio tutto da sola così risparmio” va lasciato da parte a favore di un wedding planner esperto che potrà davvero aiutarvi.

Come organizzare un matrimonio low cost: per non sprecare scegliete il fai da te

Partecipazioni, bomboniere, addobbi, decorazioni floreali, location e persino il viaggio di nozze: ecco come organizzare un matrimonio a basso costo senza rinunciare ad una cerimonia di qualità. Il sito che consente di fare la lista di nozze, per regali in contanti, online

 COME ORGANIZZARE UN MATRIMONIO LOW COST –

Di solito, il momento delle nozze è quello nel quale, specie in Italia, non si bada a spese. E si rischia di moltiplicare gli sprechi, come avviene puntualmente, per esempio, con il cibo dei famosi buffet delle cerimonie matrimoniali. Anche in uno dei momenti più felici e più intensi della nostra vita quindi, quando è anche giusto fare qualche sforzo in più di natura economica, è necessario comunque organizzare tutto in modo da ridurre al minimo gli sprechi. Sapete che sono tantissime le associazioni che recuperano il cibo in eccedenza del buffet e lo distribuiscono a chi ne ha più bisogno? Un gesto semplice ma importante per condividere la felicità di questo giorno così importante anche con chi è meno fortunato.

COME ORGANIZZARE UN MATRIMONIO ECONOMICO –

Navigando in rete è possibile trovare tante idee per un matrimonio low cost: le partecipazioni, le bomboniere e persino il viaggio di nozze possono essere realizzati a basso costo, senza rinunciare ad una cerimonia di qualità.

COME ORGANIZZARE UN MATRIMONIO SPENDENDO POCO –

Dalla lista degli ospiti, alle partecipazioni fino alle bomboniere, ecco come organizzare, passo per passo, un bellissimo matrimonio low cost: 

  • La lista degli ospiti. Per organizzare un matrimonio economico è bene partire dalla lista degli ospiti: più invitati significa maggiore spesa, per questo è necessario stilare una lista che non superi le cento persone. Un’idea per accontentare tutti senza limitarsi ai parenti stretti, potrebbe essere quella di dividere il ricevimento in due parti: dopo il pranzo (o la cena) con le persone più care è possibile estendere l’invito ad amici e conoscenti per il taglio della torta.
  • La lista nozze online. Un modo di fare regali utile ed efficace, è quello di scegliere la strada della lista di nozze online. Come? Per esempio, utilizzando la piattaforma di Splitit, un sito che consente di fare il regalo più gradito, in diversi casi, agli sposi: una somma in contanti. Pensate alle coppie che hanno già sostenuto ingenti spese per la cerimonia, oppure hanno la casa pronta e colma di oggetti, ma magari non hanno a disposizione la cifra giusta per godersi un viaggio di nozze. Attraverso Splitit, è possibile fare arrivare, in modo elegante, un cadeau particolarmente apprezzato. Con un piccolo risparmio in più, in termini di lotta agli sprechi: meno buste per regali e per partecipazioni.
  • Le partecipazioni. Possono essere realizzate a mano con un pizzico di fantasia. I più tecnologici possono optare per una partecipazione originale da inviare tramite mail. Un’altra idea è quella di creare un evento sui maggiori social network. Anche tableau e segnaposto si prestano bene al fai da te: è possibile infatti crearli su cartoncino o usando paste modellabili, tipo fimo.
  • La scelta della location. Ricordate che castelli, ville e cerimonie sono tra i più richiesti ma anche tra i più cari. Per risparmiare è quindi possibile scegliere trattorie o agriturismi, evitando se possibile i weekend, oppure optare per un buffet all’aperto.
  • Scelta del vestito. Se per lo sposo le soluzioni riguardo all’abito sono facilitate, la sposa deve destreggiarsi tra la scelta del vestito, del make up e dell’acconciatura. Per l’abito da sposa ci si può rivolgere ad outlet oppure a negozi dell’usato e perfino all’affitto, per trucco e capelli ad un’amica.
  • Addobbi, bouquet e decorazioni floreali. Risparmiate scegliendo fiori di stagione e affidandovi ad un fiorista di fiducia.
  • Musica. Durante il ricevimento non può mancare la musica, ma come evitare di spendere una fortuna per invitare una band o un animatore? Semplice, si può preparare un cd o caricare delle canzoni all’interno di una pennetta usb, magari suddividendole a seconda del momento: musica tranquilla durante il banchetto e e più movimentata per i balli.
  • Le fotografie. Un’idea originale potrebbe essere quella di lasciare il compito ai vostri ospiti, il risultato non sarà professionale, ma sicuramente avrà un grande valore affettivo! Quando la serata sta per concludersi è d’obbligo lasciare agli invitati un ricordo delle nozze: bomboniere o cadeau possono essere realizzati allo stesso modo delle partecipazioni, magari andando alla ricerca di idee originali sul web.
  • Viaggio di nozze. Ultimo, ma non meno importante: il viaggio di nozze. Considerando che la maggior parte delle coppie che convola a nozze convive già da tempo, potrebbe essere utile inserire la luna di miele nella lista dei regali. Oggi sono tantissime le agenzie di viaggio che potranno aiutarvi nella decisione della location: faciliterete inoltre amici e parenti nella scelta del regalo.

Sarebbe il sogno di tutti noi: organizzare un matrimonio economico e perfetto. Sposarsi spendendo pochi soldi è possibile. Quando una ragazza pensa al giorno più importante della sua vita non può fare a meno di immaginare un abito da sposa principesco, un pranzo di matrimonio assolutamente esclusivo e dettagli unici che renderanno le proprie nozze indimenticabili. Quando una coppia decide poi di fare il grande passo si scontra inevitabilmente con le richieste, a volte esagerate, del mercato: non tutti hanno a disposizione decine di migliaia di euro per ingaggiare un wedding planner ma, giustamente, nessuno vuole rinunciare alla qualità e ai dettagli. Come fare allora? Quali sono i segreti per organizzare un matrimonio economico ma perfetto?

Per prima cosa, gli invitati al matrimonio: è matematicamente chiaro che, più persone parteciperanno, più spenderete. Se volete che il vostro evento risulti curato e qualitativamente eccellente, vi consiglio di cercare di ridurre il numero degli invitati e dei parenti e inviare al massimo 100 partecipazioni. Dovete poi tenere presente che le location più esclusive, come ville e castelli con servizio catering richiedono almeno 100 euro a persona. Un consiglio: invitate solo persone educate. Rischierete di fare una cattiva figura nel caso in cui i vostri amici non conoscano le regole del bon ton per un matrimonio.

Location per il matrimonio

Anche la location è importantissima per organizzare un matrimonio. Sono tante le soluzioni tra cui potrete scegliere. Quella che vi consigliamo è un agriturismo o una trattoria fuori porta. Entrambe le location vanno però prenotate con largo anticipo. In questo modo, potrete gustare dell’ottimo cibo in un contesto più semplice e spendendo decisamente di meno. Altra soluzione, se vi sposate di mattina in città, è quella di organizzare un brunch di nozze, che di certo non avrà i costi spropositati di un classico pranzo.

Decorazioni per il matrimonio

Importantissime sono le decorazioni floreali per il vostro matrimonio. Anche in questo caso però, scontrarsi con le richieste del mercato potrebbe essere un vero proprio shock! Evitate di scegliere il flower designer più alla moda della vostra città, ma rivolgetevi ad un fiorista di quartiere. Preferite sempre fiori di stagione, che possono costare meno, invece di varietà esotiche e difficili da trovare. Quando scegliere le decorazioni per la Chiesa ricordatevi di non esagerare o rischiate di spendere tanti soldi inutilmente. Fate attenzione anche al bouquet da sposa, scegliendo i fiori migliori per ogni stagione dell’anno.

Bomboniere per il matrimonio

Anche le bomboniere sono un dettaglio da non trascurare. Se volete risparmiare vi consiglio di evitare il classico oggettino in argento ma di concentrarvi sui confetti (che devono essere sempre di ottima qualità) e sulla confezione.

Creare un sacchettino chic e di classe con le vostre mani non sarà certo difficile: potete farli realizzare dalla mamma o da un’amica che ha dimestichezza con la macchina da cucire scegliendo personalmente la stoffa. Vi basterà poi finirli con nastri in raso in tinta per un effetto professionale e molto alla moda. All’interno del sacchettino potete inserire cinque confetti, che è sicuramente il numero perfetto.

Abiti da sposa

Ed è il momento dell’abito da sposa. Tocchiamo il “punto dolente” per cui le spose non vorrebbero mai badare a spese! Se volete organizzare un matrimonio economico, l’abito può essere tranquillamente realizzato in una sartoria di fiducia che vi seguirà dal momento dell’acquisto delle stoffe fino all’ultima prova. In alternativa, perché non puntare sullo stile vintage? Si trovano abiti bellissimi e pezzi unici che vi consentono di risparmiare non poco rispetto a quelli acquistati in un negozio alla moda della vostra città. L’importante è essere bellissime scegliendo lo stile e il modello che più vi piace.

Bellezza della sposa

Un aspetto da non sottovalutare è la bellezza degli abiti da sposa. La donna il giorno del suo matrimonio deve essere impeccabile. Si parla soprattutto di make up e acconciature per la sposa che devono essere perfette ma che possono essere realizzate tranquillamente anche da voi o da un’amica. Se avete i capelli lunghi e decidete di portarli sciolti non avrete difficoltà, con l’aiuto della mamma o di un’amica: per le acconciature più importanti vi consiglio però di rivolgervi sempre al parrucchiere: la mano esperta del vostro hair stylist saprà realizzare la pettinatura più adatta al vostro viso e all’abito che indosserete.

Musica per il matrimonio

Anche nella selezione della musica per il matrimonio, potrete risparmiare, ingaggiando un amico o un conoscente che si “improvviserà” DJ. Preparate alcuni CD o Mp3 con le vostre compilation preferite e, una volta acceso lo stereo, il gioco è fatto, senza dover pagare un professionista che lo faccia per voi! Se invece volete affidarvi a un dj esperto, prima informatevi dettagliatamente sui prezzi di mercato. In questo modo potrete risparmiare un po’ di soldi e avere comunque un servizio eccellente. Anche per la Chiesa, scegliete con attenzione la colonna sonora adatta. Potete magari parlare con il coro della parrocchia prima della cerimonia in modo da scegliere tutte le musiche per le vostre nozze.

Se in questo articolo non hai trovato tutte le idee che cercavi per le tue nozze, leggi anche gli altri post su come organizzare un matrimonio:

Tempo fa il sito Style Unveiled ha pubblicato una lunghissima e utilissima lista di 101 cose che si possono fare per organizzare un Matrimonio Green o anche solo per abbattere i consumi nel Vostro Grande Giorno.

ha ripreso la lista, adattandola leggermente al contesto Italiano.

  1. Celebrate la cerimonia nella stessa location dove si terrà il ricevimento
  2. Scegliete una torta nuziale semplice
  3. Usate la biancheria fornita dal Ristorante che avete scelto
  4. Indossate un abito da sposa in tessuti naturali, come la seta grezza.
  5. Scegliete una cartolina di risposta, così non avrete bisogno di buste
  6. Scegliete un abito da sposa semplice, che potrete indossare di nuovo
  7. Create un sito internet dedicato al Matrimonio, in modo da utilizzarlo anche per comunicare con gli invitati
  8. Usate pietre levigate in una bella ciotola bassa come centrotavola
  9. Donate il vostro abito da sposa, una volta utilizzato, ad associazioni caritatevoli
  10. Scegliete abiti per le damigelle e i paggetti che potranno reindossare
  11. Scegliete un abito da sposo che potrà essere riutilizzato
  12. Liberate farfalle al posto del riso, il riso uccidgli uccelli che lo ingeriscono
  13. Utilizzate piatti in porcellana e bicchieri in vetro al posto di quelli usa e getta
  14. Scegliete una fiorista che utilizza fiori locali e di coltura organica
  15. Accettate risposte dai vostri ospiti tramite internet (o tramite un sito dedicato alle vostre nozze) in modo da risparmiare carta.
  16. Create una lista nozze in negozi locali, in modo da risparmiare in materiali di spedizione e benzina
  17. Usate oro riciclato per le vostre Fedi 
  18. Scegliete un ristorante che sia vicino casa
  19. Realizzate il bouquet da sposa da sole, raccogliendo fiori di campo
  20. Utilizzate un tandem per spostarvi dalla Chiesa alla Location
  21. Utilizzate piante in vaso per i centrotavola per un matrimonio più organico
  22. Utilizzate piatti e posate biodegradabili e compostabili, realizzate con amido di mais, canna da zucchero o foglie tropicali
  23. Al posto delle Bomboniere, donate soldi a una associazione benefica per un mondo più verde
  24. Fate una lista nozze verde
  25. Usate tovaglioli di stoffa al posto di quelli di carta
  26. Per i libretti messa e i menù utilizzate carta riciclata al 100% con procedimenti che non hanno richiesto l’uso di cloro
  27. Piuttosto che offrire ogni tipo di cocktail, fatevi realizzare un unico cocktail personalizzato con ingredienti organici, come la vodka organica
  28. Usate carta di canapa per i vostri Save the date e per le partecipazioni
  29. Scegliete cibo di stagione per il banchetto
  30. Scegliete un matrimonio intimo. Più gente invitate, maggiore sarà l’impronta di carbonio rilasciata dal vostro Matrimonio
  31. Donate i fiori delle decorazioni ad un ospedale o a una casa di cura
  32. Regalate a ciascun ospite una lampadina a risparmio da 11 watt come bomboniera. Ogni lampadina a incandescenza da 50 watt rimpiazzata farà risparmiare 785€  (685£) di diossido di carbonio.
  33. Regalate un segnalibro realizzato con carta con semini di fiori fatta a mano come bomboniera. Così potrà essere piantato dopo l’uso.
  34. Scegli scarpe da sposa che potrai rimettere.
  35. Scegliete un catering che composta il cibo avanzato.
  36. Usate fiori locali per le decorazioni
  37. Lanciate petali di rosa invece di lanciare riso.
  38. Scegliete Fedi Nuziali d’epoca
  39. Optate per partecipazioni realizzate in carta di bamboo
  40. Se volete mettere a disposizione degli ospiti una macchinetta fotografica per ogni tavolo, noleggiatene di digitali invece di acquistare quelle usa e getta
  41. Per il viaggio di Nozze scegliete il Treno, invece dell’aeroplano
  42. Acquistate un abito da sposa usato in una boutique vintage o online
  43. Scegliete una luna di miele eco-sensibile. Fata un viaggio vicino casa o considerate una destinazione del circuito del turismo sostenibile.
  44. Scegliete un menù senza carne per il banchetto
  45. Fate una cerimonia e un banchetto all’aperto per risparmiare luce
  46. Scegliete fornitori che attuano una politica “green” e che utilizzano pratiche per matrimoni eco-sostenibili.
  47. Scegliete un anello con gemme free-conflict per l’anello di fidanzamento.
  48. Vivete “green” anche dopo il Matrimonio
  49. Scegliete cioccolato organico (o proveniente da commercio equo-solidale) come bomboniere
  50. Scegliete tutti fornitori della zona
  51. Regalate erbe aromatiche secche come bomboniere
  52. Scegliete un servizio fotografico solo digitale
  53. Regalate bulbi di fiori come bomboniere
  54. Piantate un albero in ricordo del vostro Matrimonio. E poi piantate un albero per ogni anniversario.
  55. Usate candele realizzate con cera d’api
  56. Usate biancheria riutilizzabile invece di quella usa e getta
  57. Scegliete un catering organico 
  58. Per le stampe, usate una stampante che può utilizzare carta ad alta percentuale di contenuti riciclati.
  59. Usate un make up naturale
  60. Chiedete ai vostri invitati di piantare fiori nei loro giardini da utilizzare come centrotavola. Questo aggiungerà anche un bellissimo tocco personale ai centrotavola.
  61. Piuttosto che organizzare una grande festa, fuggite!
  62. Fate firmare ai vostri ospiti una foto del vostro fidanzamento, al posto di un libro degli ospiti
  63. Se la maggior parte dei vostri ospiti viene da una città, invece di farli spostare, organizzate il Matrimonio in quella città, spostandovi solo voi.
  64. Se andando a vivere insieme vi ritrovate ad avere molte cose doppie, regalate il di più ai vostri ospiti invece di chiedere loro di farvi un regalo.
  65. Chiedete ai vostri ospiti di fare una donazione ad un ente benefico, invece di acquistare un regalo per voi.
  66. Acquistate l’anello di fidanzamento con diamanti provenienti dal Canada o dall’Australia.
  67. Scegliete una location no profit per la cerimonia e il banchetto.
  68. Arrivate alla cerimonia e al ristorante a piedi, su un’auto ibrida o su una smartcar
  69. Donate il cibo avanzato ad associazioni che lo distribuiranno ai bisognosi, invece di buttarlo via.
  70. Prenotate camere in hotel eco-friendly per gli ospiti che verranno da fuori.
  71. Scegliete fiori provenienti dal commercio equo.
  72. Scegliete un viaggio di Nozze all’aperto, come il campeggio.
  73. Utilizzate il velo dell’abito da sposa della nonna, così avrete anche “qualcosa di vecchio”.
  74. Donate tutto il cibo che avanza ad associazioni come la Caritas
  75. Usate una lacca non inquinante
  76. Andate scalzi (magari sposandovi sulla spiaggia)
  77. Per la festa di addio al nubilato fate un regalo riutilizzabile e realizzato localmente
  78. Se avrete delle damigelle, invece di dare loro bouquet, date delle borsette che potranno realizzare
  79. Usate candele a base di soia
  80. Decorate con i rami
  81. Usate le decorazioni della Chiesa anche per il Ristorante
  82. Fate la raccolta differenziata per la carta anche il giorno del Matrimonio
  83. Usate una carrozza trainata da un cavallo al posto della macchina
  84. Assicuratevi che il catering o il ristorante prendano la carne da fattorie che non usano sistemi crudeli nei confronti degli animali
  85. Se optate per un matrimonio shabby chic, acquistate piatti usati nei mercatini e poi portateli indietro quando avete finito
  86. Invece di acquistare champagne per il brindisi, fate brindare i vostri ospiti con quello che stanno già bevendo (o optate per il più economico Spumante)
  87. Quando portate a lavare l’abito da sposa, assicuratevi che vengano usati detergenti eco-sostenibili
  88. Regalate ai vostri ospiti una playlist delle vostre canzoni preferite, come bomboniera
  89. Servite vino locale ed organico
  90. Optate per un pranzo o una cena a buffet, o un picnic wedding al posto del pasto seduto.ùù
  91. Se organizzate il matrimonio in una località diversa dalla vostra città, fate alloggiare tutti gli ospiti nello stesso hotel e organizzate in quello stesso hotel il pranzo di nozze
  92. Calcolate i km che dovranno fare i vostri ospiti per essere presenti al vostro Matrimonio e compensate l’emissione di anidride carbonica facendo una donazione ad enti che si occupano della riforestazione.
  93. Usate frutta locale per decorare e farcire la torta
  94. Fate indossare alle vostre damigelle, se le avrete, un abito nero che sicuramente hanno già
  95. Acquistate gli abiti da sposa e da sposo in negozi locali o che hanno una linea di produzione propria.
  96. Fate la cena di prova (o l’addio al nubilato) a casa di amici in modo che ognuno aiuti nella cucina.
  97. Andate a sposarvi da soli e lontano e quando tornate organizzate un semplice ricevimento a buffet con gli amici e i parenti più stretti.
  98. Scegliete un video digitale
  99. Regalate alberelli al posto delle Bomboniere
  100. Fate una donazione a nome dei vostri ospiti al posto delle Bomboniere
  101. Continuare a diffondere il vostro credo verso uno stile di vita verde e rispettoso dell’ambiente anche con i vostri familiari

Prossimo articolo parleremo del matrimonio gay ma sopratutto del matrimonio gay a cuba e del matrimonio a cuba

Abiti prima comunione tendenze 2017

Abiti per la Prima Comunione in pizzo, per piccole principesse: tanti modelli di vestitini di pizzo per la Comunione per far sentire tua figlia speciale in un giorno importante. Sfoglia la gallery e scegli il più bello tra gli abiti in pizzo per la Prima Comunione selezionati per te, così da regalare alla tua piccola eleganza e un pizzico di magia!

La scelta dell’abito per la Prima Comunione è molto importante e sentita per mamme e bambine perchè rappresenta uno dei giorni più importanti in cui le vostre figlie si sentono le vere protagoniste. Proprio per questo è importante scegliere il vestitino per la Comunione insieme, dando qualche prezioso consiglio da adulte ma lasciando decidere alle più piccole.

L’occasione speciale richiede, di solito, un certo grado di eleganza che spesso è molto apprezzata dalle bambine. L’abito in pizzo per la Prima Comunione può essere, quindi, una bellissima soluzione per far sentire la vostra piccola una vera e propria principessa. Certo, è un tipo di abito impegnativo perchè di solito è pomposo, con gonne ampie, ricco di dettagli, volant e merletti, ma con un fascino magico che non lascia indifferenti.

Oggi, gli abiti in pizzo possono sembrare un po’ retrò, e spesso vengono surclassati da abiti in tessuti leggeri e comodi, privilegiando tagli svasati e lineari. Talvolta, infatti, i vestitini di pizzo per la Comunione sono considerati scomodi perchè poco pratici per il gioco e il divertimento del dopo cerimonia, ma, in realtà, se si sa scegliere con cura, esistono modelli di abiti in pizzo per bambinacomodi e versatili che, con nastri e gonne a balze componibili, che si trasformano in pratici vestiti, adatti anche alle principesse più vivaci.

I tessuti più frequenti per gli abiti da cerimonia per bambini sono cotone, pizzo sangallo, pizzo macramè, incrostazioni di pizzo su doppi strati di tulle, spesso abbinati a decorazioni di strass, fiori in tessuto applicati, chiffon e organza di seta. L’effetto è sempre molto prezioso ed elegante così da conferire importanza e luminosità alle nostre bambine. Tanti i brand di moda che offrono modelli di abiti in pizzo per la Comunione come Monnalisa, Renato Balestra, Carlo Pignatelli e Petit Sora che potete ammirare anche nelle immagini proposte nella gallery.

Il colore è soggettivo e dipende dai gusti personali: non solo abiti per la Comunione bianchi, ma anche vestiti in pizzo colorato per bambine, decisamente vivaci e divertenti. Ce ne sono di bianchi con dettagli colorati o totalmente colorati in tonalità pastello come rosa e azzurro. I dettagli sono molto importanti e devono essere curati perchè possono trasformare un abito elegante e chic in una mise pacchiana e decisamente too much. Curate, quindi, le acconciature per la Prima comunione, optando magari per coroncine per capelli e cerchietti e scegliete un paio di scarpe comode ma adatte ad un look raffinato e di classe.

Nella gallery trovate tantissime idee per vestiti in pizzo per la Prima Comunione tra cui scegliere in compagnia delle vostre principessine per festeggiare il loro giorno speciale con eleganza, facendole sentire le protagoniste più belle di tutta la festa.

Rosa Clarà ha realizzato degli abiti per la prima comunione 2017, che le bambine possono indossare anche in caso di cerimonia. La collezione Firstcomprende tante deliziose creazioni caratterizzate da una base candida e qualche dettaglio ricamato o ricercato anche a contrasto. La nota casa di moda bridal ha pensato, dunque, anche alle più piccole realizzando per loro dei vestiti deliziosi, molti dei quali ampi ma anche qualcuno più scivolato. Vediamo insieme la collezione di abiti per bambine per la prima comunione 2017.

Anche le bambine, nel giorno della loro prima cerimonia ufficiale, vogliono apparire bellissime, quasi delle principesse. In effetti, proprio quando si apprestano a ricevere la comunione, hanno la possibilità di indossare il loro primo vero vestito bianco, proprio come fossero delle piccole sposine. Per questo motivo e per non cadere nel banale, Rosa Clarà, oltre la collezione bridal 2017, ha disegnato anche la linea First, ideata proprio per le bambine.

La selezione di vestiti per le giovani fashion girl comprende proposte utili non solamente alla prima comunione ma anche a varie cerimonie, soprattutto per rivestire l’ambito ruolo di damigella d’onore.

La collection vanta delle creazioni molto chic e raffinate, molte delle quali in stile principesco. Tra i modelli più raffinati e sobri c’è Renata, realizzato in seta e chiffon, con leggera arricciatura sul giromanica, ma anche Rocio, con dettaglio di pizzo sulla gonna, sulla quale troviamo anche delle righe in tessuto più coprente.

Tanti i modelli dalle forme voluminose, come Rebeca, Regina e Rosario, ma non mancano delle creazioni dalla linea più scivolata. Se amate la moda degli anni ’20 sicuramente non riuscirete a resistere al modello Romina, un lungo vestito in pizzo con maniche al gomito e guantini coordinati, o anche Reina, con taglio impero. Oltre ai numerosi abiti bianchi da prima comunione 2017, ci sono anche delle proposte caratterizzate da qualche accenno colorato, come il rosa, che decora con garbo alcune cinture a fascia alta.

Inoltre, nella linea del brand troviamo anche dei modelli proposti in avorio, per chi preferisce una tinta più calda e delicata, sui quali troviamo delle spille e dei fiori applicati di qualche tono più scuro ma sempre sobrio. Nella nostra gallery potrete vedere l’intera collezione di vestiti da prima comunione e damigella 2017 di Rosa Clarà: scopritela tutta e scegliete il modello perfetto per la vostra piccola principessa.

Scegliere i vestiti per la comunione non è sempre facile perché il baby look di questo evento importante deve essere, allo stesso tempo, elegante e ricercato ma non eccessivo o pomposo. Per i genitori alla ricerca degli abiti da prima comunione adatti a bambine e bambini, però, i consigli arrivano (anche) dalle passerelle dedicate alla moda baby: ecco gli spunti più interessanti e qualche consiglio generale.

Abiti da comunione: cosa sì e cosa no

Prima di entrare nel merito dei look per maschietti e bambine, però, è indispensabile una piccola premessa di dress code. I vestiti per la comunione, infatti, devono seguire alcune regole assolute.

La prima riguarda i colori che sarebbero da prediligere nelle nuance più chiare data l’occasione festosa e la simbologia connessa alla purezza dei piccoli protagonisti del sacramento.

La seconda, invece, punta l’attenzione sui tagli: attenzione a non optare per abiti troppo sofisticati (che sono più adatti a vestire damigelle e paggetti in occasione dei matrimoni) privilegiando la semplicità di tagli adatti a lasciare i giovani protagonisti più liberi di muoversi.

Vestiti comunione per bimba


Candido e chic il vestito da prima comunione bambina visto sulle passerelle fiorentine di Piccola Ludo. © Imaxtree.com

L’abito da prima comunione per la bambina di casa dovrebbe essere, come si diceva, declinato su tonalità chiare che possono spaziare dal bianco immacolato alle più romantiche tra lenuance pastello (dal rosa confetto all’azzurro chiaro passando per un giallo tenue o un verdino leggero).

Per quanto riguarda il taglio sono da preferire i vestiti interi, più comodi rispetto ai due pezzi gonna e camicetta, che si potranno abbinare con paperine in pendant (ovviamente, e rigorosamente, flat) o, per le più fashioniste, con mocassini allacciati da prediligere in colori, anche loro, chiari.

Il suggerimento dai catwalk arriva dalla sfilata a Pitti Bimbo per la Primavera/Estate 2017 del marchio Piccola Ludo che immagina un abito ampio e bianchissimo caratterizzato dal corpetto stretto, dalla vita alta e dalla gonna voluminosa dall’orlo vagamente asimmetrico. Il consiglio in più? Quello di giocare con l’acconciatura della prima comunione aggiungendo alla chioma un dettaglio in tinta con il vestitino.

Vestiti comunione per bambino


Abiti da comunione (per maschietti)? Il suggerimento è di optare per le tonalità pastello scegliendo morbidi bermuda al posto dei classici pantaloni lunghi. © Imaxtree.com

Ma i suggerimenti di outfit per gli abiti da comunione sono numerosissimi anche se a prendere per la prima volta il sacramento è il maschietto di casa. Anche in questo caso simply is better: meglio, quindi, evitare i completi troppo rigidi che sembrano esemplari in miniatura dell’abito di papà e scegliere, piuttosto, una giacca in morbido cotone o in filo da abbinare a pantaloni, altrettanto fluidi, declinati su una tonalità in pendant.

Dalle passerelle del fashion in formato mignon si fa portatore del suggerimento il marchio Trottolini Milano che immagina il baby protagonista vestito con un paio di bermuda in lino declinati sul beige e abbinati a una camicia candida, a una giacca (ancora beige) dal fit confortevole e dalla bordatura bianca e a un vezzoso papillon tono su tono con la camicia. Per completare il look con un tocco di stile d’altri tempi il suggerimento è quello di abbinare calzini alti fin sotto il ginocchio e stringate classiche, preferibilmente marroni

Come vestirsi per un battesimo, una prima comunione o una cresima? Queste cerimonie religiose richiedono una particolare sobrietà e semplicità nello stile. Per un battesimo o una cresima, per esempio, sia per una semplice invitata che per la madrina il consiglio principale è quello di non esagerare con vestiti troppo vistosi o decori appariscenti. Spesso, i look più elaborati sono indicati per chi è invitata a un matrimonio, anche perché sono cerimonie e festeggiamenti che cominciano al mattino e finiscono la sera.

Le altre cerimonie religiose, come battesimi, comunioni e cresime sono molto più brevi, e anche il ricevimento non è sempre ricco e fastoso come quello dei matrimoni. Se la parola d’ordine è quindi sobrietà, anche un’invitata deve vestirsi di conseguenza.

Ecco di seguito qualche regola da rispettare sempre e comunque:

  • evita gonne troppo corte e vestiti troppo scollati
  • evita colori troppo accesi
  • evita vestiti troppo luminosi o glitter
  • scegli gioielli discreti ed eleganti
  • puoi indossare il colore bianco o il nero, a differenza dei matrimoni

I vestiti da cerimonia per primavera e autunno

Cinquanta sfumature di nero

Arriva nelle sale il secondo capitolo della saga sexy

Che vestito scegliere, soprattutto se sei invitata a una di queste cerimonie religiose in estate, in primavera o in autunno? Nella scelta dell’outfit, sono ammessi anche i vestiti smanicati, l’importante è evitare abiti troppo sexy come i vestiti con bretelle sottili (a sottoveste) o con spacchi profondi. La regola di base è non essere troppo appariscenti, ma spesso è anche una questione d’età. Le invitate o le madrine più giovani possono anche osare una gonna un po’ più corta, per esempio, ma sempre senza strafare. Un modo per permettersi una gonna corta senza destare troppa disapprovazione, se vuoi, può essere quello di scegliere un colore più delicato, non troppo sexy, come il rosa, il celeste o il verde acqua. Queste tinte pastello sono poi colori ideali per battesimi e altre cerimonie in primavera.
E in autunno? Se il vestito a maniche lunghe non è il tuo forte, o semplicemente non ti piace, puoi sempre creare un completo: un tailleur giacca e gonna, o giacca e pantalone, forse è anche meglio, vista l’importanza di essere semplici ma chic. Che cosa c’è di più discretamente elegante di un completo con un cenno di colore?
Nelle immagini qui sotto trovi i vestiti e i look più adatti per battesimi, comunioni e cresime. C’è anche una vasta scelta per chi veste taglie forti!

Vestito per una cerimonia religiosa Cutie London

 Sandali per la primavera-estate, décolleté per l’autunno-inverno: le scarpe più adatte

Passiamo agli accessori. Quali sono le scarpe ideali da indossare a una cerimonia religiosa? Vale sempre la regola della sobrietà, naturalmente, con delle eccezioni e delle considerazioni da fare: se il tuo vestito è molto semplice, e magari di un colore scuro come il nero o il blu, allora puoi osare con qualche accessorio luminoso. Vale sia per le scarpe che per le borse. Per quanto riguarda la stagione, invece, per i battesimi in primavera o estate puoi anche osare un sandalo gioiello senza calze, a patto che il resto del look sia poco vistoso. In autunno e inverno è invece meglio preferire, per ovvi motivi, delle scarpe chiuse: la scelta migliore è ovviamente quella delle décolleté, sempre chic e adatte a ogni occasione. Gli stivali sono invece un argomento delicato, perché bisogna sempre vedere come si accompagnano al tuo outfit. In ogni caso, se proprio devi, scegline un paio di pelle liscia e lucida, di un colore scuro, e possibilmente non troppo alti sulla coscia: meglio i tronchetti degli stivali veri e propri!

La Prima Comunione è il primo sacramento in cui i bambini posso scegliere l’abito con cui sentirsi i protagonisti della loro festa. Da alcuni anni quasi in tutte le parrocchie viene utilizzato il saiodurante la cerimonia in chiesa, per questo motivo i bambini sono liberi di scegliere l’abito che più rispecchia il loro modo di essere.

Per le bambine che sognano l’abito classico per la cerimonia, nella nostra boutique potete trovare abiti chiari, bianchi o panna, da una linea più semplice e scivolata, a una linea più “pomposa”, ricca di tulle e ricami. Per chi invece preferisce un abito colorato, ogni collezione propone modelliche vanno da un abito elegante a un abito più fashion, seguendo le tendenze della moda.

Qualunque sia la scelta, potrete trovare un vasto assortimendo ti accessori quali fermagli,coro_ALE9670ncine, frontini, coprispalle, borsette e scarpe da abbinare al vostro abito.

Per i bambini che sognano l’abito elegante potete trovare numerosi completi con giacca, gilet,camicia, pantalone e cravatta, sia nei colori classici che in quelli alla moda.
Per i più sportivi invece proponiamo un vasto assortimento di camicie, pantaloni, gilet o cardigan in filo da coordinare per creare un completo comodo e fashion. Anche per i maschietti sarà possibile abbinare ogni completo con scarpe, cinture e cravatte.

Abiti cerimonia bambina 2016: i modelli più belli

Sono tra i più amati dalle piccole: gli abiti cerimonia bambina, infatti, sono quanto di più simile all’amato e desiderato vestito da principessa, tra sbuffi, tulle e ricami, e per questo le piccole sono ben contente quando in casa arriva l’invito per un matrimonio o una cerimonia, o quando è il loro turno da protagoniste per la comunione.

Non sempre è così facile destreggiarsi tra le proposte sul mercato, che si fanno sempre più numerose, accattivanti e – per fortuna – per tutte le tasche.

GALLERIA DI IMMAGINI: ABITI CERIMONIA BAMBINA 2016, LE PROPOSTE

Ecco, allora, qualche idea da acquistare o da cui trarre spunto tra i modelli più belli degli abiti cerimonia bambina 2016.

  • Fay. La collezione Primavera Estate 2016 di Fay Junior è caratterizzata dalla raffinatezza senza tempo del bianco e nero, che si traduce in capi dall’allure sofisticato, ma anche ironici grazie a forme e volumi over addolciti da accenni di rosa, perfetti per un total look da cerimonia.
  • Ermanno Scervino. Le bimbe ai matrimoni passano il tempo ad ammirare la sposa, vorrebbero essere belle come lei in quel giorno: fate vivere loro un sogno con l’abito lungo bianco, dal corpetto con fiori ricamati, della collezione Primavera Estate 2016 di Ermanno Scervino. Le proposte per la stagione sono tutte delicate, tra il celeste e il verde chiaro, per un tocco bon ton delizioso.
  • Fendi Kids. Farà felici le più romantiche l’abito a manica corta realizzato in seta bianca con il motivo sterlizia sui toni del lilla, rosso, giallo e azzurro stampato all over. La semplicità del pezzo non preclude l’attenzione ai dettagli che Fendi Kids mette in ogni vestito: arricchito con cintura in vita in tono e chiusura a goccia con due bottoni in madreperla a funghetto con il motivo doppia F impresso, ha una fodera interna realizzata in mussola di cotone bianco.
  • Kiabi. Da Kiabi una proposta deliziosa per le più piccine, che saranno da “mangiare con gli occhi” con questo abito da cerimonia senza maniche in tulle, con gonna a sbuffo in pizzo e macramè e chiusura con zip sul retro.
  • H&M. Se la piccola vuole “imitare” la mamma glamour non c’è niente di meglio dell’abiti da sposa di pizzo elasticizzato bianco naturale a maniche corte, con sottoveste in jersey con spalline sottili cucita sotto, da H&M.
  • Brums. Brums è un marchio nato sessanta anni fa proprio dall’esigenza di vestire con qualità la personalità esuberante dei bambini. Per le piccole fino a 24 mesi l’abito fiorato con fiocco e senza maniche è perfetto in occasioni speciali e formali: il look diventa raffinato e chic senza trascurare il comfort e la praticità necessari. Per la cerimonia, infatti, niente è più dolce di colori confetto, bon bon e marshmallow impreziositi da strass applicati e stampe soft che esaltano un look elegante.
  • Modì Collezione. Dall’idea di due fratelli supportati da una tradizione manifatturiera trentennale in Puglia nasce Modì Collezione, che disegna e realizza romantici abiti ed accessori per bambini, per indimenticabili occasioni speciali. Originalità ed innovazione caratterizzano ogni singolo abito, realizzato artigianalmente con materiali di altissima qualità. Nella collezione PE 2016 il bianco si unisce all’azzurro intenso, proprio come nella città bianca Ostuni, parte del territorio a cui il brand si ispira.

Abiti da sposa boho chic nuove tendenze

Gli abiti da sposa Boho chic sono apparentemente semplici e meno elaborati rispetto ai più tradizionali, ma per scegliere lo stile giusto è necessario fare attenzione a molti dettagli. Boho chic significa morbidezza e originalità, ecco perché si propende per abiti a-line, a impero o dal taglio diritto, e per tessuti fluidi come lo chiffon, decorati con ricami e pizzi a tema floreale. I colori preferiti dalla sposa Boho chic sono il beige, l’avorio e lo champagne, oppure il bianco decorato con inserti colorati secondo le tinte della primavera-estate. L’acconciatura Boho è morbida e fluente, oppure raccolta con nonchalance. Molto in voga le trecce e gli chignon bassi. Le scarpe sono prevalentemente basse e aperte, spesso vengono addirittura tolte durante la cerimonia, per far sì che la sposa entri in contatto con la natura.

ABITO BOHO CHIC CON VELO DA SPOSA

Vestito lungo morbido ricamato.

È ormai tempo di matrimoni e la tendenza del 2016 è la sposa boho chic.

sposa boho chic 40

COSA VUOL DIRE BOHO CHIC?

La parola boho fa riferimento allo stile di vita bohémien, LIBERO E ANTICONFORMISTA. Il concetto si è poi evoluto nel campo della moda e col tempo ha assunto anche connotati hippie e gipsy. La sposa boho chic dunque, interpreta questo stile in chiave romantica, elegante e vagamento retrò.

QUANDO È INDICATO UN MATRIMONIO BOHO CHIC?

Lo stile boho chic ha un forte richiamo alla natura e alla vita all’aria aperta. È quindi ideale per tutti quei matrimoni dall’AMBIENTAZIONE BUCOLICA: dalla campagna toscana all’agriturismo fuori porta. Stile e decorazioni saranno quindi country e informali: tovaglie di lino, fiori di campo e candele sparse.

L’ABITO DA SPOSA BOHO CHIC

In generale, l’abito da sposa deve essere coerente con il contesto in cui di celebra il matrimonio. In questo caso quindi, bando a strascichi lunghi e gonne ampie. La sposa boho chic può scegliere un abito vintage oppure dallo stile anni ’70, dalle linee morbide. I tessuti sono leggeri e presentano PIZZI E MERLETTI.

L’ACCONCIATURA PER LA SPOSA BOHO CHIC

I capelli seguono lo stile romantico e naturale dell’abito: saranno sciolti o semi raccolti. Ci sono anche bellissime acconciature con i capelli tirati su, ma il denominatore comune è la MORBIDEZZA: i capelli non sono mai troppo tirati. Elementi immancabili: le trecce e i fiori nei capelli.

Per altre acconciature, seguite la mia bacheca Beautiful Hairstyles su Pinterest.

LE SCARPE DA SPOSA BOHO CHIC

Il ritorno alla natura, lo stile informale e il richiamo hippie suggeriscono SANDALI BASSI E DECORATI. Chiaramente, la calzatura bassa non è per tutte: se avete bisogno di qualche centimetro in più (non fa mai male, soprattutto con l’abito lungo), allora puntate su una scarpa dallo stile vintage, come quella di Kate Moss.

Per altre scarpe da sposa, seguite la mia bacheca Bridal Shoes su Pinterest.

IL BOUQUET DA SPOSA BOHO CHIC

Per il bouquet e le altre decorazioni floreali, i FIORI DI CAMPO saranno protagonisti. Niente bouquet troppo rigidi e composti! Quello della sposa boho chic sarà quasi casuale, volutamente disordinato (o finto disordinato). Via libera ai fiori di stagione, anche quelli che crescono spontanei nei prati.

L’ENTOURAGE DELLA SPOSA BOHO CHIC

Gli altri protagonisti del matrimonio, che affiancheranno la sposa, seguiranno lo stesso stile libero e naturale. Ecco alcune foto di DAMIGELLE adulte e bambine, con abiti e acconciature boho. Non mancano amici molto speciali, quelli a quattro zampe, che sostengono e accompagnano la sposa…

Per imparare tutti i segreti della consulenza di immagine per la sposa, date un’occhiata al mio corso di Bridal Styling, dedicato ai professionisti del settore, ma anche a chi, semplicemente, vuole sposarsi con stile!

Anche per il 2017 continua ad essere di tendenza il matrimonio boho-chic: quel mix perfetto di stile vintage e green, ispirato al mondo hippy e arricchito da particolari di estrema raffinatezza. Questo stile, nato alcuni anni fa negli Stati Uniti, sembra ormai aver conquistato il mondo del wedding.

Sempre più spose infatti continuano a scegliere il matrimonio boho- chic per coronare il loro sogno d’amore, perché rappresenta l’essenza della semplicità e della spensieratezza, della natura esaltata nei suoi spettacolari colori e profumi. Si crea così una suggestione unica, ideale per matrimoni in primavere ed in estate.

 

Ecco qualche consiglio per un look da sposa in perfetto stile boho-chic:

Abito da sposa. Questo deve rispecchiare più di ogni altra cosa il tema scelto. Per queste particolari nozze dal tocco bohémien, prediligi abiti lunghi dalle linea morbide e tessuti che regalino prima di tutto leggerezza, come tulle e chiffon, il tutto arricchito da decorazioni in pizzo, in grado di donare eleganza e unicità.

No ai tacchi! Indossa rigorosamente scarpe basse, come luminosi sandali o perché no piedi nudi adornati da semplici cavigliere, decisamente la scelta più giusta per riflettere in pieno questo stile hippy.

Hairstyle e make up. Punta a qualcosa che regali prima di tutto morbidezza, quindi sì ai capelli lunghi e ondulati, lasciati cadere sulle spalle o magari raccolti di lato in una delicata treccia. Non dimenticare poi di rendere il tutto ancora più particolare con dei fiori di campo da inserire fra i capelli o una leggera coroncina floreale sul capo.  Per quanto riguarda la scelta del trucco invece non potrai fare a meno di colori neutri e delicati che richiamino in pieno la natura e lo stile vintage.

Bouquet. A completare il tutto non potrà mancare tra le tue mani un mazzo di fiori di stagione, meglio se di campo e dalle tonalità pastello, magari da abbinare anche alle decorazioni floreali della location scelta, completamente immersa nella natura.

 

L’atelier Anna Tumas, da sempre desidera raccontare le donne, interpretandone la vera anima. Per questo, nella nuova collezione 2017 Venus ha arricchito il suo stile con creazioni che si ispirano fortemente a questo tema così tanto amato, impreziosendo diversi abiti con dettagli che sposano perfettamente il matrimonio boho-chic.

Abiti freschi, a tratti informali. Capi che rinunciano ai volumi, ma non al pizzo. Sono gli abiti da Sposa dal mood Boho Chic per il 2017. Wedding dress che vestono una donna giovane e dinamica, che sceglie per il suo “Sì, lo voglio”, un abito leggero, dall’allure vintage.

I tessuti si fanno leggerissimi, gli abiti scivolati – in seta e chiffon – accarezzano dolcemente la silhouette della sposa dall’animo gipsy e sono impreziositi da cristalli e perline, che donano luce all’intero outfit. Spesso contagiati dalla moda delle dive anni ’30, i modelli Boho Chic presentano ricche decorazioni in colori a contrasto come oro o argento.

I volumi non sono accettati per questi abiti da sposa online, a impero o dal taglio diritto, che presentano tessuti fluidi come lo chiffon, abbelliti con ricami e pizzi a tema floreale. Frange, pizzi e inserti preziosi danno un tocco leggiadro e frizzante all’intera atmosfera.

I modelli di abiti da sposa in stile Boho Chic presentano spesso le maniche: a sbuffo, in pizzo, in tulle o con inserti tattoo estremamente sensuali, maniche corte o, per le spose che non amano passare inosservate, mantelline in pizzo a coprire le spalle.

La palette di colori preferita dalla sposa Boho Chic spazia dal beige all’avorio, fino allo champagne, o ancora, al bianco decorato con inserti colorati. A completare il look, ci pensa un’acconciatura morbida e fluente, magari con una coroncina di fiori tra i capelli raccolti o in una treccia spettinata. I fiori di campo danno, infine, il tocco finale all’intero outfit.

Lo stile Boho Chic si accompagna perfettamente a ricevimenti in campagna, con allestimenti rustici ma in ogni modo chic: cassette di legno, fiori di campo, vasetti di vetro e tantissime di candele sparse ovunque. Musica dal vivo e balli fino all’alba sono il completamento ideale per un matrimonio di questo tipo.

l brand Houghton nasce dalla mente fervida e della mano creativo della stilista californiana Katharine Polk: cosa devono aspettarsi per il prossimo 2016 le future sposine? Una collezione con tocchi bohémien, riflessi hippie ma con tanto stile e glamour.

Modelli fluidi, giovanili, dinamici. Abiti con un’aurea di freschezza per giovani spose. Chiffon e seta si fondono alla perfezione con pietre preziose e cristalli. Tuniche che ricordano dee greche. Abiti da sposa con pizzo ma soprattutto abiti con trasparenze per la sposa 2016. Una sposa boho-chic con un tocco vintage.

l Boho Chic non è solo una tendenza nel mondo del Wedding, ma è anche una filosofia di vita che molti abbracciano per ritornare in contatto con la Natura e i suoi meravigliosi doni. Insomma, è un concetto che ha parecchio a che vedere con l’ecosostenibilità.
Ha un’anima sia bohemienne sia hippy, ricca di elementi retrò, vintage e di accessori tratti dalla cultura gitana per reinterpretarli in una chiave più sofisticata. Neanche a dirlo, i materiali naturali la fanno da padrone insieme a mille decorazioni floreali e ai colori caldi.

Ma, calma, partiamo dall’inizio.

1) Le partecipazioni in perfetto Stile Boho Chic:

Semplicemente uniche nel loro genere, sicuramente realizzate con tessuti come il lino o il cotone e magari arricchiti con merletti che riprendano l’abito della sposa. Perché no, rifinite con rafia o yuta.

partecipazioni

2) Come si deve vestire la sposa Boho Chic?

La sposa Boho Chic è una sposa molto romantica, il cui abito lungo è dalle linee morbide e colori pastello per creare effetti di chiaro scuro che permettano di realizzare foto strabilianti.

Sì, allora, a un vestito di chiffon e merletti, femminile e semplice come gli accessori. No categorico, invece, ai tacchi alti (meglio preferirvi i piedi scalzi, magari impreziositi da una cavigliera, o i sandali bassi). Per quanto riguarda l’acconciatura, ci si rifà allo stile hippy ovvero a capelli ondulati sciolti o raccolti in una morbida treccia e adornati con fasce, piume, fiori di campo.

sposa boho chic

3) E lo sposo?

Il look dello sposo non è ne troppo eccentrico, ma nemmeno basic. Le linee dell’abito devono essere scivolate e comode, così che si adattino bene, ad esempio, a stivali da cowboy. Il colore? Sicuramente uno della terra come il marrone, caffè o il cacao. Importantissimo è che il tessuto sia rigorosamente naturale: andranno bene il lino grezzo o il cotone fiammato. La camicia deve essere in tinta, con colletto francese oppure alla coreana, e può essere abbinata ad un gilet. Per quanto riguarda il capitolo accessori, vanno per la maggiore in colori forti come il bordeaux o l’azzurro carta da zucchero, purché siano in linea con il vestito della sposa.

look sposo boho chic

4) A proposito, come deve essere il bouquet della sposa?

Come sempre, morbido e spontaneo. Non ci sono regole particolari da seguire, anzi il bouquet sembrerà più riuscito se darete libero sfogo alla vostra fantasia. Io consiglio fiori “poveri”, arbustivi e fiori di campo dai toni pastello. Vivamente raccomandati quelli a km 0 e reperibili in natura! Che ne dite, proviamo a realizzare un semplicissimo bouquet insieme?

bouquet boho chic toni rosa

5) La bomboniera Boho Chic

Sarà legata solo a ciò che Madre Terra ci può offrire. Marmellate, olio, piantine in vaso? Sono perfetti! Se poi i loro barattoli vengono decorati con pizzi-merletti, les petits cadeaux risulteranno ancora più in tema.

6) Quale poterebbe essere la location più adatta?

Sicuramente la location più adatta per un matrimonio Boho Chic è un ambiente informale, all’aperto, sulla spiaggia o in un bosco. Molto romantico, non trovate? L’ideale è utilizzare tavoli imperiali adornati con fiori di campo (vedi descrizione sopra). Dallo stile bohemien vengono riprese soprattutto le decorazioni colorate e l’eccentricità, pertanto largo alla fantasia nella scelta della mise en place: tovaglie non lavorate e centrotavola bucolici saranno un must. Per creare un’atmosfera fatata, poi, si può arricchire la location con candelabri e candelieri di vetro.

location boho chic

Ricordate: a un matrimonio Boho Chic non possono mancare oggetti e dettagli fatti a mano. Sarà, infatti, il DIY ossia il fai da te a dettare il trionfo del vostro matrimonio!

 

Boho-Chic, ovvero hippy e boheme, una moda VIP lanciata da Kate Moss nel 2005 e che oggi ha contagiato anche gli sposi con il matrimonio boho-chic.

Un matrimonio boho-chic e’ una cerimonia in stile hippy ma con dettagli chic percio’ l’organizzazione, dagli allestimenti alla location, deve rispettare questi parametri: creativita’ ed eleganza.  Non a caso l’abito da sposa boho-chic e’ una delle novita’ della collezione sposi 2015.

L’Atelier Protagonisti, sempre al passo con la moda, propone chiffon, pizzi e ricami per un abito da sposa boho-chic elegante e originale. Il modello per la sposa boho-chic e’ a gonna lunga e scarpe basse… o con cavigliere e piedi nudi per le spose piu’ hippy.

 

Come deve vestirsi la mamma della sposa: tendenze 2017

Come deve vestirsi la mamma della sposa? Qual è il look giusto per lei? Secondo il Galateo, la mamma della sposa ha precisi compiti da rispettare, tra cui anche il look che sceglie, deve essere sobrio, elegante e rispettoso del suo ruolo di madre. In poche parole, la mamma della sposa deve essere chic ed elegante al 100%. Il Galateo dice che la madre della sposa deve giungere davanti alla chiesa o al luogo della cerimonia insieme ai testimoni; lei porge anche il benvenuto agli invitati e si assicura che siano seduti nel luogo della cerimonia nel modo più giusto. La mamma rimane sulla porta della Chiesa fino all´arrivo della sposa ed è anche l’ultima a prendere posto.

E veniamo al look della madre della sposa: come deve essere?

Avere delle regole in tal senso non guasta ma, anzi, ci aiuta ad orientarci nella scelta dell’abito, trucco e parrucco della mamma della sposa.

La mamma della sposa deve essere elegante e sobria: l’idea migliore è quella di rimanere fedeli al proprio stile, soprattutto per sentirsi a proprio agio e non un’altra persona.

Abito, di che colore? No il bianco, colore esclusivo della sposa, e il nero, che è ammesso solo in caso di ricevimento serale particolarmente elegante e formale.

Da preferire le tonalità pastello per le cerimonie in primavera o in estate. Ottima idea è di puntare su un vestito del colore che dona all’incarnato. Ogni donna sa bene quale colore sta bene con la sua pelle e la sua persona.

 

Nei matrimoni più tradizionali il cappello viene considerato un accessorio ad uso esclusivo delle madri degli sposi e delle testimoni. In realtà non si tratta di un obbligo ma di una libera scelta: indossarlo solo se ci si sente a proprio agio e in considerazione che quest’anno, il cappello è un accessorio must have.

Per le scarpe, meglio evitare gli eccessi anche in questo caso. Scarpe eccessivamente alte potrebbero non solo essere scomode ma dare un effetto di volgarità. Scarpe eccessivamente casual, darebbero magari un effeto un po’ trasandato o poco attento, che si perdona a qualunque invitato tranne alla madre della sposa.

Da aggiungere, tuttavia, che la mamma della sposa è una delle donne più in vista della cerimonia; guardata con tenerezza ma anche con alte aspettative dagli invitati, può permettersi il lusso di vestirsi più comodamente nella seconda parte della cerimonia perchè le si riconosce il diritto di essere più stanca degli altri.

Ovviamente, il make-up segue la regola di evitare gli eccessi. Ecco qualche consiglio per un make-up semplice e bello che potrete usare il giorno del matrimonio di vostra figlia in modo raffinato e chic!

Trovare l’outft ideale per il matrimonio della propria figlia o del proprio figlio può rivelarsi arduo, per quanto concerne la mamma della sposa o dello sposo.

In gioco vi sono moltissime variabili, ma, allo stesso tempo, moltissime oppurtunità di scelta in merito ad un look elegante e che rispecchi tanto le necessità inerenti quanto la propria personalità.

La moda da cerimonia degli ultimi tempi si è prodigata per rispondere alle esigenze di una signora, ampliando la gamma di cernita che, fino a qualche anno fa, prevedeva una mamma della sposa/dello sposo con tailleur e completi lineari, sull’immancabile tono in blu.

Sicuramente non è necessario stravolgere alcuni evergreen in merito, in quanto le madri dei futuri sposi possono benissimo optare per abiti  da sposa al ginocchio, completando la media lunghezza con giacche, boleri o coprispalle en pendant.

Usualmente si punta al coordinato, con giacca e tubino abbinati in fatto di tonalità, fantasie e tessuti, per un look chic e di classe, il quale, a sua volta, può completarsi con accessori ad hoc, come un delizioso cappellino o fascinator all’inglese.

Il dress code, poi, propone alcuni consigli in fatto di galateo da cerimonia: sebbene la moda del momento si prodichi per soluzioni strapless oppure, comunque, con spalline large o sottili, una cerimonia religiosa richiede un capo che copri le spalle oppure, naturalmente, un modello a maniche corte o lunghe, a seconda del periodo e del tempo.

Un outfit coordinato è, solitamente, il più richiesto: nulla vieta, però, lo scegliere degli spezzati, un must have delle passerelle di quest’anno: il quid caratterizzante è il contrasto, tanto di cromie quanto di tessuti, giocando con la raffinata contrapposizione di due capi d’abbigliamento, come, ad esempio, camicetta e gonna, midi o lunga che sia.

In merito alla lunghezza, se la cerimonia fosse serale, non si può tralasciare la possibilità che la mamma della sposa/dello sposo indossi un long dress: in questo caso, meglio dirigersi verso uno stile fluente e scivolato, in cui si ammirino forme leggere e tulle impalpabile, per un look confortevole e sofisticato al contempo.

Oltre agli abiti ed alle gonne, le mamme degli sposi possono benissimo sfoggiare completi pantalone, la cui eleganza esclusiva è parimenti ad un lungo abito da sera.

Normalmente, il pantalone in questione propongono modelli a palazzo, ampi e delicati lungo la figura, che si sposano benissimo con camicette e bluse importanti in fatto di ricami ed applicazioni scintillanti.

E, sempre in tema pantaloni, il 2016 è l’anno della jumpsuit come capo cerimonia must have: la moda odierna ne ha accentuato le caratteristiche più raffinate, ponendo la tuta come un vestito unico e glamour per le nozze dei figli.

Infine, le nuance cardine da sfoggiare vanno dal blu, appunto, a tutte le sue gradazioni: ancora, l’eleganza in grigio è risaputa, mentre il 2016 è l’anno del rosa cipria e del verde smeraldo.

Mesi e mesi trascorsi a correre dietro ai desideri e alle esigenze della vostra adorata figlia per la scelta dell’abito dei sogni, ma una volta vestita la sposa, arriva il momento di vestire anche la sua mamma! Essendo una dei più importanti partecipanti alle nozze, non dovete assolutamente trascurare questo dettaglio, molti occhi saranno puntati anche su di voi, quindi bisognerà essere all’altezza della situazione.

Quando cominciare la ricerca?

Un primo consiglio è di non ridurvi all’ultimo minuto, finireste con l’accontentarvi di ciò che trovate disponibile, anziché indossare l’abito che avete sempre desiderato per il matrimonio di vostra figlia. Meglio anticiparsi di qualche mese in modo da avere il tempo necessario per trovare il vestito giusto!

Quale modello di abito scegliere?

Sicuramente un tubino o un tailleur, sia con pantalone che gonna, rappresentano la soluzione ideale e più equilibrata. Entrambe le linee si differeziano per la loro semplicità ed eleganza presenti in un solo capo, da impreziosire con un delicato accessorio o con delle particolari scarpe. Attenzione a questo passaggio! Le scarpe dovranno essere belle, ma anche comode, in modo da poter affrontare tutta la giornata senza dolori o fastidi. Meglio prediligere un tacco medio a quelli alti e vertiginosi, soprattutto se non siete abituate a portarli.

Colori da scegliere e da bandire

Ci sono alcuni colori e tonalità che proprio non si addicono agli abiti degli invitati a un matrimonio, ancora meno per la madre della sposa. Ad esempio meglio evitare colori chiari come il beige, il crema o l’avorio, nuance troppo chiare e vicine al colore dell’abito della sposa. Lo stesso vale per il nero, consigliato soltanto per occasioni molto formali. Gli altri colori invece sono tutti benaccetti, da quelli più scuri come il classico blu, da preferire per la sera, a tonalità più vivaci e allegre per il giorno, meglio se in tinta unita e non con stravaganti fantasie.

Cappello e guanti, si o no?

L’idea di indossare cappelli e guanti per quest’occasione vi ha sempre stuzzicato? Prima di prendere questa decisione valutate bene tutto l’insieme, quindi l’abito, le scarpe e gli altri accessori. I guanti e il cappello, infatti, potrebbero essere di sicuro un tocco di classe, ma da utilizzare soltanto se il vostro look risulti abbastanza sobrio ed equilibrato, altrimenti finireste col cadere negli eccessi.

La mamma della sposa è, dopo gli sposi, la persona più osservata e fotografata del matrimonio. Da lei ci si aspetta il massimo dell’eleganza nel rispetto della sobrietà e della discrezione. Per tante mamme, il matrimonio della figlia è un pò anche il loro. Partecipano con passione ed entusiasmo ai preparativi di nozze e condividono con loro i momenti più belli che precedono il grande giorno: dalla scelta dell’abito da sposa, ai fiori per la cerimonia fino al menu per il ricevimento. Insomma la mamma della sposa ha certamente un ruolo centrale prima e durante il giorno del matrimonio.
Ecco allora alcune regole da rispettare per essere una perfetta mamma della sposa.

LE 5 COSE CHE LA MAMMA DELLA SPOSA DEVE FARE 

1. Se decide di mettere il cappello deve prima comunicarlo alla consuocera perché il galateo prevede che siano entrambe le mamme degli sposi a indossarlo e non soltanto una delle due.

2. Deve arrivare  in chiesa o nel luogo alternativo dove si svolgerà la cerimonia almeno 5 minuti prima della sposa e accompagnata da un parente di sesso maschile: padre, figlio, fratello o zio.

3. Se indossa  un abito bianco e nero deve  aggiungere un tocco di colore: un fiore fucsia, una sciarpa di seta rossa o una clutch con pietre multicolor.

4. Organizzare per la sposa  qualche giorno prima del matrimonio una serata tutta al femminile con nonna, zie e cugine divertenti.

5. Regalare  alla sposa un gioiello di famiglia o un altro oggetto che abbia un valore speciale.

LE 5 COSE CHE LA MAMMA DELLA SPOSA NON DEVE FARE

1. Non condizionare la figlia nella scelta dell’abito da sposa con gusti personali o ancora peggio tradizionali.

2. Non assumere il ruolo di wedding planner dell’evento.

3. Non presentare una lista “personale” di amici propri o parenti lontani da invitare al matrimonio.

4. Non indossare un abito nero o bianco per il giorno del matrimonio.

5. Non eccedere nel look con abiti e accessori troppo vistosi.

Sei la mamma della sposa o dello sposo e non sai cosa indossare per il giorno del matrimonio? Ci sono tante valide alternative anche per la donna che ha un ruolo molto importante in questo evento. Quello che bisogna tener conto è la necessità si apparire al top, di essere eleganti e raffinate, avere un alto profilo ma evitando inutili eccessi.

Il mondo della moda ci ha offerto molto in questi ultimi anni, quindi anche le signore non più giovanissime possono indossare un abito da cerimonia femminile e di tendenza. Fino a pochi anni fa, il vestito per la mamma della sposa è sempre stato abbastanza classico e scontato, sui toni del blu scuro, con qualche dettaglio brillante, con gonna e giacca lineari. Ad oggi è possibile puntare su qualcosa di indubbiamente più glamour, quindi vediamo quali sono le alternative più cool per essere bellissime, raggianti e graziose nel giorno del matrimonio della figlia o del figlio.

Eleganza, sobrietà, personalità. Dopo la sposa c’è un’altra donna protagonista della cerimonia: la mamma. Come deve vestire la mamma della sposa?

L’abito da indossare per il grande giorno non è solo prerogativa della sposa, ma anche della sua mamma. Colei che sarà anche più emozionata di sua figlia e che avrà un ruolo di primo piano in un evento così importante. Per questo motivo, non deve assolutamente trascurare nessun dettaglio e non deve sfigurare rispetto alla consuocera!

La mamma, si sa, è sempre la mamma e al matrimonio di sua figlia parecchi occhi saranno puntati su di lei. Infatti, il Galateo ha per lei un ruolo molto importante di “padrona di casa”: sarà la prima a giungere in chiesa insieme ai testimoni e avrà il compito di accogliere tutti gli invitati. Rimarrà all’ingresso fino all’arrivo della sposa e sarà l’ultima a prendere posto, quando si sarà assicurata che tutto sia perfetto.

Trovare un vestito per la mamma della sposa, quindi, non è per niente facile. Che colore scegliere? Quale modello indossare? Come risultare perfette? Ecco i nostri consigli su come deve vestire la mamma della sposa!

Quale colore scegliere per l’abito della madre della sposa?

Le donne sanno bene quale colore dona al loro incarnato e quale invece devono evitare, ma ci sono alcune regole, per quanto riguarda gli abiti da cerimonia ai matrimoni, sulle tonalità che devono essere bandite. Queste regole valgono anche, e soprattutto, per la mamma della sposa. Vediamo subito quali sono i colori da evitare assolutamente:

 

  • Bianco e le sue tonalità: assolutamente no! Una sola donna può vestire di bianco, o nelle altre sue declinazioni, ad un matrimonio. Ed è solo la sposa.
  • Beige: meglio evitare anche i colori troppo chiari come questo poiché troppo vicini al bianco.
  • Nero: il nero solo se si tratta di una cerimonia serale e molto molto formale. Altrimenti, non è il colore più adatta per un matrimonio, per quanto sia elegante e chic.
  • Rosa confetto: il rosa confetto non valorizza quasi nessuno e si rischia di dare un’impressione troppo “sdolcinata”.
  • Fuxia: è un colore troppo acceso. Meglio la sobrietà e l’eleganza.
  • Giallo: farebbe troppo Regina Elisabetta. E se la cerimonia è serale, il giallo sarebbe un colore poco adatto.
  • Rosso: decisamente troppo audace.
  • Stampe a fiori o geometrie troppo sgargianti: al matrimonio della figlia, una madre deve esprimere compostezza e tranquillità. Con un vestito del genere non ci riuscirebbe mai e rischierebbe di risultare, addirittura, ridicola.

 

Ma allora quali colori sono adatti alla mamma della sposa? La scelta è davvero ampia e può dipendere anche dall’orario in cui si svolgerà la cerimonia. Per un matrimonio che avrà luogo di giorno, i colori consigliati sono quelli nelle tonalità pastello, meglio se in tinta unita, come l’azzurro cielo, il rosa cipria, champagne e le tonalità del verde.

Via libera anche all’elegantissimo grigio, al tortora e al rosa salmone. Per un matrimonio serale, invece, sono perfetti il blu navy, il verde smeraldo, il bordeaux, rame, verde petrolio, bronzo, grigio scuro. Ma anche l’oro scuro, e il grigio argento. Ovviamente, bisogna dosare bene anche gli accessori: oro bianco o platino se il colore del vestito è di una tonalità fredda, oro giallo se è calda.

Attenzione: meglio chiedere alla madre dello sposo il colore che ha scelto per il suo vestito. Sarebbe molto imbarazzante se le consuocere fossero vestite dello stesso colore!

Come deve vestire la mamma della sposa: il modello del vestito

Non c’è un modello di vestito adatto universalmente per queste occasioni. È molto importante, soprattutto, che la mamma della sposa si senta completamente a suo agio e che sia comoda, oltre che elegante. Ma, anche se molto in forma, sono bandite scollature troppo profonde, schiene nude e gonne al di sopra del ginocchio. Anche l’abito lungo è sconsigliato, a meno che non si tratti di una cerimonia che comincia dopo le 20.00.

Le mamme più classiche, comunque, possono optare per un equilibrato tailleur con giacca e gonna o anche con giacca e pantaloni, più giovanile e comodo, da valorizzare con un gioiello importante o con delle scarpe particolari. Un’altra soluzione può essere un tubino dal taglio classico da abbinare con un coprispalle o una giacca per quando si è in chiesa e da togliere una volta al ristorante. Ancora, si può optare per un bell’abito sartoriale che cada a pennello e che sia unico!

Per quanto riguarda le scarpe, è importante che siano comode, adatte a starci su per tutto il giorno ed è bene scegliere un tacco medio anziché troppo alto, soprattutto per non apparire volgare.

Che stoffa scegliere per il vestito della mamma?

Lasciate alla sposa paillettes, brillantini ed altre decorazioni e scegliete un tessuto semplice ed elegante e, soprattutto, che vi cada meglio possibile sulla silhouette. Le possibilità sono davvero ampie, si passa dal taffetà alla seta, passando per il lino.

Come deve vestire la mamma della sposa: 6 regole d’oro!

 

Abbiamo capito quanto la mamma della sposa sia importante al matrimonio di sua figlia. Ecco, quindi, altre sei regole d’oro da seguire e ripetere come un mantra:

 

  • Cappelli e accessori: se sei una mamma grintosa e con una grande personalità, potresti anche decidere di indossare un cappello o dei guantini. Nei matrimoni più tradizionali, questi accessori sono prerogativa delle madri degli sposi e delle testimoni. Prima di prendere questa decisione, assicurati che il tuo outfit non sia già troppo elaborato, altrimenti un cappello potrebbe essere eccessivo. Inoltre, non decidere di indossarlo per moda, ma solo se ti senti a tuo agio a portare un accessorio così particolare. Per quanto riguarda la borsa, invece, ricorda che anche se è giorno, sono vietate le borse grandi.
  • Tempistiche: la scelta del vestito per la mamma della sposa, abbiamo visto, è molto difficile, Per questo motivo, non ridurti all’ultimo.
  • Eleganza: basta ricordare solo questo. La parola d’ordine che non devi mai dimenticare. Eleganza.
  • Praticità: la mamma della sposa avrà una giornata frenetica tanto quanto quella della figlia. Per questo motivo, hai bisogno di un abito molto pratico. Niente vestiti troppo stretti per non stare troppo costrette e per evitare di mettere in evidenza i punti critici, anche quando ti rilassi.
  • No all’esagerazione: non bisogna mai cadere negli eccessi o si rischia di passare da elegante a esagerata. Trucco quanto basta, gioielli misurati e accessori sobri.
  • Cura personale: anche se non sei abituata e, di solito, non ti piace portarlo per quel giorno non rinunciare allo smalto su mani e piedi, soprattutto se hai scarpe che mostrano le dita.
Nel galateo tradizionale, la madre della sposa prende il vestito e poi notifica alla madre dello sposo la sua scelta. Offre informazione sui dettagli, modello, stile e colore. Così la madre dello sposo sceglierà un abito che armonizzerà con quello della madre della sposa, questo non significa che deva essere dello stesso modello, ma dovrebbe, ad esempio, essere tutti due più o meno della stessa lunghezza di maniche e gonne. Nei matrimoni molto formali le madri indossano abiti lunghi o Abito da tè (Quando l’abito è almeno cinque centimetri sopra le caviglie viene detto Abito da tè).
La società contemporanea non segue sempre l’etichetta e il protocollo moderno è un po’ più flessibile. Tuttavia, è norma di cortesia che le madri discutano il tema, per evitare lo stesso colore o che si presentino troppo formale o tropo casuali. Se non è possibile la comunicazione tra le due madri è buona pratica di parlare con la sposa e/o lo sposo per sapere che cosa la sposa ha in mente, conoscere la sua visione di quel giorno, la formalità dell’evento, il colore scelto come tema di nozze (la sposapuò decidere che le madri armonizzino con il colore tema), la lunghezza e il colore dell’abito delle damigelle d’onore.  Tutto questo vi darà una linea guida per scegliere l’abbigliamento giusto. Ad esempio, se si tratta di un matrimonio serale e le damigelle saranno vestite di lungo, anche le madri devono indossare abiti lunghi.


Se non si tengono linee guida dettate dalla sposa e la madre dello sposo è libera di scegliere, alcune regole e linee guide tradizionali aiuteranno a presentarsi con un corretto ed elegante abbigliamento:

In primo luogo, assicurarsi che il vestito, indipendentemente dal colore, migliora la sua figura. Questo significa concentrarsi sulle vostre caratteristiche migliori.

L’abito, indipendentemente dal modello, deve essere coerente con l’età. Vestirsi come un’adolescente, non ci fa sembrare più giovane, anzi ci dà un aspetto ridicolo. C’è un’età per tutto, anche con la moda.

 

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L’abito lungo è appropriato per ricevimenti di sera, mentre per il giorno si può scegliere per uno splendido abito da cerimonia corto.

Al momento di scegliere il colore del vestito, si dovrebbe tenere in mente che l’etichetta suggerisce di evitare i colori tradizionali che possano competere con la sposa, come il bianco, champagne o avorio. Inoltre, gli abiti neri tradizionalmente suggeriscono lutto e i vestiti di colore rosso o colori brillanti sono inappropriati (leggere: Come Vestirsi Per un Matrimonio:(Lei)).
Generalmente, per questo tipo d’evento i colori più
usati sono lavanda, beige, argento, bordeaux, blu, rosa pallido e verde.

L’importante è che l’abito giusto deve farvi sentire a vostro agio, occorre quindi che sia sicura e convinta della mise da indossare durante la cerimonia avendo cura di non eclissare la sposa o la madre.

Le mamme degli sposi hanno un bel da fare per trovare l’outfit giusto per il matrimonio dei figli. Il rischio di esagerare è sempre dietro l’angolo ma la regola più importante da seguire è sempre la stessa: sì all’eleganza, no agli eccessi. Il matrimonio dei propri figli è certamente un momento importante ma per essere chic, eleganti e rispettose del Galateo vi diamo alcuni suggerimenti per gli outfit più indicati per un matrimonio.

1) Mamma della sposa in abito lungo o corto

L’abito lungo per la mamma della sposa è indicato esclusivamente se si tratta di un matrimonio molto formale e di sera, cioè dopo le 18. Evitate abiti lunghi di colori sgargianti, paillettes e tutto quello che potrebbe apparire eccessivo. I colori più indicati sono i blu, i grigi anche scuri, il verde, il bordeaux.

Se invece il matrimonio si svolge di mattina o in orari diurni, la scelta giusta è l’abito corto. Attenzione alla lunghezza della gonna: per abito di corto si intende una gonna lunga al ginocchio oppure longuette. Tutto quello che scopre le ginocchia non è assolutamente indicato per un’occasione elegante e per una signora di una certa età. I colori più indicati per un abito da cerimonia sono le tonalità pastello, il color rame, l’azzurro, il tortora e perfino il rosa salmone. Vietati il rosa confetto, il rosso e ovviamente il bianco in tutte le sue sfumature.

2) Mamma della sposa in pantaloni

Indossare i pantaloni può essere un’ottima scelta per un outfit comodo ma molto elegante. Potete scegliere un tailleur coordinato oppure uno spezzato, ad esempio pantaloni palazzo e camicia di seta. Scarpe e borsette o clutches non devono essere coordinate!

3) Mamma della sposa vestita di nero

Diciamolo una volta per tutte: la mamma della sposa non può vestirsi di nero! E lo stesso vale per tutti gli altri invitati. Il nero è un colore che si può utilizzare solo in occasioni di lavoro, serate informali o funerali. Per tutto il resto è assolutamente vietato.

Arriva in Chiesa insieme ai testimoni, accoglie gli invitati ed è l’ultima a sedersi: la madre della sposa è certamente una delle protagoniste del matrimonio della figlia.

Elegante e sobria: queste le parole chiave per un look perfetto. Bandite scollature troppo audaci, trasparenze inopportune, abiti mini o fantasie dai colori accesi. La regola è quella di non esagerare mai, meglio togliere che aggiungere, seguendo sempre la regola d’oro della signora dello stile: Coco Chanel.

La madre della sposa è una delle donne più notate della cerimonia, subito dopo la sposa, quindi è necessario scegliere con molta cura il proprio outfit.

Il consiglio è quello di un abito raffinato, un modello a tubino, lungo o corto ma sempre all’altezza del ginocchio, che si adatti bene alla propria silhouette, senza mettere in evidenza le forme o lasciare le braccia scoperte, almeno per la cerimonia in chiesa. Non deve quindi mancare una stola morbida o una giacca in coordinato con l’abito. Giocare tono su tono o sulle gradazioni di colore dà spesso un risultato davvero molto chic.

Niente fantasie o colori sgargianti, niente bianco, niente nero, tranne nel caso di una cerimonia serale e particolarmente elegante. Meglio il colore blu, una scelta classica ma sempre molto giusta, o in alternativa, quest’anno è di moda il rosa ramato e non mancano: avorio, verde petrolio, bronzo e i vari toni del grigio. Poi: chiffon, seta o taffetà per un look molto elegante. Basterà infine una pochette mini, anche gioiello, e un make-up dai toni tenui che valorizzi in viso per un outfit impeccabile.

Bisogna cercare di rimanere fedeli al proprio stile senza stravolgersi, questo vale per la sposa tanto quanto per la mamma della sposa!

C’è solo una donna più emozionata di quella che si sta per recare all’altare, il giorno di un matrimonio. É la mamma della sposa, figura di primo piano anche in un momento significativo come le nozze.
Le mamme sono tra le più attive durante la fase organizzativa, a volte dei veri caterpillar in grado di far impallidire la migliore delle wedding planner, e tra le più ammirate e fotografate durante il ricevimento. Le emozioni di una madre che vede la propria bambina diventare grande devono essere davvero intense, perdoniamo loro qualche lacrima di troppo o la spumeggiante esuberanza di chi è davvero felice!
Avendo accompagnato la sposa durante i preparativi, nella scelta dell’abito e in tutte le tappe importanti che hanno preceduto il grande giorno, è quasi istintivo che si sviluppi la “sindrome della padrona di casa”. Molte mamme, al matrimonio della figlia, si agitano convulsamente sul sagrato della chiesa cercando di gestire la disposizione tra i banchi degli invitati, dopo la cerimonia assillano gli sposi affinché si facciano scattare una foto con quel parente e quell’altro, rincorrono la sposa per aggiustare continuamente il velo o lo strascico…calma!
Il galateo prevede un ruolo importante per la mamma della sposa, ma il tutto richiede classe e sobrietà. Iniziamo dal dress code. La scelta dell’abito è importante, durante la giornata si avranno davvero tanti occhi addosso. In questo caso valgono le regole generiche basate sull’orario della cerimonia. Se il rito sarà celebrato di mattina si opterà per abiti dai colori pastello ed è consentito il cappello.
Sarebbe quanto meno carino, in questo caso, che venga avvertita la consuocera, la quale potrà scegliere a sua volta di indossare un cappello per non sfigurare. Da evitare il nero, funebre, e il rosso, troppo appariscente. I colori più accesi sono adatti ad un matrimonio pomeridiano, paiettes e strass mai prima delle 18.00. Come per il resto delle invitate, è bene evitare scollature e spacchi vertigionosi, anche la meno agée delle madri è pur sempre una mamma e cercare di assomigliare ad una ragazzina provocherebbe un effetto davvero poco chic.
Attenzione al trucco, che non deve essere troppo accentuato (anche perché con la lacrima facile l’effetto panda è un serio rischio), e ai gioielli, che non devono essere nè troppi, nè troppo grandi. In questo caso vale una delle regole della nostra Coco Chanel “Prima di uscire guardatevi allo specchio e toglietevi semprequalcosa”.
Il bon ton prevede che gli invitati facciano pervenire i propri doni ai futuri sposi nei giorni precedenti all’evento, ma sempre più spesso le coppie sostituiscono la lista nozze con la richiesta di un contributo in denaro, così sono molti gli ospiti che consegnano la classica “busta” il giorno stesso della cerimonia. In questo caso sarà la mamma a prenderla in consegna, ringraziando gentilmente senza aprilra per nessuna ragione al mondo.
Al momento del ricevimento, la mamma, insieme al marito e ai consuoceri, accoglierà gli ospiti e, dopo che questi avranno preso posto, avrà cura di sincerarsi che ognuno abbia trovato il suo posto. Nel caso si opti per il tavolo d’onore, la mamma della sposa siederà alla sinistra dello sposo, lasciando la destra della sposa libera per il papà.
Damigelle e testimoni dovrebbero pensare ad avere a portata di mano tutte quelle cose che potrebbero servire alla sposa per ritoccarsi il trucco o l’acconciatura, ma si sa che la mamma è sempre la mamma, quindi perchè non dotarla di un kit con tutto il necessario per soccorrervi in ogni momento? Del resto, lo fa da quando siete nate no? Non dimenticate un regalo speciale per ringraziarla.

Il giorno del tuo matrimonio sarà speciale per te, il tuo futuro marito e per tutti i tuoi cari, ma per una persona in particolare avrà un’importanza completamente unica: tua madre. Sia che abbiate deciso di sposarvi giovani o che siate una coppia consolidata da anni, ogni madre attende il giorno in cui la figlia pronuncia il suo sì più importante con emozione, mille aspettative ed un filo di nostalgia, soprattutto se l’avete coinvolta durante l’organizzazione delle nozze, magari chiedendole di accompagnarvi in atelier per la fatidica prova dell’abito.

Ma veniamo ora all’outfit della madre della sposa, l’invitata per eccellenza

1. Colour power!

Il primo consiglio, che in realtà vale per tutte le invitate – come abbiamo visto nella nostra maxi guida qui- è quello di stare lontano da tutto ciò che assomigli anche solo lontanamente al bianco o all’avorio. Bandite anche le tonalità dorate, gli ocra e tutti quei toni che potrebbero togliere le attenzioni alla sposa, la vera e unica protagonista del suo giorno più bello. I toni pastello sono la scelta evergreen su cui potrà puntare la madre della sposa, con una particolare predilezione per il rosa cipria, l’ottanio e l’azzurro cielo, ma anche un outfit in verde bottiglia o mattone possono rivelarsi davvero vincenti.

2. Lo stile del matrimonio

Fondamentale considerare il tipo di matrimonio per cui ha optato la coppia: se si sposano in chiesa o se hanno optato per un matrimonio civile, infatti, l’outfit della madre dovrà modularsi di conseguenza, tenendo sempre conto dell’importanza fondamentale del suo ruolo: “la madre della sposa riveste un ruolo chiave nel matrimonio ci spiega Sandra, wedding planner de ilbiancoeilrosa.it. Durante la fase dei preparativi è costantemente al fianco della figlia per consigliarla e sostenerla e il giorno del matrimonio, oltre a pensare alla figlia, si occupa degli ospiti come una buona padrona di casa. E’ quindi molto importante l’abito che sceglierà. Mi è capitato più volte di seguire anche la scelta del suo abito oltre a quello della sposa e dello sposo. Motivo in più per cui mi sono preparata adeguatamente seguendo un corso di Bridal Styling. Il mio consiglio è che l’abito segua lo stile del matrimonio, che sia molto formale se il matrimonio lo è, meno formale se il matrimonio lo è meno”.

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“E fondamentale che si adatti perfettamente alla signora che lo indosserà valorizzandone ogni aspetto. Non esiste una regola unica, non è necessario né l’abito lungo né indossare la gonna”. Se la cerimonia è tradizionale, la madre della sposa potrà indossare un abito da cerimonia elegante e lungo, mentre la scelta dell’outfit cambierà completamente per un ricevimento al tramonto sulla spiaggia.

3. Non limitarsi nella scelta

Mentre una futura sposa potrà rivolgersi ad atelier specializzati nella moda bridal o in sartorie su misura, la madre della sposa ha a propria disposizione una gamma molto più varia che spazia dai negozi di abiti per cerimonia a catene e megastore, passando per boutique ed abiti da sera.

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Scommettiamo che potrete trovare gli accessori perfetti addirittura in epoca di saldi? Senza contare gli store online come Zalando: avete già letto la nostra intervista allo staff riguardante proprio la scelta per la scarpe da invitata?

4. Originale, ma pacato

“Per la scelta dell’abito per la mamma della sposa è bene tener conto del fatto che bisogna assolutamente differenziarsi dagli altri invitati –

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Un accenno di originalità sarà sufficiente per essere un’invitata unica, sempre tenendo in conto di non strafare per voler stupire a tutti i costi; rischiereste di sentirvi a disagio e di scatenare i commenti degli invitati… che piovono sempre, che vi piaccia o no!

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Per la Wedding Planner & Event Designer Sara Carboni di Sara Events la mamma della sposa deve essere elegante e sobria, secondo il Galateo, e la cura del suo look rientra nei precisi compiti che è tenuta a rispettare. “L’idea migliore è quella di rimanere sempre e comunque fedeli al proprio stile – ci spiega Sara – soprattutto per sentirsi a proprio agio e non un’altra persona: meglio, quindi, privilegiare un abito comodo e pratico, che le permetta di essere sé stessa in ogni movimento. Da preferire le tonalità pastello per le cerimonie in primavera o in estate. Meglio tessuti raffinati come lo chiffon o la seta  per un look pregiato e chic. No al bianco, colore esclusivo della sposa, ed al nero, che è ammesso solo in caso di ricevimento serale elegante e formale. Ma soprattutto la madre della sposa dovrà  rispecchiare l’idea che la figlia ha della propria adorata mamma: bella e raggiante!”

5. Consultare la madre del futuro sposo

Vi immaginate se la madre della sposa e quello del futuro sposo fanno la loro entrata in chiesa e…. tataaaa, sorpresa…. entrambe sono vestite in modo esattamente identico (o quasi)! Sarebbe davvero imbarazzante, non trovate? Per questo, consigliamo alle due future parenti di consultarsi qualche giorno prima per assicurarsi che l’outfit sia diverso tanto nei colori come nello stile, onde evitare un indesiderato effetto gemelle Kesslerr che non mancherà di scatenare le malelingue.

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Allo stesso modo è importante che i due outfit seguano gli stessi criteri: vi immaginate la madre della sposa elegantissima ed eccentrica in paillettes e luccichini, e la futura suocera dal look informale?

Che ne dite dei nostri consigli? Speriamo vi siano di aiuto, e concludiamo questi tips con una piccola pillola di  bon ton, elargita dalla wedding planner Sandra de ilbiancoeilrosa.it: “secondo il galateo è la madre della sposa a scegliere l’abito prima della madre dello sposo, che in base alla scelta della consuocera, sceglierà un abito che si armonizzi con il suo”.

La mamma dello sposo ha senza dubbio un ruolo di primo piano il giorno del matrimonio: ma qual è l’abito giusto da indossare il galateo da seguire? Ecco qualche consiglio pratico per tutte le mamme che hanno un figlio che sta per sposarsi e tra la scelta dell’abito da cerimonia e l’organizzazione del grande giorno vogliono essere impeccabili.

L’abito giusto per la mamma dello sposo deve innanzitutto avere una caratteristica fondamentale: farvi sentire a vostro agio. Niente sfarzi ed esagerazioni, né tanto meno capi troppo giovanili, dovete invece scegliere l’abito da cerimonia che meglio si adatta alla vostra figura e al ruolo importante che avrete il giorno delle nozze. I colori migliori per l’abito della madre dello sposo sono quelli chiari: via libera quindi a tutte le tonalità pastello, come l’avorio-pesca stando attente che non sia troppo simile all’abito da sposa. La seta è il tessuto ideale, elegante e raffinato ma anche leggero e comodo da indossare, e il taglio deve essere semplice, dritto ma non troppo aderente e di lunghezza appena sotto il ginocchio.

Se i colori chiari non vi piacciono e il matrimonio si celebra nel pomeriggio, si può sempre optare per un completo di colore blu o grigio, ma il nero è assolutamente da evitare. Come per la sposa, anche per la mamma dello sposo, oltre all’abito, gli accessori sono fondamentali: perfette le scarpe chiuse o decollètè modello Chanel con il tacco e in tinta con l’abito e pochette abbinata.

Il cappello va benissimo, almeno per la cerimonia, se anche la mamma della sposa lo indosserà.

Per quanto riguarda il galateo delle nozze, per la mamma dello sposo la tradizione prevede un compito fondamentale: accompagnare il figlio all’altare o al banco comunale, a seconda di matrimonio religioso o civile, posizionandosi a destra, per attendere con lui l’arrivo della sposa. Ma ancor prima del giorno delle nozze, alla mamma dello sposo spetta il compito di regalare il bouquet alla sposa e, in alcune parti d’Italia, si occupa anche di regalare l’abito alla sposa. Si tratta comunque di tradizioni abbastanza in disuso e, a causa anche degli alti costi delle nozze, generalmente le due famiglie si dividono equamente le spese.

Tornando al giorno del matrimonio, a cerimonia finita, la mamma dello sposo può aiutare la mamma della sposa nel ricevere gli ospiti al ristorante scelto per festeggiare le nozze insieme ad amici e parenti. Per quanto riguarda la disposizione dei tavoli al ricevimento, i genitori possono sedere al tavolo degli sposi e, nello specifico, la mamma dello sposo si posiziona alla destra della sposa, a fianco al marito o dopo un testimone, oppure i genitori siedono al secondo o terzo tavolo d’onore, assieme a fratelli, sorelle, testimoni e parenti più stretti.

Se al padre della sposo spetta il ballo con la sposa subito dopo che, quest’ultima, ha aperto le danze con il marito, alla madre dello sposo tocca un ballo con proprio figlio al terzo giro di danza. Pensate che il galateo delle nozze prevede regole rigide anche per quanto riguarda la torta nuziale: alla madre dello sposo spetta la seconda fetta di torta nuziale, dopo quella degli sposi, e al padre la quarta.

Tuo figlio o tua figlia si sta per sposare e tu non sai cosa indossare per l’occasione?! Nessun problema, ecco qualche consiglio.

3 REGOLE FONDAMENTALI:

– Sì all’eleganza, NO agli accessi

– Il cappello solo se la cerimonia è di mattina

– Scarpe e pochette, non necessariamente vanno coordinate

 

Il galateo dice che è prima la madre della sposa che prende l’abito, dopodiché informa la madre dello sposo sulla scelta, quindi stile, modello e colore.

Così la presto futura consuocera sceglierà un vestito che armonizzerà con quello della madre della sposa. Ovviamente non lo stesso modello (mi pare ovvio), ma ad esempio più o meno deve avere la stessa lunghezza.

Ma direi che oggi giorno non importa seguire prettamente le regole del galateo. L’importante è che entrambe le madri discutino insieme sull’argomento in moda da evitare stesso colore o stili completamente diversi, per cui una formale ed una troppo informale.

Ma i dubbi immagino non si fermino qui.

Importante è distinguere i matrimoni di sera da quelli di mattina, ma anche adeguarsi alla stagione ed avere delle alternative dell’ultimo minuto.

Voglio prendere come esempio il mio matrimonio:

12 Luglio, sole fino alle 16,30, alle 17 (quando dovevo entrare in chiesa) il diluvio. La cena organizzata in una splendida villa nella Lucchesia (in provincia di Lucca- Toscana) ovviamente all’esterno della villa.

Ma i piani sono cambiati all’ultimo minuto, non era caldo affatto! Continuava a piovere quindi ci siamo trasferiti dentro, nello splendido salone, ma continuava ad essere freddino.

Un abito troppo corto non si addiceva, un abito troppo scollato neanche! Per non sbagliare ci vorrebbe la giusta via di mezzo e qualcosa da indossare in caso di “diluvio universale”!

Per quanto riguarda i matrimoni di sera, l’abito lungo è il massimo e sarebbe meglio evitare fantasie floreali, la tinta unita è preferibile.

Per quanto riguarda i matrimoni di giorno, su il vestito, almeno fino al ginocchio e via con i colorini pastello!

Dopo la futura sposa, la madre è la seconda protagonista del matrimonio. Hai qualche consiglio da dare anche alle madri?
La prima regola è di non vestire di bianco, perché è il colore della sposa e a nessun altro è concesso indossarlo. Allo stesso modo è da escludere il nero, perché tradizionalmente associato al lutto. Anche il rosso è da evitare, e in generale le tinte troppo accese. Quanto invece alle stampe, non esistono divieti espliciti, ma il buon gusto suggerisce sempre la sobrietà: vanno bene quindi la tinta unita o un motivo non troppo appariscente. Tenete anche presente che i motivi con contrasti molto forti hanno un effetto ottico “ingrassante”. L’abito lungo è appropriato per ricevimenti di sera, mentre per il giorno si può optare per un bel tailleur, con gonna o pantalone.

Eleganza innanzitutto: sarà bene rivolgersi per la scelta dell’abito più adatto ad un negozio di abiti da cerimonia molto fornito. In questo modo sarete certe di poter provare tipologie diverse di abito con modelli totalmente diversi tra di loro, spesso disponibili anche in colori diversi. Il vostro abito dovrà essere perfettamente adatto al vostro fisico e alla vostra persona… insomma, vietato accontentarsi!

Abiti da cerimonia per la mamma dello sposo. Non dimenticate di scegliere sempre un abito adatto sia al vostro stile personale sia alla vostra età: in caso contrario o sarete voi stesse a non sentirvi a vostro agio se troppo si discosta dal vostro gusto solito, o sarete di certo oggetto di osservazioni pungenti se non si addice troppo ai vostri anni.

Abiti da cerimonia per la mamma dello sposo . Riguardo il colore, invece, non pensate che solo il nero sia adatto all’occasione: essere delle Signore non implica necessariamente l’abito scuro, l’importante è che sia curato e ben portato, che esalti la vostra bellezza, che punti a valorizzare i pregi e a mascherare i difetti.

Mamma, ecco il tuo abito perfetto per il mio matrimonio!

Uno dei giorni più attesi nella vita di una madre è certamente il matrimonio di sua figlia. E’ un giorno davvero speciale, durante il quale ogni madre desidera essere impeccabile e bellissima, ma allo stesso tempo lasciare che sia la figlia a brillare più di ogni altra cosa.

Il giorno del matrimonio è un’occasione speciale in cui madre e figlia vogliono apparire al massimo della forma. La madre della sposa è sempre accanto a sua figlia fin dal momento della decisione e partecipando ala pianificazione e a ogni dettaglio riguardante l’organizzazione di questo importante evento. Ma l’acquisto più importante che la madre della sposa si troverà a fare sarà quello del suo abito per il grande giorno.

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Il galateo chiede che l’outfit scelto dalla madre della sposa sia perfettamente en pendant con il tema del matrimonio, oltre che accordato ai gusti personali della sposa, tenendo inoltre sempre presenti le norme di base del buon gusto e una certa linea di comunicazione con la madre dello sposo. Certo, la madre non dovrà mettere troppo a parte lo stile ed i gusti personali che vanno tenuti nel giusto riguardo per poter esprimere se stesse al massimo. Un occhio di riguardo però va dedicato alla selezione degli accessori, distinguendosi in particolare dal gruppo delle eventuali damigelle.

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Suggerimenti per un matrimonio in perfetto Italian-Style
Wine & Wedding consiglia di dare un’occhiata alla collezione del 2014 dai migliori stilisti della moda italiana. L’eleganza è insita nel sangue italiano e forse la maggior parte di noi, pur di essere impeccabile, rinuncerebbe senza esitazione al comfort.
Quindi non c’è da stupirsi se alcuni dei migliori artisti del fashion siano in Italia.

Partendo da uno dei pionieri della moda moderna, Valentino, al moderno zar della stravagante opulenza, Sposamore, la moda italiana si esprime a tutti i gradienti di eleganza ed originalità. Non possiamo dimenticare di menzionare Prada, Ferragamo, Armani, che sono solo i più famosi artisti del panorama moda.

Quindi, se desiderate affidare il vostro look ad uno di questi maestri della moda, avrete di sicuro un risultato ottimo e di classe.

Il Made-in-Italy ha alcuni tra i migliori visionari della moda: che si tratti di abbigliamento, profumi, scarpe, gioielli o capelli.

In un matrimonio tutti a pensare alla sposa…e la mamma? Co-protagonista della cerimonia, tra sorrisi a parenti e amici e lacrime per la sua bambina che diventa grande, non può certo sfigurare in un giorno così importante.

Qual è allora l’abito perfetto per la mamma della sposa? L’ideale sarebbe un qualcosa che può essere poi riutilizzato in altre occasioni. Niente di troppo elegante dunque, ma si sa che un ruolo principale richiede un abito altrettanto speciale.

Si parla di una donna matura, con difetti e segni del tempo da coprire, quindi la scelta dell’abito non può certo passare in secondo piano.

Vietati gli abiti troppo scollati o con eccessivi pizzi, merletti e sberluccichii, come anche tonalità troppo sgargianti. Siamo a un matrimonio, non a una festa in maschera e, per quanto si possa essere belle e giovanili, l’età per il fuxia o il verde acido a una cerimonia è passata da un pezzo.

Via invece al classico bianco e nero, all’argento, al blu scuro e a tutti quei colori poco appariscenti, ma non per questo chic ed eleganti. A dare quel tocco prezioso ci possono pensare i dettagli dell’abito (pochi e nei punti giusti) e i gioielli.
Il completo giacca e pantalone (o gonna) è sempre di grande tendenza, mentre per chi predilige l’abito, l’ideale arriva sotto il ginocchio. Per chi deve nascondere pancia e fianchi deve optare per linee morbide che non vadano a fasciare il corpo. Il corpetto deve valorizzare i punti giusti mantenendo però un certo rigore. Benvenuti quindi cardigan, coprispalla abbinati e blazer.

Le scarpe devono accompagnare la figura senza esagerare: il tacco basso è tornato di moda, mentre per chi non ha problemi di equilibrio va bene anche un tacco più alto, ricordandosi sempre che le parole d’ordine sono eleganza e sobrietà.

Il sito di shopping online sposaf.com offre un vasto assortimento di abiti per la mamma della sposa (e non solo), soddisfando età e gusti diversi per affrontare al meglio questo giorno così speciale.

Vestito da mamma sposa guida

Certo il giorno può essere tutto sulla sposa e il suo grande abito, ma come la madre della sposa o dello sposo – hai bisogno di brillare troppo. Ecco tutto quello che dovete sapere per essere sicuri di guardare alla moda e perfettamente acconciati il grande giorno.

iniziare

Quando si tratta di scegliere giorno di nozze abito, la sposa va in primo luogo. Le mamme hanno bisogno di iniziare lo shopping più presto possibile – ma non fino a dopo la sposa ha scelto i suoi abiti per il matrimonio. Una volta che questo è stato fatto, la sposa discuterà le sue preferenze di lunghezze, colori e stili con la madre o entrambi madri. Se non sei felice con lo stile suggerisce, farle conoscere e lavorare fuori un compromesso. E ‘il suo giorno – ma le mamme devono essere confortevole troppo.

galateo

In genere la madre della sposa sceglie il vestito (prendendo spunto dalla sposa), poi consulta educatamente con la madre dello sposo il più presto possibile per informarla dello stile. La madre dello sposo deve poi selezionare un insieme che integra – non partite – quella della madre della sposa. Questa usanza non è assolutamente necessaria, però. Se la madre della sposa è in ritardo e la madre dello sposo è ansioso di shopping, si può sicuramente prendere l’iniziativa e consultare con la madre dello sposo o la sposa. Indipendentemente – è importante per tutti di essere flessibile e premuroso.

Vedere più abiti mamma sposa qui

Consigli di stile per le mamme

colore

Ognuno ha le proprie preferenze, e di qualsiasi colore può davvero essere indossato se la sposa e le mamme sono d’accordo su di esso. Detto questo, la maggior parte sarebbe consigli contro queste tonalità:

Bianco o avorio – (non in concorrenza con la sposa)

Nero – (non appaiono come in lutto)

Red – (non essere troppo appariscente)

Di solito non si può sbagliare con lavanda, beige, argento, bordeaux, blu e rosa.

Corrispondenza delle damigelle d’onore?

Non c’è una regola che dice che le madri veste dovrebbero corrispondere o coordinare con le damigelle ‘abbigliamento. È possibile scegliere di rimanere all’interno della stessa famiglia di colore – ancora sfumatura diversa (cioè cameriere sono in seafoam verde, si sceglie un verde smeraldo intenso), o si sentono liberi di mescolare e abbinare come meglio credi. Ancora una volta – parlare con la sposa sulle sue preferenze.

Formalità Mentre si ha più spazio di manovra a colori – la formalità del vostro abito deve corrispondere la formalità del resto della festa di nozze e l’evento. Se si tratta di un matrimonio di sera e le cameriere sono in abiti di sfera di lunghezza del pavimento – è probabilmente meglio evitare una breve orlo in un tessuto informale – e viceversa.

Dove Acquistare

La maggior parte dei grandi magazzini e molti negozi specializzati dispongono di abiti appropriati che possono anche essere indossati di nuovo per un altro partito formale. È inoltre possibile attivare la propria ricerca per la madre della sposa si veste in questa galleria fotografica interattiva online. Negozio con un amico fidato o un parente, uno il cui giudizio si può fidare per aiutarvi a scegliere lo stile e il colore che è meglio per voi.

Abiti da sposa con strascico lungo: quale scegliere

Sino a qualche tempo fa gli abiti da sposa con lungo strascico non erano presenti nelle collezioni dei grandi stilisti, abiti da sposa infatti che erano relegati solo ed esclusivamente alle donne nobili, alle figlie delle principesse, alle persone insomma più in vista. Si credeva che non fossero adatte ai matrimoni comuni insomma, ma solo a quelli più spettacolari.

A quanto pare però il mondo della moda da sposa ha cambiato opinione e oggi sono infatti numerosi i brand che offrono abiti da sposa con strascichi davvero molto importanti, abiti che abbiamo visto sfilare sulle passerelle e che finalmente permettono alle spose della primavera estate 2015 di sentirsi anche loro delle vere principesse. Forse è proprio questo che il mondo della moda ha capito, che per sentirsi delle vere principesse non c’è bisogno di avere un titolo nobiliare, che tutte le donne del mondo sono delle principesse dopotutto e che nel giorno delle nozze è possibile mettere in risalto quanto più possibile questo piccolo dettaglio.

Gli abiti da sposa con lungo strascico delle passerelle del 2015 inoltre amano osare, non troviamo infatti strascichi semplici e minimali, bensì strascichi con meravigliosi dettagli in pizzo o in tulle, con applicazioni floreali, con perle o cristalli, dettagli insomma questi che non nascono di certo per passare inosservati. Sono davvero numerosi gli abiti con strascico che la stagione primaverile offre, tra i migliori non possiamo che ricordare quelli della collezione Berta Bridal 2015 e quelli della collezione Rosa Clarà. Ci sono però delle regole di che è bene seguire per far sì che il proprio abito da sposa con strascico vi permetta di vivere al meglio la giornata più importante della vostra vita. Quali? Andiamo subito a scoprirli insieme.

 La prima cosa che dovete tenere bene in mente è che lo strascico resta per tutta la giornata a contatto con il terreno su cui camminate, proprio per questo motivo non è certo la soluzione ideale per ogni tipologia di matrimonio. Se avete ad esempio deciso di far svolgere il ricevimento in una zona di campagna e se già sapete che dovrete camminare su prati o su zone non asfaltate, è ovvio che lo strascico non è la soluzione ideale per voi. I matrimoni più adatti per lo strascico lungo sono quindi quelli che hanno luogo in città o che prevedono comunque delle zone in cui voi spose non entrerete in contatto con alcun elemento che possa danneggiare il vostro abito. Sempre per lo stesso motivo è bene che la sposa scelga anche una damigella che la segua durante tutta la giornata, che prenda in mano lo strascico nel caso vi siano zone in cui si rovinerebbe e che lo sistemi in posizione stesa ogni volta che è necessario per renderlo sempre bellissimo.Dobbiamo in secondo luogo ricordare che lo strascico purtroppo non dona ad ogni donna. Solo le donne che superano infatti 1,65 metri di altezza possono permetterselo, le altre rischierebbero di apparire ancora più basse di quanto in realtà non siano. Ovviamente le spose che si avvicinano a questa altezza possono sempre scegliere il classico escamotage delle scarpe con il tacco vertiginoso, purché però sappiano camminarci alla perfezione!

C’è una domanda che molte spose si pongono. Se si sceglie un abito di questa tipologia è possibile indossare anche il velo? Certo che sì, anzi in questo caso il velo potrà addirittura essere lunghissimo. Pensate infatti che è possibile optare per veli che superano lo strascico anche di dieci centimetri!

Principesco, affascinante, favoloso: lo strascico è uno di quei dettagli dell’abito da sposa che sicuramente non passano inosservati e che donano alla sposa un’ulteriore nota di grazia e romanticismo. Attenzione però, non è detto che più lungo è lo strascico, più si guadagna in bellezza. Sono tanti gli elementi da tener presente nella ricerca dell’abito perfetto.

Immancabile negli abiti nuziali di regine e principesse, che da sempre fanno a gara per indossarlo il più sontuoso possibile, lo strascico è sempre stato sinonimo di magnificenza e regalità. Tanto che in certi periodi storici poco propensi allo sfarzo, come nel Medioevo, era addirittura proibito da apposite leggi che arginavano l’eccesso e il lusso negli abiti femminili. In molte ricorderanno lo strepitoso abito indossato da Lady Diana, caratterizzato da uno strascico lungo quasi 8 metri, che fece sognare le donne di mezzo mondo. Più recentemente, anche matrimoni reali come quello tra il principe Felipe di Spagna e Letizia Ortiz o quello di Victoria di Svezia hanno suscitato incanto e stupore per via dei meravigliosi abiti da sposa arricchiti da sontuosi strascichi. Per non parlare delle nozze tra il principe William e Kate Middleton, che ha visto la bella Duchessa di Cambridge indossare un raffinatissimo abito disegnato da Sarah Burton, direttrice creativa del prestigioso brand inglese Alexander McQueen, con uno strascico di tre metri. Ma si sa, quello aristocratico è un mondo a parte, con le sue convenzioni e tradizioni.

A meno che non vogliate superare il Guinness dei Primati con uno strascico chilometrico come quello coraggiosamente indossato dalla modella Ema Dumitrescu a Bucarest (quasi tre chilometri di coda, immaginate che fatica!), il consiglio è di affidarsi al buon gusto e di optare per una armoniosa eleganza. Già perché lo strascico deve essere non solo in sintonia con lo stile del vostro matrimonio, ma anche proporzionato alla vostra figura. Ebbene, purtroppo lo strascico non dona a tutte. Se non superate i 165 cm di altezza è meglio optare per una coda non particolarmente lunga, altrimenti rischiate di “accorciarvi”! È preferibile, infatti, che la sua lunghezza sia direttamente proporzionale alla vostra altezza. Sappiate che anche uno strascico di media lunghezza potrà valorizzare e ingentilire il vostro portamento.

Belle sì, scomode no. Generalmente si presta molta attenzione alla scelta dell’intimo più adatto all’abito nuziale in modo da essere belle e comode,ma anche lo strascico è uno degli elementi che dovranno condizionare la scelta dell’abito perché non sempre gli strascichi sono facili da portare. Anzi, a seconda del tessuto, possono risultare ingombranti, pesanti e impedirvi di fare tante cose, come girare liberamente tra i tavoli degli invitati, muovervi tranquillamente nel giardino della location senza il timore di rovinare irrimediabilmente l’abito o lanciarvi senza pensieri in danze sfrenate. Se il vostro ricevimento sarà all’aperto e proprio non volete rinunciare all’idea di uno spettacolare ingresso in chiesa con tanto di paggetti a reggervi lo strascico, meglio pensare a un secondo abito appositamente per il dopo cerimonia, meno impegnativo ma pur sempre elegante. Un’altra opzione potrebbe essere quella di indossare un sopra-gonna lungo che potrà essere comodamente tolto al momento del banchetto o della festa. Voi sarete più serene e anche il vostro strascico rimarrà intatto!

Gli abiti da sposa con lo strascico lungo sono la proposta romantica per la sposa sognatrice ma non per forza devono essere tradizionali o poco innovativi. Nelle nuove collezioni 2014-2015 le tendenze in arrivo permettono di scegliere tra una ricchissima gamma di modelli, dai più chic ai più audaci. Se amate la tradizione, non mancano ovviamente gli intramontabili ballgown e i tagli a sirena, così come gli scivolati più semplici. Lo strascico sarà una continuazione naturale della gonna, morbido, vaporoso e bianco, perfetto per sfilare come una regina prima di pronunciare il fatidico sì. Per le spose più originali, invece, molti brand di haute couture propongono modelli svasati, con gonna corta e lunga coda, vestiti colorati, per darsi un tocco di colore in più, oppure abiti sensuali, con trasparenze e ricami vedo non vedo davvero unici.
Gli abiti da sposa con lo strascico lungo sono un evergreen per il matrimonio romantico, poiché rendono il wedding look davvero principesco, quasi regale. Le ragazze che sognano la cerimonia da fiaba per eccellenza non resistono alla gonna ampia e lunga, desiderano percorrere la navata o la strada che le separa dal futuro sposo in pompa magna. Ecco perché lo strascico è un elemento molto richiesto, soprattutto da coloro che si sposano in chiesa, secondo i canoni più classici. Con le nuove tendenze del 2014-2015 indossare una gonna con strascico lungo non significa per forza scegliere un vestito da sposa da principessa, gli stilisti e le case di moda si sono sbizzarriti proponendo modelli originali e moderni per venire incontro a qualsiasi gusto ed esigenza.

Per la sposa che invece desidera indossare un abito con strascico ma che preferisce un mood più moderno e sbarazzino, esiste tutta una serie di proposte davvero originali, soprattutto nelle bellissime collezioni di haute couture della nuova stagione.

Per le più chic, interessanti le proposte minimal in lungo, come abiti scivolati o in stile impero con lo strascico morbido, spesso decorati con motivi e trame semitrasparenti che creano un effetto vedo non vedo molto sensuale. Per chi invece vuole osare di più, alcuni brand propongono gonne svasate, corte sul davanti, con lungo strascico in tulle o in chiffon, con drappeggi e rouches vaporosi, magari accostati a un bustino aderente con scollatura a cuore. Bellissima la proposta con minidress di Blumarine 2015, o la sexy mise della collezione Romance 2015. Infine, se il bianco non è la vostra scelta, potete indossare i bellissimi modelli colorati di N Spose, in azzurro e blu, sempre in pieno spirito romantico, ma diversi dal solito total white. Se amate lo strascico lungo, avete davvero un’ampia gamma di look disponibili, non vi resta che scegliere il vostro!

Si avvicina sempre di più il periodo scelto da molte donne per celebrare il proprio matrimonio. In tutto il mondo si susseguono fiere ed eventi per sponsorizzare catering, marchi che realizzano abiti da sposa e tutti quegli oggetti e quei servizi che rendono indimenticabile uno degli eventi più importanti nella vita di una donna. Al giorno d’oggi, in una società in cui non ci si stupisce più di nulla, è necessario esagerare per apparire e far parlare di sè, per questo motivo in Romania alcuni designers hanno realizzato un’impresa senza precedenti. A Bucarest è stato presentato, durante la fiera annuale dedicata ai prodotti nuziali, l’abito da sposa con lo strascico più lungo del mondo. Gli esperti del Guiness dei primati hanno confermato che l’abito, con un velo lungo quasi tre chilometri, ha battuto ogni record precedente. Il povero designer tedesco che qualche tempo fa aveva realizzato uno strascico di 2 chilometri e 488 metri dovrà rinunicare, per poche centinaia di metri, al suo record per lasciare il posto ai nuovi vincitori.

 

Cifre da record per lo strascico più lungo del mondo – I numeri dell’impresa colossale sono davvero enormi: 2 chilometri e 750 metri è la lunghezza dello strascico, per realizzarlo sono stati utilizzati 4.700 metri di taffetà, 5,5 metri di pizzo chantilly, 45 metri di fodera, 1.875 gancetti, 1.862 aghi da cucito, 150 rocchetti di filo, 10 sarte hanno impiegato 100 giorni per cucire la candida coda. Il pizzo è stato importato dalla Francia, mentre il taffettà e altri tessuti sono stati acquistati in Italia al costo di quasi 8000 euro. Un abito così imponente non avrebbe potuto fare a meno di una presentazione al pubblico e alla stampa altrettanto spettacolare infatti per mostrare in maniera adeguata la lunghissima coda è stata utilizzata addirittura una mongolfiera in volo. Una delle vie principali della città è stata transennata e bloccata al traffico per far posta alla lunga coda. La modella diciassettenne Ema Dumitrescu ha posato davanti alle telecamere di tutto il mondo indossando lo splendido abito color avorio con lo strascico da record ed poi salita sul pallone aereo statico che ha spiccato il volo.

 

 

Matrimonio e Viaggio di Nozze: destinazioni da sogno

Un break a 5 Stelle in una Capitale da favola o una fuga romantica su spiagge caraibiche? Che siate diretti a Nord, o a Sud del Mondo, che vogliate avventurarvi nel deserto, o crogiolarvi su sabbie dorate, date un’occhiata alle 10 Destinazioni perfette per un Viaggio di Nozze, selezionate da Jane Anderson, editor di 101 Honeymoons.

PARIGI

Può anche essere un cliché romantico, ma volete mettere un brindisi sotto la Torre Eiffel scintillante (magari a base di Champagne)? Non sottovalutate un viaggio di lusso a Parigi! La struttura in ferro più alta del mondo di notte si illumina e regala momenti magici, da condividere solo con una persona speciale. Se poi avete una sensibilità artistica, Parigi sarà un vero sogno, con i suoi musei, dal Musée Rodin, al Louvre, fino al Centre Pompidou, di Renzo Piano. Gli amanti dello shopping potranno preferire una sosta alle Galeries Lafayette, in Rue St Honore o in uno dei tanti mercatini delle pulci per un gioiello vintage. Se siete sdolcinati più del dovuto, passeggiare nella zona di Left Bank è una delizia. Fermatevi nei caffè, visitate gallerie private e boutique. Se volete soggiornare in un posto incredibile, prenotate una stanza da Le Meurice, uno dei più antichi alberghi della città. Favoloso!

I VOLI ECONOMICI E LA GUIDA DI PARIGI

SANTORINI

La bellissima isola greca di Santorini è un tuffo in un altro mondo. Le sue scogliere colorate e i villaggi arroccati centinaia di metri sopra un vulcano estinto, a picco su un mare blu da cartolina, sono la location ideale per il vostro idillio d’amore. È l’isola perfetta per dare spazio al vostro incredibile romanticismo. La sua caratteristica architettura s cubo, spesso sormontata da cupole perfette, rimane fedele ai colori greci del blu e del bianco. Tra i migliori hotel a giocare su questo stile, c’è Grace Santorini, con il suo sexy arredamento total white. La maggior parte delle camere ha una terrazza privata e una piscina per due. Una delle suite ha anche un hammam. Godetevi la prima colazione, o aperitivi e cene al chiaro di luna con vista sul Mar Egeo.

CAPRI

Beh, l’Italia non può mancare nella vostra lista di possibilità, se amate i paesaggi mozzafiato e volete regalarvi un soggiorno di lusso in uno dei posti più belli e romantici del mondo. Volate a Napoli e prendete l’aliscafo, o il traghetto dalla Costiera Amalfitana, o, meglio ancora, noleggiate una barca privata. I Viaggi di nozze su quest’isola sono memorabili: lunghi pranzi nelle città di Capri e Anacapri, nuotate in baie e grotte misteriose e coccole a profusione nel vostro hotel a cinque stelle. In cima alla lista ci sono l‘Hotel Capri e il JK Place Capri, entrambi con sedi meravigliose e un tocco glamour imbattibile! Davvero un matrimonio chic!

A CAPRI, UNA DELLE SPIAGGE PIÙ BELLE D’ITALIA

TOUR DELLA COSTIERA AMALFITANA

NEW YORK

Dalla vetta dell’Empire State Building, alle profondità della metropolitana più famosa del Mondo, ogni angolo è magico a New York. E non c’è da meravigliarsi se questa città ha ispirato tanta musica e film indimenticabili. Potrete alternare le attrazioni tradizionali, come la Fifth Avenue, Central Park e il Guggenheim, ai quartieri più alla moda, come il Meatpacking District e Williamsburg, a Brooklyn, uno dei quartieri più Hipster del Mondo. La scelta di hotel di lusso è stupefacente nella Grande Mela. Ricordate il Plaza? Proprio su Central Park, dove soggiornarono artisti del calibro di Marilyn Monroe e dei Beatles? Beh, ce ne sono tantissimi altri dello stesso calibro e splendore. E se volete una luna di miele con più destinazioni, il salto è facile: Bermuda e Caraibi sono a due passi! Davvero un matrimonio chic!

LE 10 ATTRAZIONI PIÙ IMPORTANTI DI NEW YORK

I 10 POSTI SEGRETI DELLA GRANDE MELA

TURKS e CAICOS

I Caraibi sono una fucina di luoghi spettacolari e resort di lusso, da Barbados a St Lucia. Ma se andrete al di là delle solite mete, potrete raggiungere ad esempio Turks e Caicos, un arcipelago incontaminato appena a sud delle Bahamas. Grace Bay Beach è una spiaggia di sabbia bianca di 12 chilometri e mare turchese idilliaco, mentre una più propriamente caraibica si trova sulle isole di North Caicos e Salt Cay. Immersioni e whale watching (avvistamento delle balene) tutto il giorno, e sole, tanto sole! A Turks e Caicos ci sono anche due degli alberghi più esclusivi del mondo, il resort sull’isola privata di Parrot Cay e Amanyara, ciascuno con incredibili ville private, servizio superlativo e Spa da capogiro! Il vostro sarà un viaggio da nababbi!

SUDAFRICA

Una luna di miele in Sud Africa offre un’esperienza unica e su più livelli. Volate nella vivace città di Cape Town e scalate la Table Mountain, o lasciatevi incantare dalle belle spiagge di Camps Bay, incorniciate dai possenti “Dodici Apostoli”. Soggiornate al Cape Grace sul lungomare, o allo storico Mount Nelson Hotel, prima di passare a un tour delle strade del vino, dormendo nei splendidi alberghi lungo la strada. Una luna di miele qui non sarebbe completa senza un safari, e ci sono un sacco di riserve magnifiche, tra cui Ulusaba Private Game Reserve di Sir Richard Branson. Un viaggio in Sud Africa si combina facilmente con una destinazione di mare dell’Oceano Indiano, come Mauritius, o il Mozambico. Cosa chiedere di più?

I PAESAGGI DEL SUDAFRICA IN 10 FOTO

REPORTAGE: I VOLTI DEL SUDAFRICA

BRASILE

Una delle destinazioni calde del momento, il Brasile è la meta perfetta per la vostra luna di miele speciale, soprattutto se si dispone di un bel gruzzoletto da spendere in loco. Se volete godere delle notti tropicali della calda Rio, potete scegliere un hotel di design come il Fasano, con la sua piscina a sfioro sul tetto. Potete combinare il viaggio con un salto alle alle cascate Iguazu al confine con Argentina e Paraguay, un’esperienza che vi toglierà il fiato! Oppure, potete avventurarvi nella foresta pluviale amazzonica, soggiornando in uno chalet-giungla privato su palafitte, prima di raggiungere la costa di Bahain, per un momento di vero relax.

LE 24 CASCATE PIÙ BELLE DEL MONDO

MALDIVE

Le Maldive sono tra le mete più desiderate per una luna di miele coi fiocchi! Con resort esclusivi sulle piccole grandi isole dell’arcipelago, raggiunti solo con l’idrovolante, suite nell’acqua, ristoranti subacquei e alcuni dei migliori centri termali del mondo, questo è il posto per voi! Alberghi come il Soneva Fushi, sull’isola tropicale privata di Kunfunadhoo, nell’atollo di Baa, è quanto di più spettacolare ci possa essere al mondo. Anche la categoria di camera più bassa è dotata di una piscina privata e un ponte che conduce alla spiaggia. Trascorrete una notte a bordo di uno yacht di design, o su un dhoni tradizionale maldiviano, e non perdete un trattamento nella spa subacquea. E naturalmente… via alle immersioni: questo è un paradiso! Davvero un matrimonio chic!

15 PAESI DELL’ASIA DA VEDERE

SEYCHELLES

Scelto dal principe William e da Kate Middleton come loro luna di miele, Seychelles rimane una delle destinazioni più esclusive del mondo. Con le sue formazioni rocciose uniche e la spiaggia di Bounty Bar, si sviluppa su centinaia di isole di corallo e granito, solo alcune delle quali sono abitate. Scegliete un resort su un’isola privata, come Fregate Island, e aspettatevi paesaggi magnifici. Da non perdere una visita a Praslin, sede del Giardino dell’Eden (così dicono) e all’affascinante isola di La Digue, dove la bicicletta è il principale mezzo di trasporto. Avete voluto la bici…

Cuba

Visitare la Cuba più autentica è possibile con questo viaggio: un itinerario da l’Avana a Santiago scoprendo gli angoli più nascosti e caratteristici, oltre a scoprire la sua ricca storia

Descrizione del viaggio

Autentica Cuba

L’Avana, la porta di Cuba

Il nostro viaggio a Cuba comincia proprio qui, a L’Avana, ripercorrendo i luoghi cari ad Hemingway e quelli legati alla grande revolución. Si respira storia passeggiando tra le vie dell’Avana Vecchia, odore di sigari e rum, accoppiata che da sempre evoca questa isola, non senza un certo alone di mito e mistero. Plaza de Armas con la sua bella Cattedrale farà da cornice ad un pasto consumato in uno dei terrazzi dei bar ricavati da sfarzose case coloniali che si affacciano sulla piazza. E la sera, non mancate all’appuntamento con la cerimonia dello sparo di cannone dal Castello del Morro, alla quale potrete far seguire una cena sotto le stelle affacciati sul mare. qui potrete capire le caratteristiche delle donne cubane, e degli uomini cubani, ricordando che l’isola e contro il razzismo omosessuale e sono molte le vacanze gay a cuba

In viaggio verso Trinidad

E dopo l’Avana ecco che comincia il nostro tour dell’isola. Abbiamo due possibilità: noleggiare un’auto e fare un’emozionante viaggio on the road fino a Santiago de Cuba, oppure essere accompagnati da un autista e una guida, che vi condurranno in luoghi unici e, con le accurate spiegazioni, vi faranno conoscere ogni aspetto dell’isola. In entrambi i casi non vi mancherà il piacere della scoperta e il contatto con la popolaziome locale, magari soggiornando in qualche casa particular in stile coloniale. Partiamo ora per la parte più orientale dell’isola, Vinales e Pinar del Rio, tra gli splendidi mogotes, le cuevas sotterranee e piantagioni di tabacco. Proseguendo verso Cienfuegos e Trininad si avrà la possibilità di visitare due incantevoli centri coloniali e fare escursioni naturalistiche.

La via della revolución

Usciti da Trinidad proseguiamo verso ovest, ed è in questa parte del viaggio che ripercorreremo i luoghi legati agli avvenimenti e ai personaggi della grande revolución. Prima sosta: Santa Clara, dove è d’obbligo una visita al mausoleo di Che Guevara e al tren blindado. Passando poi da Sancti Spiritus e Camaguey arriviamo a Bayamo, punto di partenza per effettuare una emozionante escursione nella Sierra Maestra. Con un po’ di tempo a disposizione si può percorrere la costa fino al Parco Nacional Desembargo del Granma, con soste interessanti e panorami davvero unici: qui potrete incontrare l’autentica Cuba, quella che solitamente è esclusa dai più comuni itineari turistici. Proseguendo poi per Santiago, ultima tappa del nostro viaggio, è consigliata una sosta a Biran, luogo natale di Fidel.

Destinazioni

l’avana – cienfuegos – trinidad – cayo santa maria – bayamo – santiago de cuba Davvero un matrimonio chic!

Momenti indimenticabili

La perla delle Antille

La perla delle Antille

Visitare l’Avana in auto d’epoca

L’Avana è una città magica, dove il tempo sembra essersi fermato, sospeso in un’atmosfera unica. Il modo migliore per vivere a pieno lo spirito della città è senz’altro quella di visitarla a bordo di un’auto chevrolet degli anni ’50. In accordo con la vostra guida potrete visitare il centro storico (L’Avana Vecchia), i quartieri più moderni e i luoghi legati alla grande revolucion. Davvero un matrimonio chic!

Fascino coloniale

Al momento della sua scoperta, nel 1492, Cristoforo Colombo definì Cuba “La perla delle Antille”. Comincia qui una storia fatta di colori e musica che si rispecchia ancora nei coloratissimi edifici delle più belle città coloniali: Trinidad, Cienfuegos, Sancti Spiritus e la stessa Avana vi aspettano per travolgervi nel loro ritmo vitale.

Sulle orme della rivoluzione

Sulle orme della rivoluzione

Avventura nella Sierra Maestra

Non perdete l’escursione nel Gran Parque Nacional Sierra Maestra, che con un itinerario in 4×4 e trekking vi condurrà fino alla Comandancia La Plata, quartier generale dei ribelli durante le fasi cruciali della rivoluzione: qui si trova l’ambulatorio in cui Che Guevara operò come dentista, la cucina, l’amministrazione e la Casa di Fidel

Il tren blindado di Santa Clara

Fu proprio a Santa Clara che Che Guevara vinse la più importante battaglia, nel dicembre 1958: qui si possono visitare il monumento al “Tren Blindado”, la statua del Che e il museo memoriale che ospita la tomba del Che

Natura e Relax

Natura e Relax

Meraviglie a Topes de Collantes

Trovandosi nelle vicinsnze di Trinidad è senz’altro d’obbligo un’escursione a Topes de Collantes: si attraversano i sentieri del Parco di Guanayara, zone di cure termali, sino alla cascata del Roccio, dove si forma una piscina naturale e fare un bagno rigenerante. Se poi siete amanti del caffè qui è presente un piccolo museo sulla storia di questo magico chicco

Cayos da sogno

Relax in paradiso? Dopo un viaggio itinerante a scoprire i segreti di una delle isole più belle dei Caraibi è giunto il momento di stendersi su una delle meravigliose spiagge di sabbia bianca finissima che caratterizzano i Cajos di Cuba

Cerchi idee per la luna di miele dei sogni? Ecco 4 mete consigliate dove andare in Viaggio di Nozze! Da Luglio e Agosto fino ad Aprile e Maggio: Scopri quando viaggiare e quali itinerari seguire nelle destinazioni più belle per il viaggio di nozze perfetto.
Viaggio da sogno! E’ quello che ogni coppia di sposi si aspetta per la propria Luna di miele.

Che sia romantico o all’insegna dell’avventura, le mete per il viaggio di nozze sono tantissime e per tutti i gusti. Ecco le destinazioni consigliate da Travel 365!

Rajasthan, India: luna di miele da mille e una notte!

Palazzo a Rajasthan
Un mix di tradizione, cultura, arte e natura per un viaggio di nozze unico, da vivere tra fascino e mistero in una delle destinazioni più affascinanti dell’India: il Rajasthan.

Conosciuta anche come “Golden Land“, per le splendide dune dorate del deserto Thar, Rajasthan offre molte attrazioni: maestose fortezze, laghi cristallini, palazzi incantati, e soprattutto il magico Taj Mahal, una delle 7 meraviglie del mondo moderno, fatto costruire dall’imperatore Shah Jahan alla morte della moglie, quasi a rappresentare un immenso ultimo dono d’amore per la donna tanto amata.

  • Quando andare:
    I periodi consigliati sono soprattutto la primavera e l’autunno. Nel periodo da maggio a ottobre sono possibili dei temporali.
  • Idee e consigli:
    Un tour on the road potrà portarvi da Rajasthan, ad Agra e Varanasi; proseguire con una tappa a Udaipur, la città dei sei laghi, a Jaipur (conosciuta anche come città rosa) e alla splendida Jodhpur, che con le sue case blu indaco è una delle città più colorate al mondo. Volendo, si può fare inserire nel pacchetto viaggio anche un soggiorno mare, negli Emirati o alle Maldive, oppure scegliere il soggiorno relax in una SPA, alle pendici dell’Himalaya.

Polinesia Francese: la destinazione più romantica!

Isola di Bora Bora
Sognate una Luna di Miele con destinazione lontana, spiagge paradisiache e bianchissime, circondati da limpide acque turchesi? La vostra meta è senza alcun dubbio la Polinesia Francese.

I viaggi nella Polinesia Francese sono una full immersion nella natura e nello spettacolo offerto dalle sue isole paradisiache; è chiaro che non c’è vita mondana e divertimenti notturni, chi sceglie questo tipo di viaggio ama i tramonti mozzafiato, quelli dall’intenso rosso fuoco, il mare cristallino e il totale ed assoluto relax.

  • Quando andare:
    Il clima è gradevole tutto l’anno, con temperature intorno ai 27°C, mentre quella delle limpide acque è sui 26°C.
  • Idee e consigli:
    Tahiti e Bora Bora sono le due isole più famose e belle da non perdere assolutamente.
    Tahiti è la maggiore, il punto di partenza per raggiungere ogni angolo della Polinesia. A Papeete, si trova l’aeroporto d’arrivo per i voli internazionali ed il comune è IL cuore culturale e commerciale dell’arcipelago.
    Appena arrivati all’aeroporto di Papeete, l’accoglienza sarà data dagli splendidi sorrisi della gente locale, con musica di ukulele e ghirlande di Tiarè.
    Ecco una parola da memorizzare: Maururu! (grazie! Verrà spontaneo ringraziare queste gentilissime e cordiali persone).
    Ad un’ora di volo da Tahiti c’è una delle isole più belle del mondo: Bora Bora, la cui laguna dalle acque azzurro-blu è resa ormai mito. Davvero un matrimonio chic!La Perla del Pacifico, questo è l’appellativo ben meritato da Bora Bora, che nel linguaggio tahitiano si dice Pora Pora. Secondo la leggenda, fu la prima tra le isole ad emergere dagli abissi degli oceani, circa quattro milioni di anni fa. Il nostro consiglio è quello di affidarsi ad un tour operator che potrà assistervi nella scelta dell’itinerario più adatto per ammirare al meglio le meraviglie naturali, tra escursioni, giri della laguna in piroga e relax in spiaggia.

Isole Cook: il fascino dei mari del Sud

Rarotonga
Le 15 piccole isole, che emergono su 2 milioni di chilometri quadrati dell’Oceano Pacifico, regalano l’atmosfera paradisiaca e tutto il fascino dei Mari del Sud.
Atolli remoti, sottili banchi corallini, candide spiagge circondate dal verde dei monti vulcanici, gente cordiale e una vita tranquilla accolgono i turisti venuti in vacanza: queste isole sono l’ideale per chi ama praticare lo snorkeling, le escursioni a piedi e le esplorazioni delle grotte o… semplicemente per rilassarsi completamente sulle bianchissime spiagge.

  • Quando andare:
    Durante tutto l’anno, le isole Cook sono baciate e scaldate dal caldo sole, con temperature che non superano mai i 29°C e non scendono al di sotto dei 18°C; i mesi più caldi vanno da novembre a marzo con temperature intorno ai 23-29°C. Giugno, luglio ed agosto sono considerati mesi “freddi”, ma la temperatura è sempre piacevole, intorno ai 23-24°C.
  • Idee e consigli:
    L’arcipelago delle isole Cook si può raggiungere con voli diretti da Los Angeles, Auckland e Sydney.
    Dall’Italia si possono scegliere voli per la Nuova Zelanda o per gli Stati Uniti e da questi proseguire con un volo per Rarotonga, l’isola più grande.
    Le splendide spiagge bagnate da acque turchesi e le palme da cocco sono il biglietto da visita di Rarotonga, chiamata anche “piccola Tahiti” per la bellezza della sua natura; perfetta per il trekking.
    Sull’isola si possono visitare il lago salato di Muri, noleggiare una barca charter per visitare le altre isole oppure ammirare tramonti incredibili sulla spiaggia di Matavera. A 220km a nord di Rarotonga (meno di un’ora di volo) si trovano le bianchissime spiagge di Aitutaki e l’altura Maungapu dalla quale si possono ammirare l’isola e laguna.

Caraibi: una meta da sogno!

Relax ai Caraibi
A 7-8 ore di volo dall’Italia si trovano questi luoghi straordinari, un “must” dei viaggi oltreoceano, per quello che offrono a tutti i fortunati visitatori.
Bellissime e molto diverse le une dalle altre, sono tante le isole dei Caraibi tra cui scegliere per il proprio soggiorno da sogno. Noi vi consigliamo Cuba e la meravigliosa Santa Lucia, dell’arcipelago delle Antille

Isola di Cuba

Havana
Cuba è la più grande delle isole caraibiche, si trova nel cuore dei Caraibi, fra spiagge bianchissime e palme ondeggianti. Pittoresca, coloniale, rivoluzionaria, Cuba è l’isola di Fidel Castro e di Hemingway, dei sigari e del rum forte.

Un luogo che difficilmente si potrà dimenticare, sia che si visiti per il fascino delle architetture coloniali, sia per godersi rilassanti soggiorni, sorseggiando cocktail sulle candide spiagge, fra sole, musica ed allegria.

  • Quando andare:
    Il periodo migliore per andare a Cuba va da novembre a marzo, quando sull’isola si trova clima tropicale con temperature tra i 26°C e i 32°C.
    Sconsigliati i mesi di settembre ed ottobre, causa possibili uragani; il freddo è sconosciuto nella splendida Cuba; durante la stagione calda, che va da maggio ad ottobre, sono possibili piogge, ma di breve durata ed intensità. Nei mesi di luglio ed agosto si troveranno le spiagge super affollate, perché periodo di ferie dei cubani, ma si potrà conoscere la vera realtà cubana, con le rumorose ed allegre feste all’aperto, come l’anniversario della rivoluzione del 26 luglio.
  • Idee e consigli:
    In base al tempo che si ha a disposizione, un itinerario interessante potrebbe essere:
    Havana, Trinidad e Varadero sono senz’altro le località più affascinanti. Potrebbe essere comodo soggiornare presso un resort con trattamento all inclusive a Varadero, per poi spostarsi nei vari luoghi di interesse.

Isola di Santa Lucia nelle Antille

Santa Lucia nelle Antille
Un’alternarsi di luminose spiagge bianchissime e spiagge di sabbia nera, tipicamente vulcanica, circondano un’immensa foresta pluviale, ricca di molteplici varietà di piante e animali: così si presenta l’isola di Santa Lucia, la più intatta delle isole caraibiche, con la sua natura incontaminata e paesaggi mozzafiato.
Santa Lucia, piccolo stato insulare tra il Mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico, si trova nelle Piccole Antille ed una delle mete più ambite per chi vuole un viaggio all’insegna del totale relax immersi in paesaggi paradisiaci. Il motto nazionale dell’isola di Santa Lucia è “The Land, the People, the Light” (la terra, la gente, la luce) a testimonianza di uno straordinario spettacolo della natura e della grande ospitalità di un popolo allegro e gioioso ed accogliente. La gioia di vivere degli abitanti di Santa Lucia la si può apprezzare a Gros Islet, nei fine settimana durante il jump-up, dove di mangia, si beve e si balla a ritmo di rumba e calypso. Un vero angolo di paradiso terrestre!

  • Quando andare:
    Il clima è caldo e umido tutto l’anno, un po’ più afoso da maggio ad ottobre e più fresco da novembre ad aprile. Il periodo migliore per visitare l’isola di Santa Lucia va da febbraio ad aprile, il meno piovoso dell’anno.
  • Idee e consigli:
    Per poter godere al meglio di questa deliziosa località, immersa in acqua cristalline dai riflessi verde-azzurro, la scelta migliore è sicuramente la crociera di almeno 15 giorni ed esplorare anche le altre magnifiche isole dei Caraibi; l’alternativa è il viaggio in aereo e, dopo aver raggiunto l’isola, noleggiare un’auto e raggiungere le bianchissime spiagge e i villaggi dei pescatori. In ogni caso, sono tantissime le soluzioni e gli interessanti pacchetti turistici proposti dalle migliori agenzie di viaggio.

altra idea e sposarsi all’estero, cosa c’e di meglio che sposarsi in Messico o a Cuba ..potrai scegliere anche gli abiti da sposa in loco.

Al primo posto tra le mete alternative dove programmare il vostro viaggio di nozze c’è sicuramente questa terra dal fascino tutto particolare, che esige però una programmazione durante il periodo estivo. Altre conditio sine qua non: è adatta a persone che non hanno tra le loro priorità quella di stare sdraiati al sole per un mese interno senza fare nulla, e sono innegabili amanti della natura. Qui potrete fare un bagno rigenerante nelle acque termali del Blue Lagoon, vedere incredibili cascate e i famosi vulcani islandesi, programmare escursioni in barca e avvistare le balene oppure rilassarvi osservando fiumi ghiacciati vicino a campi infuocati di lava. Adatto a molti, ma non proprio a tutti.

Nigaloo Reef (Western Australia)

Si tratta della parte occidentale del lontano continente australiano, ed è situata nel lato opposto a dove sono dislocate le città più importanti e famose. A livello di bellezza naturalistica, rivaleggia in bellezza con la più famosa “East Coast” ma è una meta decisamente meno battuta e più selvaggia. Alcuni suggerimenti? Partite in osservazione di squali e balene al mattino presto, e poi rilassatevi nell’idilliaco paesaggio contornato da vigneti, nel pressi del fiume Margaret. Perché una delle tante peculiarità della zona, oltretutto, riguarda un’ottima produzione di vino locale.

Cile

È il Paese che più di ogni altro riesce a racchiudere nel suo territorio un’incredibile e pressoché infinita varietà di paesaggi, climi, territori ed attrazioni. Fare un viaggio di nozze in Cile significa poter visitare il Deserto di Atacama, il deserto più arido esistente dove potrete vedere e usufruire del telescopio più grande al mondo, godervi lo splendido mare di Valparaiso o di Vina del Mar e fare trekking sulle montagne di Aconcagua e dell’Ojo del Salado. Insomma, se da un lato ce n’è per tutti i gusti, ogni luna di miele in Cile che si rispetti non può assolutamente prescindere da una visita nella regione della Patagonia con i suoi iceberg, vulcani e colonie di pinguini e leoni marini, e da qualche giorno speso ad esplorare l’Isola di Pasqua.

Kökar Beach (Äland Island, Finlandia)

Se desiderate sfuggire a qualsiasi cliché, allora l’arcipelago finlandese delle semi-sconosciute isole Äland è sicuramente ciò che fa per voi: si tratta di oltre seimila atolli che spuntano appena fuori dall’acqua, tra cui l’algida spiaggia di Kökar – raggiungibile in barca – la fa da padrone per la sua bellezza e per il suo essere praticamente incontaminata. Approdare in queste isole può essere la degna conclusione a un tour negli ancora poco battuti, ma di certo non meno interessanti, Paesi Baltici.

Scegliere la destinazione del proprio viaggio di nozze non è di certo un’impresa facile: meglio distendersi su spiagge bianche avendo di fronte un mare cristallino oppure un partire per un emozionante avventura on the road o immersi nella natura? Meglio passeggiare mano nella mano su una romantica isola sperduta ammirando tramonti suggestivi oppure tra le vie di una grande metropoli a caccia di arte e cultura in attesa di andare a cena in uno dei migliori ristoranti della città?

Le possibilità sono molte e per tutti i gusti, ma qualunque sia il tipo di viaggio di nozze che preferite c’è un fattore che dovete sempre tenere in considerazione: il clima. Sì, perché soggiornare su un’isola tropicale nel periodo delle piogge o dei tifoni rischia di trasformare il vostro viaggio in un incubo da cui non vedete l’ora di uscire. Affinché il vostro viaggio di nozze sia un felice inizio di una lunga vita insieme e diventi un ricordo incancellabile nella vostra mente, ecco qualche consiglio sulle migliori destinazioni e il periodo ideale per visitarle.

Su un isola paradisiaca

Spiagge di sabbia bianche, palme, mare scintillante dalle acque cristalline….le isole attirano da sempre i neosposini che vedono in questi luoghi dei rifugi perfetti per dar spazio al proprio romanticismo e ammirare paesaggi mozzafiato lontano dal caos e dalla folla delle città. Per aiutarvi nella scelta ne ho selezionato alcune di incredibile bellezza:

  • Santorini. Per chi vuole restare nel Mediterraneo, Santorini è la scelta ideale. Quest’isola greca che sorge su un vulcano regala paesaggi unici e suggestivi. Con i suoi piccoli borghi di casette bianche e blu arroccati su imponenti scogliere che scivolano a picco su un mare di color blu intenso, questo luogo è un nido d’amore perfetto. Il periodo migliore per andare in Grecia è da giugno a fine settembre.
  • Capri. Per chi vuole rimanere nel Bel Paese, Capri è uno dei luoghi italiani più romantici. Con i suoi panorami costieri mozzafiato e l’atmosfera chic e glamour, quest’isola è l’ideale per chi vuole concedersi “coccole” di lusso. Tra un pranzo raffinato e lo shopping in eleganti boutique potete approfittarne per fare un giro in barca lungo la Costiera Amalfitana e ammirare incantevoli baie e grotte. Nel sud Italia il clima migliore si trova da maggio a fine settembre.
  • Isole Caraibiche. Scegliendo un’isola qualunque dei Caraibi non sbaglierete: sono luoghi di una bellezza indescrivibile con la loro natura incontaminata, le spiagge di sabbia bianca ombreggiate dalle palme e un mare trasparente abitato da una moltitudine di pesci colorati. Dall’arcipelago di Turks e Caycos all’isola di St. John, da Grand Cayman a Barbados fino a St. Lucia ogni isola offre non solo spiagge bellissime, ma anche tanti spunti per divertirsi ed esplorare: parchi naturali, barriere coralline, foreste tropicali e rovine di antiche civiltà aggiungeranno un tocco dinamico e avventuroso al vostro viaggio d nozze. Il periodo migliore è da dicembre a fine marzo per evitare la stagione delle piogge e degli uragani.
  • Maldive, Oceano Indiano. Una delle mete di lusso più ambite, le Maldive ospitano resort esclusivi e alcuni dei migliori centri termali del mondo. Con le loro spiagge bianche e gli incantevoli fondali marini questo luogo è un vero e proprio paradiso. Il periodo ideale è da novembre alla fine di maggio.
  • Seychelles, Oceano Indiano. Un’altra meta molto esclusiva, le Seychelles è un incantevole arcipelago formato da circa 100 isole di granito e corallo. Cullati dalle onde del mare e dal vento che soffia dolce tra gli alberi delle foreste tropicali trascorrerete il vostro viaggio di nozze circondati da ogni comfort e nel più totale relax. Tra immersioni, gite in barca ed escursioni alla scoperta della grande biodiversità di questi luoghi incontaminati non ci sarà il tempo di annoiarsi. Il clima migliore è da maggio a fine dicembre.
  • Whitsunday Island, Australia. Questo grande arcipelago situato al largo della costa del Queensland, è composto da un centinaio di isole di cui la maggior parte è disabitata e per questo è il rifugio ideale per le coppie in cerca di intimità e tranquillità. Tra un bagno e l’altro è possibile dedicarsi a vari sport acquatici, come lo snorkeling o le immersioni per ammirare le bellezze della Grande Barriera Corallina o fare escursioni in barca. Il periodo consigliato è durante la stagione secca da aprile a ottobre.
  • Isole Fiji, Oceania. Con le loro lagune ricche di colori spettacolari (che hanno fatto da sfondo alle riprese del film “La laguna blu”), le barriere coralline popolate da migliaia di pesci variopinti e le foreste tropicali che nascondono incantevoli cascate, le Fiji offrono panorami mozzafiato e una ricchezza di culture e tradizioni. Il periodo migliore per recarsi alle Fiji è durante la stagione secca, da maggio a ottobre.
  • Polinesia, Oceania. Vanta alcune delle isole più belle al mondo, tra cui Bora Bora considerata la perla del Pacifico. In questo arcipelago paradisiaco caratterizzato da profili vulcanici, pesci tropicali, spiagge rosate e lagune color smeraldo vivrete una luna di miele indimenticabile accompagnata dal dolce suono dell’ukulele, strumento musicale tradizionale, e dai colori suggestivi del tramonto sul mare. Il periodo migliore è da metà aprile a metà ottobre quando il clima è più asciutto e fresco.

Tra natura e avventura

Chi non ama stare tutto il giorno disteso al sole, può decidere di dare alla propria luna di miele un’impronta più dinamica e attiva. Tra le mete ideali per le anime gemelle avventurose ci sono:

  • Sudafrica. Anche se a molti sembrerà una scelta insolita, il Sudafrica offre un viaggio di nozze completo: avventuratevi in un safari in uno dei meravigliosi parchi naturali per poi scalare alcune delle cime più belle del paese e concludete la luna di miele rilassandovi su incantevoli spiagge. Essendo un paese molto esteso il clima varia da una zona all’altra, ma diciamo che in generale il periodo migliore va da dicembre alla fine di febbraio.
  • Brasile. Oltre alla movimentata e solare Rio de Janeiro con le sue spiagge affollate, il Brasile offre luoghi incontaminati unici al mondo, come la foresta amazzonica: perché non provare l’esperienza romantica di pernottare in una camera sospesa tra gli alberi e fare un giro in barca lungo il Rio delle Amazzoni? Oppure prendere parte a un tour e fare tappa alle meravigliose e imponenti cascate Iguazu? L’estate va da dicembre a marzo, che però è anche la stagione più calda e umida perciò possono scatenarsi acquazzoni tropicali improvvisi.
  • Australia. Questo paese dalle mille sfaccettature offre tantissimi spunti per vivere avventure emozionanti: noleggiate una macchina e viaggiate on the road lungo la costa del Queensland o sulla Great Ocean Road, avventuratevi in un campeggio nelle remote terre rosse dell’Outback per pernottare sotto milioni di stelle oppure fate una crociera tra le isole che fiancheggiano la Grande Barriera Corallina. Se vi recate nella zona nord del paese è consigliabile il periodo da marzo a ottobre, mentre la zona sud del paese offre il clima migliore da novembre a marzo.
  • Nuova Zelanda. Con le sue sconfinate distese verdi, i laghi, i ghiacciai, le foreste e le spiagge la Nuova Zelanda offre paesaggi mozzafiato. Noleggiate una macchina e partite alla scoperta di questo meraviglioso paese per vivere una luna di miele piena di adrenalina: tra scalate, trekking e cavalcate esplorerete angoli remoti e bellissimi. L’estate che va da dicembre a marzo è la stagione migliore per visitare questo paese.
  • USA. Il paese per eccellenza dei viaggi on the road, gli USA offrono una miriade di itinerari da percorrere in macchina: dalla storica Route 66 che attraversa il paese da est a ovest, alle strade che percorrono le bellezze selvagge e i grandi parchi nazionali fino ai tragitti che attraversano le spiagge e le località alla moda della Florida. Per una luna di miele che alterna relax, adrenalina e paesaggi da cartolina. Il periodo migliore è da maggio a ottobre.
  • Dalla Russia alla Cina con la transiberiana. Per chi vuole una vera luna di miele alternativa e ama l’Oriente, questo treno percorre oltre 9000 km attraversando 3 paesi e offrendo scorci mozzafiato su una varietà di etnie, paesaggi e culture; potete dormire in treno (ci sono anche carrozze più lussuose) e fermarvi nelle località più belle. Consigliabile nel periodo che va dalla primavera all’autunno. 

Sulla neve

Le distese bianche e le cime innevate offrono un paesaggio romantico e sono tanti gli sposi che scelgono i climi freddi per la loro luna di miele (quale migliore scusa per stare abbracciati tutto il giorno?). Se anche voi preferite i panorami ghiacciati, potete optare per una di queste mete:

  • Lapponia o Finlandia. Volete mettere l’emozione di addormentarsi ammirando l’aurora boreale? In Finlandia e in Lapponia potete osservare questo spettacolo della natura da una posizione privilegiata: alloggiando in un igloo di vetro. Durante il giorno potete invece dedicarvi a tante attività: escursioni in motoslitta, pattinaggio, sci oppure rilassarvi al caldo nei centri termali degli hotel. Le aurore boreali sono visibili in genere da settembre a marzo.
  • Perito Moreno, Argentina. L’imponente ghiacciaio Perito Moreno, nella bellissima Patagonia argentina, è uno spettacolo che farebbe rabbrividire persino i protagonisti del film “Frozen”. Questo gigante del ghiaccio si affaccia su un grande lago e il momento più atteso dagli spettatori è quando un blocco di ghiaccio si stacca per tuffarsi nel lago, un rumore che rompe il silenzio che generalmente avvolge questo luogo incontaminato. Potete approfittare del viaggio per fare escursioni e percorsi di trekking nella meravigliosa Patagonia. Il periodo consigliato è fra dicembre e febbraio, durante l’estate australe. 

Viaggio di nozze in città

La luna di miele non è soltanto natura e spiagge paradisiache: per molti sposini non c’è niente di più romantico di una grande metropoli illuminata di notte. Tra le città ideali per un viaggio di nozze ci sono:

  • Parigi. Anche se sembra una scelta scontata questa città regala momenti magici agli innamorati: cosa c’è di più romantico di un giro in battello lungo la Senna o di una cena a lume di candela con vista sulla Torre Eiffel illuminata? Se poi siete appassionati di arte questa capitale offre una grande selezione di musei e gallerie, mentre gli amanti dello shopping possono curiosare tra le bancarelle dei mercatini e le vetrine delle eleganti boutique. Il periodo migliore per visitare Parigi è da maggio ad ottobre.
  • New York.  Soggiornando nel cuore della grande mela vi si spalancheranno le porte di tantissimi mondi: passeggiate attraverso i sentierini romantici di Central Park, salite fino alla cima dell’Empire State Building per ammirare la città dall’alto, godetevi un musical in uno dei teatri di Broadway e ammirate i meravigliosi capolavori artistici del MoMA. Il periodo migliore è da maggio a ottobre.
  • Istanbul. Potrebbe sembrare una scelta insolita, ma questa capitale conserva un fascino orientale inimitabile. Con la sua atmosfera vivace che si manifesta nei mercatini e negli animati locali notturni e la sua storia millenaria avvolta da un affascinante alone di mistero, questa città è la meta preferita dalle giovani coppie che desiderano una luna di miele dinamica a caccia di cultura e di sapori esotici. I periodi migliori sono la primavera e l’autunno grazie alle temperature non troppo elevate.
  • Roma. La città eterna offre paesaggi romantici e luoghi ricchi di cultura e anche chi l’ha già visitata non ha visto tutte le sue bellezze. Come tutte le altre località del Bel Paese poi, anche Roma offre la possibilità di deliziare il palato grazie alle più svariate esperienze enogastronomiche che vanno dalle piccole trattorie e i ristoranti esclusivi in centro città ai romantici agriturismi affacciati sull’incantevole campagna romana. Il periodo migliore è dalla primavera all’autunno.

 

Abiti da damigella 2017: come sceglierli

Come scegliere il vestito da damigella per un matrimonio

Ecco perché scegliere il vestito da damigella per un matrimonio può essere tanto bello quanto impegnativo. Ne abbiamo già parlato per la scelta dell’abito da paggetto, ma in questo caso per una femminuccia si presentano più soluzioni e di contro più pensieri.

La scelta sui maschietti è sempre meno articolata rispetto a quella per le bambine. Così come i grandi, infatti, per le femminucce esistono diverse opzioni per un abbigliamento da cerimonia.

Scegliere il vestito da damigella: il colore

Se si ha piena libertà su modello e dettagli, per la scelta del colore del vestito da damigella ci sono poche possibilità. Il bianco è il colore per eccellenza e in questa occasione la bambina che vestirà questo compito così importante “deve” essere bella come la sposa.

In commercio esistono diverse alternative e per tutte le fasce di prezzo. Si può optare per i tessuti, per l’accompagnamento di accessori eleganti come il cappello con la retina o dei piccoli guanti da bambina.  La cosa importante è che il vestito da damigella sia di colore bianco.

Come scegliere l’abito da damigella: principesse si ma anche comode

Per quanto si debba puntare sull’eleganza è importante anche la comodità, perché le bambine hanno bisogno di muoversi e giocare. Fare la damigella è un compito più sentito dagli adulti che dalle bambine stesse, motivo per cui va bene adempiere al ruolo con rispetto degli sposi, e mantenendo un gusto elegante, ma senza esagerare.

Il ruolo e il vestito da damigella, seppur bellissimo e da favola, deve rendere questa giornata speciale ma anche frivola e permettere alla piccola principessa di divertirsi. La soluzione migliore è sceglierne uno adatto alla cerimonia, che magari richiama lo stile dell’abito della sposa, e acquistarne un altro comodo da farle indossare durante la festa e il ricevimento. Non sarà come comprare due abiti da cerimonia, perché questa seconda scelta sarà pensata per essere sfruttata anche dopo il matrimonio.

Se di solito ci sono un sacco di regole su ciò che è più adatto indossare a un matrimonio, le stesse sono molto meno rigorose quando si tratta di bambini e adolescenti.

E’ molto probabile che durante il ricevimento i bambini vogliano giocare e per questo è importante l’animazione per bambini ai matrimoni, un optional che rilassa gli adulti, ma anche gli sposi! I ragazzi più  grandi è, invece, probabile che vogliano imitare gli adulti e partecipare al ricevimento. In ogni caso, il matrimonio ha anche una cerimonia e quindi è necessario adottare l’indumento giusto.

Foto: Neonato

E’ importante che la coppia di sposi dica ai loro ospiti che tipo di cerimonia sarà, se formale o informale. Se si tratta di una festa informale, può essere opportuno utilizzare tessuti e scarpe meno nobili, andranno bene le scarpe da tennis o sportive.

Foto: Ben Q Photography via Style me Pretty

Quando non avete informazioni riguardanti la cerimonia, non rischiate e vestiteli con abiti eleganti evitando elementi troppo casual come jeans o pantaloncini, camicie, magliette sportive o scarpe da ginnastica.

Foto: Knot

I bambini possono indossare un vestito, anche se vi è la possibilità di indossare anche pantaloncini corti con una camicia e una giacca. Inoltre, i “ragazzini” sono autorizzati a indossare maglioni o cardigan, a condizione che non siano troppo informali. L’uso della cravatta, a questa età, è opzionale.

Per molte il coppie il matrimonio rappresenta un evento indimenticabile, una giornata speciale da ricordare per tutta la vita. I preparativi iniziano, solitamente, molti mesi prima e tutti gli sforzi per organizzare un evento simile sono volti ad un unico scopo: che tutto sia perfetto. Nessun particolare deve essere trascurato. Se hai deciso di organizzare l’evento in grande, perché desideri sentirti come in una favola, hai sicuramente previsto un corteo di damigelle e paggetti.. Ecco come scegliere l’abbigliamento di damigelle e paggetti.
Scegli per loro un modello di abito dallo stile sobrio e classico. Evita accuratamente colori scuri. Sono poco consoni ai matrimoni e in particolare ai bambini e alle bambine.
Prediligi colori delicati. I bambini non dovranno sembrare degli adulti in miniatura. I loro gli abiti devono mettere in risalto e trasmettere la freschezza della loro età.
Le bambine potranno indossare Una semplice gonna a tutù, magari rifinita con dettagli che richiamino particolari del vestito della sposa, può essere adatta alle damigelle, ai paggetti morbide camicie e pantaloni lunghi.
Scegli il tessuto considerando la stagione dell’evento e lo stile dell’abito. Se la cerimonia si svolge d’inverno il velluto o la flanella sono l’ideale. Tieni, però, anche in considerazione taffetà scozzese oppure saten e duchesse.
In primavera e estate: cotone, seta grezza per maschi e femmine; mussola, organza, tulle, quadretti di Vichy per le bambine.
Le scarpe dovranno essere comode e far sentire a proprio agio chi le indossa, specialmente in previsione delle lunghe ore fuori da casa.
Per le bambine privilegia modelli come ballerine delle tinta pastello in abbinamento con il colore del vestito, oppure le classiche bebè in vernice con cinturino sottile, nei colori tradizionali dell’ avorio, bianco o nero. Puoi scegliere anche un delicato lilla, se si vuoi conferire all’abbigliamento un tocco di romanticismo e se non stona con gli altri colori. D’estate possono andare bene anche dei sandali chiari, chiusi davanti.
Per i bambini scegli scarpe inglesi con i lacci, beige o grigio. E’un classico modello evergreen:
Sia che si tratti di abiti o calzature, privilegia degli indumenti che possano essere riutilizzati in altre occasioni e non siano eccessivamente costosi. In fondo è il matrimonio il protagonista indiscusso della cerimonia che corona l’amore.
Le parole d’ordine dovranno essere quindi eleganza, sobrietà e freschezza.

Molte mamme si domandano come vestire le loro bambine in occasione di un matrimonio e il dilemma sul baby abito giusto si fa ancora più importante quando le bimbe sono chiamate a ricoprire il ruolo di damigelle della sposa.

Mia figlia sarà la damigella di una carissima amica tra pochi giorni. Per esplicita richiesta della sposa il vestito della piccola dovrà essere total white ma con una nota di brio perché il matrimonio sarà in stile anni 30.

Spesso le bambine non sono quiete e pacifiche nei negozi, durante le prove degli abiti facilmente si spazientiscono oppure focalizzano la loro attenzione su vestiti e accessori non adatti all’occasione. Del resto i baby ospiti di un matrimonio non possono comprendere l’importanza che ogni dettaglio ha per la sposa. E per parte loro le spose non sempre hanno la possibilità e il modo di occuparsi anche della selezione dei vestiti delle damigelle.

GRAZIE ALLA TECNOLOGIE E ALLA SEZIONE DEDICATA AI MATRIMONI PRESENTE SU ZALANDO, MIA FIGLIA, IO E LA NOSTRA CARA AMICA CHE STA PER SPOSARSI ABBIAMO RISOLTO CON SUCCESSO, ENTUSIASMO E COL SORRISO SULLE LABBRA IL PROBLEMA VESTITO PER LA DAMIGELLA.

damigella vestito

La possibilità di scegliere l’abito osservandone con calma le caratteristiche, la consegna a casa e il reso gratuito nel caso in cui il capo non dovesse corrispondere alle aspettative, sono tutti vantaggi che non hanno prezzo!

Abbiamo scelto un vestito con balze leggere, lungo sino al ginocchio, con le spalle libere e cuciture morbide, in pratica un perfetto connubio di eleganza e comodità (cosa quest’ultima indispensabile quando si parla di bambini). Voi non ci crederete ma ho speso meno di 50,00 € grazie alla sezione dedicata agli abiti da damigella … e pensare che immaginavo che il ruolo di damigella di mia figlia mi sarebbe costato carissimo.

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SCEGLIERE ABITI ED ACCESSORI ALL’INTERNO DELLA CATEGORIA MATRIMONI DI ZALANDO RAPPRESENTA UN VERO AFFARE! OLTRE AI VANTAGGI PRATICI DELLA CONSEGNA A DOMICILIO CON POSSIBILITÀ DI PROVARE L’OUTFIT A CASA PROPRIA E IN TUTTA CALMA, VA CONSIDERATO PURE IL FATTORE RISPARMIO CHE SPESSO È NON INDIFFERENTE.

Consiglio a tutte le mamme di valutare seriamente l’opportunità di aprirsi al consumo online, troppo spesso si soffre di diversi pregiudizi che non corrispondono a verità:

E se poi il vestito non mi piace? O se la taglia non è quella giusta?”, con Zalando il vestito che non corrisponde alle tue aspettative può tornare indietro con reso gratuito e ritiro presso il tuo domicilio, niente di più facile e sicuro.

Quando mia figlia ha provato il suo vestitino, acquistato su Zalando matrimoni, è stata parecchio dinnanzi allo specchio della cameretta; già sognando, ha provato la camminata verso l’altare  immaginando di attraversare la navata della chiesa; si è cimentata persino in un balletto. Questa possibilità di disporre dei propri vestiti rende le scelte dei bimbi (ma anche sei grandi ) molto più sicure e convinte.

Le damigelle bambine sono sempre meravigliose, ma anche per loro ci sono delle regole da seguire nella scelta dell’abito. Vediamo insieme come vestire le damigelle di matrimonio

Le damigelle bambine sono meravigliose: ogni sposa che abbia la possibilità di farsi accompagnare da un corteo di bambine e ragazze e, perché no, anche da una coppia di paggetti, dovrebbe fare questa scelta, perché le piccole damigelle (e i paggetti) infondono alle nozze quell’atmosfera magica e sognante che appartiene a tutti i bambini.

Come scegliere le damigelle di matrimonio

La scelta delle damigelle d’onore generalmente ricade su persone molto vicine alla sposa: le amiche della sposa sono le candidate ideali a fare da damigelle d’onore adulte, le Bridesmaids inglesi; se la scelta invece ricade sulle damigelle bambine, come è tradizione in Italia, le prescelte sono generalmente figlie di parenti e amici più cari.

La scelta delle damigelle adulte o bambine dipende anche, come dicevamo, dall’atmosfera che si vuole dare alla cerimonia: le damigelle adulte, soprattutto se sono più di quattro, conferiscono un’aura di solennità alle nozze, mentre le damigelle bambine, insieme ai paggetti, donano un tocco di freschezza e tenerezza.

Damigelle adulte o bambine?

Il nostro consiglio è di lasciarvi guidare dall’istinto nella scelta delle damigelle d’onore: se avete molte nipotine candidate a ricoprire questo ruolo, ma anche delle amiche che vorreste avere accanto in quei momenti speciali, optate per un corteo misto. L’importante è seguire queste regole:

  • Secondo il galateo, le damigelle non devono essere più di 8;
  • Le damigelle bambine, eventualmente accompagnate dai paggetti, devono precedere la sposa lanciando petali lungo la navata; alle damigelle adulte spetta invece il compito di seguire la sposa, reggendole il velo;
  • Gli abiti delle damigelle devono essere tutti uguali tra loro e richiamare possibilmente l’abito della sposa o il tema scelto per le nozze.

Come vestire le damigelle di matrimonio

Una volta selezionate le damigelle e stabilito il loro numero, bisognerà provvedere anche alla scelta dell’abito: è la sposa che deve occuparsi, o comunque approvare la scelta degli abiti delle damigelle d’onore. Come abbiamo detto, le damigelle dovranno avere dei vestiti simili, se non uguali tra loro, che richiamino l’abito da sposa almeno in un dettaglio, oppure che siano ispirati al tema scelto per l’organizzazione delle nozze. Ecco alcune regole base per non sbagliare nella scelta dell’abito delle damigelle di matrimonio, che siano adulte o bambine:

  • D’inverno è d’obbligo il velluto, meglio se in un colore matte, come il blu scuro o il talpa, d’estate invece via libera ai colori pastello, come il verde menta e il rosa quarzo;
  • Il nero è bandito, e anche i colori troppo accesi, come il rosso, sono da evitare;
  • L’abito delle damigelle può essere o meno coordinato a quello della sposa, in ogni caso è bene scegliere un colore abbinato alla palette degli allestimenti di nozze;
  • È preferibile che le damigelle adulte indossino un abito lungo; le damigelle bambine invece possono indossare anche abiti che lasciano scoperte le gambe e le caviglie.

Come vestire le damigelle bambine

La scelta dell’abito delle damigelle bambine merita un discorso a parte: oltre a scegliere un abbigliamento in linea con il tema e l’atmosfera delle nozze, l’abito delle damigelle bambine va selezionato in base a altri piccoli accorgimenti. Vediamo quali:

  • Il vantaggio dell’abito delle damigelle bambine è che può essere anche in colori chiarissimi, perfino bianco, e in tutto e per tutto uguale a quello della sposa: non c’è il rischio infatti che le piccole rubino la scena alla sposa;
  • Scegli un abito che si addica all’età delle damigelle: le bambine non devono scimmiottare le donne adulte, né tantomeno sembrare delle piccole sposine;
  • L’abito delle damigelle bambine inoltre deve essere comodo: scegli tessuti traspiranti, modelli comodi che non limitino i movimenti, scarpe basse che non impediscano alle piccole damigelle di correre e giocare, come si addice alla loro età.

I nostri abiti da sposa per le damigelle bambine

Il nostro consiglio è di scegliere abiti in colori chiari, in puro cotone o in tulle e merletto. Ecco una selezione di abiti consigliati per vestire le tue damigelle d’onore bambine: clicca sul link per vedere l’abito, scoprire il prezzo e acquistarlo!

  • Bianco candido, per chi ama la purezza. Scopri qui l’abito in puro cotone
  • Merletto rosa, per una damigella super chic. Eccolo
  • Tulle bianco e blu, per una damigella bon ton: scoprilo qui

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Alle tue nozze ci saranno anche dei paggetti? Trova l’abito perfetto per loro nella nostra sezione dedicata all’abbigliamento bambino e scopri qui tanti consigli su come vestire i paggetti di matrimonio!

Fare la damigella d’onore a un matrimonio è una segreta aspirazione di molte bambine, ma anche di molte donne adulte: essere presenti, e con un ruolo di rilevanza e responsabilità, alle nozze della propria migliore amica, o di una zia, è un desiderio di molte ragazze; così come è desiderio della sposa che le sue damigelle siano perfette, con abiti e accessori che richiamano i colori e lo stile scelto per l’intera cerimonia di nozze.

Alcuni consigli per scegliere l’abito per le damigelle di matrimonio

La domanda che ogni sposa si fa è: come scegliere l’abito per le damigelle di matrimonio? Come dicevamo, è importante che il loro look sia in sintonia con lo stile delle nozze. Un esempio? Se avete scelto di organizzare un matrimonio a tema marino, un’idea può essere quella di vestire le vostre damigelle con abiti sui toni del blu e del celeste, che richiamino i colori dell’ambientazione marina.

Abito per le damigelle di matrimonio: colori, modelli, lunghezze

Tenete presente inoltre che non tutte le damigelle d’onore staranno bene con lo stesso vestito: una buona idea potrebbe essere quella di scegliere lo stesso colore per tutte, ma cambiare il modello, che ciascuna damigella potrà adattare alla propria fisicità.

Un’altra idea invece può essere quella di scegliere l’abito in base al colore della pelle: in questo caso il modello dell’abito sarà uguale per tutte, mentre a cambiare sarà il colore, che si sposerà alle nuances di pelle e capelli delle damigelle d’onore.

I colori più indicati per l’abito delle damigelle di matrimonio sono i toni pastello: i classici rosa e celeste sono intramontabili, ma anche il glicine, il giallo e il verde mela sono molto chic.

Il tocco in più: un wedding corsage, ovvero un bracciale floreale composto con gli stessi fiori scelti per realizzare il bouquet della sposa. Se non amate i colori chiari e volete osare, niente vi vieta di optare per colori più decisi nella scelta dell’abito delle damigelle d’onore: le nuove tendenze ci mostrano abiti rossi, fucsia, addirittura neri. Il tocco in più: un accessorio, come una collana o un bracciale, abbinato all’abito e regalato dalla sposa alle sue damigelle, da sfoggiare in occasione della cerimonia.

Anche per quanto riguarda la lunghezza dell’abito le mode sono cambiate: se prima la damigella doveva vestire rigorosamente in lungo, le nuove tendenze impongono abiti corti, dalle gonne ampie e svolazzanti, che mettano in mostra la bellezza delle damigelle in modo da far risaltare ancor più quella della sposa!

Damigelle di matrimonio: per le bambine sì al bianco

La regola che vieta assolutamente alle damigelle adulte di indossare abiti bianchi, per non “fare concorrenza” alla sposa, non vale invece per le bambine, anzi. Le damigelle bambine possono (e sicuramente desiderano) essere vestite come sposine in miniatura, con abiti in bianco candido e avorio, magari con inserti in azzurro o rosa pastello, che richiamino il vestito da sposa e i colori scelti per le decorazioni e gli allestimenti delle nozze.

La parola d’ordine è: comodità. Le damigelle infatti, soprattutto se bambine, hanno bisogno di sentirsi comode e a loro agio, oltre che belle come la sposa. Per quanto riguarda tessuti e modelli si può optare per abiti con corpetti ricamati e taglio a stile impero, e gonne a campana in tulle e organza. A completare l’abbigliamento, scarpe bebè con cinturino alla caviglia e, tra i capelli, fiori “rubati” al bouquet della sposa.

Unico limite: lo strascico, sia per le damigelle adulte che per le damigelle bambine, è assolutamente bandito! Resta una prerogativa esclusiva della sposa!

Sei indecisa su come scegliere gli abiti da damigella per bambina? Certamente la scelta di comprare abiti da damigella online ti consente di poter avere una maggiore visione di modelli e nel contempo anche di poter risparmiare. La prima cosa, comunque, che devi sempre tenere a mente quando scegli degli abiti da damigella 2015 e che si tratta di bambine che ti andranno ad accompagnare il giorno delle tue nozze all’altare.

Quindi anche gli abiti da damigella per bambina devono rispecchiare un certo stile e un determinato look. Nelle varie gallery che sono presenti nei numerosi negozi online, potrai vedere moltissimi esempi di bellissimi modelli di abiti da damigella 2015, particolarmente indicati per bambine di ogni età. Quindi anche la decisione di acquistare abiti da damigella online ti consentirà di avere dei completi molto chic.


La prima cosa che devi fare però, sarà quella di decidere lo stile del tuo matrimonio ma anche del tuo abito da sposa. In base a questa scelta, infatti, potrai incominciare la ricerca anche degli abiti da damigella per bambina. Se poi ti necessitasse avere qualche altro spunto di ispirazione, puoi sempre farti stimolare dai matrimoni dei vip, come ad esempio quello degli anni scorsi di Kate Middleton e di Kate Moss, le quali adottarono degli abiti da damigella per bambina molto diversi fra loro.

Infatti, la supermodella e stilista britannica Kate Moss optò per un matrimonio country chic e le damigelle indossarono degli scamiciati che erano molto semplici con scarpe ballerine e una coroncina di fiori. Uno stile assolutamente perfetto se le tue nozze si svolgeranno in campagne e se preferisci uno stile più easy.


Kate, la moglie del principe William, invece, assecondando lo stile e il tenore delle proprie nozze, scelse dei modelli sia per i paggetti e sia per le damigelle molto più eleganti. Infatti, le bambine indossavano degli abiti classici in seta che avevano delle maniche a sbuffo, oltre alla classica coroncina di fiori.

Se opti per un matrimonio classico puoi scegliere degli abiti da damigella per bambina di color bianco, che potrai, magari, far divenire meno impegnativi con, ad esempio, una fusciacca colorata oppure con degli accessori simpatici. Se desideri un qualcosa che sia maggiormente nuovo, puoi anche optare per degli abiti da damigella 2015 che siano colorati e che presentano delle tonalità pastello

ABITI DA CERIMONIA PER BAMBINI, ANCHE PER LORO CONTA IL LOOK

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Come organizzare un matrimonio civile: guida

Che si tratti di un matrimonio civile o religioso, tra pochi intimi o centinaia di invitati, il giorno delle nozze resta e resterà sempre uno dei più belli della propria vita. Ogni sposa merita il meglio e ogni matrimonio merita di essere celebrato senza errori.

Ma da dove cominciare  quando si tratta di un matrimonio con rito civile? Per la parte che riguarda i festeggiamenti ovviamente nessuna differenza (o quasi, di solito però ci sono meno invitati) con il matrimonio con rito religioso: sbizzarritevi con la fantasia dunque! Per quanto riguarda invece la parte della celebrazione del rito sarà bene tenere a mente alcuni accorgimenti. Vediamoli insieme.

Come organizzare un matrimonio civile

Oggi molti sposi prediligono il rito civile a quello religioso per il proprio matrimonio. Spesso si tratta di coppie atee o di differenti religioni oppure che hanno già contratto matrimonio in precedenza e risultano quindi divorziati.

Qualsiasi sia la motivazione, la scelta di celebrare il proprio matrimonio presso una struttura dell’amministrazione comunale nulla toglie al valore del legame e del rito stesso, che impegna i due sposi  con gli stessi diritti e doveri.

Si comincia con il recarsi presso il Comune di residenza per reperire le prime informazioni. Prevedete di darvi almeno un paio di mesi d’anticipo per fissare la data. Il matrimonio può essere celebrato in entrambi i comuni di residenza se gli sposi vivono in città diverse oppure in un terzo comune a scelta, purché si motivi la decisione per iscritto al proprio Municipio e si aspetti la delega.

A questo punto si attende la data del giuramento per la classica “promessa”, da pronunciare insieme ad almeno un genitore (o atti di nascita per accertare che non vi sia consanguineità) e un testimone. Dopo questo passaggio si attendono le pubblicazioni e si potrà comunicare a tutti la data delle nozze.

La celebrazione del matrimonio civile di solito è affidata al sindaco (o a un ufficiale di Stato civile) ma si può anche richiedere (in anticipo rispetto al giorno delle nozze) che ad officiarlo sia  un amico indicato dagli sposi.

Tutto qui. Il primo grande vantaggio del rito civile per un matrimonio infatti è proprio quello di essere più snello e veloce e di non avere praticamente alcun costo, solo un paio di marche da bollo per i documenti. I vantaggi economici non finiscono qui.

Come è noto in Comune non si va con i classici abiti degli sposi e  questo si traduce in un evidente taglio alle spese, anche a quelle correlate come gli accessori per la sposa, i vestiti di damigelle e paggetti o i costosi (e numerosi) addobbi floreali di solito riservati alla Chiesa, così come l’auto da noleggiare per arrivarci.

Di solito però, ciò che si rimprovera ad un matrimonio civile è la freddezza del rito, dell’ambiente e della cerimonia in generale. Certo da questo punto di vista è inevitabile il paragone con l’entrata scandita dalla marcia nuziale in Chiesa e in genere con quell’atmosfera magica fatta di decorazioni floreali e candele che regalano mille emozioni e sono in grado di commuovere anche i più insensibili.

Ma attenzione: se avete un po’ di budget a disposizione, anche il matrimonio civile può essere trasformato in un rito indimenticabile ed emozionante e far sciogliere tutti in lacrime!

Una location all’aperto o di gran pregio

In molti casi l’amministrazione comunale ha a disposizione un giardino o un cortile all’aperto dove poter celebrare il rito. Fermo restando che i registri ufficiali non possono lasciare l’area comunale, informatevi sulle opzioni messe a disposizione e potrete scoprire con sorpresa che fanno parte della “casa comunale” anche castelli, teatri, dimore d’epoca o ville lussuose.

Un po’ d’ambiance

Il Comune può mettere a disposizione dei futuri sposi due sedie a trono e un po’ di fiori.
Nulla vieta però di integrare le decorazioni con qualcosa di personale, a cui potrete aggiungere anche un po’ di musica e di luci e dedicare qualche minuto alla lettura della “vostra” promessa al partner, quella che viene dal cuore e che usa le vostre parole per esprimersi.

All’uscita degli sposi non prevedete solo il lancio di riso e confetti ma pensate anche a coriandoli colorati e bolle di sapone, magari soffiate dai più piccini che si divertiranno un mondo.

Infine, qualche piccolo consiglio di galateo

Per quanto riguarda le partecipazioni fate in modo che siano davvero molto semplici e consegnatele a mano. Se convivete già indicate pure il vostro attuale indirizzo di casa (e non quello di mamma e papà!). L’abito della sposa fino a qualche anno fa doveva essere un semplice tailleur.

La tendenza è cambiata e potete dar sfogo al vostro romanticismo ma evitate comunque abiti da sposa pomposi o con lunghi strascichi e velo. Se poi è il vostro secondo matrimonio evitate anche il colore bianco. Infine ma non meno importante: in Municipio si arriva puntuali, quindi niente attese per il povero sposo!

Informazioni utili, consigli e documenti necessari per la preparazione del matrimonio in Comune. Eccovi i dettagli necessari su come organizzare un matrimonio civile ad hoc, sobrio e trasparente.

Se volete convolare a nozze in Comune, eccovi alcune informazioni utili su come organizzare un matrimonio civile, completo di tutti gli iter da seguire e i consigli per celebrarlo al meglio. Il matrimonio civile è celebrato tra persone atee che accettano gli obblighi, i diritti e i doveri che scaturiscono dal rito civile. Iniziate a organizzare il vostro matrimonio almeno un paio di mesi prima della data prefissata, in modo da non essere impreparati ed evitare ulteriori slittamenti della data desiderata.

Preparazione documenti
Negli ultimi anni l’iter burocratico da seguire si è semplificato: mentre prima si dovevano presentare diversi documenti (atto di nascita, di residenza, di cittadinanza e di stato civile), oggi si occupa di tutto il Comune. Questo è reso possibile grazie alla legge Bassanini 13/5/97 n.127, che prevede che i futuri sposi si presentino con un documento valido presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune nel quale desiderano sposarsi e che stendano una dichiarazione su carta semplice o su un modulo prestampato dove sia chiara la loro intenzione di sposarsi. Può anche recarvisi solo uno dei due se porta la fotocopia del documento d’identità dell’altra persona. Se uno dei due coniugi è un cittadino straniero dovrà presentare un nulla osta rilasciato dal consolato dallo stato di appartenenza e legalizzato dalla prefettura, dopo di che sarà sempre il comune a provvedere a tutta la documentazione necessaria.

Fasi e tempistiche del rito civile
Il matrimonio può essere celebrato o nel Comune di residenza di uno dei due sposi o in un altro a scelta previo consenso del proprio Comune, a cui si dovranno comunque spiegare, tramite lettera, i motivi della scelta alternativa. Per ottenere il consenso al matrimonio, gli sposi dovranno avere una lettera di delega da presentare al Comune in cui hanno scelto di celebrare le proprie nozze. Dopo qualche giorno, il tempo necessario agli uffici comunali per poter svolgere le pratiche, i futuri sposi saranno contattati dal Comune per fissare la data del giuramento che dovrà avvenire in presenza di un genitore (che testimoni la non consanguineità tra i due futuri sposi) e di un testimone. Nel caso di impossibilità di partecipazione di un genitore, sarà necessario consegnare una a copia integrale dell’atto di nascita rilasciata dal Comune di nascita. E’ necessario in questa fase consegnare i seguenti documenti: estratto per riassunto dell’atto di nascita per uso matrimonio e certificato in bollo con residenza, cittadinanza e stato libero Il giorno del consenso. Gli sposi dovranno andare in Comune con due testimoni per richiedere le pubblicazioni e comunicare la data delle nozze. Le pubblicazioni vengono affisse in Comune per otto giorni, scaduti i quali gli sposi possono ritirare il certificato di nullaosta da presentare all’ufficiale di stato civile: il termine ultimo per sposarsi, dopo le pubblicazioni, è di 180 giorni, altrimenti bisogna ripercorrere tutto l’iter burocratico.

Chi celebra il rito civile
Il matrimonio può essere celebrato dal Sindaco o da un suo delegato nella casa comunale alla presenza di due testimoni maggiorenni. Secondo quanto detto al comma 3 dell’articolo 1 del decreto presidenziale numero 396 del 2000, ogni maggiorenne, che non abbia perso i diritti civili, in quanto eleggibile come consigliere comunale, può essere scelto dagli sposi quale officiante del loro matrimonio. Si può quindi richiedere che ad officiare le nozze sia un parente o un amico: basterà indicare le generalità della persona scelta come officiante, che la stessa si presenti in Comune per firmare alcune carte e la persona avrà le stesse funzioni del sindaco o di un Ufficiale di Stato Civile.

Rito
Il rito civile è molto breve, dura circa 20 minuti ed è così strutturato:

  • la lettura degli articoli del codice civile da parte del sindaco o dell’ Ufficiale di Stato Civile
  • la domanda di rito ” vuoi tu…”
  • lo scambio degli anelli
  • la firma del registro da parte degli sposi e dei testimoni
  • un breve discorso da parte di chi officia il rito

Location
Oltre alla sede comunale, che potrà essere arricchita con addobbi e decorazioni floreali per renderla meno fredda e spoglia, le location per sposarsi con matrimonio civile possono anche essere messe a disposizione dalla stessa amministrazione cittadina, che può offrire particolari location come ville, dimore d’epoca ecc.

Sale ed edifici in questione devono possedere i seguenti requisiti:

  • il luogo deve essere accessibile al pubblico,
  • devono essere presenti due testimoni,
  • gli sposi devono dichiarare la loro volontà a divenire marito e moglie,
  • l’ufficiale di stato civile deve: indossare la fascia tricolore, leggere determinati articoli del Codice Civile, dichiarare gli sposi uniti in matrimonio e sottoscrivere l’atto insieme agli sposi e ai testimoni.

Abiti per la cerimonia
L’abbigliamento dei futuri sposi dovrà essere sobrio ed elegante, consono al rito civile. In passato la sposa doveva indossare un abito corto o un tailleur, ma attualmente questa regola è caduta in disuso, e molte donne scelgono abiti da sposa molto più classici e in bianco.

Informazioni utili
Oggi alcuni Comuni italiani propongono dei corsi prematrimoniali laici per fornire delucidazioni relative agli obblighi e agli effetti (legali e non) scaturiti dal matrimonio civile, un incentivo in più per avvicinare tutti coloro che vogliono celebrare il loro matrimonio civile in modo trasparente e completo.

COME ORGANIZZARE UN MATRIMONIO

GUIDA PRATICA PER I FUTURI SPOSI

Organizzare un matrimonio non è cosa da poco. È opportuno saper pianificare per tempo ogni singolo dettaglio ed aver ben a mente i preparativi necessari via via che si avvicina la data stabilita.

Per aiutarvi ad organizzare le vostre nozze, abbiamo stilato una piccola guida che potete stampare e utilizzare come promemoria da spuntare mese dopo mese.

1 anno prima

  1. Una volta stabilita la data delle nozze, è opportuno decidere il luogo dove avverrà la cerimonia.
    • Se intendete celebrare un matrimonio religioso (Cattolico) è opportuno scegliere la Chiesa in cui intendete svolgere la funzione. Nel caso in cui questa non sia la parrocchia di uno degli sposi, è necessario chiedere il nulla osta al proprio parroco. Nel caso di matrimonio religioso di altre confessioni (non Cattolico) è necessario contattare i rispettivi rappresentanti del proprio culto.
    • Se invece preferite un matrimonio civile è necessario prendere contatti con il Comune di residenza e fissare l’appuntamento per la cosiddetta “Promessa di matrimonio”, durante la quale l’incaricato comunale controllerà i documenti dei futuri sposi e acconsentirà a fissare la data della cerimonia.

    In entrambi i casi è opportuno fissare con il Comune la data per le “pubblicazioni matrimoniali”.

  2. Quindi è necessario stilare una lista di massima delle persone che intendete invitare al ricevimento.
  3. Con la lista degli invitati alla mano, fate un giro dei ristoranti che più si addicono alle vostre esigenze, valutando costi, distanze, spazi, ecc. Fatevi fare un paio di preventivi e di proposte di menù.
  4. Le spose possono già iniziare a pensare all’abito.

11 mesi prima

  1. Scegliete i testimoni di nozze.
  2. Scegliete e prenotate il ristorante.

10 mesi prima

  1. Incominciate a pensare agli addobbi floreali, visitando diversi fioristi chiedendo i rispettivi preventivi.
  2. Se siete interessati, contattate dei fotografi professionisti per conoscere la loro disponibilità e valutare i lavori fatti.
  3. Chi vuole celebrare il matrimonio religioso (Cattolico) deve frequentare un corso di preparazione. Il corso, di norma, dura circa due mesi e ha frequenza obbligatoria (generalmente una volta a settimana). Per tutte le informazioni, prendere contatto con il Sacerdote della proprio parrocchia.

9 mesi prima

  1. A questo punto la sposa deve avere le idee chiare sull’abito, che comunque verrà confezionato due mesi prima del matrimonio.
  2. Se lo ritenete opportuno, contattate un dj o un complesso per il ricevimento di nozze.

8 mesi prima

  1. Confermate il fotografo.
  2. Confermate il complesso musicale.

7 mesi prima

  1. Ordinate gli addobbi floreali.

6 mesi prima

  1. Se avete scelto il matrimonio religioso (Cattolico), al termine del corso prematrimoniale il Parroco vi consegnerà un modulo. Con questo potete recarvi in Comune per la “Promessa di matrimonio”; da questo momento in poi avete a disposizione 6 mesi di tempo per sposarvi. Il Comune affiggerà le pubblicazioni per circa 2 settimane.
  2. Se desiderate avere un’auto particolare o un altro mezzo di trasporto (carrozza con i cavalli, ecc.) cominciate a pensare al noleggio (con autista o senza).

5 mesi prima

  1. È opportuno che lo sposo inizi a pensare al suo abito. A questo punto invece la sposa dovrebbe avere già ordinato il suo.
  2. Iniziate a valutare le proposte per la vostra luna di miele.
  3. Definire la lista precisa degli invitati.
  4. Scegliete le bomboniere per gli ospiti al ricevimento e per i conoscenti e le partecipazioni.
  5. Chiedete la conferma definitiva ai testimoni.

4 mesi prima

  1. Per gli invitati che vengono da lontano, preparate informazioni utili su come raggiungere il luogo della cerimonia che spedirete assieme all’invito.
  2. Prenotate la luna di miele e, qualora vogliate trascorrere la prima notte in albergo, la camera.

3 mesi prima

  1. Lo sposo sceglie il bouquet di fiori per la sposa.
  2. Lo sposo ordina il suo abito da cerimonia.
  3. Scegliete il parrucchiere (per lei) e prenotatelo per la data da voi stabilita.
  4. Ordinate le fedi nuziali.
  5. Ritirate le bomboniere e le partecipazioni di matrimonio.
  6. Comprate la biancheria intima adatta alla cerimonia (per lei).
  7. Confermate il noleggio dell’automobile.
  8. Compilate la lista nozze.

2 mesi prima

  1. Provate i vestiti ed acquistate gli accessori necessari.
  2. Spedite gli inviti e le partecipazioni.
  3. Depositate la lista nozze.
  4. Definire eventuali paggetti o damigelle per la cerimonia.
  5. Definite il menù del ricevimento e la torta nuziale.
  6. La sposa, qualora lo ritenga opportuno, fissi un appuntamento per il trucco.

1 mese prima

  1. Per la sposa è il momento della prova trucco e acconciatura.
  2. Ritirate le fedi (lo sposo o i testimoni)
  3. Qualora abbiate previsto un complesso, definite con loro i brani da suonare durante il ricevimento.
  4. Lo sposo ritira l’abito.
  5. Definite tutti i dettagli della giornata e confermate l’orario di consegna di fiori, automobile, ecc.
  6. Qualora lo vogliate, organizzate l’addio al celibato e l’addio al nubilato.
  7. Confermate al ristorante il numero esatto degli invitati e sollecitate chi non vi ha ancora dato conferma.

2 settimane prima

  1. Organizzate i tavoli al ricevimento e date disposizione al ristorante.
  2. Confermate data e luogo al fotografo.
  3. Preparate il necessario per la luna di miele.
  4. Confermate data e luogo al dj o al complesso musicale.
  5. Organizzate le ultime cure alla vostra persona (manicure, pedicure, ecc.)
  6. Scegliete ed acquistate il regalo/ricordo per i vostri testimoni di nozze.

3 giorni prima

  1. Arriva l’abito della sposa.

Il giorno stesso

  1. Appuntamento con il parrucchiere e con il truccatore.
  2. Consegna dei fiori.

1 giorno prima

  1. Consegnate le bomboniere al luogo del ricevimento.

I giorni successivi o dopo il rientro della luna di miele

  1. Mandate i ringraziamenti a chi vi ha fatto gli auguri o un regalo entro due mesi dal matrimonio.

Come organizzare un matrimonio civile in comune

L’organizzazione di un matrimonio implica diversi passaggi, dalla redazione della lista degli invitati all’acquisto degli abiti, passando attraverso la scelta del ristorante, del fotografo, delle bomboniere e così via. Insieme a queste piacevoli attività è necessario seguire anche precisi iter burocratici, sia che si opti per una funzione religiosa che per un rito civile. Vediamo cosa bisogna considerare nell’organizzazione di un matrimonio civile in comune.

Come organizzare un matrimonio in comune

Se per il vostro matrimonio avete optato per un rito civile dovete tenere presente che, anche se celebrando un matrimonio civile avrete meno obblighi e di conseguenza minori preoccupazioni e compiti da svolgere, anche in questo caso sarà necessario seguire un ben preciso iter burocratico.

Il matrimonio civile viene scelto tendenzialmente da persone atee, ma come accade per il rito religioso la coppia dovrà accettare una serie di obblighi, diritti e doveri che scaturiscono proprio dal rito civile.

Il primo consiglio in merito all’organizzazione di un matrimonio civile è quello di iniziare a pianificare il tutto almeno un paio di mesi prima della data concordata, in modo da non trovarsi in situazioni di difficile gestione all’ultimo momento.

Vediamo ora nel dettaglio i vari aspetti da considerare.

LE TEMPISTICHE E LE FASI BUROCRATICHE

Nella maggior parte dei casi il matrimonio civile si svolge presso il Comune di residenza di uno o di entrambi gli sposi, ma nulla vi vieta di decidere per il Comune di un altro paese o città. In questo caso dovrete spiegare al Comune di residenza, per iscritto, i motivi per cui avete effettuato una scelta alternativa ed ottenere da questo una delega che andrà presentata al Comune presso il quale si vorrebbero celebrare le nozze.

Una volta che il Comune avrà svolto le varie pratiche pertinenti, la coppia sarà contattata per fissare la data del giuramento, il quale dovrà avvenire alla presenza di almeno un genitore di uno degli sposi, questo per avere testimonianza di non consanguineità tra i fidanzati, e di un testimone. Nel caso non ci fosse la possibilità di partecipare al giuramento da parte di nessun genitore della coppia sarà necessario munirsi di una copia dell’atto di nascita dei futuri sposi.

Dopo il giuramento dovrete presentarvi in comune per il consenso; quel giorno richiederete le pubblicazioni e comunicherete la data delle nozze. Le pubblicazioni hanno lo scopo di rendere nota alla comunità l’intenzione della coppia di convolare a nozze affinché chiunque, con un valido motivo, possa opporsi alle nozze.

La pubblicazioni resteranno affisse alla Porta della Casa Comunale per 8 giorni; trascorsi 4 giorni dal termine delle pubblicazioni il Comune, in caso non abbia ricevuto alcuna opposizione, rilascerà il nullaosta in cui sarà dichiarato che la celebrazione non presenta impedimenti agli effetti civili e che la coppia può celebrare le proprie nozze.

Il termine per potersi sposare è di 180 giorni a partire dalla data di scadenza delle pubblicazioni, oltre questo tempo la validità dei documenti verrà ritenuta nulla e sarà necessario ripetere tutto l’iter burocratico.

I DOCUMENTI

Nel caso si decida di sposarsi presso il comune di residenza l’iter burocratico da seguire sarà molto semplice, grazie alla legge Bassanini 13/5/97 n.127 i futuri sposi dovranno semplicemente presentarsi presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune con un documento valido e una dichiarazione su carta semplice o modulo prestampato che attesti la loro intenzione di sposarsi. Se uno dei due fidanzati si trovasse impossibilitato a presentarsi di persona sarà sufficiente che l’altro porti una fotocopia del suo documento d’identità, al resto e alla verifiche su residenza, cittadinanza e stato libero penserà direttamente il Comune.

Nel caso uno dei due futuri sposi sia straniero, dovrà presentare al proprio Comune un nullaosta che viene rilasciato dal consolato o dall’ambasciata del proprio Stato di provenienza, e successivamente legalizzato dalla prefettura; fatto questo sarà sempre il Comune ad procurare tutti i documenti che servono.

Se uno dei due fidanzati è divorziato, dovrà fornire la sentenza di divorzio, nel caso sia vedovo sarà necessario presentare l’atto di morte del coniuge defunto.

Chi celebrerà il rito civile

Normalmente il matrimonio civile viene celebrato dal Sindaco o da un suo delegato, in Comune e in presenza di due testimoni che abbiano compiuto la maggiore età. Ad ogni modo, secondo quanto stabilito dal vigente decreto, ogni maggiorenne che non abbia perso i propri diritti civili può essere scelto dagli sposi per officiare al matrimonio.

È quindi possibile richiedere che a celebrare le nozze sia un amico o un parente della coppia, previa firma di alcuni documenti e indicazione di tutte le sue generalità.

La location

Generalmente il matrimonio civile si svolge presso la sede comunale, che potrà essere addobbata con decorazioni floreali proprio come accade per il rito religioso in chiesa. Le amministrazioni cittadine possono però mettere a disposizione location alternative, quali dimore d’epoca o ville con parchi, dove potersi sposare con rito civile.

Il rito civile

Il rito del matrimonio civile è molto più breve e semplice rispetto a quello religioso; durerà all’incirca 20 minuti ed è diviso in 5 passaggi:

Sapevate che digitando in Google ‘sposarsi…‘, il primo risultato che appare nelle ricerche degli utenti è ‘… in comune‘?

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Già, il matrimonio civile negli ultimi dieci anni è la scelta più gettonata tra le coppie di sposi italiani: secondo i dati ISTAT, già nel 2012 il rito civile aveva operato un netto sorpasso soprattutto nel Nord Italia, dove prevaleva con il 51,7% rispetto al 48,3% sulle nozze celebrate in chiesa. Nelle regioni meridionali prevaleve il rito religioso con un 76,3% ed al Centro le due cerimonie si contendevano entrambi un emblematico 50%. I dati non operavano alcuna distinzione tra le coppie che optavano per una doppia cerimonia sposandosi prima in comune e poi in chiesa, e chi solo celebrava uno dei due rituali.

Mentre l’ultimo annuario statistico dell’Istat ci rivela che nel 2013 i matrimoni celebrati con il solo rito civile sono stati 82.512 la loro quota sul totale raggiunge il 42,5% del totale.

Insomma, una tendenza in aumento, come può rilevare ogni giorno anche il nostro staff, che ha a che fare con centinaia di coppie provenienti da tutto il mondo che si rivolgono a Zankyou per creare il sito per il proprio matrimonio e la loro lista nozze online, oltre che per consultare i fornitori della loro zona grazie alla nostra fornitissima directory, dove potrete per esempio contattare le ville per matrimoni più belle di Roma.

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Per queste ragioni oggi vogliamo proporvi la guida definitiva al matrimonio civile: grazie all’aiuto dei nostri rinomati esperti, di seguito troverete tutto quello che c’è da sapere per chi ha scelto di sposarsi in comune, dagli aspetti burocratici alla scelta dell’abito, passando per il beauty look della sposa e le decorazioni.

Documenti ed aspetti burocratici

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“Il matrimonio civile non vale anche per la chiesa. Mentre sposandosi in chiesa, gli effetti sono anche civili”. E’ questo il primo punto che ci illustra la wedding planner Stefania Guastini di Guastini Style Weddings & Events. Un aspetto di importanza fondamentale da considerare qualora abbiate deciso di optare per il rituale civile. Ma qual è l’iter burocratico da intraprendere? Grazie al nuovo Ordinamento dello Stato Civile e all’introduzione delle autocertificazioni, la procedura è notevolmente più snella e le formalità preliminari al matrimonio civile possono essere intraprese circa due mesi prima della data stabilita per il Grande Giorno.

Monia Re, la prima wedding planner certificata d’Italia, titolare dell’agenzia Kairòs e docente di vari corsi, tra cui quello che si terrà a Milano il 23,24 e 25 ottobre presso la società Komax, ci riassume di seguito la procedura burocratica per sposarsi in comune in Italia, prendete nota

– La richiesta di pubblicazione è presentata all’Ufficiale di Stato Civile di uno dei due comuni di residenza dei futuri coniugi. Possono presentare tale richiesta solo gli sposi oppure una persona munita di procura speciale;

– i futuri sposi devono dichiarare: nome, cognome, luogo e data nascita. Residenza e cittadinanza. Libertà di stato, assenza di impedimenti di parentela od affinità. Assenza di interdizione mentale e di non avere una condanna.

– Fatte le dichiarazioni, l’ufficiale redige il processo verbale, che ha sostituito il vecchio registro delle pubblicazioni. E’ quindi necessario verificare che i dati siano esatti, per poi  sottoscrive il tutto insieme agli sposi.

– A quel punto, l’ufficiale espone l’atto di pubblicazione (adesso ci sono anche le pubblicazioni online) per 8 giorni interi, poi rilascia certificato di avvenuta pubblicazione. Se uno dei due sposi abita in un altro comune, bisogna chiedere anche la pubblicazione nell’altro comune, che deve affiggere le pubblicazioni sempre per 8 giorni.

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– Se si opta per il solo rito civile il matrimonio può essere celebrato dopo soli 4 giorni dall’avvenuta pubblicazione. Il matrimonio civile può  svolgersi in un terzo comune, diverso da quello dove sono state affisse le pubblicazioni. In questo caso tutta la documentazione va trasmessa nel comune che è stato scelto per la celebrazione civile.

– Il matrimonio va svolto nelle sale comunali o in una location appartenente al comune. Unica eccezione è l’infermità oppure un altro impedimento che va giustificato preventivamente da uno da entrambi gli sposi.

Sempre riguardo alla scelta della location, Stefania Guastini consiglia di considerare quelle che abbiano uno spazio adibito a questo scopo, e riconosciuto legalmente. ‘Questo costituisce una grande comodità – continua la wedding planner milanese – dato che una location che faccia anche da casa comunale permette agli sposi e soprattutto ai loro ospiti di trovarsi giá sia nel luogo della cerimonia che in quella del ricevimento”. E noi sappiamo bene che la comodità della location scelta per il matrimonio è al centro delle aspettative che ogni invitato ha quando prende parte a dei festeggiamenti nuziali!

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Riguardo ai testimoni di nozze, aggiunge la wedding planner, gli sposi di solito ne scelgono due o tre per ciascuna della parti, ma attenzione, solo uno potrà firmare. Di solito si opta per fratelli o sorelle, ma anche le migliori amiche di sempre possono essere un’ottima scelta. Per ciò che concerne la richiesta di avere come celebrante un familiare o un amico, è necessario che costui sia in primis maggiorenne, ovviamente, e che non abbia perso i diritti civili, in quanto eleggibile come consigliere comunale. L’unico limite imposto dalla legge è quello delle parentele verticali: nonni, genitori o figli. Mentre se scegliete un fratello o un cugino non ci sarà alcun problema.

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“Molte spose mi hanno confidato che per loro il rito civile dura troppo poco e l’emozione è meno palpabile rispetto a una cerimonia in chiesa – ci racconta Benedetta Terzaghi, wedding and event planner di White Dreams – per questo io consiglio loro di puntare tanto sulla personalizzazione, sul rendere quel momento davvero speciale”.

La musica può essere un esempio, essendoci più libertà di scelta rispetto al rito religioso, e la sposa può fare il suo ingresso sulle note di una canzone che avrà per lei e il futuro marito un significato importante, come ricordare il loro primo bacio o il loro primo incontro.

Sulla parità di importanza dei due rituali è perfettamente d’accordo Giorgia Fantin Borghi, titolare della sua omonima agenzia di wedding planning, importante punto di riferimento su territorio milanese e nazionale: “che matrimonio civile venga celebrato nella piccola stanza del Municipio o in una location preposta al rito – ricordate che per avere valore legale deve necessariamente essere definita ‘casa comunale’-  l’importante è che non rivesta assolutamente un ruolo marginale ma che sia considerata solenne un tutto e per tutto così come lo è quella religiosa”.

Ecco i miei 3 piccoli consigli per non sbagliare, continua Giorgia:

1. Addobbi riutilizzabili

Identificate tre punti focali e decorateli in modo ricco e scenografico ma anche facilmente removibile. Normalmente questi sono: l’entrata, il tavolo delle firme e le sedie degli sposi. A volte è presente anche un appoggio alle spalle del celebrante: una balausta (specie all’esterno), un mobile o un caminetto. Addobbare per bene questi punti vi consentirà di incorniciare superbamente il vostro Sí, ritrovandovi foto piene zeppe di fiori, e di riutilizzare le decorazioni per successive fasi della giornata. Una ghirlanda di fiori ad esempio potrà diventare parte integrante dell’addobbo per il tavolo della torta mentre le composizioni da appoggio potranno essere riproposte per il tavolo del buffet dei dolci o per la confettata. Ricordatevi che i fiori si modificano nelle forme e nei colori di sera, complice l’avvolgente buio della notte e la luce soffusa delle candele. Sfido chiunque ad accorgersene!

Giorgia Fantin Borghi Giorgia Fantin BorghiScopri di più su“Giorgia Fantin Borghi”

Giorgia Fantin Borghi

Riguardo alla personalizzazione dell’ambiente circostante, interviene anche Benedetta Terzaghi con qualche idea tutta da copiare: “per esempio se gli sposi scelgono di sposarsi in campagna, perché non utilizzare delle sedute di fieno al posto delle sedie? Oppure se il matrimonio sarà di mattina e all’aperto si potrebbero  distribuire dei ventagli di cartoncino sui quali far stampare le promesse che si scambieranno gli sposi”.

2. Music Direction

Se, come spesso accade, deciderete di utilizzare come sottofondo della musica riprodotta da un i-Pod dovrete selezionare i brani più adatti ad ogni singolo momento della cerimonia. Questo però non basta! Sarà fondamentale incaricare qualcuno che possa fungere da “regista del suono” perché si occupi di modulare l’intensità della musica nella maniera più adeguata. L’entrata degli sposi ad esempio necessita di un volume assai più sostenuto rispetto a quello moderato della lettura dei codici, così come il momento dell’applauso (che scatta sempre, gradito e inevitabile) dovrà essere ben sottolineato regolando il suono su livelli piuttosto decisi!

3. Una scaletta a regola d’arte

Il rito civile è di per sé un po’ più essenziale rispetto a quello religioso, ecco perché una personalizzazione è assolutamente necessaria. Oltre alla celebrazione vera e propria dal valore civile esiste la possibilità di concedere ad alcuni amici o parenti di leggere o recitare un pensiero dedicato agli sposi. Fate in modo che questi siano il più possibile personali. Concordate con il celebrante la scaletta della cerimonia, definite insieme una posizione specifica per i lettori che sia ben visibile a tutti e, se possibile, richiedere l’ausilio di un microfono (il meno invasivo possibile) perché con l’emozione le voci risultano spesso flebilissime. Infine preparate un cartoncino ben scritto con la scaletta e i nomi dei lettori in ordine di apparizione, il celebrante non dimenticherà nulla e tutto sembrerà assolutamente perfetto!

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4. Rituale simbolico

Spesso in comune sposano la mattina -interviene ora Stefania Guastini: quindi dimenticatevi il tramonto…!). Conclusione, se ci si vuole sposare in mezzo al lago, nel giardino dei sogni o sotto ad un albero centenario si può, ma se questi luoghi non sono riconosciuti come casa comunale potete andare in comune al mattino e di pomeriggio sposavi in maniera simbolica;

5. Un concentrato di emozioni

La cerimonia civile di per sé dura davvero poco e all’interno di essa si trovano letture del codice, veramente poco romantiche. Suggerisco sempre ai miei sposi di personalizzare, questa è la parola chiave, non solo il ricevimento ma anche la cerimonia. Non solo dal punto di vista delle promesse, magari aggiungendo gli interventi dei propri cari che desiderino parlare in pubblico: ‘si può proporre ai propri invitati  di leggere  delle poesie, dei racconti oppure possono essere gli sposi stessi a scambiarsi delle tenere promesse ricordando episodi importanti della loro vita insieme’ aggiunge Benedetta Terzaghi. ” Cercare di inserire dei piccoli discorsi di amici, parenti, o chiunque in quel momento voglia esprimere un pensiero sul vostro amore che si consoliderà in quella giornata è un momento fondamentale perchè il rito civile ha una durata brevissima” concorda Daniele fotografo di Morlotti Studio. Immancabile, naturalmente, la musica di sottofondo, perfetta per ricreare quella commozione solita delle cerimonie nei luoghi di culto: l’intrattenimento musicale durante e dopo il rito è uno strumento necessarioa e rendela celebrazione più suggestiva, intima e romantica.

Andrea Sampoli Fotografo

Andrea Sampoli Fotografo

D’accordo al 101% Valeria Ferrari, wedding planner di La petite Cocò, e autrice di uno dei blog più inspirational d’Italia secondo la nostra redazione (potete vedere la nostra classifica qui) “Per un matrimonio civile consiglio di non liquidare la cerimonia come una mera formalità ma di renderla il più possibile coinvolgente. Non dovendo rispettare le regole del rito religioso, potete sbizzarrirvi e creare qualcosa di davvero speciale! Curate gli allestimenti, scambiatevi le promesse, selezionate con cura le letture e fate in modo che parlino di voi. Non rinunciate mai all’accompagnamento musicale, che siano archi o una chitarra elettrica non importa: la giusta colonna sonora cambia tutto, in meglio!”

6. Occhio ai raggi del sole!

Se ci si sposa all’aperto valutare bene l’inclinazione del sole – suggerisce Stefania  per evitare che il vostro sì si traduca in un accecante sole a picco per 40 minuti sugli ospiti a mezzogiorno, con conseguenti foto con occhi chiusi. Sarebbe un vero peccato!Del resto non considerare le condizioni metereologiche è una delle cose che le spose più spesso dimenticano durante i preparativi, insieme a queste altre 20

7. Location alternative

Se non vi è la possibilità di sposarsi in un’aula comunale allestita a dovere, Daniele consiglia di scegliere una spiaggia, un giardino, una vista mozzafiato, un chiostro o un qualunque posto dove si possa creare un’ atmosfera magica. In questa tipologia di rito credo che comunque si renda necessario avere degli allestimenti di carattere, magari rivolgendosi ad un wedding planner con esperienza, per rendere quel momento unico creando il mood che più sia di vostro gradimento e che si sposi ad hoc con la location da voi scelta.

Leonora & Dario Mazzoli Wedding Leonora & Dario Mazzoli WeddingScopri di più su“Leonora & Dario Mazzoli Wedding”

Leonora & Dario Mazzoli Wedding

8. Gli inviti di nozze

Riguardo a cosa scrivere sulle partecipazioni di nozze, abbiamo di recente raccolto qualche idea qui grazie ai nostri esperti di inviti. Ma come comportarci per annunciare ai nostri cari una cerimonia civile? Sara di Nozzeggiando ci regla qualche dritta: “Che il matrimonio sia religioso o civile, le partecipazioni sono il biglietto da visita delle proprie nozze. Sempre più spesso chi sceglie il rito civile decide di sposarsi e festeggiare nella stessa  In questo caso sarà possibile omettere il classico cartoncino di invito allegato alla partecipazione. Nella partecipazione, in cui si annunciano le nozze, si potrà inserire la frase “I festeggiamenti preseguiranno dopo la cerimonia”. Se si vuole aggiungere qualche informazione in più potremo scrivere: “I festeggiamenti preseguiranno sulla spiaggia” / “Seguirà rinfresco a bordo piscina” / “Dopo la cerimonia i festeggiamenti preseguiranno nella Sala delle Rose”. Indipendentemente dal tipo di matrimonio, ricordatevi di scegliere un invito di nozze in linea con lo stile generale che vorrete per il vostro giorno più bello!

9. Discorso, discorso!

Negli ultimi anni i matrimoni civili aumentano a vista d’occhio – concorda Sabrina, wedding planner di TiamoTisposo – e gli sposi sia italiani che stranieri scelgono la soluzione della cerimonia civile con l’integrazione della promessa di nozze. Ci tengo particolarmente che la cerimonia abbia oltre che un valore legale un forte impatto emotivo, purtroppo così come si presentano, le letture degli articoli del codice civile sono ben lontane dal suscitare grandi emozioni. Per questa ragione noi di TiamoTisposo.com chiediamo, dove è possibile di creare una piccola introduzione alla cerimonia e integriamo la forma classica con le promesse che gli sposi decidono di scambiarsi per rendere ancora più’ personale e unico questo momento. Non servono discorsi lunghi e complessi, basta far parlare il cuore e condividere le emozioni con parenti e amici.

Rosario Consonni Fotografo Rosario Consonni FotografoScopri di più su“Rosario Consonni Fotografo”

Rosario Consonni Fotografo

10. Le fotografie

Ultimo consiglio, ma non per importanza – conclude Daniele di Morlotti Studio –  scegliete bene il fotografo che sarà chiamato a raccontare i vari momenti che comporranno il vostro giorno più bello, dal bacio degli sposi agli abbracci passando per il lancio del bouquet e tutti i dettagli che comporranno il vostro Big Day!

I consigli di Enzo Miccio

Foto via Enzo Miccio Press Office

Foto via Enzo Miccio Press Office

Dopo averci concesso un’intervista in esclusiva ed averci presentato uno dei suoi real wedding più speciali, potevamo forse non coinvolgere in questa maxi guida il wedding planner più noto d’Italia? Enzo Miccio, arbiter elegantia e jewel designer in collaborazione con Comete Gioielli, risponde così alle nostre domande.

1. Quali sono gli accorgimenti che Enzo Miccio consiglia ai propri sposi di tenere in conto se optano per un rito civile?

Personalizzate il vostro matrimonio il più possibile. Il vantaggio della cerimonia civile, infatti, è proprio quello che è caratterizzata da una minore formalità e che permette un ampio margine di personalizzazione dell’intero evento. Davvero vorreste una celebrazione dove vi vengono letti ad alta voce gli articoli legali, come se steste andando da un notaio per acquistare un immobile? No, vero? Allora, che sia celebrato con rito religioso o civile il matrimonio è l’evento più importante della vostra vita di coppia e come tale va celebrato. Non trascurate SEMPRE una colonna sonora, magari evitiamo un coro gospel da 20 elementi ma sara’ perfetta una dolce arpa, un trio d’archi o un romantico pianoforte. Personalizzate la cerimonia con qualche lettura e coinvolgete qualche vostro ospite con una preghiera o un piccolo e veloce speech affinché il tutto abbia un sapore di una cosa fatta in esclusiva per voi… Scegliere il vostro brano del cuore per il vostro ingresso e non private del lancio del riso… Pour bonheur

2. Qualche indicazione particolare per la sposa riguardo all’outfit?

Foto via Enzo Miccio Press Office

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Al contrario di quello che si potrebbe pensare in comune è concesso l’abito corto: personalmente consiglio per il colore del wedding dress di spaziare dalle tonalità dell’off white fino ad arrivare al color crema, ma per una cerimonia civile nulla vi vieta di optare per altri colori, purchè pastello. Inoltre se si ha la possibilità di cambiare look durante la giornata consiglio di aggiungere degli accessori come ad esempio un bel gioiello. Siete un tipo un pratico? Sì ai tailleur eleganti e raffinati e a sofisticate jumpsuit! Avete una personalità sensuale o eccentrica? Sì ad una spallina scoperta e sì ad un tocco di colore, tessuti e forme dell’abito unconventional!
Insomma (quasi) tutto quello che in chiesa non è indicato, in comune è concesso! Vi ho stupite vero? Infine non può mancare il mio “mai con”, che in questo caso lo riservo al velo, accessorio dalla valenza puramente ed esclusivamente religiosa: personalmente adoro molto aggiungere un velo (blusher, romantico e così via) a un wedding dress, ma solo se la cerimonia è tenuta in chiesa. In comune optate per un fashinator o un hair bijou che vi renderà sofisticate ed uniche

La scelta dell’abito da sposa

Enzo accennava alla scelta dell’abito da sposa. Abbiamo già trattato l’argomento qui grazie ai maggiori esperti di abiti da sposa, ma vogliamo tornare sul tema lasciando la parola a uno dei professionisti più speciali della nostra directory. Molto più che un brand ed un wedding designer, Domo Adami è il binomio perfetto di creatività e professionalità, nonché orgoglio del made in Italy riconosciuto nel settore ormai in tutto il mondo.

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Domo Adami

Stiamo vivendo ora un momento storico di cruciali cambiamenti in ambito sociale e politico – esordisce Mauro Adami. Quelle che fino a un decennio fa erano delle certezze o dei tabù talvolta, escono in questi giorni con la potenza di un torrente in piena… il progresso culturale è inarrestabile e così le tradizioni vengono travolte da ventate di novità che in epoca di globalizzazione si mescolano con le proprie abitudini e generano un nuovo costume e un rinnovato galateo cerimoniale. Tutti gli eventi che costellano la vita di un essere umano son dunque soggetti a questi rinnovamenti ed il matrimonio in primis. Oramai è l’unione di due persone che si amano ad essere al centro dell’attenzione… il rito, la funzione e il ricevimento rientrano in un disegno globale, un’unica festa per celebrare l’Amore. Tuttavia non vorrei correre troppo e mi soffermo a quanto richiesto dal tema di questa rubrica: il matrimonio civile.

Esiste ancora, ma in maniera sempre più ridotta, il concetto che le nozze celebrate civilmente siano un po’ di serie B… certo, lo squallore della sala consiliare di certi municipi potrebbe provocare quel senso di depressione e ansia quasi si stesse celebrando qualcosa di clandestino; ma fortunatamente, proprio rifacendomi a quanto espresso in apertura di questo pezzo qualcosa è cambiato e sta cambiando fortemente. Tra le varie merci, mode e ispirazioni che importiamo da oltreoceano ecco che la celebrazione del matrimonio non in un luogo di culto, sta assumendo connotazioni ben lontane dalla semplice apposizione di firme davanti al delegato comunale. Son sempre più le location abilitate a celebrare e che quindi si strutturano e decorano di conseguenza. Le sedie bianche sul prato e l’archetto di fiori non son più solo immagini di film americani ma stanno diventando, definiamola così “una moda” anche qui da noi.

Di conseguenza anche l’abito da sposa si declina al concept generale. Se un tempo sposarsi “in comune” richiedeva il buon gusto di non eccedere nella foggia del vestito che seppur in tinte chiare era per la maggior parte dei casi corto e non troppo vistoso, ora non ci son limiti e l’abito da sposa comunque si esprime al meglio e rappresenta quel sogno nel cassetto che le donne conservano da quando sono bambine… E non manca molto spesso il velo, lungo, con strascico, dimenticando che fosse un accessorio strettamente legato ai luoghi sacri. Il matrimonio come simbolo ha in qualche modo sovvertito i simboli stessi ed ora dev’essere “soltanto” una grande festa, a volte un set cinematografico perché tutti vorremmo che la nostra vita fosse un film a lieto fine….

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Domo Adami

Ringraziamo lo staff di Domo Adami per la sua preziosa opinione, e lasciamo ora la parola a Giorgia Fiore, giovane fashion designer tra i finalisti della 1° edizione di Project Runway Italia. “Anche se scegliete di fare un matrimonio con rito civile – ci racconta Giorgia – alcune regole di ‘buon costume’  vanno rispettate. Potete, invece, sentirvi magari più libere con una lieve scollatura o le spalle scoperte rispetto alla cerimonia religiosa. Spose, approfittatene per acquistare un vestito di Alta moda che magari mai nella vita vi capiterà più di indossare, credo che nel 2015 la sposa in bianco certe volte sia un po’ passata; i colori pastello sono molto adatti e donano un aspetto più contemporaneo, purché non si scelgano nuance troppo accese o stampe e ricami troppo invadenti.

Foto via Facebook.com/giorgiafiore

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Per quanto riguarda i gioielli per la sposa, la tradizione vuole che la sposa non porti nessun gioiello all’altare perché il suo unico gioiello sarà la fede nuziale. Si può sicuramente chiudere un occhio per dei punti luce per orecchini, ma io approfitterei per indossare bellissimi fermagli gioiello; non intendo diademi o corone, che nonostante a Kate Middleton stessero divinamente, è meglio lasciare appunto ai reali. Riguardo invece alle scarpe da sposa, non devono essere per forza bianche o comunque legate al mondo wedding: potrete scegliere una scarpa che reindosserete, un classico, uno stiletto in vernice, pastello o color nude è l’ideale sotto ogni abito, e sopratutto i giorni dopo nessuno vi vieta di non indossarli sotto un paio di jeans”.

Il beauty look della sposa

Riccardo Pieri Photography Riccardo Pieri PhotographyScopri di più su“Riccardo Pieri Photography”

Riccardo Pieri Photography

Come già abbiamo visto in più occasioni, il look nuziale perfetto non è garantito dal solo abito, ma dalla scelta armonica delle varie parti. Perché una sposa appaia al top è quindi necessario che venga studiato con cura ogni singolo aspetto, da testa a piedi. Riguardo al make up da sposa abbiamo quindi pensato di interpellare due dei massimi esperti d’Italia.

Iniziamo col dare la parola a Giorgio Forgani, Global Make-up Artist di  Pupa Milano, che ci aveva già dato qualche preziosissimo consiglio qui. Mentre in Chiesa è d’obbligo optare per un trucco dai toni più neutri – ci racconta Giorgio – un matrimonio civile permette alla sposa di optare per un look più originale: via libera, infatti, a tailleur ed abiti colorati, ma anche a linee meno scenografiche rispetto al classico abito bianco con ampia gonna ad A che si esibisce durante il rito religioso. La sposa che decide di sposarsi in comune potrà optare per un look sobrio ma ricco di personalità, giocando in particolare sui colori di labbra ed unghie, laddove l’abito lo consenta. Un accorgimento da tenere a mente è quello di optare per una base opaca dato che i luoghi in cui viene celebrato il rito civile sono di solito piuttosto bui: in questo modo, il flash del fotografo non genera sul volto della sposa effetti luce troppo brillanti. Da non dimenticare di dare all’amica di fiducia un kit d’emergenza contenente cipria, blush e gloss e rossetto, per un ritocco velce del make up, sempre aportata di mano!

Giorgio Forgani Make Up Artist

Giorgio Forgani Make Up Artist

Che ne pensa invece una delle migliori truccatrici di Napoli? “Secondo me bisogna innanzitutto sfatare il mito del ‘trucco da sposa’ – esordisce Luisa Festa, autrice di questa imperdibile guida –  nel senso che per me il trucco della sposa è comunque un trucco adeguato alla persona stessa, quindi strettamente legato alla sua personalità.  Perché diciamocelo pure: la bellezza viene soprattutto dal sentirsi bene con sé stessi, e non è necessariamente legata ad aspetti fisicii ed estetici, anzi [lo sappiamo bene noi di Zankyou che vi abbiamo proposto questo originale articolo sul tema – NdR]. Lo stesso discorso vale dunque per chi decide di sposarsi in chiesa, o per chi sceglie il Municipio. Insomma, il giusto ‘bridal look’ è secondo me sempre molto personalizzato. I colori che più si addicono ad una sposa, a prescindere dal luogo, sono sempre i colori naturali, e quindi la scelta può cadere sui toni del marrone caldo o freddo, sul castagna, sul miele e sul color cioccolato, ed ancora il melanzana, il bronzo, l’arancio, i toni ramati tutti declinati in varie nuances e abbinati ad un punto luce shimmer che dia luce e risalto alla sfumatura, alle guance, alle labbra delineate e poi sfumate con tutti i toni del rosa da quello opaco a quello lucido o brillantinato.

Luisa Festa Luisa FestaScopri di più su“Luisa Festa”

Luisa Festa

Fondamentale è badare che tutti i colori usati siano in perfetta sintonia fra loro, poiché è il risultato quello che conta, e quello vincente è sempre unico! Tutti gli sguardi dei presenti non potranno che restare affascinati da tanta incommensurabile bellezza sprigionata da una sposa che punti sui propri pregi e sulla propria personalità!”

Chiudiamo in dolcezza!

E per quanto riguarda la scelta del menù nuziale, ci sono indicazioni particolari per un rituale civile? “Se fino a qualche anno fa il classico banchetto nuziale costringeva gli invitati a tavola durante ore a ore, ora il maxi pasto pantagruelico non è più l’ unica soluzione-  riflette con noi Margo Schachter, Food&Lifestyle editor e contributor per numerose riviste-. Questo sia perché il modo di ricevere è cambiato, sia perché vi sono formule completamente nuove tra cui scegliere e che permettono di stanziare il budget in modo più furbo”. Per la giornalista è quindi fondamentale che il menù nuziale si adatti al mood dell’intera cerimonia, esattamente come l’abito e la location, e ne rispecchi l’armonia. “Perché optare per un banchetto esotico a base di sushi – si chiede Margo – se ci sposiamo in un fantastico agriturismo nella campagna toscana?”

Clara Bigaretti Photography Clara Bigaretti PhotographyScopri di più su“Clara Bigaretti Photography”

Clara Bigaretti Photography

E riguardo alla scelta della wedding cake? Non potevamo che lasciare la parola al guru del settore, Renato Ardovino che con il progetto Le Torte di Renato è il cake designer più richiesto, e che crea artigianalmente le sue torte su richiesta di centinaia di clienti, realizzando i sogni di chi vuol rendere ancor più memorabile il proprio evento speciale.

“Sono un campano DOC e devo dire che, forse, il matrimonio civile non è così famoso come il rito religioso. Ma quando due sposi decidono di celebrarlo esclusivamente in comune ciò non toglie nulla all’unicità dell’evento. Anzi! Molti matrimoni civili sono elegantissimi, sobri e decisamente più intimi. La pomposità si ridimensiona. Per quanto riguarda la torta, un po’ come in tutte le tipologie di nozze, deve essere affine ai gusti della sposa e dovrà combinarsi alla perfezione con l’insieme delle nozze. Torta contestualizzata, insomma! Vedrei benissimo una torta bianca con qualche reiferimento colorato: colori tenui, freschi che la renderanno raffinata e non meno scenografica. La torta sarà, in ogni matrimonio, l’elemento che chiude l’evento e lascia tutti a bocca aperta!”

Foto via Le Torte di Renato

Foto via Le Torte di Renato

Allora, che ne pensate di questa nostra maxi guida? Speriamo possa davvero risultarvi utile per organizzare al meglio il vostro giorno più bello! Non dimenticate che con Zankyou potrete anche voi creare un sito web completamente gratuito per condividere con tutti gli invitati i dettagli del vostro matrimonio. Foto, video, mappe e molto altro in pochi click: date un’occhiata alle nostre DEMO, e non dimenticate che all’interno del vostro sito potrete creareuna lista nozze online composta da idee virtuali che vi permetteranno di ricevere comode somme di denaro.