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Abito da sposa, quale scegliere? guida e consigl

Una donna solitamente comincia sin da bambina a giocare con la fantasia, immaginando l’abito che indosserà il giorno del suo matrimonio. Questo sogno l’ accompagnerà negli anni, fino al momento in cui si troverà davanti ad un grande specchio in un atelier, portata al compimento di una delle scelte più difficili in fatto di outfit, quella dell’abito da sposa.

megan foxScegliere il vestito giusto è un’ impresa tutt’altro che semplice. Lasciamo perdere le smielate frasi fatte e non diciamo bugie, non è vero che tutte le spose sono belle o forse è vero solo in parte. Un abito da sposa, quando viene scelto male può “spegnere” anche la più accecante luminosità proverbiale e naturale della donna innamorata.

Non lasciatevi tentare da abiti pubblicati su riviste o ammirati su altre spose più o meno famose, non cedete davanti ad un vestito soltanto perché è bellissimo, l’abito è davvero da sogno solo se vi sta bene, se vi dona ed esalta la vostra bellezza. Per guidarvi nella scelta giusta, ecco alcuni piccoli suggerimenti.

Il modello: nel 95% dei casi, il classico abito da sposa è lungo fino ai piedi ma la foggia dovrebbe variare a seconda della costituzione del proprio corpo. Convenzionalmente, le donne sono state suddivise in 5 tipologie fisiche differenti e per ciascuna delle quali esiste un modello ideale.

Amal-Alamuddin Clooney

Amal Alamuddin con Clooney

Alla donna triangolo, cioè con i fianchi larghi, vita e spalle strette, è consigliato un abito che non sia diritto nella porte inferiore ma di forma ad A, cioè che tende ad allargarsi dalla vita all’orlo. Per quanto riguarda la parte superiore, sarà opportuno evitare la scollatura totale (senza ne maniche ne spalline), molto di moda e forse un po’ abusato negli ultimi anni, perché metterebbe in risalto la sproporzione tra spalle e fianchi.

La donna clessidra, con i fianchi proporzionati alle spalle e la vita stretta, sta molto bene con gli abiti a sirena, stretti e fascianti, oppure con quelli molto ampi, a patto che la vita sia sempre ben segnata. Sì alle scollature totali.

La donna triangolo invertito, con spalle larghe e fianchi più stretti, vestirà abiti con la parte inferiore moderatamente ampia, non stretta e fasciante, consigliata la scollatura all’americana, monospalla o scollo totale.

La donna diamante, con curve morbide e abbondanti, dovrebbe prediligere gli abiti in stile impero, senza eccedere nei volumi e nelle arricciature.

La donna rettangolo, magrissima quasi androgina e con la vita scarsamente evidenziata, opterà per abiti a tunica o a colonna, diritti e non troppo aderenti per non mettere in evidenza l’eccessiva magrezza.

L’abito giusto deve tenere inoltre presente il tono ed il luogo del matrimonio, non si indossa il velo in caso di matrimonio in municipio e nemmeno in chiesa se si tratta di seconde nozze. Gli abiti molto sontuosi e con strascico, saranno più adatti a ricevimenti in luoghi come ville antiche o castelli. Nel caso di festeggiamenti in agriturismo, sarebbe meglio optare per abiti più semplici e freschi, realizzati con tessuti tipo piquè o pizzo sangallo.

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Kate Middleton

I colori: Quelli più diffusi sono sicuramente il bianco, l’ecrù e l’avorio, attenzione però, la scelta del colore non deve essere solo dettata dal gusto personale ma dalla tipologia cromatica del vostro incarnato. Per la scelta dei colori donanti, anche per gli abiti di tutti i giorni, esiste un metodo quasi scientifico ed infallibile (uno degli argomenti, insieme a quello delle fisicità, trattato e spiegato durante i miei corsi) che si basa sul sottotono cromatico della vostra pelle, che può essere blù o giallo, a prescindere che siate abbronzate oppure no. A tal proposito vorrei ricordare che un’abbronzatura tropicale non è mai segno di raffinatezza ( ora è anche fuori moda), specialmente in abbinata all’abito da sposa. Se proprio il vostro colorito risultasse spento e provato dai lunghi e frenetici preparativi prima del grande giorno, saranno miracolosi i trattamenti estetici ad hoc da fare qualche giorno prima ed un make-up professionale, i bravi truccatori sanno fare miracoli.

I guanti sono di rigore solo se il matrimonio è in pompa magna, ricordandovi di sfilarli ed appoggiarli all’inginocchiatoio subito dopo l’ingresso in chiesa.

Le calze andranno necessariamente indossate, anche se vi sposate ad agosto sotto il sol leone. Sceglietele leggerissime (6/8 denari) di colore bianco oppure nudo. Se proprio non vi piacciono le classiche calze velate, potrete optare per la micro rete.

Le scarpe si devono soltanto intravedere sotto l’abito, se non siete abituate, lasciate perdere il tacco altissimo ed a spillo, vi rovinerete la giornata. Ultimamente le proposte del mercato in fatto di calzature da sposa sono molte ed in alcuni casi discutibili: sandali, infradito e chi più ne ha più ne metta….. Vorrei sottolineare quanto previsto dal galateo, cioè che la scarpa della sposa deve essere chiusa, per esempio la decolleté o al massimo un modello aperto sul tallone, la cosiddetta Chanel (sling back per gli amanti del linguaggio fashion), che rappresentano le due scelte più raffinate, almeno che non vi sposiate in luoghi particolari, per esempio una cerimonia in spiaggia, dove indossare scarpe e calze sarebbe decisamente inopportuno.

Linda Christian

Linda Christian

I gioielli: Durante la cerimonia la sposa non dovrebbe indossare nulla altro che la fede nuziale. L’anello di fidanzamento o un’eventuale gioiello di famiglia regalato dalla suocera qualche giorno prima, potrà (ma non è un obbligo) essere indossato solo durante il ricevimento. Orecchini e girocollo sono concessi purché di dimensioni molto ridotte.

Il bouquet è indispensabile, da scegliere a seconda della forma dell’abito e proporzionato alla vostra figura. Un abito morbido e scivolato, si abbina bene ad un bouquet a cascata, anche se ultimamente viene un po’ snobbato. Un vestito ampio e ricco richiederà un mazzo di fiori compatto e tondeggiante. Molto bella anche la scelta del fascio da portare appoggiato sul braccio facendo moltissima attenzione alla lunghezza dei fiori.

Il velo non è obbligatorio, ma sicuramente sempre il benvenuto!!!

Contrariamente a quanto si pensa, il popolarissimo colore bianco dell’abito da sposa non ha e non ha mai avuto alcun valore simbolico (purezza, castità etc..) ma si tratta esclusivamente di moda e usanze.

Sin dall’antichità gli abiti da sposa economici delle fanciulle potevano essere di qualsiasi colore, ad eccezione del nero, da sempre, nella cultura occidentale, legato al lutto, e del rosso , perché in passato era il colore riservato alle prostitute.

I matrimoni celebrati dal medioevo in poi, non erano quasi mai unioni d’amore quando si trattava di famiglie abbienti ma, dei veri e propri contratti socio-economici. Le vesti nuziali delle ragazze erano estremamente sfarzose, il massimo che si potevano permettere, proprio perché rappresentavano il potere economico della famiglia da cui provenivano. Gemme e perle venivano cucite su preziosissimi tessuti come raffinate sete, velluti, broccati intrecciati con fili d’oro vero e bordi di pellicce di animali rari. Questi abiti spesso superavano i 30 chili di peso.

Jackie Kennedy

La prima sposa ad indossare l’abito bianco fu Maria Stuarda quando a Parigi si unì in matrimonio con Francesco II di Francia nel 1548, non fu per sua scelta ma per quella di sua suocera, la Regina Caterina De’ Medici, madre molto apprensiva e famosa accentratrice. La diffusione vera e propria del bianco come cromia “ufficiale” ( niente e nessuno vieta di sposarsi indossando altri colori …) dell’abito da sposa , avvenne solo dopo il matrimonio della Regina Vittoria a Londra nel 1840 con Alberto di Sassonia. La foto di nozze della coppia reale, ebbe una grandissima diffusione in tutta Europa. Non solo il colore fece scuola, ma anche il modello arricchito da trine e merletti e fu questo storico abito a dare inizio ad una vera e propria epoca, facendo nascere l’abito nuziale così come lo concepiamo noi oggi.

Anche l’abito da sposa nelle varie epoche ha subito le influenze dalle mode che si sono succedute. Negli anni 20 erano più corti, negli anni trenta e nel periodo della seconda guerra mondiale, si prediligevano abiti dalla foggia minimale, per la cui realizzazione non occorresse troppo tessuto. Dal 1947 in poi, con l’avvento del New Look, gli abiti tornarono ad essere ricchi ed ampi. Le spose dei paesi orientali per secoli si sono vestite di rosso, colore che, contrariamente alla nostra cultura, per loro è auspicio di prosperità e fecondità. Oggi però anche nelle Terre del Sol Levante, l’abito più usato è quello occidentale, bianco, lungo e con il velo.

Psicologia della moda: un viaggio nella psiche attraverso la moda.

Psicologia della moda. Ti chiedi cos’è? Cominciamo col dire che gli abiti sono “gioielli di stoffa” che valorizzano e rendono più preziosa la nostra identità personale e sociale, parlando di noi agli altri.

pillole: ma come si scrive abiti da sposa economici in spagnolo? vestidos de novia baratos

psicologia della moda – gli abiti come gioielli di stoffa

Abiti e accessori sono il link tra gli aspetti più profondi del sé e l’immagine esterna. Non sono solo l’espressione delle tendenze moda, ma anche del rapporto profondo con noi stessi e con gli altri, con la persona che siamo (sé reale), con quella che vorremmo essere (sé ideale), e con quella che pensiamo di dover essere (sé imperativo).

La psicologia sociale indaga la moda mostrandone le funzioni: a che cosa serve, quali bisogni soddisfa, quali paure compensa, come contribuisce all’espressione dell’identità e all’interazione sociale, come aiuta a colmare le discrepanze. Studia il rapporto versatile e poliedrico che ognuno di noi ha con gli abiti e gli accessori, riconducendo questa varietà ad alcuni processi di base (sociali e cognitivi) che mettono in relazione la persona con l’ambiente.

La moda secondo lo psicologo sociale Marc-Alain Descamps è un “fenomeno psicosociale complesso … un contagio imitativo che comprende numerosi vettori, ciascuno dei quali corrisponde ad uno dei domini della nostra società”.  Secondo questo autore per capire la moda “la dimensione sociale supera di gran lunga la dimensione psicologica personale. Ogni abito è un’ uniforme che ha senso solo in rapporto ad un gruppo”.

Con la moda sogniamo ad occhi aperti e costruiamo nella nostra mente le immagini che soddisfano i nostri desideri, compensando le nostre angosce: gli abiti, le borse, le scarpe, i gioielli ci aiutano a mediare con la realtà, a risolvere i conflitti e le paure quotidiane, a perseguire alcuni obiettivi sociali e a sentirci integrati in un gruppo.

 Psicologia della moda: vuoi scoprire quali sono gli psico segreti del tuo look?

psicologia della moda - gli psico segreti del look

psicologia della moda – gli psico segreti del look

Ti sei mai trovata in una di quelle situazioni da “panico dell’armadio” nella quale sembra di non avere niente di adeguato da mettersi? Con gli abiti che si ammassano sul letto uno dopo l’altro, in ordine sparso, dopo essere stati provati e poi gettati via perché considerati assolutamente inadeguati a farti sentire speciale come vorresti?

Mai dato fondo agli ultimi risparmi per comprare un abito, un paio di scarpe, un accessorio per sentirti in sintonia con la tua immagine ideale?

Mai sentita a disagio per un abito troppo sportivo o troppo ricercato, per il contesto nel quale ti trovi? Hai mai sognato di fronte ad un abito, in una vetrina o sulla pagina di una rivista di moda, che ti potrebbe trasformare nella persona che desideri essere e aiutare a conquistare ciò che vuoi?

Se una di queste situazioni ti sembra familiare, hai senz’altro già capito che l’interazione con gli oggetti della moda non è sempre semplice, spontanea e lineare come sembra.

Niente suona più falso della frase “mi sono messa indosso la prima cosa che mi è capitata tra le mani”. Dietro ai semplici comportamenti quotidiani ci sono pensieri, sentimenti, ricordi, desideri e, soprattutto, ci sono gli altri: gli implacabili “altri” presenti dentro di noi anche quando fisicamente sono assenti.

Se vuoi saperne di più, fai un viaggio tra i contenuti del blog. Puoi ad esempio iniziare dall’ Armadio come coach  e poi continuare con gli argomenti che ti intrigano di più. Trovi i titoli dei post nella parte alta della pagina. Apri i menu a tendina e scoprirai gli argomenti correlati. Nella parte destra della pagina trovi il menù Contributi con gli argomenti di approfondimento sulla letteratura e i film, e la finestra per iscriverti alla newsletter del blog.

 

Perché questo blog sulla psicologia della moda

  • per avere un’altra chiave di lettura della moda
  • per scoprire i lati nascosti del rapporto con la moda
  • per valorizzare la propria immagine
  • per aumentare l’autostima
  • per sondare gli aspetti psicologici che guidano le scelte di abiti e accessori
  • per essere consapevoli di cosa comunichiamo di noi attraverso abiti e accessori
  • per parlare di identità e di quanto scarpe, borse, cinture, abiti, monili contribuiscono alla nostra felicità
  • per raccontare la storia delle persone attraverso la moda

 

 

Abiti e tacchi. Il potere della moda

Abiti e tacchi. Il potere della moda

Chi sono io

Sono una psicologa. Ho insegnato come professore a contratto all’Università di Firenze (Psicologia sociale) e al Polimoda (Psicologia sociale della moda, Psicologia della vendita, Psicologia dei consumi, Pensiero creativo). Lavoro come consulente aziendale e coach.
Sono autrice di:

Abiti e tacchi. Il potere della moda, Verona, QuiEdit 2016
Psicologia sociale della moda. Abbigliamento e identità, Verona, QuiEdit, 2010.
L’ottimismo nella vendita, Milano, Angeli, 2008.
Palestra creativa: menti allenate per affrontare i cambiamenti in modo innovativo, in AAVV. Formare il futuro, Milano, Angeli, 2012.

 

Mi hanno intervistato o hanno parlato del mio lavoro sulla psicologia della moda:

Radio Capital: Betty Senatore e Silvia Mobili,  Ladies and Capital, Il trend no logo, 1 febbraio 2017 h 11,30

Radio Capital: Betty Senatore e Silvia Mobili,  Ladies and Capital, Il cambio di stagione, 6 ottobre 2016 h 11,30

Rai Radio 2: Natasha Lusenti, Ovunque6, (trovi la mia intervista al punto 00.45.15), Il look delle donne di potere, 27 luglio 2016, h 7

Io Donna.it: Redazione, Kate Middleton. Gigi Hadid. Letizia di Spagna: perché vi vestite così?, 9 luglio 2016

Tustyle: Cinzia Cinque, Francesca Trabella, In spiaggia metti a nudo la tua personalità, n. 27, 4 luglio 2016

La Freccia Fashion: Luca Mattei, Book & Co. Lontano da passerelle e boutique, n. 2, giugno 2016, p 68

La Freccia: Ilaria Perrotta, Over the rainbow. Perchè indossare solo un colore quando se ne possono avere sette? n. 5, giugno 2016

Radio Capital: Betty Senatore e Silvia Mobili,  Ladies and Capital, Abiti e tacchi, 17 maggio 2016 h 10,30

Donna Moderna: Silvia Calvi, E l’armadio diventa il tuo coach, n. 21 ,  maggio 2016

LaNazione.it: Serena Valecchi, Videointervista: Cosa comunichiamo con la scelta di un abito. Lo spiega la psicologa, 22 marzo 2016

LaNazione.it: Patrizia Lucignani, Cosa comunichiamo con i colori degli abiti? Ecco come scoprirlo, 18 marzo 2016

Donna Moderna: Anna Scarano, Buone Feste, Buone maniere, n. 2, gennaio 2016

DiPiù: Matteo Pagnini, Gli uomini che si vestono così…., 13 luglio 2015

Cosmopolitan: Monica Coviello, L’abito fa il monaco, febbraio 2013

Silhouette donna: Elena Goretti, E adesso cosa mi metto, febbraio 2012

TV 2000: Quante cose può raccontare un vestito. Intervista con la psicologa Paola Pizza, 23 febbraio 2012

Il Venerdì di Repubblica: Claudia Arletti, Il guardaroba identità che ci fa sentire gruppo, 10 febbraio 2012

Cosmopolitan: Rosa Mangini, Gli psicosegreti del tuo look, dicembre 2010

Avvenire: Cesare Cavalieri, Guardo come ti vesti e saprò cosa vuoi dirmi, 10 novembre 2010

Il Tirreno: Imparare la psicologia della moda, 2 ottobre 2007

La Nazione: Imprenditori alla scoperta del lato psicologico della moda, 2 ottobre 2007

abiti da sposa stile impero

Dalla rielaborazione degli abiti degli antichi Romani, è stato lo stile impero, popolare dal 1800 e ancora oggi sinonimo di eleganza aristocratica

Lo stile impero si afferma nei primi anni dell’ottocento (1804 circa), quando sotto il dominio di Napoleone I, LeRoy, sarto dell’imperatrice Giuseppina Bonaparte, lancia una nuova moda a corte ispirata all’abbigliamento degli antichi romani. Il nuovo stile, denominato “Impero”, prevedeva inizialmente la totale assenza di colori dagli abiti femminili, scelta che conferiva alle donne l’aspetto marmoreo tipico delle statue che impreziosivano le città romane. Il capo per eccellenza era la tunica, dritta e lunga fino alle caviglie, realizzata con tessuti impalpabili e leggeri, segnata da una cintura o da una fusciacca cinta sotto il seno.

Le tuniche presentavano solitamente scollature quadrate che lasciavano scoperte le spalle, anche se nel corso degli anni furono realizzate anche con profonde scollature a V, e prevedevano l’assenza di maniche lunghe: erano realizzare esclusivamente con piccole maniche a sbuffo. A partire dal primo decennio dell’ottocento i semplicissimi abiti stile impero cominciarono ad arricchirsi di pizzi e ricami pregiati, a colorarsi, per il giorno, di tonalità come il rosa e il celeste pastello, per la sera di porpora e oro, e a cambiare linee: la semplice tunica spesso era corredata da lunghi strascichi che partivano dalla cintura posta sul punto vita o abbinata allo ”spencer”, una giacca corta in vita, a maniche lunghe, di velluto per l’inverno, e di seta o lino per l’estate. Tra gli accessori, spiccano sicuramente i gioielli, appariscenti, spesso realizzati in cristalli pregiati e usati anche per realizzare acconciature ispirate a quelle delle donne dell’impero romano. Per quanto riguarda la moda uomo, invece, l’abbigliamento formale prevedeva il frac, la classica giacca molto stretta in vita, con maniche lunghe rette e collo alto, spesso all’inglese, impreziosita da piccoli bottoni, di solito dorati e spesso da preziose passamanerie e ricami. Sotto la giacca, camicie di lino finissimo, ornate dallo jabot, un foulard solitamente in seta, spesso in pizzo, quest’ultimo ripreso dalla moda del settecento.

 

Durante le ore diurne, il frac era sostituito dalla Redingote, una giacca meno formale, solitamente in tonalità chiare. I pantaloni, lunghi sino al ginocchio, presentavano taglio tubolare, vita alta e colori come il blu o il nero di solito, il bianco era previsto per le cariche ufficiali e militari, così come le calze, bianche o nere abbinate in gran parte dei ritratti d’epoca alla tonalità dei pantaloni. Accessori molto in voga erano i guanti, indossati soprattutto nelle cerimonie ufficiali. Successivamente all’ottocento, lo Stile impero impero è ritornato in voga negli anni Sessanta, grazie alle collezioni Givenchy e Balenciaga, nuovamente negli anni Ottanta nelle creazioni di Romeo Gigli, e più recentemente nel 2005, nella meravigliosa collezione Haute Couture di Dior realizzata da John Galliano, e nel 2006 nella collezione uomo di Dolce & Gabbana, nella quale gli stilisti hanno riproposto giacche stile impero ispirate a quelle indossare indossate da Napoleone Bonaparte.

 

LA BELLEZZA DELLE CURVE

  •        La stragrande maggioranza delle donne italiane, supera la taglia 42, e comunque sia,  la bellezza e la femminilità di una donna non si misurano certo in chili o in centimetri. Ricorda che ognuna di noi è un “pezzo unico”, irripetibile.  Il primo passo per vedersi belle è quello di sapersi accettare, così come siamo, pregi e difetti. Il mondo ci vede come noi stesse ci vediamo! Questi sono alcuni piccoli consigli da tenere presente al momento di scegliere cosa indossare:

       Non coprirsi con abiti  informi  tipo sacchi, l’effetto che si ottiene  è solo  quello di aumentare otticamente  le dimensioni.

  • No categorico a leggings e jeans skinny, almeno che non siate molto giovani e che  vengano portati con bluse lunghe oltre la metà della coscia.
  • Sì a pantaloni morbidi non troppo larghi.
  • No alle righe orizzontali.
  • Preferire l’abito intero a qualsiasi altro capo.
  • Evitare tutto ciò che è di forma circolare, orecchini, borse, grossi pois.
  •        Evitare capi di tessuti troppo sottili o troppo spessi, anche la maglieria.
  • No alle minigonne.
  •        Cercare di segnare  la vita, anche in maniera  morbida.  Consigliati gli abiti  stile impero,  cioè             con il punto vita leggermente rialzato
  •         Sì ad abiti  a tunichetta appena appoggiati al corpo, non oversize.

Preferire le borse rigide e spigolose.

SE IL SENO E’ ABBONDANTE

  • Non portare al collo grossi foulard arrotolati e pashmine, l’effetto ottenuto sarà quello di sembrare un tutt’uno con busto, seno collo e testa.
  • Scollare più possibile, magari con scolli a V,  un bel decolletè  aggrazia non solo il viso ma  anche il collo e le spalle.
  • Indossare qualcosa che formi 1 o 2 linee  verticali sul davanti,  tipo una sciarpetta sottile di seta,  il pullover con scollo profondo a V o cardigan slacciato o allacciato solo a metà su una camicia o t-shirt più chiara, collane a V o a Y.
  • I capispalla non dovrebbero oltrepassare la metà coscia.
  • No a capi  doppiopetto.

Abito da sposa: primo appuntamento

Perfetto siete preparate: avete sfogliato centinaia di cataloghi, visitato un numero incalcolabile di siti web e gallerie fotografiche, e ora? Non restate lì impalate, il vostro vestito non si materializzerà per magia, né tanto meno salterà fuori dallo schermo. L’elemento più importante del giorno delle vostre nozze, l’indiscussa icona del matrimonio va scelta con cura e pazienza, per cui la prima cosa da fare è fissare un appuntamento con il vostro atelier di fiducia.

E ad ogni primo appuntamento che si rispetti bisogna andare ben preparate. Per voi abbiamo chiesto qualche consiglio a chi sa come interpretare i desideri delle proprie clienti e prova a realizzarli.

Liviana Mirarchi di primi appuntamenti ne ha visti tanti.

“Le ragazze arrivano in atelier con il loro carico di aspettative e di emozioni che accompagna la scelta dell’abito da sposa; proprio per questo non può essere un acquisto come un altro.”

 


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E allora come prepararsi al primo appuntamento per la scelta dell’abito da sposa?

“Una cosa importante è quella di arrivare in atelier con un’idea di massima, certo, ma niente chiusure mentali. L’abito perfetto lo si riconosce una volta indossato, può succedere che l’abito di cui ci si è innamorate sulla rivista non sia quello che fa scattare la scintilla una volta che lo si prova. Inoltre è consigliabile scegliere l’abito contestualizzandolo al tipo di ricevimento che si sta programmando: per esempio se si sta organizzando una festa tra pochi intimi dal tono rilassato e informale, un vestito principesco dai grandi volumi e ricco di dettagli rischierebbe di sembrare fuori luogo, di contro è bene tener conto nella scelta del proprio abito se si è deciso di dare un ricevimento con un buon numero di ospiti, che magari preveda una celebrazione religiosa nella nostra bellissima Abbazia Florense (San Giovanni in Fiore, CS) e in cui si lasci fare la sua parte all’etichetta.”

 


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Alla prova del vestito da sposa si viene tendenzialmente accompagnate. Come scegliere l’entourage della sposa?

“Consiglio sempre alle ragazze di venire alla prima prova del vestito accompagnate dalle poche persone di cui ci si fida. Chi accompagna la sposa ha il ruolo di rassicurarla oltre a quello di consigliarla, troppe persone possono creare un’inutile confusione nella scelta. D’altronde comunicare con le accompagnatrici è compito di chi in atelier gestisce l’appuntamento, l’obiettivo comune deve essere quello di realizzare i desideri della sposa, senza prevaricazioni da parte di nessuno, a me piace creare il giusto clima affinché sia così.”

Nota dolente: il budget.

“Il budget non deve essere motivo di imbarazzo per la sposa, so bene che spesso non è la sposa a pagare per questo acquisto, ma che sia così o meno, ho l’abitudine di permettere che venga dichiarato il proprio budget prima dell’inizio dell’appuntamento, in maniera privata. In atelier, io o le mie assistenti sappiamo riconoscere il momento giusto”.

 


D’altronde è risaputo: dichiarare il proprio budget è un buon punto di partenza, l’abito giusto dipenderà anche da quello, inutile provare un abito che non si può comprare. SìlaSposi consiglia, per ovviare al problema, di affidarsi ad atelier in cui il budget non sia limitante: da M&P Liviana Mirarchi, ad esempio, potrete trovare una selezione di modelli che riduce davvero al minimo le possibilità di non trovare il vestito perfetto, godendo, tra l’altro, del miglior rapporto qualità/prezzo che possiate aspettarvi. Da Pronovias a San Patrick, da Nicole a Colet e ancoraAlessandra Rinaudo, Madeline Gardner, Venus e Fiorinda Couture di Carlo Pignatelli e tutto in un solo atelier.


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Qualche consiglio pratico per il primo appuntamento?

“È bene indossare calze e biancheria intima chiare, magari portare reggiseno senza spalline per agevolare l’eventuale prova di abiti che lascino le spalle nude. In atelier forniamo scarpe con il tacco di prova, ma per sentirsi totalmente a proprio agio può essere utile portare un proprio paio di scarpe alte.”

Accessori: come sceglierli?

“Per quanto riguarda gli accessori è bene lasciarsi consigliare da chi lavora in atelier, in modo da fare gli abbinamenti più adeguati. Gli accessori devono impreziosire l’abito, senza stravolgerlo. A volte, possono essere un valido supporto alle richieste dell’etichetta: in chiesa, ad esempio, dove si richiede di non essere troppo scollate il velo diventa il giusto alleato per non rinunciare a modelli che prevedano per esempio spalle o schiena nude.”


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Infine qualche consiglio per lui.

“Lo sposo dovrà tenere in considerazione la scelta della sposa per non essere da meno né essere eccessivo rispetto alla partner. Inutile pensare ad un tight se lei ha scelto un abito minimal.”  

Un consiglio SìlaSposi: scegliere l’abito delle nozze è un momento significativo, che dovrà essere ricordato con un sorriso. Le prove dell’abito possono essere un’occasione per prendervi del tempo per voi stesse e staccare un po’ dai tanti impegni che accompagnano l’organizzazione delle nozze, in compagnia delle persone giuste, e magari fantasticare sulla reazione del vostro sposo quando aspettandovi all’altare vi vedrà entrare e darete finalmente inizio alla vostra vita insieme.

Documenti per la promessa: da che parte si comincia?

pubblicazioni-matrimonio

Iniziamo proprio dalle informazioni di base: tempo fa il nostro esperto avv. Salvatore Perri ci spiegava bene dal punto di vista giuridico la differenza tra la promessa e le pubblicazioni di matrimonio. Ora vedremo nella pratica punto per punto cosa serve per compiere i primi passi.

 

1. Compilare l’autocertificazione

Recandosi al proprio Comune di residenza (ufficio di Stato Civile) vi sarà chiesto di compilare due autocertificazioni una per lo sposo  una per la sposa (l’esempio riportato riguarda il Comune di San Giovanni in Fiore, Cosenza). È comunque preferibile informarsi preventivamente e direttamente presso il proprio ente. L’autocertificazione serve per poter preparare tutta la documentazione necessaria indipendentemente dal Comune di appartenenza dei futuri coniugi. Non é indispensabile la presenza di entrambi, ma nel caso si recasse al municipio uno solo dei futuri coniugi è utile che porti con sé i documenti d’identità di entrambi

È possibile anche chiedere ad una terza persona di recarsi per voi in comune, potrà farlo munito di questa procura speciale.

Compilato il modulo in ogni sua parte spetta all’ufficio indicarvi la data in cui ripresentarsi per concordare e fissare la promessa e procedere alla richiesta di pubblicazioni di matrimonio. È bene ricordare che la promessa di matrimonio è una libera dichiarazione che manifesta la volontà di sposarsi, ma non è un obbligo a contrarre matrimonio.

 

2. La promessa di matrimonio in Comune

La promessa di matrimonio è il primo atto ufficiale che farete e si terrà sia per il rito civile che per quello religioso. Ha valore giuridico ma non è vincolante. Ecco cosa succederà: il giorno stabilito ci si reca in Comune e i futuri sposi dichiarano di volersi sposare liberamente davanti all’Ufficiale di Stato Civile, contestualmente procederanno a firmare la richiesta di pubblicazioni civili.

3. Le pubblicazioni di matrimonio

Nel Comune di residenza (in entrambi se gli sposi sono di Comuni diversi) e sull’Albo pretorio abiti da sposa online del sito internet istituzionale saranno affisse le pubblicazioni con le informazioni anagrafiche dei futuri coniugi e il luogo delle nozze. Le pubblicazioni resteranno esposte per almeno 8 giorni al fine di rendere nota a tutti la volontà di volersi sposare. Il matrimonio potrà essere celebrato dopo il quarto giorno dal termine delle pubblicazione ed entro il 180° giorno (attenzione oltre i 180 giorni il procedimento è da considerarsi non avvenuto!!!)

 

4. La promessa di matrimonio in Chiesa

Se si decide di officiare la promessa in Chiesa è comunque necessario un successivo passaggio in Comune per depositare la richiesta di pubblicazione rilasciata dal parroco e stilare un semplice verbale. Tutto ciò può essere fatto, come già detto, da uno dei futuri sposi o da un loro delegato.

Alla scadenza dei termini necessari alle pubblicazioni l’ufficio di Stato Civile vi consegnerà il nulla osta. Quindi potrete fissare la data del matrimonio civile oppure consegnare il nulla osta al parroco per procedere al matrimonio religioso.

Se il matrimonio venisse celebrato in un’altra città è necessario comunicarlo al momento della richiesta di pubblicazioni, in tal modo l’Ufficio di Stato Civile predisporrà una delega da inviare al comune prescelto.

Cosa occorre portare con sé in comune per procedere alla richiesta delle pubblicazioni matrimoniali:

 

  • Documento di identità valido
  • Marca da bollo da 16€ (per ogni avviso di pubblicazione)
  • Per coloro che non hanno compiuto 18 anni un’autorizzazione a contrarre matrimonio del competente tribunale per i minorenni;
  • Per gli stranieri: nulla-osta al matrimonio rilasciato dall’autorità straniera competente;
  • Per contrarre matrimonio con il rito concordatario richiesta di pubblicazione di matrimonio rilasciata dal parroco.

Cosa indossare per la festa della Promessa di Nozze

 

Promessa di nozze: festeggerete? In particolare al Sud d’Italia la promessa di matrimonio è spesso vista come una sorta di prova generale del ricevimento nuziale. È vero per noi gente del Sud ogni scusa è buona per festeggiare. Ma tant’è…

E se vogliamo dirla tutta anche il più ‘snob’ mondo anglosassone prevede tra le tradizioni wedding un party o cena prima del matrimonio. Quindi? Che festa sia!!

E andiamo al vero quesito, perché, se una sposa sa cosa indosserà al matrimonio, può sorgere il dubbio sul look per la festa della promessa. Tranquille abbiamo pronti dei consigli per Voi, ma se volete approfondire non vi resta che contattarci.

Diciamo subito, per trovare il look giusto dovete ricordare la semplice regola generale: valutare l’occasione d’uso, ovvero che tipo di festa avete in mente per la vostra promessa di nozze?

Pranzo, cena, aperitivo, cocktail party, brunch o apericena? Formale o informale? Quale sarà la vostralocation?

 

Ricordiamo inoltre che per gli invitati al matrimonio valgono gli stessi quesiti. Rispondere a queste domande aiuta a capire cosa è più adatto indossare. Vi forniamo qualche esempio attraverso alcune proposte di outifit che abbiamo selezionato per Voi!

PRANZO IN ESTERNO O RICEVIMENTO BUFFET

Un abito formale nelle tinte del rosa, colore dell’anno secondo Pantone, è la scelta adeguata per un pranzo fuori. La soluzione con il pantalone si presta bene anche ad un elegante ricevimento a buffet.

 

Pronovias: collezione cerimonia 2016

Pronovias: collezione cerimonia 2016

CENA E OCCASIONI FORMALI ED ELEGANTI

Abito lungo e colori più intensi sono ideali per un ricevimento a cena, attenzione al nero che va benissimo ma che consigliamo di sdrammatizzare con accessori e dettagli colorati. Il colore delle proposte di seguito ci sembra un ottimo compromesso che unisce eleganza e personalità. Siamo sempre nell’ambito di scelte per occasioni formali.

 

Pronovias: collezione cerimonia 2016

Pronovias: collezione cerimonia 2016

 

Versatilità è la parola chiave per le seguenti proposte: pranzo o cena il ricevimento è formale ed elegante. Scegliete modelli che esprimano la vostra personalità e vi valorizzino.

 

St. Patrick collezione: cerimonia 2016

St. Patrick collezione: cerimonia 2016

COCKTAIL PARTY E BRUNCH

I colori, i tagli e le linee degli abiti devono farvi sentire a vostro agio ma comunque farvi distinguere: rimanete voi le protagoniste. Le prime due proposte sono indicate anche per un elegante cocktail party la terza perfetta per un brunch.

 

St. Patrick: collezione cerimonia 2016

St. Patrick: collezione cerimonia 2016

PRANZO INFORMALE IN FAMIGLIA

Opterete per un pranzo in famiglia, qualcosa di più intimo? Allora spazio al pantalone, ai minidress o alle soluzioni gonna e camicie fluide.

 

Elisabetta Franchi: collezione SS 2016

FESTA INTIMA

Preferite un piccolo party più easy e informale? Un brunch o magari un aperitivo? Ecco allora queste sono delle proposte che fanno al caso vostro.

 

Twinset Simona Barbieri: collezione SS 2016

Twinset Simona Barbieri: collezione SS 2016

COCKTAIL O DISCO PARTY

Vi va di osare? Fatelo pure con outifit di questo tipo e la vostra festa può sicuramente finire in pista da ballo.

 

Elisabetta Franchi: collezione SS 2016
Abito da sposa, quale scegliere? guida e consiglultima modifica: 2017-02-08T14:28:17+01:00da mariamarzio_2017