Linfoma non Hodgkin: chi colpisce e come si cura ?
I linfomi non Hodgkin rappresentano un gruppo molto eterogeneo, si distinguono in forme aggressive e forme indolenti e hanno modalità di presentazione, decorso e prognosi assai diverse tra loro. Sono oltre 10.200 i nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia e circa il 60% dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Colpisce prevalentemente persone adulte, specie dopo i 60 anni. Oggi molti casi di linfomi non Hodgkin (soprattutto paradossalmente quelli aggressivi) possono essere guariti o rimanere in remissione per molti anni. Quelli indolenti sono più difficili da eradicare, ma consentono comunque lunghe sopravvivenze. La pianificazione dei trattamenti tiene conto di diversi fattori come il tipo e la localizzazione del linfoma, la presenza di sintomi, l’età e le condizioni generali di salute: in base a questo si decide se procedere con vari tipi di chemioterapie spesso associate ad anticorpi monoclonali, radioterapia, radio-immunoterapia, trapianto autologo o allogenico di midollo osseo o di cellule staminali. In alcuni casi, nelle forme indolenti, si può optare anche solo per una stretta sorveglianza, rimandando le cure fino alla comparsa di sintomi o nel caso si verifichi un cambiamento delle condizioni del paziente. Negli ultimi anni, poi, alcuni sottotipi di linfomi, quando arrivano in fasi molto avanzate, possono essere molto efficacemente trattate con le cosiddette CAR-T. ( Fonte: Corriere )