“Il tuo profilo è noioso. Chiudilo e datti al volontariato”. E’ bastata questa frase ironica per attirarmi una raffica di insulti da parte di donne che frequentano la chat di Libero. Qualche esempio? “Fottiti”, “Ma va a cagare, str…”. “Pezzo di m…”, “Datti fuoco”, “Frocio di m…”. Sono solo alcuni dei “complimenti” che mi sono sentito di dire da donne prive di umorismo e pervase da un’isteria collettiva, come delle mestruati perenni.

I social network sono pieni di donne intelligenti, ma sono infestati anche di donne che hanno il cervello diluito da strati di densa idiozia. Sembrano tutte perbene fino a quando non aprono bocca per dimostrare di essere oscenamente volgari. L’unico momento in cui rivelano intelligenti è quando chiudono la bocca, ma soprattutto quando spariscono dalla circolazione per andar a far compagnia a quegli uomini rozzi che cercheranno di non averle nemmeno come amanti passeggeri.

Potrei spiegare tante cose di queste donne ma non lo faccio perché a una certa età impari l’arte del silenzio e dell’indifferenza che uccide più della spada. Soprattutto quando di tratta di rivelare verità che nemmeno i genitori di queste sciacquette hanno voluto spiegare, dato che queste donne sono il segreto da negare, l’errore da archiviare, il disonore da accantonare.

La loro stessa esistenza è la prova vivente di cosa rappresenti il fallimento genetico applicato punto per punto in ogni piccolo e insignificante dettaglio del cervello umano. Lo vedi nella certezza di quelle ipocrite che se si sentono pure persone belle fin quando non aprono bocca e ti lasciano dentro un amaro retrogusto di prodotto scaduto. Prodotto avariato e inacidito.

Il mondo va avanti, la società si evolve, l’umanità progredisce. E in questa continua evoluzione si elevato i latrati delle donne rimaste ferme alla grettezza mentale. Donne destinate a essere carne da macello di un sistema che si libererà di loro per auto-conservarsi, perché queste donne non meritano alcuna considerazione, essendo come il fango: si può solo pulire e buttar via.