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Verso La Conclusione La Rassegna''Estate Muse 2021''a Lucera(Fg)-Mimmo Siena-


Si va verso la conclusione della rassegna estiva''Estate Muse 2021''a Lucera(Fg),promossa da Regione Puglia, Comune di Lucera, Teatro Pubblico Pugliese, Pugliapromozione e PrimaVera al Garibaldi, con il sostegno di Fondazione dei Monti Uniti e Banca BPM.Due appuntamenti interessanti sia per oggi che per domani,1 settembre,Questa sera all’Anfiteatro Augusteo alle ore 21 FAI Puglia proporrà “Federico II e la Capitanata: i luoghi, il Mito”. Proposto dal FAI Puglia per ricordare l'ottavo centenario dell'arrivo dell'imperatore svevo in Capitanata, l'incontro, dopo l'intervento introduttivo di Saverio Russo, presidente FAI Puglia, vedrà la partecipazione del prof. Francesco Violante ( Università di Bari), che parlerà del mito di Federico II, e del prof. Pasquale Favia (Università di Foggia), che si soffermera' sui luoghi federiciani in provincia di Foggia. L'appuntamento serve a sollecitare iniziative di conoscenza, tutela e valorizzazione di un patrimonio culturale spesso poco noto.Domani spazio allas musica in dialetto con sarà in scena Lino Musella con “L’Ammore nun’è Ammore”, 30 sonetti di Shakespeare traditi e tradotti da Dario Jacobelli e con Marco Vidino – cordofoni e percussioni. L’ammore nun’è ammore - nato a Le vie dei Festival, grazie ad un precedente studio realizzato alla Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli – è un’originale ‘recita dei sentimenti’ tra emozioni, atmosfere magnetiche e intensi desideri. Musella racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa, viscerale e seducente. Ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino - ai cordofoni e alle percussioni – con le sue musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo intimo viaggio. Dario Jacobelli, poeta scomparso prematuramente nel 2013, autore di racconti e romanzi, abile paroliere per musicisti come i Bisca, i 99 Posse e gli Almamegretta – ricorda l’attore - si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare.