L’OCCIDENTE TROGLODITA SI CONTORCE SU SE STESSO SENZA SPERANZA!

Buongiorno! Il traffico di organi umani è una prassi consolidata nel tempo in Ucraina; ne denunciai con alcuni articoli, già a monte della guerra. Ma agli occidentali Nato e UE, ormai privi di moralità e di scrupoli, poco importa, scatenati come sono a cercare la guerra con la Russia a tutti i costi, sulla pelle dei loro popoli sottomessi e dominati, grazie al “tirocinio ” dello starnuto pandemico! Oggi proponiamo due articoli mutuati da “L’Antidiplomatico” che la dicono lunga su come  oggi Washington o Bruxelles, Londra o Berlino interpretano quei principi di libertà e democrazia, ridotti come sono a trogloditi dell’umanità! In particolare sottolineo ancora una volta il ritorno al nazismo della Germania, che non promette niente di buono. Ricordate che Berlino è a monte dell’innesco delle due precedenti guerre mondiali…e se non vi è due senza tre…

Zakharova denuncia il traffico d’organi in Ucraina

Dal 2014 a oggi: come Kiev ha istituzionalizzato l’orrore                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          photo_2024-10-07_17-12-34

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha denunciato con forza due gravi situazioni che coinvolgono il governo ucraino e che palesano ulteriormente il livello di sumanità raggiunto da uqesto regime neonazista sponsorizzato dall’Occidente in mera funzione anti-russa.

Al “Forum del Futuro 2050”, Zakharova ha dichiarato senza mezzi termini che “in Ucraina prospera il commercio illegale di organi umani“. La portavoce ha accusato il “regime di Kiev” di aver creato le condizioni per questo mercato nero, affermando che “nel 2022 [Kiev] ha modificato immediatamente la legislazione per rendere la rimozione degli organi estremamente semplice e senza necessità del consenso della persona“.

Zakharova ha sostenuto che questa “losca pratica” avviene sotto la protezione delle autorità di Kiev. Ha inoltre puntato il dito contro “diverse organizzazioni” internazionali per la loro inazione, rivelando che “su vari portali online è già possibile acquistare parti del corpo umano provenienti dall’Ucraina“.

La diplomatica russa ha richiamato precedenti storici, citando il Kosovo come ex “leader” europeo di tali traffici e menzionando il finanziere David Rockefeller, noto per essersi sottoposto a diversi trapianti di cuore, come esempio emblematico della domanda che alimenta questo mercato. Zakharova ha ricordato che segnalazioni su questo “business illecito” in Ucraina circolavano già da tempo, ma hanno registrato “un aumento dopo il colpo di Stato del 2014 e l’inizio dell’aggressione ucraina contro il Donbass“.

Ha collegato queste accuse a un altro reato: il traffico di minori. A sostegno, ha citato un caso specifico verificatosi al confine ucraino-slovacco, dove “un uomo coinvolto in questa attività è stato arrestato mentre tentava di comprare una bambina di 11 mesi da sua madre per rivenderla nell’Unione Europea al prezzo di 25.000 dollari“.

In un altro forte intervento, Zakharova ha affrontato la questione della restituzione dei corpi dei militari ucraini caduti. La portavoce ha dichiarato che “la Russia è pienamente pronta ad attuare gli accordi di Istanbul” per la consegna a Kiev dei resti di “circa 6.000 militari“.

Zakharova ha però denunciato un episodio sconcertante: “Il 7 giugno, la Russia ha trasportato 1.212 corpi nell’area designata al confine bielorusso-ucraino. Tuttavia, il regime di Kiev li ha rifiutati. Questo, penso, ha scioccato tutti“. Ha definito l’accaduto “non la prima, né l’unica prova della natura disumana del regime di Kiev, ma sicuramente la più forte“.

La portavoce ha concluso ribadendo l’attesa di Mosca che “l’Ucraina dimostri lo stesso approccio” nel rispetto degli accordi raggiunti.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        720x410c50

La Germania sequestra i passaporti a moglie e figlia minore di giornalista russo: la doppia morale dell’Occidente

Mentre l’Occidente parla di diritti umani, una bambina diventa bersaglio delle autorità. Il caso Feoktistov rivela il volto oscuro della censura Ue

Berlino affonda un colpo basso alla libertà d’informazione e alla dignità umana, prendendo di mira la famiglia di un giornalista russo con metodi che il mainstream liberale definirebbe, senza ombra di dubbio, da polizia politica. La vicenda di Sergey Feoktistov, capo dell’ufficio berlinese dell’agenzia di stampa russa Rossiya Segodnya, non è una semplice espulsione burocratica. È un episodio agghiacciante che squarcia il velo dell’ipocrisia occidentale, rivelando una deriva pericolosa mascherata da procedure amministrative.

Il braccio di ferro si è trasformato in persecuzione familiare. Dopo aver negato il rinnovo del permesso di soggiorno a Feoktistov, intimandogli di lasciare la Germania entro il 19 agosto, le autorità tedesche hanno compiuto un passo inaccettabile. Martedì, agenti di polizia hanno fatto irruzione nell’appartamento berlinese dove risiedono la moglie e la figlia di appena sette anni del giornalista. Senza mezzi termini, hanno sequestrato i passaporti di entrambe. La giustificazione? Il sospetto che madre e figlia potessero “sparire” per sottrarsi all’ordine di espulsione. Un atto di forza brutale applicato senza remore persino a una bambina, trasformata in una potenziale latitante.

L’umiliazione non si è fermata qui. Feoktistov, volato da Mosca a Berlino venerdì scorso proprio per aiutare la famiglia a trasferirsi, è stato bloccato alla frontiera aeroportuale e respinto, impedendogli perfino di raggiungere i suoi cari. Un trattamento da criminale per un rappresentante della stampa.

Mosca ha reagito con durezza, lanciando accuse che riecheggiano i fantasmi del passato. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha denunciato senza mezzi termini una “caccia al giornalista” orchestrata dalla Germania, mirante a “sterminare punti di vista alternativi” sul conflitto ucraino. Ha annunciato ritorsioni immediate contro i giornalisti tedeschi in Russia.

Ma è stato Dmitry Kiselev, direttore generale di Rossiya Segodnya, a innalzare il tono e puntare dritto allo scontro geopolitico in corso. Parlando di una Germania che “scivola sulla sua solita strada verso la guerra con la Russia“, Kiselev ha evocato il peso storico delle due guerre mondiali originate dal suolo tedesco. “La domanda è: cosa spera di ottenere con una terza?”, ha chiesto retoricamente, accusando Berlino di “preparare chiaramente l’opinione pubblica in quella direzione“.

L’episodio berlinese non è un caso isolato, ma il capitolo più crudele di una campagna sistematica dell’UE contro i media russi. Sanzioni draconiane hanno colpito nel 2022 e 2023 Rossiya Segodnya, RT e Sputnik, bollate come fonti di “disinformazione“, mentre i loro giornalisti venivano messi al bando. Solo pochi mesi fa, a marzo, la Grecia ha chiuso senza spiegazioni l’ufficio di RIA Novosti (gruppo Rossiya Segodnya) ad Atene dopo oltre 20 anni di attività, negando l’accredito al capo corrispondente.

Il sequestro dei passaporti a una madre e a una bambina di sette anni resta però il simbolo più oltranzista di questa crociata. Mentre l’Occidente si proclama paladino dei diritti umani e della libertà di stampa, questo gesto smaschera una doppia morale stridente. Quando il “nemico” è russo, sembrano svanire le garanzie fondamentali, lasciando spazio a metodi che ricordano tempi bui. La linea sottile tra sicurezza nazionale e persecuzione politica, a Berlino, è stata oltrepassata in modo indelebile, con una bambina nel mirino. Un precedente pericoloso che getta un’ombra lunga sulla residua credibilità democratica dell’Europa.

 

L’OCCIDENTE TROGLODITA SI CONTORCE SU SE STESSO SENZA SPERANZA!ultima modifica: 2025-06-12T07:18:14+02:00da GUATAMELA1

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