La musica nel cuore

I MAGHI DI OZZY: L’INTERVISTA


Da qualche settimana in radio con il singolo NON SEI TU, abbia avuto modo di conoscere il rock dei MAGHI DI OZZY, Rock band nata in Toscana e composta da Paolo Ciacci (Ozzy) alla chitarra e alla voce, da Davide Monaci (Prippri) alla batteria e da Maycol Chechi (Maikie) alla chitarra. Rivolgiamo alla voce dei MAGHI DI OZZY, Paolo, qualche domanda riguardo la loro musica, le loro influenze e l’album “HO PERSO L’EDEN” da cui ascoltiamo il singolo estratto. Soffermandosi per un attimo sul vostro singolo NON SEI TU, risalta quasi la volontà di lasciarsi andare, anche nel cantato, si desume questa tendenza a non prendere tutto sempre troppo sul serio, in quanto uno sguardo distaccato , meno rapito dal soggetto indagato, potrebbe essere quello che più rivelatore di ciò che abbiamo davanti; non a caso nel brano “NATUR AL MENTE” si afferma “Ti guardi più nel tuo sguardo e più non ti vedi”. Si tratta forse l’eccessivo sguardo autocritico e tentare quanto possibile di non prendersela troppo a cuore per alcuni errori talvolta commessi? HO PERSO L’EDEN è un disco registrato 4 anni fa e rimasterizzato di recente, non è un concept album, dunque ogni canzone è come una descrizione di vari modi dell’essere, dei vari lati di una persona, una sorta di specchi di noi stessi; cosicché ognuno, nelle canzoni vede ciò che più lo rappresenta. In “NATUR AL MENTE”, il concetto alla base del brano è che siamo tutti noi parte della natura e, viceversa, la natura è parte di noi: siamo parte di un Tutto, possiamo e quindi DOBBIAMO vivere in serena tranquillità,, cercando di non disperarci per alcuni sbagli o direzioni sbagliate, e comprendendo invece che le circostanze che viviamo, talune situazioni sono pur sempre qualcosa di necessario… come dovute ad una sorta di disegno più grande. E’ indubbia l’originalità che riveste una ad una le tracce nel vostro album HO PERSO L’EDEN, tuttavia è ovvio che ci sono alcune realtà musicali che vi hanno influenzato, sia riguardo il vostro stile musicale, sia nello specifico, nella composizione dell’album… quali sono principalmente tali realtà, che hanno contribuititi alla vostra identità musicale? Influenze: un po’ di tutto quello che concerne il Classic Rock :Rolling Stone, Deep Purple, Led Zeppelin.. il rock quello più schietto, ma amche il rock più recente come Sistem Of A Down, Raige Against The Machine. Poi ascolto la musica classica e, tra l’altro nel mio paese era presente un famoso baritono della scala, da cui ho preso qualche lezione di canto, fornendomi così un’impostazione classica; In ogni caso ascolto e amo la musica a 360° compreso lo Ska e il Reggae, infatti nel nostro secondo album, tutt’ora in fase di realizzazione, si alternano pezzi molto soft e ambient, con altre sonorità più dure. Tutto comunque si svolge attorno al testo, la musica nasce a partire da questo, affinché sia capace di trasmettere il messaggio. Di nuovo poi ascolto per esempio gli Zen Circus, qualsiasi musica che comunque abbia qualcosa da dire, che smuova, che scateni qualcosa nel cuore, nella mente, perché la vita è un’evoluzione, un movimento e ogni piccolo passo, ogni circostanza può essere quella che porta avanti il cambiamento. A proposito dei testi delle vostre canzoni, si nota come questi- come si addice a testi contenenti concetti e significati approfonditi- possano avere diverse chiavi di lettura, il brano NATUR AL MENTE, già citato prima, sembra mettere in gioco, attraverso l’ironia, quel conflitto interiore (“l’anima in guerra”) tra il bisogno di avere dei punti di riferimento, dei criteri a cui appellarsi ( “ti puoi dividere i pianeti, vuoi riconoscerti nei vari atleti, ti vedi poi dentro segni zodiacali”) e, dall’altra parte la necessità di essere liberi di essere se stessi, senza alcuna predeterminazione, una tendenza a far fronte a “Situazioni reali”, dove “non senti direzione, non hai guida, né istinto, ti senti un quadro, ma senza dipinto”. Sono queste due dimensioni dell’atteggiamento umano, inclinazioni che coinvolgono le nostre attività e attitudini, tra le quali in voi spicca il suonare e il comporre: come si concilia quindi, in musica, questa contrapposizione tra l’avere un riferimento, un criterio, e la volontà di essere solo se stessi?NATUR AL MENTE” non è un brano autobiografico, ho solo pensato di dare un messaggio, il quale sottolineasse il fatto che l’avere un riferimento o, più precisamente l’identificarsi in qualche cosa al di fuori di noi- pianeti, atleti,segni zodiacali…. – ne va della nostra stessa identità. Si tratta di un voler riconoscersi in qualcosa che fa perdere la nostra essenza, è sempre un perdere, un allontanarsi da noi stessi. All’interno di questo brano voglio spiegare come nelle cose naturali-: acqua, terra, fuoco- in fondo ci si può ritrovare più di quanto si possa credere, aiutando a far capire come la natura ci appartenga e come noi, apparteniamo ad essa. Perché ritengo che uno degli obbiettivi della musica, oltre al divertimento, a far ballare durante i live, sia anche quello di apportare un messaggio positivo, se possibile anche una soluzione ai problemi o le modalità per evitarli. Nella musica tantissima gente è presa a d emulare altre realtà musicali, altre band, è ovvio che oggi, più che in passato, risulta più difficile essere originali, in quanto comunque a livello musicale è già stato fatto tanto. E’ vero anche però che ogni artista si rifaccia ad un modello precedente, perché per quanto poco, siamo comunque il prodotto dell’ambiente che ci circonda, e il bello, oltre che il fine, è quello di vivere la nostra esperienza, cercando per quanto possibile, di condividerla con gli altri. “Ridere, la vita mi fa vivere, con la tristezza non posso trainare il vagone e il buon umore, alimentare la luce interiore è la mia caldaia, il motore è il buon umore, sale la gioia…”: sono parole estratte da “CLOWN”, che descrivono l’approccio di chi, lungi dal farsi abbattere da sentimenti e pensieri demoralizzanti, anche nelle situazioni più difficili, tenta di vedere sempre la vita dal lato migliore, un sorridere alla vita, perché lei stessa ci risponda allo stesso modo. Ma ecco che si propone anche qui, l’intento a dispiegare la nostra natura, sempre in bilico tra una forza e l’altra: la necessità di ridere, di essere felici, senza apparire superficiali agli occhi degli altri (“Ne frivolo ne schivo, coltivo il sorriso, come sullo scivolo si illumina il mio viso.”) E’ possibile trovare il giusto approccio all’ironia, essere un clown per sorridere, senza però essere derisi?CLOWN” è una delle canzoni più fraintese, anche dal vivo ci si gioca un po’ con la frase “coltivo il sorriso”, ma anche qui, come nel singolo “NON SEI TU”, è presente quella vena ironica, che non è contenuta poi in tutti i brani dell’album (“L’EGO” risulta ad esempio molto più introspettivo)… è un modo anche questo di vivere la musica, e non solo la vita, dal suo lato più gioioso, cercando sempre, per quanto possibile di “coltivare il buon umore” appunto, e cercare magari, proprio attraverso la musica, di renderlo contagioso.