La musica nel cuore

Lestrade "ci sarà un tempo"


Peter Denis Di Turi (voce/chitarra) e Andrea Simioni (chitarra/basso), dopo lo scioglimento degli Agorafobia, decidono di intraprendere un percorso da cui prendono vita LE STRADE e alle quali si uniscono il batterista e produttore Pietro Curreri, il pianista/fisarmonicista/arrangiatore Salvatore Chillemi Casablanca, e la voce femminile di Letizia Lacci. CI SARA’ UN TEMPO è il primo singolo di questo nuovo progetto musicale, estratto dal loro primo album di inediti , a breve in uscita, dal titolo Di Guerra e Altre Storie. Oltre al titolo, “CI SARA’ UN TEMPO”, sono anche le parole con cui si apre la canzone, parole che-attraverso il futuro del verbo essere- nella prima parte vanno intese con quel tono e quel senso di amara consapevolezza per il mondo che attualmente viviamo.“Ci sarà un tempo per il cinismo….La razza è diversa ma l’odio è lo stesso di 70 anni fa… Ci sarà un tempo per i telegiornali per gli sciacalli del varietà…per chi usa ogni strage e delitto, per propaganda e pubblicità, per seminare altra violenza, altro dolore, nessuna pietà.” Una fotografia nuda e cruda, ma purtroppo più che mai realistica, di un mondo che, con l’andare del Tempo, anziché evolversi e migliorasi, impara dalla Storia soltanto come meglio sfruttare l’odio e come usare l’arma dell’indifferenza per difendersi dal senso di colpa. L’intermezzo del brano è lasciato in sospeso in un richiamo al silenzio: “Ma adesso silenzio , sono triste non mi va di parlare e ascoltare ideologie sotto l’altare…quello che voglio è sentire è il cuore che batte, il sangue dentro le vene”. Un silenzio che non è soltanto il tacere di inutili voci; il silenzio richiesto è un distacco dalla frenesia, da tutte queste sentenze, notizie, imposizioni che ogni giorni tartassano la nostra mente impedendoci di essere soli con noi stessi e di ascoltarci. Ed ecco allora che l’ultima parte del testo, riprende i fili sciolti all’inizio e cercando di riannodarli, utilizza questa volta il titolo al futuro, e non più in tonalità disincantate, ma con una chiave di speranza:“Ci sarà un tempo… per riprendere i fili spezzati per superare un altro giorno, per guardare negli occhi di un uomo, e leggerli in volto lo stesso dolore, per capire che non sei da solo, per riuscire di nuovo a sperare”. Eredi del miglior folk di tradizione popolare italiana, nonché di quella musica legata alla terra e alle nostre radici mediterranee (che hanno nella fisarmonica il loro punto di forza) LE STRADE rincorrono nel loro percorso musicale i più validi rappresentanti del genere, tra cui spiccano i Modena City Ramblers, i Ratti della Sabina, e i più noti Nomadi. Influssi questi, che emergono sia per le sonorità, sia per quanto riguarda le tematiche sociali, nell’affrontare testi rivelatori di coscienze sempre troppo assopite dall’ipocrisia di questo nostro Tempo, e che LE STRADE sanno ricalcare attraverso un’inedita originalità. Sonia Bellin