Questa mattina siamo in compagnia della meravigliosa Ilaria Carpo, ma conosciamola meglio:
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
Da che io ricordi ho sempre apprezzato la musica. Uno dei primi ricordi che ho di quando ero bambina è quello di mia madre che mi cantava le canzoni di De Gregori per farmi addormentare, o di mio padre che suonava la chitarra e cantava le canzoni dei Pooh. All’età di 8 anni ho cominciato per curiosità a cantare in un coro ed ho cominciato a rendermi conto di quanto mi piacesse cantare. Col tempo ho imparato anche a capire che la musica mi fa stare bene perché cantare mi aiuta ad elaborare qualsiasi tipo di emozione, ma soprattutto negli ultimi anni ho capito che la mia musica mi permette di esprimerle e di raccontarle agli altri.
Raggiungere una propria identità, quanto è importante per un artista?
Credo che questo sia un po’ il primo vero obbiettivo che un artista si pone. Penso però che il raggiungimento della propria identità musicale non sia tanto importante come obbiettivo fine a sé stesso, ma lo sia in ragione di tutto quello che è il percorso che ci porta un po’ per volta a scoprire ciò che fa parte di noi e ciò che invece non ci rispecchia del tutto.
Quali sono stati i tuoi punti di riferimento musicali
Trovo insegnamento ed ispirazione in tantissime canzoni ed in molti artisti (anche perché mi piace leggerne sempre bene il testo e ricercarne il significato e l’interpretazione), ma i miei maggiori punti di riferimento sono due: Paolo Vallesi ed Elisa. Il primo mi ha insegnato tanto dal punto di vista del cantautorato, in particolare del significato del testo di una canzone. Elisa invece mi insegna ad affrontare il palco, ad emozionare ed emozionarmi cantando, a rimanere coi piedi per terra, ad assaporare ogni singolo istante passato a cantare, a scrivere o ad ascoltare musica. E’ lei la mia musa.
Cos’è la musica per te?
La musica è tante cose. E’ prima di tutto una serie di vibrazioni che, se combinate nel modo giusto, possono scatenare una forza sovrumana. E’ una valvola di sfogo, un gioco, uno strumento per raccontarsi o per raccontare una storia. E’ capace di farci arrabbiare o di farci sfogare, di rilassarci, di farci piangere o sorridere, di farci innamorare, di insegnare tanto e di farci riflettere. Per me è parte integrante nella vita di tutti i giorni ed è un rifugio che mi ha aiutata e mi aiuterà ancora a sconfiggere ansie e paure. E’ uno strumento delicato ma potentissimo che ci catapulta in un mondo dove siamo noi a definirne la razionalità
Cosa provi quando canti?
Qualche secondo prima di iniziare a cantare chiudo sempre gli occhi e, mentre faccio un respiro profondo, immagino una storia legata alla canzone che sto per cantare. Superati i primi istanti di agitazione (anche quella fa parte del gioco, aiuta a dare il massimo) cerco sempre di immergermi completamente in quello che sto cantando. Ogni volta provo quindi qualcosa di differente, a seconda di quello che canto, anche se forse, ora che ci penso, una costante c’è. Percepisco sempre quel brivido nello stomaco che mi fa sentire come quando ci si rende conto di essere innamorati. Ecco: quando canto mi sento innamorata.
Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Sono certamente due cose che vanno di pari passo. Personalmente, fino ad ora, nelle mie canzoni ho sempre dato leggermente più importanza al testo. Questo non significa che non abbia curato la musica, ma che ho semplicemente cercato di scrivere delle canzoni in cui la musica aiutasse il testo ad emergere. Mi piacerebbe però, nel mio prossimo progetto, sperimentare il percorso opposto. Non credo ci sia una legge universale che decreti la maggiore importanza di una cosa rispetto all’altra; penso che sia giusto bilanciare le due cose in base all’obbiettivo di ogni singolo pezzo.
Tra le tue esperienze artistiche, quali ricordi con maggiore soddisfazione?
Ci sono due momenti che conservo nel cuore. Il primo è quello di una serata in cui, mentre cantavo una canzone, si sono spente le luci e tutti gli spettatori hanno acceso le torce dei telefonini in modalità concerto. Può sembrare stupido, ma quel momento mi ha colmato il cuore perché ho sentito l’emozione di chi mi ascoltava aggregarsi alla mia. Il secondo momento invece è la presentazione del mio singolo “Ricomincio da qui” a Casa Sanremo a febbraio durante la settimana del festival. Era la prima volta che cantavo in pubblico il pezzo e l’aver raggiunto il 2° posto in quell’occasione mi ha dato una carica che probabilmente mi basterà ancora per i prossimi 12 mesi.
Qual è stata la reazione dei tuoi amici e familiari quando hai detto loro di voler intraprendere questa strada?
Questa domanda mi fa sorridere… Inizialmente gli amici erano molto felici per me (alcuni addirittura esaltati), mentre a casa la notizia ha creato una sorta di “indifferenza” perché probabilmente non sembrava essere qualcosa di serio. Con il passare del tempo e con il raggiungimento di tanti obbiettivi, le reazioni si sono invertite. Ho perso qualche amico per la musica e chi è rimasto dei vecchi amici non si interessa troppo, ma non mi pento di aver intrapreso questo percorso perché ho avuto la fortuna di farmi nuovi amici che condividono con me questa passione. A casa invece adesso sono tutti molto coinvolti: si interessano spesso e agli eventi importanti cercano sempre di essere presenti. Con le loro reazioni mi hanno insegnato e continuano ad insegnarmi a non montarmi la testa; sono felice che sia andata così.
Parlaci del progetto musicale attuale che ti vede protagonista sulle scene in questo periodo.
Sono in una fase di attività particolarmente intensa perché lo scorso 4 maggio è uscito il singolo “Ricomincio da qui” che anticipa l’uscita dell’omonimo disco, il mio primo progetto discografico, che presenterò sabato 15 giugno. Si tratta di un album contenente 10 brani inediti (più una sorpresa) che spero di avere il piacere di portare in giro in qualche serata, ma soprattutto nelle case di chi acquisterà il CD. In autunno mi piacerebbe che uscisse il secondo singolo, ma al momento tutto si concentra sulla data del 15 giugno.
Hai un particolare progetto che vorresti realizzare nel futuro?
Se è vero che l’appetito vien mangiando, dopo la presentazione del mio disco “RiComincio da qui” probabilmente il mio cassetto si riempirà di sogni.
Al momento i progetti sono due. Il primo è quello di proseguire con lo studio del pianoforte di modo da poter avere le conoscenze necessarie per poter ideare da sola la musica delle mie canzoni ed andare a realizzare (tra qualche anno) un secondo progetto discografico ancora più “mio”. Il secondo invece è un progetto a lungo termine che vede coinvolta un’altra persona: il mio maestro nonché compagno di vita Alex. Alex insegna canto, cantautorato e pianoforte (e tanti, tanti altri bellissimi valori) in una scuola tutta sua, con il nome di Favola Grisa. Mi piacerebbe, un giorno, poter insegnare insieme a lui. La strada è ancora lunga e so che non smetterò mai di imparare, ma vorrei trasmettere ad altri tutto ciò che in Favola Grisa è stato trasmesso a me; credo sia il modo migliore di essere grata per tutto ciò che questa scuola mi ha dato.
Grazie mille per il tempo dedicatoci e buona musica
Ciullo Donatello
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Intervista a Ilaria Carpoultima modifica: 2019-06-06T14:06:29+02:00da