La musica nel cuore

Paolo Mansanti " Il sogno del bambino"


A distanza di due anni dal suo primo disco di inediti, “Camminare”, Paolo Mansanti torna in sala di incisione e ci propone il suo nuovo lavoro, intitolato “Il sogno del bambino”, che sarà pubblicato il prossimo 19 gennaio. L’album è prodotto da Lotus Music Production con la direzione artistica di Piermatteo Carattoni. Originario di Parma e non ancora trentenne, Paolo Mansanti è un cantautore con forte vocazione letteraria, quasi uno scrittore prestato alla musica. La sua produzione artistica infatti, si evolve nell’ambito della poesia, della saggistica e del romanzo. Le dieci tracce che compongono l’album esprimono l’esigenza di dare una forma e un contenuto precisi ad una emotività intima e personale. Una visione del mondo e dei rapporti che lo governano, che nasce dall’ascolto e dall’espressione di un sentire autentico, quasi sussurrato, con discrezione e in punta di penna… È un disco che guarda all’interno, che esplora sentimenti elaborati, sempre con la lucidità di risultare sinceri. Anche quando “…non mi interessa più di sembrare un cantante figo e chi se frega del successo e di questa corsa maniacale all’apparire…” la presa di coscienza potrebbe essere più dolorosa. La possibilità di poter dire senza dover gridare, anche se non si sta sopra un palco. Necessità di essere autentici come nel brano “Direzione di sincerità”, senza necessariamente giudicare ma “…si potrebbe fare un tentativo in direzione di sincerità…” con l’invito a togliere le maschere che ogni giorno indossiamo nel teatrino che edifichiamo intorno alle nostre vite. Altra riflessione nel pezzo “E sono innamorato”, country rock che rivela quasi con stupore, la nascita di un amore, l’esigenza e la necessità di raccontarlo sempre con pudore, in punta di piedi “…sono innamorato di un amore così fragile che sembra una farfalla…”. Tema introspettivo e sentimentale anche nel brano “Mi manchi”, singolo che ha preceduto l’uscita del disco. Atmosfera rarefatta in cui si ricorda l’evoluzione di un amore difficile ma anche “…adesso che la parola mi uscirebbe, adesso che il sipario si è chiuso…” la sincerità “…come posso dirti che adesso tu mi manchi…”. Archi che accompagnano il crescendo nel ritornello. Ciò che poteva essere ma non è stato, il fraintendimento e l’incomprensione, la semplicità come un valore che non viene riconosciuto. Temi che affiorano ne “Il Mago”, brano rock che segnala l’abitudine consueta di giudicare le persone senza conoscerle fino in fondo, privandosi dello stupore che potrebbe rivelarsi se solo sapessimo aspettare. Amaro disincanto in “Non farlo vedere”, pezzo energico con bella batteria in evidenza dove “…non credere che mostrare il cuore sia come illuminare le cose, a volte è meglio morire…”. Si paga un prezzo ad essere se stessi, ma seppur nascosto, rimane lo spazio perché “…dietro il mantello il cuore continua a battere sempre di più e forse saprò tenerlo se vorrai vederlo…”. “A guardarmi indietro”, chitarra acustica che ricama ricordi con uno sguardo introspettivo sul passato, primi conti con la vita e riflessione sul cambiamento che lo scorrere della vita produce sulla nostra natura… flash back interiore “…e anche la mia angoscia non ha più verità ma se tu bussi alla mia porta io sono ancora quello là…” la consapevolezza che la natura più profonda rimane la stessa. Bella! Consapevolezza che riguarda anche la natura di un sentimento immutabile come l’amicizia in “Amico mio”, la partenza e la lontananza di un amico, il valore assoluto di un legame che lo spazio e il tempo non possono recidere. Paolo Mansanti ci consegna un disco da ascoltare con attenzione, autobiografico e intimo, a tratti malinconico ma che riflette una sorta di purezza riflessa. Ideale per queste giornate invernali, da assaporare con un bevanda calda in mano ad accompagnare il giorno che declina. Un disco pensato e meditato. Prendetevi una pausa e lasciatevi emozionare. Buon ascolto!! Davide Zurma