Nihil ulterius

Spesso la musica mi porta via come il mare.Sotto una volta di bruma o in un vasto etere metto vela verso la mia pallida stella .Petto in avanti e polmoni gonfi ,come vela scalo la cresta dei flutti accavallati che la notte mi nasconde.Una tempesta con i suoi moti convulsi su un immenso abisso mi culla .Altre volte una piatta bonaccia è un grande specchio della mia disperazione.Se un buon cristiano seppellelirà il mio corpo nell’ora in cui le stelle chiudono i loro occhiappesantiti in quel sepolcro il ragno vi tesserà le sue tele ,la vipera vi alleverà i suoi piccoli;si sentiranno gli urli lamentosi dei lupi ,si vedranno le folli tracce dei lombrichi. Il cimitero è immenso e freddo ,senza orizzonte,vi giacciono al lume bianco d’un sole esangue i popoli della storia antica e moderna.Qui,in una terra grassa piena di lumache,voglio scavarmi una fossa profonda in cui adagiare le mie ossa e addormentarmi nell’oblio come il pescecane nell’ombra.Odio i testamenti e le tombe;piuttosto che mendicare dagli uomini una lacrima ,preferirei,vivo,invitare i corvi a dissanguare ogni punto della mia immonda carcassa .Vermi! neri compagni senza orecchie e senza occhi accogliete un morto che viene a voi libero e allegro.Filosofi gaudenti ,figli della putrefazione,passate attraverso la mia rovina senza rimorso e ditemi se resta ancora qualche tortura per questo vecchio corpo senz’anima ,morto fra i morti.

Nihil ulterius

Il mio stato normale è il silenzio ,le parole sono una piccola febbre.Sento il pomeriggio sul corpo e so che qualcosa è già morto.La giornata ha consumato la sua breve giovinezza ,una musica risuona nell’aria chiara in attesa dell’ora delle dolci tenebre,del rilassamento ,dell’abbandono,l’ora in cui lo schermo lucente come un ciottolo bianco sotto l’acqua parlerebbe e sognerebbe per me.Tra poco,come tutti i giorni,resterò deluso ,tra poco saranno piccole collere sorde.Il sole ha dissipato le nuvole,il tempo è bello mentre la casa resta vuota e buia.Di quando in quando una nuvola alla deriva passa davanti al sole ,il mare brilla attraverso i trafori.Sto freddoloso e sedentario alla ricerca del silenzio e inizio un sogno senza fine ,la mia anima sprizza magiche scintille .dardeggiano intorno i miei occhi rossi ,stanno senza muoversi sino all’ora malinconica in cui spingendo via il sole obliquo le tenebre regneranno.Medito che bisogna in questo nostro mondo guardarsi dal tumulto e dal movimento:l’uomo inebriato da un’ombra che passa porta su di sè il castigo del suo aver voluto mutare.Stringo e cullo la mia anima nella rete azzurra dell’esistenza e svolgo un dittamo potente che incanta il mio cuore e guarisce le mie pene.

Nihil ulterius

L’ultimo ricordo è una vela nera che scompare,il dolore non è nulla e parlare non serve ;col pianto se ne vanno sciocchezze e superbia e il dolore ricompare per quello che è ma finchè non mi spegnerò nel mare come un tizzo non potrò dire di conoscere il dolore .M’è già scoppiato il cuore ,altro mi attende,la storia è finita per sempre e così è la mia vita che finisce,altro non mi attende.Da Dio non attendo più nulla ma mi prostro,c’è sempre un nuovo Dio acui prostrarsi che uccide ridendo. C’è un’ora lenta del giorno che la terra dona il suo odore,un odore rasposo e tenace che fa pesare l’aria ,quella è l’ora in cui Dio non ci vede e il tempo non passa ,quella è l’ora in cui ci si fa eterni e pare d’essere rapiti da un gran vento come quei turbini che passano nei vigneti.Temo l’ombra che cade dal monte ,tremo e soffro ma ho imparato che cosa è un risveglio;ora sono rimasto solo e aspetto Dio.Ogni cosa divina è crudele ,distrugge l’essere caduco che resiste:nessun Dio sa rimpiangere nulla ,essere spietato è il suo respiro ,in questo non è diverso dai mortali che non sono per lui diversi da un corso d’acqua o una foglia che vi galleggia .Nessun uomo vale il fatto d’esser vivo.Un Dio dura finchè durano le cose che lo fanno.Morirò come muore un animale e se c’è un Dio notturno che mi aspetta non avrò nessun timore perchè di notte ci sono le stelle.

Nihil ulterius

Tutto ciò che non è piacere è vanità e ciò può provocare disgusto fino alla nausea,ma anche alla nausea ci si abitua.La franchezza è la sola virtù alla quale mi costringo e stimo l’amore una mania disdicevole: bisogna essere presi dalla furia di non dipendere da nessun essere in maniera esclusiva.Mi esasperano le bizzarrie che sono proprie della giovinezza ,c’è una malinconia che somiglia al torpore,serpenti sazi di latte si strofinano alle mie caviglie ,ovunque si eseguono selvaggi riti di fraternità.Ho chiesto a stregoni di illuminarmi sull’avvenire,anche se so che l’avvenire ormai non può recarmi più nulla:la mia vendemmia è fatta,il mosto della vita ha colmato i miei tini.Non si profila ombra alcuna sui miei giorni,nè la morte,nè la vecchiaia che finirà per giungere,tuttavia mi affretto come se ogni ora fosse al tempo stesso la più bella e la più estrema.Ogni secolo ha le sue audacie ,gli spiriti migliori del nostro si compiacciono di tentare quelle frontiere vietate all’uomo.Nelle volate di fumo mi appaiono strane figure che sembrano fatte della sostanza dei miei sogni,oscillano e si dileguano lasciandomi la vaga sensazione d’una somiglianza con un viso vivo a me noto ,ma forse tutto questo è il trucco di un prestigiatore.Esistono zone intermedie dove l’anima e la carne si confondono,dove il sogno si adegua alla realtà,dove la vita e la morte si scambiano attributi e sembianze.L’anima è l’espressione suprema del corpo ,fragile manifestazione della pena e del piacere di esistere.L’intimo legame tra la carne e l’anima è quella combustione che chiamiamo vita.Lo scetticismo è sempre in conflitto con l’ansia di sapere ,l’entusiasmo è sempre in conflitto con l’ironia.La nostra intelligenza lascia filtrare fino a noi solo uno scarno residuo dei fatti.Le sensazioni sono soli accecanti che folgorano nel buio della notte.