13\02\2019

Questo paese di scialbi vigneti e di corsi d’acqua spumeggianti non mi offre nulla d’imprevisto,vi ritrovo lo stesso orizzonte monotono e cupo,lo stesso mondo che mi è precluso tagliato da erbe sibilanti e case sui cui tetti si appollaiano uccelli marini.Amo la malinconia di questo luoghi che appaiono detestabili ai più,quel cielo imbronciato,il fiume fangoso che scava il letto in una terra informe,senza luce,senza un dio che abbia modellato il limo.Il vento soffia dal mare alla costa e riempie ore vuote.Nubi gigantesche sorgono dal mare tempestoso intorbidito dalle sabbie incessantemente smosse nel suo fondo.Scorgo un infinito mondo liquido e un mare tenebroso.Prigioniero di rocce e onde ,flagellato da un oceano insonne,sono intento senza posa a sognare di oppormi all’ordine dell’universo.Un mito ambientato ai confini del mondo mi fa ritrovare le teorie di filosofi di cui mi sono nutrito.Ogni uomo nel corso della sua breve esistenza deve scegliere tra la speranza insonne e la saggia rinuncia ad ogni speranza ,tra i piaceri dell’anarchia e quelli dell’ordine ,scegliere tra essi o riuscire a comporre tra essi l’armonia.Ogni intuizione dello spirito è priva di qualsiasi valore pratico ma cessa d’essere assurda non appena,chi l’ipotizza,si concede un volger d’anni abbastanza esteso per i suoi piani.E’ lontano quel tempo in cui vivevo sottoterra e sui crocicchi.Scendevo dalla montagna come i macigni ,saltavo le pozze e le forre,guardavo la montagna stagliarsi nel cielo dopo una notte di vento,un tempo vi galoppavo di costa in costa e la mia allegria non aveva più confini.A quel tempo il pantano era luogo d’incontri tra uomini e dei ,mi tramutavo in nube e torrente ,ero tutto sotto il sole.Che cos’era bestiale in quel tempo se la bestia era in noi come Dio?Un giorno ero tempesta e furore ,ora conduco ombre esangui sottoterra:cosa sono i mortali se non ombre anzitempo?Essi trovano se stessi morendo?Dio fu spietato ma l’uomo lasciò dietro di sè ,nella melma,la voglia bestiale ,un informe furore bestiale:l’orma della sua essenza.Dio sorride molto ma soltanto di una cosa non può sorridere (credi a me che ho veduto il destino):ogni volta che il caos trabocca alla luce deve trafiggere,distruggere e rifare,così avrebbe pianto per la sua creatura se non fosse stato un dio ,sa che non potrà farne un uomo vero ,sa che vivrà tra carne corrotta e sospiri ,sa che non potrà sfuggire al destino che è più forte di Dio e non potrà ritardare di una notte ,di un istante la sua agonia,egli non sarà che un guidatore di ombre;così si realizzerà l’antica dannazione d’incappare nella bestia o nell’albero e diventare bue che mugge ,serpente che striscia ,sasso eterno e fontana che piange,poi,tutte le cose passeranno.

11\02\2019

La realtà che mi do è una costruzione continua e tale costruzione dura finchè non si sgretola il cemento della volontà e quando questo succede ci rendiamo conto che la realtà non era che pura illusione ,un tuffo nel vuoto.Le illusioni sono la realtà abbandonata che consentono di mantenere inalterati se stessi.Le illusioni sono ancore di salvezza o ceppi di totura.Siamo introppolati in una forma che non regge alle tempeste del tempo,si manifesta così la natura di finzione dell’essere.La vita è un flusso indistinto sottoposto al dominio delle astrazioni che cerchiamo di fissare in forme stabili e determinate che sono  gli ideali.La vita è vento,mare e fuoco che si irrigidisce in forme disseccate ,infine la morte ci distacca definitivamente da tali forme.La vita non è un oceano ma uno stagno in attesa di putrefazione indistinta; l’anima si rapprende in una forma plumbea e triste ,siamo così seppelliti in noi stessi.La sagomazione che diamo alla nostra coscienza ha margini indefiniti e artificiali.Di per sè ognuno è un niente che vuole essere tutto, sono gli uomini più esposti alla scoperta delle illusioni i più capaci a sgretolare questo inganno ,a far vacillare l’artificiale costruzione del tutto ,così ci si fa la convinzione che non c’è altra realtà di quella delle illusioni ; si scorge così l’amorfo e il caos da cui ogni forma s’innalza ,si perviene così a un punto in cui non si crede più alle finzioni ,giunge, allora ,il tempo di confessare a se stessi l’esistenza di un’altra realtà che si intravede per un istante non appena si squarcia il velo che nasconde l’orrore del vivere ,il mondo mostruoso che la ragione umana replica giorno per giorno.Nei momenti di silenzio interiore in cui la nostra mente diventa più acuta e penetrante noi vediamo noi stessi nella vita e la vita in se stessa in una nudità arida e inquietante ;percepiamo una realtà vivente oltre la vita umana ,in questo momento il vuoto dell’esistenza ,la mancanza di significato di tutte le cose si rivela a noi di colpo:lucidissimamente l’esperienza quotidiana ci appare priva di senso,priva dis scopo.L’oorido dell’esistenza ci appare nella sua crudezza .Il vuoto interno si allaega e si fa spazio intorno a noi,un vuoto abissale,numinoso e terrifico.Scopriamo,così,la scarsa importanza della vita ,la difficoltà di portarle rispetto.Prestare fede alla vita è il nostro inganno per vivere,sotto la vita c’è qualcos’altro a cui l’uomo non può affaciarsi se non a costo di morire o di impazzire.Con questa consapevolezza contrasta la vana stabilità delle cose ,ambiziose e misere apparenze.La vita si aggira,piccola, tra queste apparenze ,essa ci sembra come una fantasmagorica meccanica:come darle importanza? Come portarle rispetto?

08\02\2019

L’anima è un pozzo,è un’idea,un pensiero che non fa parte dei dubbi iperbolici della mente.Siamo sedotti dalla tranquillizante sicurezza di essere “uno” ,ma il sollievo può derivare soltanto dalla ascetica decisione di non essere nessuno:azzerarsi è il sommo bene,l’esperienza che veramente dà sollievo alla nostra esistenza.Non abbiamo la coscienza di ciò che siamo o siamo qualcosa a nostra insaputa,perchè oltre i limiti della coscienza c’è un io che c’è ma che non sappiamo che esiste,un io che ci rimane ignoto ma che è sedimentato nella nostra mente; tale io può riemergere, inatteso ,in qualsiasi momento della nostra vita: il nostro Tutto è una somma di frammenti diversi .La Natura cospira a renderci unici ,si diventa così prigionieri di se stessi e con questa caratteristica siamo condannati ad un involontario soggiorno in questa terra.Trascorriamo l’esistenza camminando ogni giorno sull’orlo che separa l’essere dal non-essere ,la vita dalla morte ,percorrendo un altipiano d’argille azzurre con lo sguardo rivolto ad un oceano di stelle.Non possiamo evitare d’essere quello che siamo ,differiamo più da noi stessi che dagli altri.Qual è il colore del vuoto?E’ l’insieme di tutti i colori ,è il nero, il colore che si adatta a tutte le cose morte eppure tutti i viventi abitano nel vuoto che considerano beatamente luminoso e non minaccioso. Possiamo identificarci ,già in vita, con la nostra epigrafe funeraria : conviene essere morti già da vivi,non c’è una vita da vivere ma una vita da morire. L’esistenza non sa di vita ,la vita non si conclude con la morte ,la vita è già morte eppure passiamo l’esistenza a costruirci, a diventare noi stessi , a conoscere noi stessi ma la conoscenza di se stessi è una finzione in sè: noi siamo il nostro limite inconoscibile,per questo siamo privi di senso.Solo le nostre astrazioni danno significato al mondo generando il conflitto cosmico tra reale e immaginario ,tra Verità e Dio . L’uomo passa l’esistenza sforzandosi di assegnare un senso alla Verità e a Dio ,ma i due enti non vanno tenuti separati ma sommati , la somma di Verità e Dio è il Nulla.

06\02\2019

L’enigma della felicità rimane irrisolto,resta la nostalgia di una meta che si sottrae lasciando il disagio di una peomessa non mantenuta,il rimpianto di determinati istanti.C’è il rinvio a un senso ulteriore ,infinito,di cui si sfiora soltanto l’involucro esterno. Si risvegliano nuclei enigmatici di verità troppo vicini alla sorgente del senso,alla zona da cui sgorgano pensieri e sentimenti inespugnabili e opachi.La soluzione di un problema assurdo ci rivela la raggiunta meta dei nostri desideri vanamente inseguiti lungo la serpeggiante schiera dei giorni.L’aroma d’eternità non può durare a lungo ,ci sono solo frammenti d’esistenza sottratti al tempo che sono il solo piacere fecondo e vero.I soli paradisi sono quelli del tempo ritrovato e solo momentaneamente sottratto al suo inesorabile processo di autodistruzione.La vita ci obbliga a leggere il significato della nostra esistenza in base allo spirito che noi stessi vi abbiamo proiettato ,esso vi condensa turbamenti e aspirazioni.Solo l’apparenza è criterio di verità,solo ciò che non abbiamo dovuto decifrare ci appartiene,essa(apparenza) emerge dalla nostra oscurità e rimane ignota agli altri.Ognuno di noi ha impresso in sè segni sconosciuti che abbiamo il compito di decifrare per poter cogliere l’essenza dell’esistenza ,per potere rinvenire l’unico vero io diverso in ciascuno di noi.I segni del tempo sono gocce di luce che consumano l’esistenza che si materializzano nella deformazione del corpo e dello spirito,ma la morte può solo lambirci perchè i nostri io che siamo sono già morti prima della nostra morte:siamo già morti tante volte prima di morire;la nostra esistenza è fatta ,dunque,di morti successive ,è quindi poco saggio temere ciò che già siamo ,cioè….già morti.Ci aggrappiamo alla fragile ipotesi che l’anima possa sottrarsi alla dissoluzione ,ci aggrappiamo alla debole speranza che possa esistere qualcosa d’altro che il Niente solo perchè non abbiamo il mezzo per leggere noi stessi , non abbiamo lo strumento che ci rivela ciò che siamo: sconosciuti a noi stessi è la salvezza?!

02\02\2019

Incubo della borsa planetaria:cosa accadrebbe se il rendimento del sonno risultasse agganciato allo spread BTP\BUND? Dormirò solo in caso di ribasso,mentre al crollo dei titoli italiani risponderà l’insonnia,dea dell’assenza e del vuoto:totale asservimento del soggetto al mercato,poi… mi sono svegliato.Sono venuto alla luce ,ma la luce non è venuta a me;sono nel mondo ma il mondo non è in me.Ero a letto,piccolo,sperso e ignaro,tremo per un incubo che irrompe ,per un fiotto di violenza ,a volte basta un perno ostinato che tenga e sei salvo.Sono certo che da un momento all’altro potrò ritrovare l’impressione dell’altro ieri. Devo stare sempre all’erta altrimenti la vita mi scivolerà tra le dita.Bisogna notare accuratamente tutto ciò che succede per individuare ciò che può essere chiamato un avvenimento.