16luglio2019

Suoni di cristallo nel mio nido notturno mi sorprendono,brucia una grana di zucchero nel guscio delle mie palpebre.Un lampo illumina l’eternità di un istante che porto dentro di me scolpito come una condanna :non c’è pena più grande che vivere in eterno.Il fremere di lacrime sulla fossa e sopra qualche gesto che annaspa ,che sgombra la fronte dalla nube dei capelli:mi salutasti per entrare nel buio rotto a squarci da un soffio che cresce.L’ombra che mandi m’illumina l’esistenza ,il baleno incendia la miccia sui lunghissimi cigli del tuo sguardo.In questo formicolio d’albe s’impiglia il fiocco della mia vita che capriola in ore,giorni e anni.Fuggo dal bagliore del tuo sguardo ,ben altro c’è sulla terra,non so se riaffacciarmi sulla tua vita ,la sera si fa lunga ,ogni preghiera è un supplizio ,ancora non ti è giunta la bottiglia che ho lanciato nel mare:l’onda è vuota e sparisce sulla riva.I miei pensieri sono smossi dall’urto della notte ,punge il suono della tua voce ,abbasso la celata sul viso.La luna entra nei miei occhi chiusi e si gonfia come una nube,il sonno la trasporta in fondo oltre i confini della morte.Diventa nostro il disfarsi delle sere,vuoi condurmi per mano ma fingi di crederti con me:ciò che stringi è la follia di seguirti lontano.La tua vita è ciò che mi tiene sulla soglia della morte,ti presto il mio volto,può servirti crederti me.

16luglio2019ultima modifica: 2019-07-16T18:57:37+02:00da domeniconipaolo