Rufo

07 giugno 2024


Ogni mia parola suona estranea , sembra lo scarabocchio di un folle. Mi nutro di cose innocenti, parlo solo per le mie orecchie. Insegno agli uomini a volare , mi rivolgo a tutti coloro per cui è pesante la terra e la vita: solo chi vuol divenire leggero ama se stesso!  Sopporto di rimanere presso me stesso, scavo una miniera dentro la mia anima, spero di venire perdonato se vivo che è ciò che mi è stato assegnato. Carico su di me parole e valori estranei così la vita mi sembra un deserto e un grave fardello. Per esistere imparo ad avere un guscio e una cecità intelligente; spesso la ragione mente a proposito dell'anima , sono nemico di tutto quanto è sangue e carne , non voglio abitare dove gli uomini sbavano e sputano, dove gli uomini si trasformano in bestie malvagie o cattivi domatori. Ho imparato l'arte di attendere me stesso, i miei occhi dilagano in remote lontananze, chiedo malvolentieri la strada preferisco perdermi da solo: ogni mio cammino è un interrogativo e alla fine mi accorgo che la strada per raggiungere la meta che mi sono prefisso non esiste.