14 ottobre 2022

Questo tramonto è una porpora perplessa, il giorno che muore lancia fredde scintille, non rimane che il ricordo della luce, in attesa di tenebre profonde. I toni dell’autunno avvolgono il mondo, le ombre abbandonano i contorni delle cose. Nel mondo accadono cose governate da leggi che non conosco, tutto si trasforma in oblio. Il mondo visibile continua regolarmente alla luce del sole , il mondo sconosciuto mi spia dall’ombra. Ogni giorno mi castiga , ogni cosa diventa, per me, dolorosa. Considero la mia angoscia un incidente senza importanza; quando soffro penso che il dolore sia infinito ma nell’umano non esiste nulla di infinito. E’ un dolore non sapere cosa sia il mistero del mondo, il dolore della vita mi soffoca e mi imprigiona ma in realtà tutto è nulla compreso il mio dolore. Il tedio ha bisogno di qualcosa in più della mia anima per avere un posto dove stare. Alzo lo sguardo verso un cielo estraneo, offro il mio viso al vento, ho abbandonato l’idea di potermi comprendere. L’azzurro del cielo è un nulla visibile , una piccola nuvola è un candido oblio dell’intero universo.

10 ottobre 2022

Scompongo distrattamente l’universo,ignoro la vita e mi perdo nella irrealtà.Prendo colori,li mescolo ma non ho una tela da dipingere:tutti i gesti della vita sono assolutamente futili. Faccio di ogni cosa un assurdo ,impreziosisco di inutilità ogni istante della vita. Gioco a nascondino con la mia coscienza di vivere, il Tempo mi ricorda che esisto, esso,con il suo scorrere dipinge il mondo. Mi dico che non sono ciò che sono, non credo a nessuna spiegazione , scolpisco il silenzio, i miei pensieri ristagnano in un denso torpore: su tutto questo aleggia l’orrore di vivere. E’  grande il tedio di guardare il mondo, allora mi abbandono a me stesso. Le cose da niente sono naturali nella vita, la polvere sottolinea la grottesca meschinità dell’esistenza. La mia anima sogna tutti gli orienti, essa appartiene all’universo. Anelo alla ascesi della negazione assoluta, al misticismo del nulla. La morte eccede la mia vita diventando essa stessa vita. Incombe su di me la presenza morta di un dio: tutto è incertezza tranne l’abisso. Ogni mio passo apre dei niente, dalla mia finestra ,nella intimità della sera, guardo lo spuntare delle stelle.

02 ottobre 2022

Vivere significa inabissarsi nel vuoto del non-senso, per questo faccio della vita una occupazione marginale : vivo nella vita l’impossibilità di vivere ,esistere interrompe ogni inno alla vita. E’ uno sconforto sapere che tutto avrebbe potuto non-essere evitando così lo sfacelo del corpo. Mi stabilisco al di fuori della vita , la somma di non-vita diminuisce il potenziale di nostalgia dell’esistenza. Sono inghiottito dalle apparenze della vita ; il simbolo dell’esistere sono le tenebre , rimpiango solo le cose fugaci, la vita grida contro la vita. Vivo per esaurire il contenuto del mio Essere , non lascio che nulla mi sopravviva , veglio in ogni istante fino a diventare la carogna finale , non mi lascio trasportare dalle ali ironiche delle illusioni. Non mi nutro di sete di futuro né di nessuna disperazione : tutto tende attivamente a non esistere . Considero ogni distruzione una azione positiva , prima che la morte arrivi sono già una tomba. Il mio obiettivo è l’annientamento, ogni paradiso è dissolto, le brezze dell’estinzione generano felicità, fanno sparire il marciume che mi porto dentro. Quando grido “Io” si compone la sintesi della infelicità. L’essere umano è una atroce beffa , il piacere è un dolore con un nome più dolce. Perdo il mio tempo quando desidero qualcosa , quando sopporto la mia solitudine fino in fondo innalzo la mia anima al di sopra di Dio: esistere è accettare il ridicolo. Un indefinito senza contenuto contiene tutto, il vago è l’unico timoniere sulle onde della mia anima. La mia anima precipita nel bagliore degli abissi dell’eterno per fondersi nella sua ultima luce. La mia vita è una storia che il Tempo racconta a sé stesso. Aleggio nel Nulla senz’altro nutrimento che quello dei miei rimpianti. Vivo grazie alla capacità d’inerzia della disperazione . Il corpo col suo sfacelo partecipa dell’Assoluto. Misuro il mio grado di disillusione dai disgusti di cui sono capace . In cima ad una stella invisibile contemplo un paradiso capovolto. Vivo la vita con un futuro ma il Tempo si conficca nei suoi stessi istanti e lo cancella.  Mi dispiego nell’ombra dell’impossibile e mi struggo in cerca delle mie lacrime. Fine ultimo della mia vita è percorrere un cammino che mi condurrà sotto terra. L’idea della morte trasforma il futuro in passato, la vita è una assurda lusinga con cui il Tempo mi inganna , è un non-senso rigurgitante di linfa . La morte mi guarisce da tutti i mattini e spegne l’ardente desiderio di un eterno qualcos’altro. Il marciume è l’obiettivo verso cui si orientano tutti i miei tessuti: l’idea di essere tutt’uno con la vita è una aberrazione feroce.

01 ottobre 2022

Vivere significa inabissarsi nel vuoto del non-senso, per questo faccio della vita una occupazione marginale: vivo nella vita l’impossibilità di vivere, esistere interrompe ogni inno alla vita. E’ uno sconforto sapere che tutto avrebbe potuto non essere evitando così lo sfacelo del corpo. Mi stabilisco al di fuori della vita ,la somma di non-vita diminuisce il potenziale di nostalgia. Sono inghiottito dalle apparenze della vita, il simbolo dell’esistere sono le tenebre , rimpiango solo le cose fugaci, la vita grida contro la vita. Vivo per esaurire il contenuto del mio Essere, non lascio che nulla mi sopravviva , veglio su ogni istante fino a diventare la carogna finale ,non mi lascio trasportare dalle ali ironiche delle illusioni. Non mi nutro di sete di futuro né di nessuna disperazione : tutto tende attivamente a non esistere .Considero ogni distruzione una azione positiva ,prima che la morte arrivi sono già una tomba. Il mio obiettivo è l’annientamento, ogni paradiso è dissolto, le brezze dell’estinzione generano felicità, fanno sparire il marciume che mi porto dentro. Quando grido “Io” si compone la sintesi della infelicità. L’essere umano è una atroce beffa , il piacere è un dolore con un nome più dolce. Perdo il mio tempo quando desidero qualcosa, quando sopporto la mia solitudine fino in fondo innalzo la mia anima al di sopra di Dio: esistere è accettare il ridicolo. Un indefinito senza contenuto contiene tutto, il vago è l’unico timoniere sulle onde della mia anima. La mia anima precipita nel bagliore degli abissi dell’eterno per fondersi con la sua ultima luce. La mia vita è una storia che il Tempo racconta a sé stesso. Aleggio nel Nulla senz’altro nutrimento che quello dei miei rimpianti, vivo grazie alla capacità d’inerzia della disperazione. Il corpo con il suo sfacelo partecipa dell’Assoluto. Misuro il mio grado di disillusione dai disgusti di cui sono capace . In cima ad una stella invisibile contemplo un paradiso capovolto. Vivo la vita con un futuro ma il Tempo si conficca nei suoi stessi istanti e lo cancella. Mi dispiego nell’ombra dell’impossibile e mi struggo in cerca delle mie lacrime. Fine ultimo della mia vita è percorrere un cammino che mi conduce sotto terra. L’idea della morte trasforma il futuro in passato, la vita è una assurda lusinga con cui il Tempo mi inganna , è un non-senso rigurgitante di linfa . La morte mi guarisce da tutti i mattini e spegne l’ardente desiderio di qualcos’altro. Il marciume è l’obiettivo verso cui si orientano tutti i tessuti del mio essere: l’dea di essere tutt’uno con la vita è una aberrazione feroce.

27 settembre 2022

La vita culla la mia nostalgia, osservo questa sequenza di stelle da questa esistenza che è come un vecchio ponte dove nessuno passa. Il vento ha abbandonato la cima degli alberi, ora tutto appartiene al crepuscolo. Arrotolo il mondo nelle mie dita , alla fine tutto si riassume nel cercare di sentire il tedio dell’esistenza in modo che non dolga troppo. La vita è un fastidio, una cosa triste , essa diventa insopportabile quando ne prendiamo coscienza ,allora anticipiamo la morte con oblii e distrazioni diventando così un figurante dell’inutilità. La conoscenza della felicità mi rende infelice , la conoscenza dell’Assoluto mi fa scoprire che esso è due cose opposte: il non-essere e l’essere. In un tumulto di verità conservo il ricordo di un tedio nauseato per il mondo. Giaccio nella vita che è desolatamente fatta per trasporre nell’universo la mia sofferenza. Mi sforzo a credere che la vita sia mezza luce e mezza ombra , non mi lagno dell’orrore che mi suscita. Essendo pessimista sono un sognatore felice , ciò che più mi infastidisce è la differenza tra il rumore e l’allegria del mondo e il mio annoiato silenzio. Il trionfo di un bel tramonto mi intristisce con la sua bellezza : il mio è il dolore di chi si trova prigioniero della(nella) vita.

24 settembre 2022

La mia vita scorre tra un intercalare di luce e ombra, ciò che devo sperare è che questo giorno finisca come ogni giorno alla fine del quale sarò più vecchio di qualche ora. In ciò che nasce vedo ciò che morirà, nel frattempo non posso dimenticare che esisto. Sono dietro i miei occhi e vedo fiori appassire prima di sbocciare , sono vecchio di me stesso, un solo pensiero mi riempie l’anima : l’intima volontà di morire, di non pensare e non sentire, di fermare il movimento del sole e dei giorni, di togliermi come un abito pesante la fatica involontaria di esistere. Per mille ragioni mi allontano dalla vita , il mio stoicismo è una necessità organica. La mia vita si realizza in ogni abbandono, se perdo la vita trovo me stesso. Alla vita chiedo solo di non togliermi il sole , non ho motivo di avere desideri, quello che ho trovato sarebbe stato meglio averlo perso. Esisto senza sapere perché, non ho mai avuto la volontà di essere attivamente vivo, frappongo tra la me e la vita un vetro opaco. Sono il vaneggiamento di ciò che ho voluto essere, ogni mio proposito è sempre stato una finzione , anelo alle più umili felicità. Appartengo alla soavità della mia tristezza, ricostruisco i colori del passato. Ho creato per me uno sfarzo di estinzione , dalla finestra che dà dentro di me contemplo un vago crepuscolo,la cerimonia del mio smarrimento, i fallimenti della mia incompetenza congenita di esistere. Ogni attimo riassume tutta la vita , l’assurdo trabocca inconsolabile e mi circonda l’anima ; mi separo da me ogni giorno, ogni giorno muore ciò che sono stato, rimane solo un vuoto interludio: la mia anima piange il desiderio di potersi reincarnare in un sasso.

23 settembre 2022

In quest’ora aerea del giorno un’aria setosa e sottile avvolge il mio corpo fatto di materia incerta. Anche quest’estate è completamente cessata come un’altra estate qualunque; emerge la nozione acida del fatto che non vale la pena vivere. Le fontane si lamentano sempre allo stesso modo, la stonata indefinita melodia del vivere quotidiano emerge irresponsabilmente. Il futuro è una nebbia che mi circonda ,quando intravedo il domani avverto che sa di oggi. Sulle foglie soffia il brivido di questo chiaro di luna ,ogni ora della notte prorompe con tutte le sue incertezze. Il tramonto è una porpora distante , gli uomini sono fugaci ombre , la morte completerà i miei sogni. Una immensa notte stellata fa da benigno conforto alle mie amarezze, il fumo di vivere toglie il contorno ad ogni cosa: tutto diventa un’ombra destinata a sparire. L’angustia dei millenni mi sovrasta , carezze e benedizioni sono inconciliabili coll’esistere. La pioggia abbandona il cielo che torna limpido e azzurro, questo cielo, così pulito, invade la mia anima. Sono servo dell’attimo, dei suoi colori e delle sue forme, mi nascondo in me stesso disprezzando tutto ciò che mi circonda. Nell’intimo di sentimenti astratti scorrono oscure trasmutazioni: il tempo si fa percepire in ogni istante.

19 settembre 2022

L’irreparabile è la più schiacciante di tutte le evidenze: la possibilità di un altro istante è infinitesima. Nel sublime risuona la cascata delle mie lacrime. Tutto ciò che è in vita è possibilità di non-vita e quindi assurdo. Vivere significa verificare nell’esistente il suo grado di non-essere. La vita è un irruzione di assurdità, tutto ciò che esiste non è necessario : potrebbe esserci come potrebbe non esserci. L’Essere è un ‘ombra che con levità sostituisce il Nulla, il Nulla è una luce che con dolcezza sostituisce l’Essere. Attraverso le fenditure dell’anima scorgo la penombra della vita; mi riscaldo al fuoco del Nulla, la mia anima è estranea ad ogni cosa , se fossi assolutamente lucido non potrei respirare un solo istante. La vita insozza l’anima e sente piangere il Vuoto. Se non avessi nessun legame con l’Assoluto la mia sarebbe una vita fallita. Vedo mandrie di mortali, vedo scorrere lo sciame umano che non può sopportare la felicità. Ogni mio passo in avanti trascina con sé un equivalente di degradazione . Mi nobilito quando si palesa in me il disgusto per tutto ciò che esiste. Il mio pensiero erra in cerca dell’indicibile . Il futuro prepara la mia tomba , mi nutro di assurdo , sfuggire a tutti è il mio principale desiderio, sono un Assoluto forgiato nell’argilla , non sono mai stato così incapace di essere felice come quando la felicità mi invade. La vita è vuota in assenza di tormento, quando credo in Dio la mia anima aderisce a ciò che la illude.

14 settembre 2022

Sprofondo eternamente in un puro, limpido e chiaro Uno, percorro ,così, la via che mi porta da qualcosa al Nulla. Il Nulla non può mai bastarmi : più ne possiedo più ne desidero, se fossi appagato del Nulla raggiunto avrei un Nulla che mi basta cioè non avrei il Nulla. Mi sottraggo completamente al mio Essere in modo da comprendere eternamente l’essere increato, il Nulla senza nome. Il Nulla è causa prima ,è un unico Uno al si sopra dell’Essere. Quando la mia anima è cieca e non vede altro allora vede il Nulla-vera-luce. Quando l’anima giunge all’Uno e vi penetra allora trova il Nulla. Vedo tutte le creature come un nulla perché il Nulla ha in sé l’essere di tutte le creature. Il Nulla comprende l’Essere: ciò che è qualcosa è anche Nulla , devo conoscere il Nulla come Uno e l’Uno come Nulla. Quel che cerco nelle creature è tutto notte e ombre. Al di sopra di un intelletto che cerca L’Essere ce n’è un altro che non cerca e sta nel suo puro e semplice Nulla. Nel mondo creato mi annullo per procedere nell’increato e perdermi interamente , avrò così uno scrigno tutto nel Nulla. Sprofondo nel fondo senza fondo dell’anima , non voglio tornare nel mio essere qualcosa ,per me se ne sono andati tempo ed eternità. Dimoro senza contenuti nella mia vera essenza , non voglio legarmi ad alcuna determinazione , estraniarmi dal mondo è il compito più importante che ho nella vita, sono una creatura il cui Essere è fondato sul Nulla. L’anima si distoglie da tutte le cose del divenire per immergersi nel non-divenire cioè nella sua immagine eterna: essere senza modo creato è essere l’Uno.

11 settembre 2022

La parola è una falsa illuminazione. Più appartengo a me stesso  meno sono mio: mi spoglio di me stesso , rinuncio a me stesso per essere un uomo interiore. Abituo la mia ragione al Nulla ,dico di più quando mantengo il più totale silenzio. Sono qualcosa da seppellire , sono fatto per confondermi con la terra . Sono vuoto di Tutto , sono riempito di Nulla. Ho un immutabile distacco nei confronti del mondo, il puro distacco sta nel puro Nulla. Se il cuore deve essere disponibile alle cose supreme bisogna allora che esso stia in un puro Nulla , il cuore distaccato dal mondo risiede nel vertice del Nulla. Morire è congiungersi all’increato così l’anima è ridotta al Nulla .Col puro distacco tutte le cose non sono più nulla. La luce rende tenebroso il mondo perché fa vedere tutte le cose . Mi rivesto di Nulla ,l’Essere senza forma è il Nulla. Tutto ciò che non è nulla è una pena . La nascita mi dà il Nulla perché vado dal Nulla al Nulla. Per essere perfetto devo essere uso a morire a me stesso tutta la mia beatitudine consisterà nel non sapere nulla di me stesso. Penetro nell’Essere quando precipito nel Nulla , ricevo l’Essere quando ne sono privato, la mia volontà disvuole , voglio essere vuoto, spoglio ,non possedere nulla . Il Nulla compie molti prodigi. Sono spoglio di ogni consolazione che proviene dalle creature. Il Vuoto mi fa salire fino al cielo. L’anima pura è quella che contiene meno creatura possibile . Mi placo quando non anelo all’Essere, non trovo consolazione se non mi spoglio della creatura che sono.