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Petrolio, l'Iran fa sperare i paesi dell'Opec


L'Opec torna a sorridere. La partecipazione dell'Iran ha prossimo meeting informale di fatto pone fine ad un clima di profonda incertezza che ha riguardato l'oro nero, caratterizzato da un ribasso dei prezzi che dura ormai da circa due anni. Durante questo lasso di tempo, infatti, il prezzo del greggio è passato da più di cento dollari al barile a meno di quaranta.
L'Iran desidera riportare la propria quota di mercato ai livelli che aveva prima che gli fossero imposte delle sanzioni. Lo ha dichiarato il ministro del petrolio di Teheran, Bijan Zanganeh. «L'Iran non ha alcuna responsabilità per l'instabilità del mercato del petrolio», ha detto. «Dopo la revoca delle sanzioni cerchiamo di recuperare la nostra quota di mercato». Non solo. I responsabili dell'agenzia Shana riportano anche l’intenzione di Zanganeh di incontrarsi in un prossimo futuro con il segretario generale dell’OPEC Mohammed Barkindo.

L'eccesso di offerta di petrolio

Notizie positive, quindi, quelle che giungono dal medio oriente. I produttori aderenti al Gruppo dei Paesi Esportatori si incontreranno alla fine di settembre in Algeria. Il summit avverrà a margine dell’International Energy Forum per discutere della situazione del mercato del greggio. E' da un po' di tempo che l'Arabia Saudita, ovvero il maggiore esportatore di greggio a livello mondiale, è all'opera per ripristinare una condizione di equilibrio di domanda ed offerta. L'obiettivo è dare un bell'impulso alle quotazioni del barile. Durante il meeting di fine settembre i paesi presenti discuteranno dei possibili passi da fare per raggiungere questo obiettivo.
Intanto sui mercati, la direzione del prezzo del petrolio è stata molto incerta. Pesa infatti l'inatteso incremento di scorte di greggio degli Stati Uniti. Questo non ha fatto che acuire i timori riguardanti un eccesso di offerta del mercato petrolifero. Secondo l'Agenzia degli Stati Uniti per l'Informazione sull'Energia, durante la settimana conclusasi il 19 agosto, le scorte di greggio commerciale degli Stati Uniti sono aumentate di 6,6 milioni di barili, raggiungendo il massimo storico di 1,4 miliardi di barili.