Elezioni USA, la battaglia si fa anche a colpi di merchandising

Quant’è bella l’America. Su ogni cosa può nascere un business. E da ogni business si può ricavare qualcosa. Prendiamo il caso delle imminenti elezioni Usa per la presidenza. Vi siete mai chiesti quanto conta (e quanto rende) il merchandising elettorale?
Di sicuro aiuta moltissimo i candidati. C’è di tutto a portare la faccia della Clinton o di Trump. Dalle t-shirt alle spille, dalle felpe ai cappellini. Ogni cosa reca i loro rispettivi claim, e ogni cosa può fruttare un elettore in più. Pensate che sia un’americanata? Sì e no, perché quello che conta è il risultato finale, ed è sicuro che il merchandising aiuta tantissimo.

Il business nelle elezioni USA

Ci avviciniamo sempre di più alle elezioni Usa del prossimo 8 novembre. E in questo momento il calendario dei due candidati è fittissimo. Apparizioni pubbliche, discorsi, interviste. E intanto alle loro spalle c’è un massiccio business legato ai prodotti di merchandising.

merchandising-elezioni-usaCi sono cose che fanno anche sorridere, ma funzionano. Come il cuscino da divano che è in vendita sul sito e-commerce di Hillary Clinton. C’è scritto «A woman’s place is in the White House». Ovvero: il posto di una donna è alla Casa Bianca. Una pacchianata assurda.
Donald Trump risponde con il motto «Make America great again!», rifacciamo grande l’America. Viene stampato su T-shirt e felpe, rigorosamente da sfoggiare durante la campagna elettorale. Poi, passate le elezioni potranno diventare le classiche “magliette da casa”, quelle che se si sporcano di sugo non fanno indispettire le mogli.
Ma questi sono i gadget più banali. Ce ne sono di costosi, anche griffati da stilisti famosi come Tory Burch e Diane von Furstenburg, entrambi sostenitrici di Hillary. Per sostenerla hanno realizzato apposta per le due magliette.

Quanto rende il merchandising?

Tanto. Tantissimo. E deve essere così perché serve a raccogliere fondi per sostenere le spese di campagna elettorale, che sono davvero un fiume di dollari. Barack Obama, ad esempio, spese nel 2008 circa 1,3 milioni di dollari per produrre gadget di vario genere (che secondo la quotazione euro dollaro di oggi sono circa 1,15 milioni di euro). Funzionò perché il ritorno fu di 37 milioni dollari. E funzionò perché venne eletto.

Elezioni USA, la battaglia si fa anche a colpi di merchandisingultima modifica: 2016-08-27T12:07:13+02:00da nonsparei

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