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Commercio: la UE impone nuove etichette, chi ha prodotti vecchi dovrà buttarli via


La battaglia ancora non ha preso forma, ma c'è da scommetterci che accadrà presto. Il mondo del Commercio si prepara a digerire un duro colpo inferto dalla UE, che ha deciso di imporre un cambio di simbologia nelle etichette (specie per prodotti chimici), riguardo ai pericoli "infiammabile" e "tossico". Sono anni che l'Europa ha chiesto di rendere omogenea la normativa a livello internazionale, cosa invece che non è successa. E allora: via al teschio che sorride, la X nera di "irritante" laca posto ad un punto esclamativo su base bianca, mentre il quadrato con bordo nero per tutti i simboli verrà sostituito dal rombo a cornice rossa.

Una mazzata per il mondo del commercio

Al di là della questione estetica, c'è però una questione economica importante che riguarda il mondo del commercio. La normativa - che fu approvata nel 2010 e dovrà essere attuata inderogabilmente tra 60 giorni, dopo 7 anni di transizione - non ha tenuto conto che se le aziende hanno avuto il tempo di adeguarsi, i rivenditori non possono dire lo stesso. Coloro i quali hanno acquistato prodotti con i vecchi simboli, per legge saranno obbligati a toglierli dal mercato e smaltirli. E se uno non si adegua? Rischia una multa salatissima, che va dai 20 mila ai 35 mila euro. Gli addetti alla vendita nel commercio non potranno neppure utilizzare degli escamotage: sarà impossibile ad esempio applicare un semplice adesivo sulle etichette. Possono farlo, spiegano le associazioni di categoria, solo i produttori, non i rivenditori. Ma se i prodotti sono ormai già finiti sugli scaffali il danno è fatto. Anzi, il danno doppio, visto che chi si darà il pizzico sulla pancia e butterà via la merce, sa bene che la manderà dritta in discarica facendo (pur non volendo) un danno ambientale.