Concorrenza, settimana cruciale per il ddl fermo dal febbraio 2015
Il disegno di legge sulla concorrenza, quello che sfida le lobby e mira a dare una mano alle nostre tasche, sta per vivere una settimana decisiva. Martedì infatti riparte la discussione al Senato sul provvedimento che fu varato dal Governo addirittura a febbraio 2015, ma che da allora è rimasto fermo. L’obiettivo che si prefigge è aumentare il livello di competitività tra aziende e anche tra alcune categoria di professionisti, in modo da spingere al ribasso i costi alla clientela.
Le novità del testo sulla concorrenza
Non sarà facile comunque, perché gli interessi che si va a colpire sono molteplici. Pensiamo al caso delle assicurazioni, per le quali si vuole introdurre l’uso della scatola nera per arginare le frodi e fare diminuire i prezzi delle polizze Rc auto.
Discorso simile per l’energia, con la fine del mercato tutelato che slitta al 1 luglio del 2019. Nel radar anche i servizi di telefonia (maggiori servizi a costi più bassi per i cittadini), trasporti, fondi pensione e carburanti.
E poi le nuove regole per le farmacie, riguardo le quali dovrebbe diventare consentito l’ingresso di società di capitali. Altre novità riguarderanno gli avvocati, nelle cui società tra professionisti i soci di capitale potranno avere massimo un terzo del capitale sociale. Sarà aumentato anche il numero dei notai: più uno ogni 5 mila abitanti.
Sul decreto incombe il maxiemendamento preparato dal governo. L’Esecutivo è pronto a porre la questione di fiducia sul provvedimento, onde evitare che sulla spinta delle opposizioni il testo torni in Commissione Industria per modifiche o aggiustamenti. Questo allungherebbe notevolmente i tempi per l’approvazione. Tuttavia, anche secondo qualche relatore della legge stesse, si correrebbe un rischio maggiore se questo testo approdasse alla Camera senza modifiche: allora sì che rischierebbe di arenarsi in modo definitivo.