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Petrolio, il mercato si agita e adesso guarda alle mosse dell'OPEC


Dopo aver fatto registrato uno scivolone pauroso nella seduta di giovedì, quando ha perso il 4,8%, il petrolio ha rimbalzato nell'ultimo appuntamento della settimana. Al Nymex infatti il greggio è risalito sopra i 46 dollari al barile. Il contratto a giugno ha infatti guadagnato l'1,3% arrivando a quota 46,08 dollari.

Il flash crash del petrolio

I mercati sono rimasti però scioccati da quanto è accaduto alle prime luci dell'alba in Italia, quando il greggio ha vissuto il suo 'flash crash'. Nell'arco di pochi minuti quelli che erano collegati con il loro opzioni binarie miglior sito autorizzato Consob - dalle 5.17 alle 5.30 ora italiana - hanno visto che il Wti è passato da quota 45,36 dollari a 43,76 dollari. Quest'ultimo rappresenta inoltre il valore minimo toccato dal 15 novembre scorso. Soltanto dopo è cominciata una lenta risalita. Quest'ultima ha riportato la quotazione sopra i 44 dollari e intorno alle 10 italiane oltre i 45 dollari. Ma cosa ha provocato questo crash improvviso? Secondo gli analisti è dovuto al fatto che il barile ha rotto dei livelli tecnici molto importanti. Questo ha forzato i trader a liquidare le loro posizioni. Il trading computerizzato e lo scatto di margin call ha così propiziato il forte calo, come abbiamo visto sulla nostra piattaforma etoro webtrader openbook per il trading.

La situazione del mercato del petrolio

Va detto che al di là di questo fenomeno, rispetto a una settimana fa le quotazioni sono in ribasso di circa il 7%. Questo praticamente significa che tutto il guadagno che è stato accumulato da novembre in poi - effetto dell'accordo Opec - è stato bruciato. Ricordiamo che lo scorso 30 novembre il cartello raggiunse un accordo storico per il primo taglio in otto anni della produzione petrolifera. Nell'accordo è coinvolta anche la Russia, che non fa parte del cartello. Adesso gli occhi dei trader sono puntati sull'appuntamento in agenda il prossimo 25 maggio. A Vienna infatti si riuniranno i membri dell'Opec per decidere se estendere o meno l'intesa per altri sei mesi, e portarla così fino alla fine del 2017. Tuttavia, il mercato - che soffre di una cronica iperproduzione - non sembra convinto che questi sforzi bastino a risollevare il mercato.