Spesa pubblica ancora in crescita, altro che spending review

Per mesi e mesi si è parlato della famosa spending review, che avrebbe dovuto tagliare in misura sostanziosa i costi per mantenere in funzione la macchina statale. E invece si scopre che malgrado le buone intenzioni, i costi continuano ad aumentare. Lo dimostra un’indagine condotta dalla CGIA di Mestre.

In base agli ultimi dati, i risparmi che verranno raggiunti nel corso di questa legislatura (2013-2017) attraverso i tagli alla spesa pubblica saranno stati di 30,4 miliardi di euro, mentre non si avrà alcun beneficio per quanto riguarda le uscite correnti al netto degli interessi sul debito. E se proprio vogliamo dirla tutta, addirittura cresceranno ancora, salendo a +31,8 miliardi. E’ chiaro quindi che gli effetti della famosa spending review non si vedano ancora. Sebbene abbia cominciato ad aggredire la spesa pubblica, per il momento quest’ultima continua a salire.

Le voci di crescita della spesa pubblica

La crescita continua delle uscite correnti al netto degli interessi è frutto più che altro della maggiore spesa pensionistica e delle prestazioni sociali. A loro volta queste ultime sono indotte dal periodo di crisi, che ha fatto registrare un aumento notevole delle misure che sono poste a sostegno del reddito di chi si trova in difficoltà. Meno giustificabile invece è la spesa per le pensioni, dove l’aumento è dovuto all’estensione della 14esima mensilità per i pensionati a basso reddito, inoltre è stata innalzata la no tax area Irpef per gli under 74 e infine sono state aperte delle finestre in uscita attraverso l’Ape. Si tratta di provvedimenti che in buona parte – secondo CGIA – non hanno una copertura finanziaria sufficiente.

La spendig review al momento quindi non è fatto centro. Tuttavia la cosa più importante non è solo tagliare i costi, bnesì farlo in modo intelligente. Una spending review orientata alla crescita è infatti l’unica strada percorribile, per un Paese come l’Italia. Nessuno però vuole percorrerla.