Crisi editoria, per l’Unità nuova chiusura per gravi problemi finanziari

Uno dei settori colpiti più duramente dalla crisi è stato quello dell’editoria, che già di suo è storicamente protagonista di cicli di espansione-recessione molto forti. E quando alla recessione si unisce la crisi globale, il mix è letale. Uno dei quotidiani storici del panorama italiano – l’Unità – ancora una volta chiude i battenti. La comunicazione è arrivata all’organico di redazione giovedì sera. Si tratta di una decisione volontaria dell’editore, che ha chiesto un incontro alla Federazione nazionale della Stampa, Stampa Romana e Cdr per illustrare la situazione economico-finanziaria del giornale.

Unità messa ko dalla crisi

Negli ultimi giorni il quotidiano non è stato distribuito nelle edicole, dal momento che lo stampatore ha fermato le rotative per la mancata riscossione dei crediti maturati e per i quali da mesi chiedeva il relativo pagamento. Neppure la versione online per i soli abbonati – sebbene sia stata sempre pubblicata – è stata disponibile a causa di problemi tecnici. Un disastro insomma, che ha la cosa più drammatica nella mancata percezione degli stipendi da parte dei giornalisti.

La comunicazione di chiusura fa riferimento ad un progetto di ristrutturazione aziendale al quale si dovrebbe lavorare. Tuttavia gli stessi giornalisti di Unità dicono che “si dà notizia di una ristrutturazione annunciata da mesi ma mai avviata davvero”. In sostanza il futuro è assolutamente cupo.

“In questa storia sono in diversi a dover rispondere di quanto accaduto – si legge nel comunicato dei giornalisti dell’Unità – anche il segretario del Pd Matteo Renzi, a cui più volte ci siamo rivolti senza mai ottenere una risposta o una parola di solidarietà nei momenti più duri della lotta. Un silenzio che ha ferito tutti coloro che in questo giornale hanno lavorato accettando condizioni spesso al limite dell’accettabile”.