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Bank of England ancora incerta sul futuro della politica monetaria


Torna ad arrivare un po' di ossigeno alla sterlina e alla Bank of England. La valuta britannica non sta certo vivendo una fase di inizio inversione di trend, ma senza dubbio almeno sta correggendo la sua fase calante. La lieve ripresa della GBP sul mercato valutario non può contare ancora su una svolta strutturale. Non potrebbe essere diversamente con l'incubo Brexit che continua a incombere sui mercati. Ecco perché gli investitori continuano ad andare con i piedi di piombo quando si parla del pound. Ed ecco perché non ci sono molti segnali gratuiti opzioni binarie affidabili che puntano sulla sterlina. Se esaminiamo le principali coppie che coinvolgono la divisa di Sua Maestà, possiamo notare che la coppia GBP/USD sta attraversando una fase di consolidamento attorno quota 1,30. La coppia con l'euro invece viaggia dentro un canale rialzista senza trovare una vera resistenza fino a 0,9415. Suggeriamo a tal proposito di osservare il comportamento del Demarker indicator.

Le preoccupazioni della Bank of England

La situazione in essere vede la Bank of England ancora molto accomodante, e questo si ripercuote chiaramente sui prezzi del mercato. Gli investitori non si aspettano che l'istituto centrale britannico operi una correzione del tasso d’interesse al rialzo, almeno fino alla fine del 2019. Anche se le prospettive d’inflazione sono andate migliorando, la BoE non può ancora procedere alla normalizzazione perché la questione Brexit è troppo pesante e incerta. L’EUR/USD sopra 1,20 e la nostra prospettiva favorevole sulle condizioni economiche e politiche in Europa suggeriscono un ulteriore rialzo per la coppia. Nel frattempo oggi Saunders, membro del comitato per la politica monetaria (MPC) della Banca d'Inghilterra (BOE), ha fatto un discorso al Park Plaza Cardiff, nel Galles. "Le implicazioni della Brexit sulla politica monetaria non sono automatiche e potrebbero in teoria andare in entrambi le direzioni. L'inflazione britannica probabilmente aumenterà al 3% nei prossimi mesi, e il PIL forse sarà rivisto. Sarebbe preferibile avere lo spazio per muoversi gradualmente sui tassi.  La disattivazione di QE non sarebbe il primo mezzo per stringere la politica".