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Greggio, il mercato brinda al rinnovo dell'accordo OPEC


L'accordo c'è stato, e prevede anche dei margini per un ripensamento (entro un certo vincolo temporale). Il mercato petrolifero archivia le tensioni e le incertezze delle ultime settimane e brinda al rinnovato accordo per tagliare la produzione di greggio. Doveva restare in vigore fino alla prossima primavera, invece sarà esteso fino al termine del 2018. A Vienna quindi cambia ancora lo scenario petrolifero odierno, come sperato dal OPEC. Come detto, l'accordo prevede anche una clausola di uscita anticipata: un eventuale ripensamento potrà esserci entro giugno. Tuttavia, il ripensamento potrebbe anche essere in senso opposto, ovvero aumentare l'importo dei tagli produttivi. L'accordo infatti parla genericamente di "ulteriori azioni di aggiustamento”.

Russia, Arabia e greggio

Il fulcro dell'accordo è stato il rapporto tra Russia e Arabia Saudita, che hanno deciso di fare uno sforzo comune impegnandosi vicendevolmente. La Russia potrà beneficiare di un meccanismo meno rigido, mentre il governo saudita ha ottenuto posizioni più concilianti da parte dei russi. I due paesi si sono impegnati in dichiarazioni molto concilianti, frutto di una intensa attività di diplomazia. Del resto non c'erano molte alternative, data la contingenza non indifferente relativa alla nomina dei due ministri energetici a co-presidenti del Comitato di Monitoraggio sui Tagli Produttivi, carica che permette a Russia e Arabia Saudita di controllare in maniera diretta e massiva l’andamento dei mercati e il comportamento dei vari stakeholder, mettendosi così in primo piano nel settore. E' chiaro che l'accordo ha dato una spinta forte al mercato. Il prolungamento dei tagli alla produzione ha infatti dato subito linfa alle quotazioni del greggio, spingendo su tanto il West Texas Intermediate (WTI) che il Brent. Ormai i prezzi sono stabili sui massimi dal 2015. La Commodity Futures Trading Commission inoltre ha rilasciato venerdì il report settimanale sul Commitments of Traders relativo alla settimana terminata il 28 novembre, dal quale risulta che le posizioni nette lunghe sul petrolio sono ai massimi.
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