Banche, via libera alle regole di Basilea3

Arriva il giorno dell’accordo di Basilea3. Il presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato con soddisfazione che è stata raggiunta l’intesa tra le banche centrali e le diverse Autorità di vigilanza per le nuove regole sul capitale degli istituti. Lo scopo è quello di livellare le normative tra le banche mondiali, riducendo così l’incertezza. La necessità di lavorare su una cosa del genere si è avvertita dopo la crisi del 2008, per evitare che in futuro possano ripetersi le emergenze vissute da allora e rafforzare la solidità delle banche. Le nuove regole entreranno in vigore progressivamente, a partire dal 2022. La loro completa applicazione è stata fissata a inizio 2027.

Le regole di Basilea3 sulle banche

Un pacchetto di misure era già stato varato tra il 2010 e il 2011. Proprio questo aveva fatto venire a galla la complessità del sistema di regole che governano le banche in ogni paese, nonché la grande differenza tra i coefficienti sul rischio applicati da ciascuna autorità nazionale. Da qui la necessità di armonizzarle. Il Gruppo dei governatori delle Banche centrali e dei Capi delle Autorità di vigilanza (Ghos), presieduto da Draghi, ha così lavorato a lungo per arrivare a una intesa. Sulle prime si è puntato ad un obiettivo ambizioso, ovvero molto rigido. Alla fine si è giunti ad un accordo molto più morbido, ma comunque importante.

Vengono rese più omogenee le regole sui prestiti deteriorati (con gioia per l’Italia, visto che le nostre banche si sono sempre lamentate delle differenze di trattamento rispetto agli istituti tedeschi e francesi), ma anche quelle sul rischio di credito. Sono ritoccate anche le regole per i rischi operativi. Aumenta inoltre il peso dei rating interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali, non potranno essere inferiori al 72,5% di quelli calcolati con metodi standardizzati.

Su un solo punto Basilea3 non è riuscita a trovare un’intesa. Si tratta dei limiti all’esposizione delle banche ai titoli di Stato. La misura era stata chiesta dalla Germania (le banche italiane sarebbero state le più penalizzate) ma la maggioranza dei membri non ha voluto introdurle.