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Internet Banking, in Italia la rivoluzione è appena cominciata


La rivoluzione dell'internet banking in Italia è soltanto agli albori. Lo dicono i numeri, che rispetto al resto d'Europa ci vedono in coda alla classifica in quanto a gestione dei propri conti correnti tramite Pc e App. Secondo i dati che sono stati resi noti dall'istituto di statistica europeo (Eurostat), soltanto 1 italiano su 3 nel 2017 ha gestito il suo conto corrente tramite computer. Il fatto che questa percentuale sia in crescita, non ci permette di scalare la classifica europea. In Germania già il 60% dei cittadini ha scelto il proprio istituto online, mentre in Europa la media è del 51%. In Danimarca e Olanda addirittura lo ha fatto il 90% dei cittadini.

I dati sull'internet banking

Infatti - segnala l’Abi, l’associazione bancaria italiana - siamo ancora quelli che preferiscono recarsi allo sportello. Più di noi lo fanno solo portoghesi, greci, ciprioti, romeni e bulgari, che però hanno percentuali più alte di gente che trova la banca direttamente nel pc. Secondo l’ultima edizione dell’indagine Abi-GfK, soltanto il 17% degli italiani usa ormai soltanto l’internet banking e in generale i canali a distanza. Nella maggioranza dei casi si tratti dei "millennials", ovvero la parte giovane della popolazione, quella che smanetta di più con pc, tablet e app. Insomma, da noi la rivoluzione digitale delle banche è cominciata, ma siamo appena all'inizio. Bisogna tenere conto anche di un aspetto peculiare del nostro territorio. Le banche non possono permettersi di ridurre la loro presenza in ambito locale, dove conta ancora tantissimo il rapporto personale, quello umano. Se le banche lasciassero il territorio, a goderne sarebbe Poste italiane. Ecco perché da noi gli istituti di credito hanno l’interesse a tenere un rapporto diretto con la clientela. Ragion per cui non si spinge più di tanto sull'acceleratore per l’internet banking. C'è poi la questione lavoro. Negli ultimi anni 40 mila bancari sono usciti dal settore, e sono già programmate 31mila uscite nel prossimo quinquennio.