Dopo aver accusato perdite contro tutte le valute del G20,
il dollaro adesso si gode la risalita. Anche oggi il biglietto verde continua la sua fase di ascesa, e nei confronti dell'euro è sceso fin sotto quota 1,21, malgrado il tentativo di recupero della mattina. Se quello contro l'euro è il
cross più attenzionato dai mercati, anche nei riguardi di altre grandi valute il biglietto verde ha accelerato il passo.
La marcia del dollaro
L’
USD nell’ultima giornata di contrattazioni della settimana macina altri guadagni contro kiwi e aussie. Invece quelle
divise considerate rifugi sicuri (come il CHF svizzero e lo JPY giapponese) hanno saputo resistere meglio alla pressione. I dati aggiornati si possono trovare su una qualsiasi delle
piattaforme di trading online migliori, mentre qui giova sottolineare che i fattori che hanno spinto il dollaro sono due. Da una parte infatti c'è il
rialzo dei rendimenti dei titoli di stato decennali statunitensi, che sono giunti al 3%. Dall'altro c'è una impennata di fiducia da parte degli investitori riguardo alle prospettive economiche degli USA.
Tuttavia un bel peso lo ha pure
la politica monetaria stabile della Bce. Infatti la stasi della Eurotower nel percorso di normalizzazione spinge naturalmente verso un apprezzamento del dollaro. Il greenback dopo un
pattern 123 uncino di Ross è andato al rialzo senza fermarsi. Nel frattempo il rialzo del petrolio potrebbe portare a una accelerata dell’inflazione, finendo così per aumentare le possibilità che la Federal Reserve operi un quarto aumento dei tassi nel 2018, invece dei tre previsti.
Nel frattempo sul fronte dei
dati macro ci aspetta una settimana (la prossima) intensa. Mercoledì infatti la
Fed annuncerà la sua decisione sul tasso d’interesse, mentre sono in calendario i report riguardo al lavoro (ADP e NFP) rispettivamente mercoledì e venerdì.