Economia italiana, l’OCSE rivede al ribasso le stime sulla crescita
L’economia italiana non convince l’Ocse, che decide di limare al ribasso le previsioni sull’andamento del belpaese, a causa di alcuni fattori come l’incertezza delle scelte politiche, gli alti tassi di interesse e la dinamica troppo lenta della creazione di posti di lavoro (che ridurrà la spesa e i consumi delle famiglie).
Le stime OCSE sull’economia italiana
L’effetto di queste perplessità – espresso nell’Interim Economic Outlook – è stato una revisione al ribasso delle previsioni sul Prodotto Interno Lordo. Secondo l’OCSE esso crescerà dell’1,2%, mentre prima dell’estate il valore previsto era 1,4%. Si tratta del ritmo di espansione più lento del G7 e il penultimo nel G20, dove la maglia nera è l’Argentina (-1,9% e +0,1%). E’ stato invece confermato il dato sulla crescita prevista per il nuovo anno: +1,1%. Secondo l’organizzazione internazionale, la ripresa economica sarà trainata soprattutto da esportazioni ed investimenti.
Dall’OCSE è partito un invito al nostro governo Lega-M5S affinché prosegua lungo il percorso delle riforme, che vengono definite come cruciali per la crescita dell’economia italiana. Il riferimento è anche a quanto fatto dal governo precedente. Non solo, occorre anche rilanciare gli investimenti e tenere sotto controllo la spesa pubblica. Va anche aggiunto che Brexit e Italia sono tra i principali rischi che indica l’OCSE per lo sviluppo dell’Europa.
A livello globale, l’Ocse ha intanto abbassato le stime di crescita, che «forse è arrivata all’apice e quest’anno e dal prossimo andrà meno bene del previsto, mentre si stanno intensificando i rischi di un peggioramento». L’organismo internazionale ha rivisto al ribasso le stime sul Pil mondiale a 3,7% sia per il 2018 sia per il 2019 (-0,2 punti). Per il G20 le previsioni puntano per quest’anno a +3,9% (-0,1 punti rispetto alle precedenti) e per il prossimo a +3,8% (-0,3%). Anche gli Stati Uniti sono soggetti all’abbassamento delle previsioni: mentre il 2018 si conferma a +2,9% per il 2019 si prevede il 2,7% in calo di 0,1 punti.