Per il momento il
rating dell'Italia è salvo. Ieri sera, dopo la chiusura dei mercati,
l'agenzia Standard & Poor’s ha deciso di non toccare il rating sul debito sovrano italiano, che rimane così a
BBB, ovvero due gradini sopra il livello "junk" (spazzatura). E' stato confermato anche l'outlook negativo espresso lo scorso 26 ottobre.
I timori che pesano sul rating
Per adesso quindi,
i timori di un downgrade sono stati scongiurati. Ma l'Italia secondo il giudizio di S&P è solo rimandata. Secondo l'agenzia internazionale infatti, rimangono molte
perplessità per la marcia indietro fatta sul tema delle riforme nonché la volatilità della domanda estera. I fattori che hanno spinto l’economia italiana verso la recessione e hanno fatto crescere il debito pubblico, rimangono quindi ancora presenti minacciosi.
L'agenzia americana stima che
il nostro Prodotto interno lordo crescerà appena dello 0,1% quest’anno e dello 0,6% nel 2020. Salirà invece il deficit, che giungerà al 2,6% del Pil nel 2019 contro il 2,4% stimato dal governo. Anche
il debito pubblico è destinato a volare, giungendo al 132,7% del Pil nel 2022. Il giudicio su S&P riguardo alle politiche di Governo è duro: hanno contribuito a far sprofondare l’
economia italiana in recessione tecnica nella seconda parte del 2018, hanno compromesso le riforme strutturali che si stavano portando avanti e hanno reso ancora più debole la fiducia degli investitori.
Il reddito di cittadinanza peraltro viene visto come possibile fonte di tensioni al rialzo sui salari e disincentivare la ricerca di lavoro.
Il prossimo appuntamento
Per tutti questi motivi Standard & Poor’s avverte che
l'Italia rimane un sorvegliato speciale, e che il nostro
rating potrebbe essere abbassato entro i prossimi 18 mesi, se deficit e debito saliranno, se la situazione sui mercati o per le nostre banche peggiorerà, e se le politiche del governo non riusciranno a stimolare la crescita. In tale ottica, il
prossimo appuntamento con l'agenzia di rating è fissato al 25 ottobre, subito dopo che sarà stata presentata la
legge di Bilancio per il 2020. Ma prima di allora ci sono altri esami importanti all'orizzonte: il 12 luglio con l’agenzia Dbrs, il 9 agosto con Fitch, il 6 settembre con Moody’s. E i mercati continuano a mostrare segni di nervosismo.