Imprese, quelle piccole italiane sono in ritardo sull’innovazione
Il rapporto tra l’innovazione e le piccole imprese italiane non è affatto semplice. I recenti dati infatti evidenziano come non siano al passo con i cambiamenti, e quindi con la concorrenza (soprattutto quella straniera).
I numeri certificano il flop delle piccole imprese
Secondo una ricerca dal titolo “Digital Manufacturing Maturity Index 2019“, riguardo alla innovazione in Italia esistono forti disparità, che dipendono dalle dimensioni dell’impresa. Le aziende di grandi dimensioni infatti riescono a rimanere agganciati al treno dell’innovazione, mentre quelle di piccole dimensioni (che in Italia sono la stragrande maggioranza), non riescono a stare al passo con i tempi e quindi perdono competitività. Questo avviene soprattutto per ragioni economiche. La piccola azienda infatti non ha le risorse necessarie per questo tipo di investimenti, e così mantiene una struttura più tradizionale. Ma piccolo non è meglio, come accadeva un tempo.
La ricerca è stata condotta su un campione di 600 aziende. Mentre il 75% delle imprese maggiori fa un largo uso di tecnologie innovative, legate ai processi produttivi di industria 4.0 (con i relativi benefici fiscali), il 65% delle imprese PMI conserva una struttura tradizionale.
L’Italia rischia grosso
Nel panorama europeo, l’Italia è soltanto al 24esimo posto (su 28 paesi) per quanto riguarda la diffusione dell’economia digitale. Per stimolare il cambiamento servirebbe una spinta politica, istituzionale. Come accade nei paesi nordici dove imprese, governi e pubblica amministrazione si muovono di concerto. Se gli effetti di questo ritardo oggi sono moderati, ben presto potrebbero diventare pesanti. L’Italia infatti – che rimane una piattaforma naturale per il trasporto di merci dall’Asia in Europa – se non riuscirà a innovare i suoi processi digitali, potrebbe presto venire scalzata dai concorrenti del Nord Europa.