La
guerra dei dazi ha provocato un fortissimo
contraccolpo sull'occupazione americana. A dare i numeri è stata Moody's, che parla addirittura di
300mila posti di lavoro persi, con numeri destinati inevitabilmente ad aumentare col protrarsi del conflitto.
L'impatto della guerra dei dazi sull'occupazione USA
La
scelta di Trump di avviare questa lunga fase di tensione con Pechino non è stata affatto un toccasana per l’economia a stelle e strisce. Il presidente americano finora aveva
sempre detto che la Cina era stata l’unica a pagare le conseguenze dei dazi, ma la realtà fotografata dall'agenzia di rating Moody's mostra uno scenario ben diverso. Come detto, circa 300mila posti di lavoro negli Usa sono andati persi, e
potrebbero diventare 450mila posti entro la fine dell’anno e
900mila entro la fine del 2020, se non ci saranno cambiamenti.
I settori più colpiti
Il settore più colpito è stato quello agricolo (in particolar modo i produttori di soia), ma adesso pure manifattura, distribuzione e commercio stanno accusando una certa pesantezza. Ad esempio, il
manifatturiero ad agosto ha subito la prima contrazione negli ultimi tre anni. Molti
imprenditori sono stati messi fuori gioco dai prezzi più alti causati dai dazi, e in ogni caso se nel corso del 2019 sono sono stati creati 1,3 milioni di posti di lavoro contro 1,9 milioni dello stesso periodo nel 2018. E' evidente che
la frenata economica c'è eccome.
Una grana elettorale per Trump
Numeri che sono un
fardello pesantissimo per Trump sulla strada che porta alla rielezione. Ecco perché molti investitori sono certi che
alla fine Washington dovrà trovare una intesa con Pechino, che del resto un ramoscello d’ulivo l'ha già porto a Trump (con una prima tranche di esenzioni in vista della ripresa dei negoziati a Washington). Per la gioia di tutti, dal momento che la trade war pesa come un macigno sulle prospettive di crescita economica di Cina e Stati Uniti e anche sull’economia globale.