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Ricchezza sempre più nelle mani di pochi. E il divario con gli altri cresce


La ricchezza del mondo è sempre più concentrata nella mani di pochi. E il divario tra le persone ricche e il resto della popolazione si amplia sempre di più.

Stati Uniti medaglia d'oro in ricchezza

Secondo un report pubblicato da Bloomberg, nell'ultimo anno le 500 persone più ricche del pianeta hanno visto crescere il loro patrimonio di ben 1.200 miliardi di dollari, il 25% in più rispetto al 2018, per una ricchezza complessiva che oggi ammonta a 5.900 miliardi di dollari. A guidare la classifica dei miliardari tra le Nazioni sono saldamente in testa gli Stati Uniti con 81.340 persone e una ricchezza che sfiora i 10.000 miliardi di dollari, la Cina precede Giappone e Germania, rispettivamente con 17.855 e 15.685 persone. L’Italia è al nono posto con 6.270 persone. I primi dieci Paesi raccolgono il 72% degli ultra wealthy in numerosità e il 71% in ricchezza.

Jeff Bezos in testa

A livello di ricchezza individuale, secondo il Bloomberg Billionaires Index in testa c'è Jeff Bezos, patron di Amazon con 116 miliardi di dollari. Seguito da Bill Gates con 113. Al terzo posto sale Bernard Arnault, a capo di LVMH (106 miliardi). Secondo le stime, nel prossimo futuro aumenteranno ancora gli ultra facoltosi. Il numero di coloro che arriverà ad un patrimonio di oltre 500 milioni di dollari dovrebbe salire a quasi 10.000 nel 2023.

Cresce al disuguaglianza

La cosa che colpisce è l'ampliarsi del divario tra ricchi e gli altri. Basta pensare che negli USA il reddito medio degli amministratori delegati delle 350 aziende più grandi è cresciuto del 940% tra il 1978 e il 2018, mentre per i lavoratori il salario nello stesso periodo è salito solo del 12%. Il rapporto medio tra il reddito dei ceo e il reddito dei lavoratori è così salito a 278 a 1. Nello stesso lasso di tempo, lo 0,1% di chi era ricchissimo ha visto aumentare la sua ricchezza, mentre il 90% di chi non era ricco, ha visto addirittura ridurre la propria fetta di ricchezza globale dal 35% al 25%. Una crescita della disuguaglianza che sembra non arrestarsi, complice un sistema fiscale che premia i più facoltosi.