Borse euforiche, salgono Wall Street e le principali piazze europee
Torna a brillare la Borsa di Wall Street, grazie all’alleviarsi delle tensioni in Medio Oriente che fanno percepire il rischio di una guerra Usa-Iran meno grave. Con un fronte che si rasserena almeno un po’, l’attenzione torna a farsi alta su un altro che interessa molto i mercati finanziari, ovvero l’accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti.
Borsa americana vivace
Reagiscono così benissimo le borse. Il Dow Jones sale dello 0,58% a 28.911,52, l’indice S&P 500 guadagna lo 0,58% a 3.272,15, mentre il Nasdaq segna un +0,91% a 9.211,26. I broker dei mercati finanziari hanno alzato i target price delle società d’alto profilo, come Facebook, Apple, Amazon.com, Alphabet e Microsoft, che hanno accumulato guadagni tra lo 0,9% e l’1,78%. La voce fuori dal coro è quella del colosso di vendite Kohl, che è crollato del 9,34% dopo la stima degli utili per l’intero esercizio inferiore di un target già rivisto in ribasso. Chi sa cosa sono gli indicatori lagging non è rimasto comunque sorpreso, visto la tendenza già al ribasso di questo titolo.
Balza Francoforte, bene Milano
Anche in Europa le cose sono andate nel verso migliore. Da segnalare il nuovo balzo di Francoforte, l’indice Dax (+1,3%) della Borsa tedesca fa segnare il secondo miglior fixing della sua storia a 133495,06 punti. Va benissimo anche la Borsa di Milano, spinta pure dalla produzione industriale in Germania e dai dati Istat sul lavoro, marcia forte (Ftse Mib +0,77%) tornando a superare i 24 mila punti. L’All Share fa +0,89% a 26.152. Molto più modesti i guadagni di Londra (+0,3%) e Parigi (+0,2%).
Bene i titoli bancari, giù i petroliferi
Con l’appetito al rischio che migliora, sul listino milanese sono i bancari a brillare. Sul miglior broker CFD trading abbiamo visto il Banco Bpm sale del 5,43% in vista anche del nuovo piano industriale e del rinnovo del consiglio di amministrazione. Bene anche Finecobank (+3,72%) e Banca Generali (+3,34%). Brillano Azimut (4,95%) che ha annunciato risultati record per il 2017. L’alleviarsi delle tensioni mediorientali spinge giù il petrolio e i tioli connessi. Saipem perde oltre 2 punti percentuale.