Ricavi boom per Netflix, il lockdown spinge sottoscrizioni e trimestrali
Le misure restrittive imposte dai governi a causa della pandemia, ci hanno costretti a rimanere tutti i casa. L’entretainment è diventato così una componente fondamentale per occupare quei lunghissimi vuoti nelle nostre giornate. E Netlfix ha fatto boom. La trimestrale del colosso dell’intrattenimento in streaming, ha infatti evidenziato nuovi record di ricavi e sottoscrizioni.
I dati di Netlfix su sottoscrizioni e ricavi
Nel trimestre gennaio-marzo, le nuove sottoscrizioni sono state quasi 16 milioni. Si pensi che il dato atteso dalla società era meno della metà, 7 milioni. Inutile dire che si tratta di un record storico per l’azienda originaria di Scotts Valley (California). E’ evidente lo zampino del lockdown, che in parte entrerà anche nelle sottoscrizioni del prossimo trimestre, che adesso sono attese a 7,5 milioni di abbonati.
La trimestrale di Netflix ha alzato il velo anche e soprattutto sui risultati economico-finanziari dalla quotata di Wall Street. Nel primo trimestre del 2020, i ricavi sono schizzati a 5,77 miliardi di dollari. Il dato è aumentato del 27,6% rispetto ai 4,52 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente. Le previsioni degli analisti erano per una crescita più moderata, a 5,75 miliardi.
Utile netto ed EPS
I conti regalano una sorpresa positiva anche per quanto riguarda l’utile netto trimestrale, che è balzato da 344 a 709 milioni di euro su base annua. Il tutto per un conseguente EPS di 1,57 dollari, di poco inferiore rispetto alle attese a 1,64 dollari. Circa le previsioni del prossimo trimestre, si attendono ora ricavi per 6,05 miliardi e un EPS di 1,81 dollari.
Il volo in Borsa
Il discorso riguardante Netflix è sostanzialmente simile per Amazon. Il mondo occidentale aspetta con ansia la fine del proprio lockdown, ma intanto vede film e compra su internet. E questo spinge le azioni dei gruppi fondati da Jeff Besos e Reed Hastings verso nuovi massimi di Borsa (da inizio anno Netlfix ha guadagnato il 32%, Amazon il 28%), mentre il resto dell’economia globale accusa ferite che neanche la grande crisi finanziaria era stata capace di provocare.
