La
Reserve Bank of Australia ha rifiutato di acquistare un'obbligazione di aprile 2024 per difendere il
target di rendimento dei titoli di Stato (0,1 %), innescando così la corsa del dollaro AUD.
Il controllo della curva dei rendimenti da parte della RBA, è
fondamentale per sostenere il programma di mantenere i tassi di interesse fermi fino al 2024. Per questo motivo, aver cessato di difenderli è un chiaro segnale che la stretta potrebbe essere vicina.
RBA, rendimenti e tassi
La mossa della banca centrale australiana ha
spinto anzitutto il rendimento dei titoli di stato a 10 anni, che è salito oltre il 2%. Non si vedeva un livello simile da marzo 2019. Inoltre il ritmo di crescita è stato il più rapido degli ultimi decenni. Il titolo di stato australiano dell'aprile 2024 che ha raggiunto un picco dello 0,75%.
Finora la Reserve Bank of Australia (RBA) ha
ripetutamente sostenuto che i tassi non sarebbero aumentati fino al 2024, a causa della lentezza dei salari e dell'inflazione.
Adesso questa posizione potrebbe essere più difficile da mantenere, e infatti
i mercati dei futures stanno ora scontando un
aumento del tasso di liquidità dallo 0,1% allo 0,25%
già ad aprile del prossimo anno, mentre gli swap hanno tassi superiori all'1% entro fine anno.
Consiglio operativo: prima di fare investimenti sulle commodity currencies, studiate bene i leading indicators quali sono.
I riflessi sul dollaro AUD
Dopo che il vice governatore della RBA Guy Debelle ha affermato che la politica monetaria mirava a ottenere un poco più di inflazione,
l'Aussie aveva perso terreno. Ma poi ha presto cancellato queste perdite.
Il dollaro australiano si è stabilizzato intorno a
0,7540 contro il dollaro USA, testando i massimi di 4 mesi in mezzo. Suggeriamo di fare un'analisi tecnica a breve con
parametri Stocastico 5 3 3 o 20 14 5.
Nel frattempo,
le vendite al dettaglio in Australia sono aumentate dell'1,3% a settembre mese su mese, il primo aumento da maggio.
Inoltre,
l'inflazione core misurata dalla variazione media ridotta dell'IPC è
salita a un massimo di 6 anni del 2,1% nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, battendo le stime della Reserve Bank of Australia. Anche questo è un segnale rialzista per l'Aussie.