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Mercato globale del Litio, il Messico punta a diventare il primo al mondo


Stiamo vivendo un periodo di forte crescita di prezzo delle materie prime. Un problema che riguarda sia l'energia che i metalli. Gli Stati quindi cercano di studiare i modi migliori per valorizzare le risorse proprie sul mercato globale o ridurre la propria dipendenza dalle fornitura estere. E' in questa ottica che si inquadrano le ultime mosse del Messico, che ha deciso di puntare con decisione sul Litio, per provare a diventare uno dei maggiori player a livello mondiale.

La mossa messicana che scuote il mercato globale del Litio

Nei giorni scorsi, una votazione che si è svolta alla Camera dei Deputati messicana ha dato il via libera ad una legge di iniziativa presidenziale che nazionalizza le riserve di litio. La legge non è ancora ufficiale, perché deve passare anche per il vaglio del Senato. Ma l’approvazione è scontata, vista la maggioranza di cui gode il partito del presidente Andrés Manuel López Obrador. Potenzialmente, questa decisione potrebbe avere un impatto forte sul mercato globale del Litio.

L'importanza del Litio

Questo metallo è largamente sfruttato per le batterie di smartphone e auto elettriche. Si comprende perciò perché si tratti di un metallo richiestissimo, al punto che dall’inizio dell’anno i prezzi sono aumentati del 149%, sforando nettamente le Bande di Bollinger. Diventare un player forte sul mercato globale del Litio, mette il Messico in competizione con Stati Uniti, Cina e Spagna, che si contendono la leadership del mercato. Annotazione: il prezzo del litio sul mercato globale può essere negoziato anche tramite le operazioni Vanilla Options.

Stop a privati e stranieri

Secondo il documento rilasciato dal governo messicano, lo scopo di questa iniziativa è "garantire l’autodeterminazione della nazione, nonché la sovranità energetica delle persone sul litio e altri minerali che sono strategici e necessari per la transizione energetica, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo nazionale". Tutte le attività di esplorazione, estrazione, industrializzazione e vendita saranno quindi nazionalizzate. Ci sarà un ente statale che se ne occuperà, mentre le imprese private e straniere non avranno più concessioni. Tra i progetti più rilevanti, spicca quello relativo al giacimento di Bacanora, che è considerato il più grande al mondo (oltre 243 milioni di tonnellate).