Banca Centrale del Giappone ancora accomodante. Lo Yen torna a scendere
L’ultimo meeting della Bank of Japan non ha riservato sorprese. Ancora una volta la banca centrale ha confermato il suo approccio accomodante, ponendosi su un sentiero completamente diverso rispetto a quello su cui si sono messe le maggiori banche centrali globali.
La decisione della banca centrale
Al termine della riunione del board, è stato deciso (con un voto di 8 contro 1) di mantenere il tasso di interesse a breve termine a -0,1%. Quello per i rendimenti obbligazionari a 10 anni rimane intorno allo 0%. I responsabili politici della Bank of Japan hanno deciso inoltre che verranno acquistate quantità illimitate di obbligazioni, allo scopo di difendere il limite implicito dello 0,25%.
Non solo. La Banca Centrale giapponese conferma che potrebbe ampliare la sua spinta accomodante qualora fosse necessario. Ribadisce inoltre che i tassi di interesse rimarranno ancora su questi livelli, o addirittura inferiori, a lungo.
In sostanza la Banca Centrale giapponese non è cambiato nulla rispetto alla guidance del mese di aprile.
L’outlook sull’economia
La Banca Centrale del Giappone ritiene che l’economia del paese si stia riprendendo, nonostante le conseguenze dovute alla diffusione della pandemia da Covid e malgrado la forte pressione rialzista sui prezzi delle materie prime. La BoJ sottolinea la ripresa dei consumi privati e la crescita delle esportazioni e della produzione industriale.
Riguardo all’inflazione, la Banca Centrale ritiene che la variazione su base anno dovrebbe aggirarsi attorno al 2%.
Consiglio: un interessante modo per studiare l’andamento dello Yen è tramite il system Ichimoku Kinko Hyo.
Effetti negativi sullo Yen
Il meeting della Bank of Japan ha nuovamente alzato la pressione sullo Yen Giapponese. La valuta nipponica è andata in deciso calo rispetto al Dollaro, con il cambio USDJPY che è salito a 134,4. Questo rapporto non è molto distante dal massimo di 24 anni toccato di recente. Chi adotta il metodo Fibonacci Forex, ha visto la caduta di alcuni ritracciamenti.
Sulla valuta nipponica incide in modo forte proprio la divergenza tra la politica monetaria della Bank of Japan e quella delle altre grandi banche centrali globali.