Negli ultimi anni
il programma alimentare degli italiani è cambiato per un cittadino su tre, secondo una
indagine di Coldiretti-Censis sui consumi, diffusa in occasione dell'apertura del
Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Roma.
Guerra ed inflazione sono stati i fattori che hanno inciso su questa trasformazione.
Come sono cambiati i consumi
I conflitti in atto dopo gli anni della pandemia di Covid
hanno causato incertezza, smarrimento e disagio tra le famiglie. Ecco perché, secondo questa indagine,
un italiano su tre ha modificato le proprie strategie per la spesa quotidiana, proseguendo una tendenza che era già cominciata con lo scoppio della pandemia.
Va detto che nella maggior parte dei casi, questo cambiamento
ha portato con sé anche alcuni effetti virtuosi che si possono riassumere dicendo di un atteggiamento rispetto ai consumi molto più consapevole che non in passato.
Qualità e territorialità
Quasi
9 italiani su 10 preferiscono prodotti di qualità e in prevalenza italiani, anche per sostenere il lavoro e l'economia nazionale in una fase di crisi.
Il 53,6% dei cittadini compra nei mercati dei contadini, con l'obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l'impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più.
Sconti, promozioni e meno sprechi
Per combattere i rincari nel carrello della spesa
si fa ampio ricorso agli sconti e alle promozioni. Inoltre sono stati tagliati gli
sprechi alimentari, acquisendo una
maggiore sensibilità riguardo alla quantità di cibo che finisce nella pattumiera, cosa dannosa sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ambientale.
In questa ottica va sottolineato che
molti, proprio per ridurre gli sprechi,
decidono di sfruttare quelle ricette del giorno dopo che consentono anche di portarsi in ufficio il proprio pasto riutilizzando gli avanzi del giorno prima. È interessante sottolineare che questo comportamento si verifica trasversalmente in tutte le classi di lavoratori dai dirigenti fino agli impiegati passando per gli insegnanti e per i lavoratori atipici.