Nell'ultimo anno il
livello del debito pubblico italiano ha continuato a
salire giungendo quasi a 2.900 miliardi di euro. Si tratta di una cifra enorme, soprattutto se viene paragonata al nostro
prodotto interno lordo, rispetto al quale è addirittura pari al 139,8%.
Perché è cresciuto il debito pubblico
Il livello di indebitamento del nostro paese ha vissuto di recente una
fase di crescita a causa di diversi fattori come l'inflazione, l'
incremento della spesa dovuto alla pandemia, ma soprattutto
una gestione inefficiente delle risorse pubbliche.
Tutto questo ha contribuito a rendere l'Italia uno dei paesi europei con il maggior livello di debito pubblico. Ma
è così ormai da un trentennio, visto che già negli anni ’90 i giornalisti economici inglesi hanno coniato l’acronimo PIGS utilizzando le iniziali dei paesi europei con le peggiori condizioni debitorie: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
La composizione del nostro indebitamento
Per la maggior parte,
quasi l'80%, il debito pubblico italiano è composto da titoli a medio e lungo termine. L'esposizione a breve termine si è ridotta rispetto al passato scendendo a poco più del 4%.
Le monete e i depositi bancari pesano, invece, per il 7% ad agosto 2023. Aumenta il peso dei prestiti di banche e fondi che si trova adesso al 5%. Infine, l’incidenza dei prestiti con le Istituzioni europee è pari al 2,3%.
La situazione delle regioni italiane
Se lo Stato Italiano a livello centrale fa acqua da tutte le parti,
non sono da meno le singole Regioni. Prendendo in esame i dati pubblicati da Banca d'Italia emerge che la regione col
maggiore debito pubblico è il Lazio (28,3 miliardi di euro). Molto indebitata è anche la Campania, con 15,6 miliardi di euro.
Nella classifica ci sono anche alcune
regioni leggermente più virtuose: Valle d’Aosta, Molise e Basilicata, con un debito pubblico lordo complessivo inferiore ad 1 miliardo di euro.
Prospettive
Ma cosa succederà nel triennio 2023-2025? Le
stime più recenti vedono un rapporto debito pubblico/ PIL che dovrebbe stabilizzarsi, per cui ci aspettiamo una conferma sui livelli del 140%, mentre Area euro si ferma all’89%.