Inflazione più bassa del previsto nel Regno Unito e la sterlina scivola
C’era molta attesa di conoscere gli ultimi dati riguardanti l’inflazione nel Regno Unito, perché questo avrebbe aiutato a comprendere le possibili mosse che farà la Bank of England. I dati hanno sorpreso gli investitori finendo per penalizzare la sterlina sul mercato valutario.
Il report riguardo l’inflazione
In base a quanto reso noto dall’ufficio nazionale di statistica, il tasso annuo di inflazione nel Regno Unito a settembre è sceso al 1,7%, livello che non si vedeva da circa tre anni e mezzo. Si tratta di un valore più basso rispetto a 2,2% che era stato registrato nei mesi di luglio e agosto, ma anche più basso delle aspettative dei mercati che erano per un calo al 1,9%.
Anche l’inflazione core è scesa (dal 3,6% al 3,2%), mentre la crescita dei salari continua a frenare raggiungendo un nuovo livello Minimo da due anni a questa parte, cosa che evidenzia un allentamento delle pressioni inflazionistiche sull’economia Britannica.
La Bank of England e spalle al muro
Di fronte ad un tasso di inflazione che continua a scendere rapidamente e più del previsto, la Banca d’Inghilterra si trova adesso costretta a adottare nuove misure di stimolo economico, tagliando i tassi di interesse. Secondo i mercati la Bank of England effettuerà una sforbiciata di 45 punti base da qui a fine anno, 25 dei quali saranno probabilmente decisi nel prossimo meeting di politica monetaria.
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Le conseguenze sulla stellina
La prospettiva di una Bank of England più accomodante in futuro ha finito per penalizzare la sterlina. Sul mercato valutario il rapporto tra il Pound ed il dollaro statunitense, GBPUSD, è sceso bruscamente verso quota 1,3, raggiungendo il livello più basso degli ultimi due mesi (se volete negoziare il pound, cercate prima la migliore piattaforma forex italiana).
Dal punto di vista tecnico c’è stato inoltre il taglio della media mobile a 50 periodi, che Invia un messaggio ribassista al mercato. Sull’andamento del cambio sterlina dollaro incide anche la forza del biglietto verde, dal momento che si prevede che la Federal Reserve sarà meno aggressiva Sul fronte dei tagli ai tasti di interesse dopo gli ultimi dati macro.
