Banche, sulle regole di Basilea si scava un solco tra Usa ed Europa
Il quadro normativo denominato Basilea III sta per scavare un grosso divario tra le banche del vecchio continente e quelle americane. Infatti mentre le prime sembrano accondiscendenti rispetto ai regolatori europei, le seconde sono riuscite a convincere la Federal Reserve ad avere un approccio più morbido.
Cosa significa Basilea 3 per le banche
Il quadro di Basilea impone alle banche di rispettare i coefficienti di capitale basati sul rischio, con particolare attenzione alle attività ponderate per il rischio (RWA). Le banche devono detenere un certo importo di capitale regolamentare a fronte delle loro RWA. Questi coefficienti vennero decisi dopo la crisi finanziaria del 2007-2008, per evitare che potesse ripetersi nuovamente quello scenario catastrofico.
Anche se tali regole sono sempre state un po’ indigeste a tutte le banche, sia al di qua che al di là dell’oceano, gli istituti americani sono stati molto più aggressivi nel dimostrare la loro contrarietà, soprattutto in tempi recenti.
La feroce campagna delle banche USA
Negli Stati Uniti infatti è stata portata avanti una forte campagna di lobbying, con tanto di cartelloni pubblicitari sulle autostrade negli aeroporti, annunci televisivi e perfino la realizzazione di uno spot che è andato in onda durante la finale del Super Bowl.
Secondo le banche statunitensi gli accordi di Basilea 3 potrebbero avere conseguenze terribili per imprese e famiglie americane, dal momento che ridurrebbe l’accesso al credito e diminuirebbe il livello qualitativo dei servizi bancari. Per descrivere tali effetti è stato utilizzato il termine “Basel Endgame“. Questa massiccia campagna avrebbe convinto la Fed a ridurre i requisiti richiesti alle banche, e ben presto le nuove proposte dovrebbero essere approvate e poi adottate definitivamente.
Le banche d’Europa per ora sono in silenzio
Sul fronte europeo invece lo scenario è diverso. Apparentemente le banche hanno subìto in silenzio la nuova normativa che dovrebbe prendere avvio all’inizio del prossimo anno. Questo comportamento così differente, giusto o sbagliato che sia, rischia di creare un’evidente disparità tra le banche americane e quelle europee, a svantaggio di queste ultime (che starebbero messe meglio solo in caso di altra crisi).