Aziende USA, in un anno un quinto in più di richieste di bancarotta
C’è una forte tensione economica negli Stati Uniti, che sottolinea la fragilità del tessuto economico a stelle e strisce. Una tensione evidenziata soprattutto dalle richieste che sono state presentate dalle aziende USA per accedere alla procedura del Chapter 11, una sorta di concordato per evitare il fallimento.
I numeri allarmanti sulle aziende USA
Nell’ultimo anno le richieste sono cresciute del 20%. Se a marzo 2024 erano state 611, a marzo 2025 Il numero è cresciuto a 733. Un dato che evidenzia una forte pressione economica degli Stati Uniti, sottolineata anche dall’incremento del 10% del totale delle richieste commerciali (mentre quelle delle piccole imprese sono diminuite del 1% su base annua).
Tra i nomi più noti che hanno fatto istanza di Chapter 11 c’è la OTB Holdings LLC, proprietaria della catena di ristoranti Tex-Mex.
Record di fallimenti da 14 anni
Nel 2024 il numero di aziende USA in bancarotta ha raggiunto un livello che non si vedeva da 14 anni. Sono stati infatti registrati ben 694 fallimenti, evidenziando peraltro una tendenza crescente visto che nel 2022 erano stati 372 nel 2023 erano schizzate a 635.
Tra le aziende USA coinvolte ci sono nomi noti come Tupperware Brands Corp., Party City Holdco Inc., Spirit Airlines, Big Lots Inc. e Steward Health Care System LLC. Il settore più coinvolto è stato quello dei beni di consumo voluttuari, seguito da quello industriale e quello sanitario.
Le origini delle crisi aziendali
Le difficoltà delle aziende USA nascono soprattutto dal forte aumento dei tassi di interesse, che sono rimasti elevati fino a metà del 2024. Le imprese americane hanno un debito totale molto elevato, e il pagamento degli interessi è diventato un macigno pesantissimo sui bilanci. A questo vanno aggiunti anche altri fattori di stress, come le incertezze dovute elle crisi geopolitiche, l’inflazione e le condizioni di prestito più rigide. I tassi di insolvenza nel portafoglio ipotecario della Federal Housing Administration sono saliti all’11%, superando i livelli pre-pandemici.